Di nobile ed antico casato, con origini longobarde, è tra i precursori dell’attività ciclistica in Maremma. Detto “Giangio”, gareggia su pista in tutti i velodromi italiani nei primi anni ’90 del XIX secolo. Iscritto ad Atene alle prove su pista dei 2mila e 10mila metri, la sua partecipazione rimane ancora dubbia in quanto non viene citato negli ordini d’arrivo. Solo la rivista “Il Ciclista”, come accertato dal grande storico Marco Impiglia, in un breve trafiletto riporta testualmente: “prese parte alle corse ciclistiche di Atene, benché senza risultato”.