PUCCI Enrico
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Fano 1900 / deceduto
1924. Sollevamento Pesi. 14° pesi medi
Marchigiano, si trasferisce a Milano dove trova in Merlin, sollevatore tra i più noti e già tricolore nel 1919, un mentore che lo allena ed istruisce a dovere. Dopo intensi allenamenti, Pucci emerge a sorpresa nella primavera del 1924, appena in tempo per i Giochi. Appare una forza della natura anche se non riesce a disciplinarsi e ad esprimere il suo potenziale in maniera tecnicamente corretta. Rivaleggia comunque coi migliori, nonostante la sua scarsa esperienza. Tutto per lui si decide nell’ultima prova di selezione, il 22 giugno a Genova, nei locali della “Colombo”. Solleva un totale di 400 kg e, seppur lontanissimo dall’inarrivabile Galimberti (472,5 kg), chiude al secondo posto e si garantisce la maglia azzurra. Da lui non si aspettano risultati eclatanti, ma può accumulare esperienza importante. Le prove olimpiche di sollevamento pesi si svolgono al Vel d’Hiv, il famoso Velodromo d’Inverno della capitale francese, teatro di numerose competizioni ciclistiche di primo piano. Pucci gareggia nei “medi”, categoria in cui si schierano 25 atleti di 13 nazioni, ed il cui peso-limite è di 75 kg. La competizione, disputata il 22 e 23 luglio, prevede cinque prove: strappo ad un braccio, slancio ad un braccio, pressa militare, strappo a due braccia e slancio a due braccia. Pucci non va molto bene e si piazza nella seconda metà della classifica: solleva 397,5 kg totali e chiude 14°, ben lontano comunque dai 450 kg che valgono il bronzo all’estone Kikkas.
L’oro va al grandissimo e strepitoso azzurro Galimberti che solleva ben 492,5 kg, distanziando l’altro estone Neuland (argento) di 37,5 kg. Pucci realizza la sua miglior performance nello strappo ad un braccio dove chiude 10° p.m. con 65 kg contro gli 82,5 kg del primo, Neuland. Poi per Pucci solo risultati mediocri: 11° p.m. nello slancio ad un braccio (77,5 kg contro i 95 di Galimberti), 17° p.m. alla pressa (75 kg contro i 97,5 dei primi, Galimberti e l’egiziano Samy), 18° p.m. nello strappo (75 kg contro i 95 dello strepitoso Galimberti) e 17° p.m. nello slancio (105 kg contro i 127,5 dell’insuperabile Galimberti alla pari con Kikkas). Il risultato finale è deludente per Pucci, autore di una prova che non può essere considerata sufficiente, anche se il campo dei partecipanti era indubbiamente molto elevato dal punto di vista tecnico. Si riscatta il 30 novembre a Roma quando vince il “Campionato dell’Italia centro-meridionale” sollevando in totale 410 kg, dimostrando come ai Giochi avrebbe probabilmente potuto fare di più e meglio. Per un anno intero sparisce di scena e non ottiene risultati rilevanti. Ricompare nel 1926, ma ha perso lo smalto: il 6 e 7 novembre ai tricolori di Bologna chiude terzo, sopravanzato da Merlin e Uboldi. Questo è l’ultimo risultato significativo della sua carriera dalla quale molti si attendevano di più.