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PORRO Arturo

Milano 1890 / Milano 1967

1920. Atletica Leggera. 7° 1500 m, Eliminato Primo Turno 800 m

Tesserato per lo “Sport Club Italia” meneghino, uno dei club podistici più prestigiosi del momento a livello nazionale, coglie il suo primo successo importante nel cross di Gorgonzola (10 km) del 1910, davanti al quotato Giovanoli. Non ha timore di confrontarsi coi più forti: il 22 maggio a Bergamo giunge 3° nella gara del miglio vinta dal grandissimo Lunghi. Ai tricolori di Milano giunge 4° nei 1200 siepi e 6° sui 5mila, risultati che sembrano far ben sperare in prospettiva. In effetti nel 1911 rivaleggia di nuovo coi migliori a livello nazionale e, pur uscendo battuto, non sfigura. Superato da Giovanoli nella “Coppa Malvezzi” a Gorla, è sconfitto solo da Lunghi in una prova sui 1200 siepi a Torino. Terzo nella “Corsa Statuto” di 6,5 km a Milano, alle spalle di due ottimi atleti come Orlando e Giovanoli, è preceduto solo dallo stesso Orlando nella “Traversata di Brescia”. Non sembra però aver trovato ancora la giusta dimensione, gareggiando su più distanze, su strada come su pista: a fine stagione è 3° in un mille a Como e 2°, ancora dietro Orlando, in un 5mila sulla pista dell’US Milanese, la squadra con la quale si tessera nel 1912, annata olimpica. Porro ha 22 anni ed è lecito aspirare al sogno olimpico. Inizia bene la stagione: il 7 aprile vince un mille sul quotato Calvi e sulla stessa distanza è battuto a Busto Arsizio solo dal sempre valido Cartesegna. Ai tricolori di Verona, che valgono anche come selezione per i Giochi, trova la strada sbarrata dal “solito” Lunghi che lo supera nei 1500: forse meriterebbe la convocazione, ma le ristrettezze economiche della spedizione costringono i tecnici a lasciarlo a casa (e non è il solo). A niente vale, se non ad accumulare ulteriori rimpianti, il grande tempo (5’51”) che ottiene il 23 giugno sui 2 km sulla pista dell’US Milanese: il limite viene addirittura considerato come nuovo primato italiano. In estate non gareggia molto: il 21 luglio vince la “Coppa Risorgimento” a Milano sui 5mila ed a settembre, nel meeting organizzato dalla “Pro Morivione”, coglie due secondi posti: nella staffetta e nella corsa a coppie, con Riccoboni. Chiude l’annata con un bel successo, il 13 ottobre, in un 5mila a Castiglione Olona. Alla soglia dei 23 anni appare come un atleta in ascesa, che probabilmente deve ancora dare il meglio di sè. Conferma questa impressione nel 1913. Dopo il ritiro nei tricolori di cross a Genova il 16 marzo, il 4 maggio, sulla pista dell’US Milanese, ottiene 4’16” sui 1500, tempo che viene omologato come record italiano. La settimana seguente è, con Orlando e Speroni, nel terzetto azzurro della 20 km nel grande meeting internazionale all’Arena di Milano, ma i nostri sono superati dalla Francia, pur giungendo davanti alla Germania. Il 12 maggio, sulla stessa pista, è 3° sui mille vinti da Lunghi, ma poco dopo si aggiudica il miglio. Ancora e solo Lunghi lo batte a Mantova sui mille un mese dopo. Poi ci pensano gli obblighi militari a tenerlo lontano dalle corse: per fortuna entra nel 12° Bersaglieri, il reggimento in cui convergono molti sportivi ed i cui comandanti lasciano spesso liberi gli atleti per gareggiare. Porro rientra alle corse il 31 agosto a Brescia dove vince la staffetta olimpionica, correndo l’ultima frazione di 800m. Sette giorni dopo, è primo nel Campionato Lombardo del miglio, poi fa suo il campionato sociale dell’US Milanese sugli 800.

Ma Lunghi gli è ancora superiore e difatti Porro viene battuto nei tricolori dei 1500 e nel “Doppio Giro del Lagaccio” a Genova. Il 19 ottobre Porro è di nuovo secondo, stavolta nella “Traversata di Ferrara”, superato dal padrone di casa Luppi. Chiude l’annata però con alcuni successi: la gara meneghina sugli 8 km organizzata dall’US Popolare, il record italiano delle due miglia (sulla pista dell’US Milanese[1]) e dei 3000[2] , il Campionato Italiano Indipendenti sui 5 km a Pisa, vittoria questa che gli costa una squalifica da parte della FISA (per cui è tesserato) che non riconosce la prova. Si ripresenta il 15 febbraio 1914 al cross di Stupinigi, chiuso però soltanto in quindicesima posizione. Si riscatta alla grande il 19 aprile nella suggestiva “Traversata notturna di Milano” (3,2 km), con transito anche in Piazza Duomo ed arrivo al Teatro Alfieri: Porro vince in modo superbo, costringendo alla resa addirittura Lunghi. E vince nettamente anche i 1500 disputati a metà giugno sul nuovo campo dello SC Italia, in Ripa Ticinese a Milano. Ai primi di luglio altro bel successo nella “Traversata notturna di Varese”: è ormai tra i nostri migliori mezzofondisti e può districarsi bene anche su gare fino alla decina di km. Galvanizzato dalle vittorie, tenta l’avventura all’estero e si reca a Londra dove però ai primi di agosto è sorpreso dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Vorrebbe rientrare in Italia, ma non vi riesce ed allora torna a gareggiare, con le insegne dell’attivissimo “AC Molinari” londinese che raccoglie molti immigrati italiani. Alla fine di agosto Porro gareggia nel mitico Stamford Bridge in un miglio ad handicap: giunge secondo, battuto da Withe che riesce presto a recuperare lo svantaggio iniziale. Pochi giorni dopo, è a Chesham, in un altro miglio dove parte con un centinaio di metri di margine sui più forti. Pista in erba, ma fangosa per le piogge dei giorni precedenti, più adatta ad un cross. Partono addirittura in 40 (!), ma dalla furibonda mischia iniziale Porro esce bene, in testa, favorito anche dal vantaggio iniziale. Il forte Ruffell però lo agguanta, Porro gli si mette in scia, resiste fino sul rettilineo e lo supera, cogliendo un grande successo che manda in visibilio i connazionali presenti. Porro riesce poi a rientrare in patria, ma non gareggia più fino al termine della stagione. L’entrata in guerra dell’Italia, nel maggio 1915, blocca tutta l’attività che riparte dopo due mesi ma a singhiozzo. Porro è Bersagliere, ma trova comunque il tempo di gareggiare il 26 settembre e vincere un 1000 ad handicap al Velodromo Sempione. Il 10 ottobre invece, sul campo dell’US Milanese, è battuto dal ritrovato Lunghi sugli 800. L’attività procede a sprazzi, tra una licenza e l’altra: chi gareggia comunque è ben più fortunato, e lo sa, di chi sta al fronte. Nella stagione seguente cambia poco e Porro, a corto di allenamento, non ingrana: il 28 maggio è battuto sugli 800 da Speroni sul campo dell’US Milanese, ma si vendica presto con gli interessi. Il 25 giugno difatti al Velodromo Sempione sconfigge lo stesso Speroni sui 1000 e poi lo supera, sulla stessa pista, il 16 luglio sugli 800. Segue una lunga pausa dalle gare, ma quando Porro si ripresenta al via, è spettacolo: il 17 dicembre, in una mattinata tipicamente meneghina, con nebbia e freddo, a traffico “aperto”, schivando tram e pedoni, Porro vince la “Traversata di Milano”, costringendo con i suoi scatti ripetuti alla resa perfino Speroni che si ritira deluso. Questo bel successo lancia Porro al meglio verso il 1917 che inizia per lui subito alla grande: il 1° gennaio difatti vince il cross di La Spezia.

Dopo un’altra lunga pausa, dovuta anche ad obblighi militari, il 17 giugno Porro torna alle gare, vincendo i 1500 al “Sempione” davanti al quotato Pagliani. La settimana seguente fa sua la “Traversata di Spezia”. Si ripresenta il 5 agosto a Genova, sulla Spianata dell’Acquasola, dove vince la prova sui tremila metri. Dieci giorni dopo, sul campo dell’US Milanese si cimenta in un 1500 ad handicap, concedendo 20 metri di vantaggio al forte Pagliani che taglia per primo il traguardo. Porro si prende la rivincita il 19 agosto al “Sempione” in un match a tre, ancora sui 1500, con Pagliani (che in mattinata ha vinto a Legnano una corsa su 14 km!) e Speroni il quale, fuori condizione causa gli obblighi militari, si ritira quando vede gli altri allontanarsi. Porro nel finale ha ragione dello stanco Pagliani. Tra una licenza e l’altra, Porro torna alle gare il 24 marzo 1918 a Roma, in Piazza di Siena, dove si tiene un grande meeting con la partecipazione di atleti-soldati inglesi ed americani di stanza in Italia. Sugli 800 Porro è battuto dal solo statunitense Windnagle. Il 12 maggio vince i 1500 al Velodromo Sempione, battendo Pagliani e Brega. La gara vale come selezione per gli uomini da inviare a Londra in un meeting riservato ai soldati interalleati: Porro però a Stamford Bridge viene subito eliminato in batteria nelle 880y. Torna presto al “Sempione” ed il 2 giugno negli 800 recupera l’handicap elargito in partenza a tutti gli avversari, superandoli uno ad uno tra l’entusiasmo generale. Poi non gareggia più, bloccato dal servizio militare anche se gli prende la passione per il ciclismo: addirittura prende la tessera UVI e si iscrive ad alcune prove di Velocità al “Sempione”. Ma poi non dà seguito a questa idea che invece persegue ad inizio 1919: il 2 febbraio difatti gareggia nel ciclocross di Stupinigi, piazzandosi addirittura terzo (vince il torinese Pollano). Visti i buoni risultati, Porro insiste con la bicicletta: il 10 marzo è a Verona dove vince un’americana in coppia con Aliprandi, ripresentandosi poi più volte sulla stessa pista. Ma Porro, alla fine, capisce di non avere futuro nel ciclismo e torna alle corse a piedi. Sembra che la bicicletta gli abbia giovato perchè subito al rientro, il 17 maggio, vince la “Traversata notturna” di Genova davanti al forte Pagliani. Dopo poche ore, sul campo del Genoa a Marassi, è secondo con i compagni dell’US Milanese in una staffetta di 7.5 km vinta dai locali della SC Virtus. Otto giorni dopo, Porro bissa alla grande, nella “Traversata di Brescia”, superando tutti i migliori. Le cronache parlano di lui come di campione ritrovato. Ma forse non ancora completamente: il 1° giugno all’Ippodromo di Bergamo chiude terzo gli 800, battuto da Bertoni e Vigani. Sette giorni dopo, è a Napoli dove viene superato dal solo Speroni nel “Giro dei 4 Comuni”.

Quindi è selezionato per i “Giochi Interalleati” di Parigi, la prima grande manifestazione polisportiva internazionale dopo sette anni, aperta solo ai soldati degli eserciti vincitori la guerra. Gareggiano rappresentanti di 29 nazioni. I nostri hanno preparato i Giochi in un collegiale ad Arma di Taggia. Le autorità militari fanno le cose per bene, organizzando al meglio la spedizione, supervisionata da Cesare Tifi, vecchio marpione dello sport italiano e portando in Francia ben 120 atleti. Porro è tra i primi ad esordire, il 23 giugno: giunge 6° nella batteria dei 1500, dopo una corsa anonima, e viene subito eliminato (primo lo statunitense Stout). In gara in Italia si rivede solo il 3 agosto a Mantova dove è battuto da Bonini sui mille. Sulla stessa distanza, 14 giorni dopo chiude terzo al “Sempione” dietro Bertoni e Speroni. Torna alla vittoria il 31 agosto nel meeting di Brescia dove guadagna i mille. Sette giorni dopo invece è di nuovo battuto da Bonini, ma sui 1500, a Novara. Il 14 settembre chiude al terzo posto la “Traversata di Ferrara”, dietro Martinenghi e Pagliani. Il giorno 21 invece vince una prova a Luino sui 2 km. Quindi si presenta ai tricolori di Milano, disputati sul campo dell’Inter di Via Goldoni: il 12 ottobre vince il titolo dei 1500 davanti a Bonini, completando dunque alla grande il suo rientro in prima fila. Tenta anche la strada delle siepi, su 1200 m, ma è battuto da Luppi e Simonazzi. 14 giorni dopo, è a Castellanza dove chiude secondo, assieme a Martinenghi, un’americana a coppie, alle spalle di Speroni-Bertoni. Il 4 novembre festeggia il primo anniversario della Vittoria, aggiudicandosi la “Traversata di Milano”, 3.5 km, davanti ad Ambrosini. Porro inizia tranquillamente il 1920, fondamentale annata olimpica, ma si mette subito in luce: il 28 marzo vince a Busto una prova sugli 800 ed il CT Adams, lo statunitense appositamente ingaggiato dalla FISA per seguire al meglio la preparazione dei nostri per i Giochi, ha per lui parole di elogio. Porro gareggia poco, ma nel momento decisivo non manca. Nel primo weekend di luglio infatti si disputano le decisive prove di selezione per i Giochi, sul campo dello SC Italia a Milano, zona Baggina. Porro è secondo sugli 800 alle spalle di Ambrosini e strappa la convocazione per lo stage di alcuni giorni che si tiene per gli azzurrabili a Busto Arsizio dove il 18 luglio va in scena l’ultima riunione atta a scremare la lista per Anversa. Porro vince i 1500, ottenendo via libera dal CT Adams. Si parte così per Anversa, in treno via Modane e Parigi. Le gare di atletica si svolgono nell’Olympisch Stadion.

Porro esordisce il 15 agosto nella batteria degli 800 ai quali sono iscritti 40 concorrenti di 17 paesi. Non va bene, anzi va proprio male: giunge difatti nono ed ultimo nella gara vinta dal sudafricano Rudd, poi bronzo dietro al britannico Hill (oro) e lo statunitense Eby. Per Porro una delusione cocente. Cerca il riscatto e lo trova parzialmente nei 1500 cui prendono parte 28 atleti di 12 nazioni. La batteria si corre il 18 agosto e Porro giunge ottimo secondo, in 4’09”, battuto solo dallo svedese Zander e davanti allo statunitense Connolly: i tre passano il turno mentre sono eliminati gli altri due concorrenti (il francese De Conninck ed il belga Delarge). Il giorno seguente, 19, è finale a 13. Porro non demerita, si batte come può e chiude 7° anche se con 4’12” peggiora il tempo del turno precedente. Vince il britannico Hill[3], che coglie una splendida doppietta, in 4’01”8 davanti al connazionale Baker ed allo statunitense Shields (4’04”3). A ben 8” dal bronzo per Porro non possono esservi recriminazioni, comunque s’è battuto senza infamia e senza lode. Rientrato in Italia, Porro il 5 settembre vince i 1500 (più la staffetta olimpionica) nella riunione in Piazza di Francia a Genova. Sulla stessa distanza delude però quindici giorni dopo ai tricolori dove si ritira dopo aver tentato l’azione di forza. Porro si consola col titolo nella staffetta olimpionica[4] e col successo il 10 ottobre sui mille metri a Novara. Tuttavia la sua carriera vira verso il basso. A fine maggio 1921 chiude terzo gli 800, dietro Ambrosini e Bonini, della selezione per l’incontro internazionale di Praga, tenutasi a Milano sul campo dello SC Italia. Nella stessa sede il 10 luglio Porro è battuto da Ferrario sui 1500 mentre sette giorni dopo è superato sugli 800 da Bonini a Gallarate: trova sempre qualcuno più forte di lui. Come a Busto il 7 agosto: a superarlo sui 1500 è il semisconosciuto Locatelli. Torna al successo il 21 agosto a Rivarolo sugli 800, superando l’emergente Garaventa, ma il 4 settembre è battuto da Ambrosini sui 1000 del campionato lombardo, disputato sul campo dello SC Italia a Milano. Non cambia il risultato il 18 settembre sui 1500 dei tricolori a Bologna: vince Ambrosini e Porro stavolta è solo quarto, superato anche da Bruni e Brunelli. Nella stessa manifestazione comunque, il giorno 20, si aggiudica il titolo della staffetta olimpionica[5].

Il 2 ottobre è battuto da Ambrosini sui 1500 a Legnano: stesso risultato sei giorni dopo nella “Traversata di Varese”. Ritrova il successo a Bergamo sui 1500 il 16 ottobre mentre il 23 è battuto da Ambrosini sugli 800 ad Oggiono. Il 1° novembre chiude quarto la “Traversata di Piacenza” vinta da Speroni, ma cinque giorni dopo è capace di aggiudicarsi gli 800 a Monza, di fronte a molti giovani arrembanti. Il 20 novembre, col suo SC Italia, Porro giunge secondo nella staffetta a squadre Milano-Busto vinta dalla Pro Patria dei fratelli Speroni. Sembra aver ormai dato il meglio di sè. Inizia il 1922, libero da tesseramenti perchè non è riuscito a trovare una squadra, con una sconfitta sia pure onorevole: il 16 aprile a Legnano è battuto da Ferrario sui 1500. Male invece a Genova, sul campo della “Spes”, il 2 maggio: soltanto 5° sui 1500 vinti da Negri. Cinque giorni dopo, a Montecarlo è invece buon secondo sulla stessa distanza dietro Garaventa. Il 21 maggio chiude terzo gli 800 a Gallarate, superato da Bonini e lo stesso Garaventa. Si riscatta sette giorni dopo a Legnano nei Campionati Lombardi dove si aggiudica i 1500, distanza sulla quale è primo anche il 9 luglio sul campo della Pirelli alla Bicocca. Ha ritrovato lo smalto dei giorni migliori: il 16 luglio brilla a Marsiglia sui mille, battendo i migliori francesi, e sette giorni dopo primeggia a Somma Lombardo sugli 800. Il 19 agosto chiude al quinto posto la “Traversata Notturna di Varese”, su 2 km, vinta da Ambrosini. Si ripresenta ai tricolori di Busto, a metà settembre, riuscendo ad entrare in finale nei 1500: prova a lottare coi migliori, ma si attarda e si ritira. Il 15 ottobre coglie un bel successo nella Milano-Busto, staffetta a squadre, col suo SC Italia. Sette giorni dopo, è terzo in un 5mila al “Sempione”, alle spalle di Bedarff ed Ambrosini. Il 26 novembre, un po’ a sorpresa, torna alla grande ribalta e fa sua la “Traversata Notturna di Milano”. Ormai però, a 32 anni suonati, ha veramente esaurito le energie. Trova un ultimo sussulto, aggiudicandosi nel 1923 il titolo nazionale nei Campionati FGNI sui tremila a squadre col suo “SC Italia”. Poi non si vede più ad alti livelli e non tenta nemmeno di qualificarsi per i Giochi di Parigi: la sua carriera, brillante ed intensa, è finita.


[1] Primato ottenuto il 1° novembre  con 9’58”4/5

[2] Primato ottenuto l’8 novembre con 9’12”4/5

[3] Albert Hill, nato a Southwark il 24.03.1889, oltre alla doppietta 800-1500 in questa edizione conquista l’argento nella prova a squadre sui 3000 m. Come tanti suoi avversari, è un reduce di guerra, avendo espletato il servizio militare durante la Prima Guerra Mondiale come segnalatore del Royal Flying Corps che si occupava delle ricognizioni aeree sul fronte occidentale

[4] Con lui, per lo SC Italia, gareggiano Croci, Orlandi e Vigani

[5] Con lui, per lo SC Italia, gareggiano Bonacina, Orlandi e Picco


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