POLA Benedetto
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Borgosatollo (BS) 17.04.1915/ Borgosatollo (BS) 01.08.2000
1936. Ciclismo. 4° Velocità, 4° Km da Fermo
Inizia giovanissimo a pedalare tra Brescia e Cremona. Già a 15 anni corre coi ragazzi più grandi: nel 1930 chiude al terzo posto la “Coppa Bocconi” a Brescia, gara di un certo livello, oltre a cogliere alcuni successi in corse “di paese” (Castiglione delle Stiviere, Ceresara, Mozambano, Visano). Pare un fenomeno di precocità perchè l’anno seguente infila addirittura una decina di vittorie tra allievi e dilettanti: tra queste il “GP Dei” a Cremona, attribuito con una classifica a punti in una serie di prove. Vince anche nel borgo natio, a Spineda, a Carpenedolo ed il Campionato Bresciano, confermando la sua superiorità a livello locale. Dotato di grande spunto veloce che gli permette di primeggiare soprattutto in volata, ma spesso a disagio in salita, nel 1932 si affaccia in pista, nonostante continui a vincere su strada come nella “Coppa Brescia”. Fa subito scalpore: praticamente neofita della specialità, a soli 17 anni, il 20 giugno a Como chiude al terzo posto i tricolori di velocità, superato da due sprinters affermati come Pellizzari (che poi sarà bronzo olimpico) e Mozzo. Visto il buon risultato, insiste e tenta di essere selezionato per i Mondiali. Vi riesce, giungendo secondo nell’apposita prova indicativa, tenuta sulla nuova pista in legno, appositamente realizzata per i Mondiali, all’interno dello Stadio PNF a Roma e progettata dal noto architetto tedesco Schurmann: viene battuto dal più esperto Bonfanti. Ai Mondiali, il 12 settembre, inizia bene: in batteria supera l’ostico tedesco Dasch. Negli ottavi è protagonista di un caso clamoroso: vince sul francese Ulrich che però si rialza negli ultimi metri, protestando vivacemente per una scorrettezza dell’azzurro, ai più apparsa veniale. Effettivamente in curva Pola ha allargato i gomiti e la giuria, inflessibile, lo squalifica tra le proteste dell’intero stadio. A niente vale il reclamo dei nostri dirigenti: Pola esce di scena, ma ha dimostrato di che pasta è fatto. I giornali lo lodano, definendolo “torello ben muscolato”. Torna alla strada e ritrova la vittoria il 25 settembre nel “GP d’Autunno” a Fiesse, ovviamente in volata. Si ripete sette giorni dopo, profeta in patria, nel circuito della sua Borgosatollo mentre a Robecco è battuto in volata da Bonfanti, altro sprinter di razza. Si riscatta sette giorni dopo quando si impone a Casalbuttano, bruciando l’alto futuro olimpionico Favalli. Ma è la pista dove pare esprimersi al meglio: il 16 ottobre vince il “GP UVI” di velocità al Motovelodromo di Torino, “vendicandosi” di quel Bonfanti che lo aveva preceduto pochi giorni prima. Inizia il 1933 con il ciclocross: il 19 febbraio vince a Brescia. Poi torna alla strada ed al successo, guadagnando la classifica finale (a punti) del “GP Riccardi” di cui si aggiudica due prove su tre. Il 5 aprile vince pure il “GP Chiari”.
Continua ovviamente anche a gareggiare su pista: il 4 giugno a Como batte tutti nella velocità, specialità in cui il 9 luglio guadagna il titolo italiano a Genova, superando in finale l’oro olimpico Cimatti che si prende la rivincita sette giorni dopo all’ippodromo di Parma nella velocità e nel giro di pista a cronometro. Pola invece vince l’inseguimento a coppie sui 5km: assieme a Bonfanti prevale sullo stesso Cimatti con l’altro olimpionico Pedretti. Il 23 luglio a Pordenone, a sorpresa, Pola viene superato nella velocità da Del Bino e Rosi. Tuttavia, da tricolore in carica, il suo nome non può mancare tra i convocati per i Mondiali di Parigi, tenuti sulla mitica pista del Parco dei Principi. Pola è il migliore dei nostri: arriva bene in semifinale dove però è sconfitto dal francese Ulrich. Perde anche la “finalina”, per opera del danese Meyer Andersen, e dunque finisce quarto. L’oro va all’olandese Van Egmond. Si riscatta il 5 settembre quando, nel prestigioso “GP Copenaghen”, si aggiudica il primo posto, superando in finale il quotato tedesco Merkens. Inizia il 1934 con relativa calma, pensando soprattutto alla pista: l’8 aprile a Grumello batte Cimatti nella velocità. Un mese dopo, il 10 maggio, Pola viene superato da Del Bino in una prova di velocità nel rinnovato velodromo Appio. Torna alla strada, ma per primeggiare ha bisogno di percorsi veloci e scorrevoli come accade il 27 maggio nella “Coppa Podestà” a S. Eufemia. È comunque sulla pista che Pola trova i risultati migliori: l’11 giugno termina terzo nel “GP Copenaghen” di velocità, superato in finale dal tedesco Merkens e l’inglese Horn. L’8 luglio rispetta il pronostico ai tricolori di velocità, disputati al Velodromo Appio di Roma: in finale batte nettamente Rigoni, ottenendo così il suo secondo titolo italiano. Sette giorni dopo, a Cremona viene superato a sorpresa da Bonfanti nella velocità, specialità in cui invece si impone il 29 luglio all’Appio capitolino. Pochi giorni dopo, è a Lipsia per i Mondiali di velocità. Passa agevolmente il primo turno, superando il francese Chaillot e l’olandese Kremers. Negli ottavi batte l’altro olandese Leene, quindi è un crescendo: nei quarti elimina Van der Linden (ancora olandese!), in semifinale si sbarazza del francese Lentè ed in finale liquida 2-0 l’ennesimo “tulipano”, quel Van Vliet che poi avrà una carriera fenomenale[1]. Per Pola è un oro forse un po’ a sorpresa, ma pienamente meritato e giustamente osannato da stampa e regime. Festeggia il 22 agosto all’Appio, con un netto successo nella prova di velocità. Quattro giorni dopo, primeggia anche a Bassano. Il 2 settembre invece a Grumello nella velocità viene superato da Favalli che si impone anche nell’omnium dove Pola finisce terzo, alle spalle pure di Bini. Il giorno seguente, a Ferrara, Pola ritrova il successo, ma il 4 settembre a Pontevico è nuovamente superato da Favalli in velocità ed inseguimento anche se prevale nel giro a cronometro.
Quindi va ad Amsterdam dove, nella rivincita iridata, è sconfitto da Van Vliet e Merkens. L’11 settembre Pola vince a Copenaghen mentre 4 giorni dopo chiude quarto l’omnium a Vienna, vinto dall’elvetico Wegelin. Si rivede in pista solo il 3 ottobre quando a Lecco è battuto da Favalli, tra i pochi capaci di impensierirlo, in un omnium. Pola inizia bene il 1935: il 3 marzo all’Appio capitolino vince il “GP FCI” di velocità, specialità in cui primeggia anche sette giorni dopo, sulla stessa pista mentre nel giro a cronometro è superato da Rigoni che lo batte pure il 24 marzo nella storica inaugurazione del “Vigorelli”, velodromo costruito a Milano a tempo di record, riciclando la pista in legno utilizzata per i Mondiali di Roma del 1932. Pola non sembra in un momento di piena forma: il 31 marzo a Torino chiude terzo la velocità, sopravanzato da Verrua e Legutti, non certo due sprinters di fama. Si riscatta il 21 aprile a Padova dove, assieme a Rigoni, vince l’omnium a coppie contro gli austriaci Dusika-Schaffer. Sette giorni dopo, è a Parigi dove, con Acquistapace, perde la sfida di omnium coi francesi Chaillot-Ulrich. Il 26 maggio a Forlì Pola è battuto di nuovo da Rigoni con cui ormai è sfida aperta: nell’americana, assieme a Bacchetti, termina invece secondo, alle spalle di Generati-Preti. Il 30 maggio al “Vigorelli”, che sta diventando rapidamente il fulcro dell’attività pistaiola italiana, riesce finalmente a prendersi la rivincita su Rigoni, domato non senza difficoltà in un match che infiamma il pubblico. Torna al “Vigo”, come inizia ad essere popolarmente chiamato il velodromo meneghino, il 25 luglio ma subisce un’altra sconfitta da Rigoni che sullo stesso anello lo supera pure ai primi di agosto nel tricolore di velocità, battendolo seccamente 2-0 in finale. Pola non è in grande forma e lo conferma ai Mondiali di Bruxelles, disputati intorno al 10 agosto: negli ottavi viene eliminato dal britannico Horn. Si ritrova il mese seguente: il 18 settembre al “Vigo”, in una notturna, supera Rigoni ed il giorno seguente si impone nel circuito di Brescia. Il 13 ottobre Pola vince la velocità a Stagno Lombardo dove viene superato dall’idolo locale Marini nell’individuale. Il 27 ottobre è al “Vigo” dove chiude terzo la velocità, superato da Van Vliet e Rigoni. Due mesi dopo, il 26 dicembre, Pola primeggia nel ritrovato Palazzo dello Sport meneghino in una prova di velocità, davanti all’eterno rivale Rigoni. I due però, nell’ordine, sono beffati da Zandonà nell’individuale che si disputa il 31 dicembre sulla stessa pista dove il 26 gennaio 1936 Pola ribatte Rigoni nella velocità. Il 23 febbraio si ripete ma stavolta davanti a Legutti.
Vince pure l’americana, assieme a Chiappini. Il 29 marzo Pola è alla riapertura del “Vigo”: si aggiudica agevolmente la velocità, replicando sette giorni dopo. Il 19 aprile primeggia all’Appio in velocità e mille metri a cronometro. Tre giorni dopo, è a Padova dove, a sorpresa, non vince neppure una prova: Rigoni lo supera in velocità e giro pista a cronometro, poi i due assieme chiudono terzi l’americana appannaggio di Latini-Loatti. Il riscatto arriva il 3 maggio nella preolimpica di Bassano dove si aggiudica bene la velocità davanti al “solito” Rigoni. Le indicative si succedono a ritmo serrato: sette giorni dopo, al “Vigorelli” Pola rivince la velocità; la maglia azzurra è in valigia. Anche perchè continua a mietere allori: sullo stesso anello il 24 maggio rivince la velocità e nel km da fermo ottiene un tempo strepitoso, prossimo al mondiale. Si punta molto su di lui per Berlino anche perchè continua a vincere: il 14 giugno domina la preolimpica di velocità a Torino dove si tiene il primo importante raduno collegiale degli azzurri, sotto la guida del CT Verri. Nei vari test Pola è sempre il migliore ed il 18 giugno si aggiudica un’americana assieme a Gentili. Sette giorni dopo, ennesimo trionfo nella velocità al “Vigorelli” mentre nel tandem, assieme a Capellaro, è battuto da Legutti-Pasotta. Il 29 giugno corona la sua superiorità, aggiudicandosi all’Appio il titolo italiano di velocità: nessuno può togliergli il posto da titolare a Berlino. Difatti è il nostro uomo di punta tra i convocati per il ritiro preolimpico, con sede a Castel Gandolfo ed allenamenti all’Appio dove il 12 luglio Pola è di nuovo il migliore nella velocità mentre nel km da fermo è battuto da Rigoni. L’unico posto disponibile nella velocità è comunque suo ed alla fine viene deciso che disputerà pure il km da fermo. Si parte per Berlino il 27 luglio da Verona, in treno. Le gare di ciclismo su pista si tengono al Velodromo Olimpico.
Pola esordisce nella velocità cui prendono parte 20 corridori di altrettante nazioni. Il 6 agosto nel primo turno batte agevolmente il cinese Wing. Si ripete il giorno seguente negli ottavi, sul neozelandese Giles. Sembra in forma e lo conferma poche ore dopo nei quarti dove supera lo svizzero Wagelin. Il torneo continua a ritmi serrati quello stesso giorno. Il sogno di Pola si interrompe in semifinale quando a precederlo nettamente sul traguardo è il tedesco Merkens. Rimane la possibilità del bronzo e se la gioca col francese Chaillot che però lo batte seccamente 2-0. L’oro va allo stesso Merkens che supera l’olandese Van Vliet. Per Pola l’amarezza della “medaglia di legno”, ma purtroppo per lui non finisce qui. L’8 agosto si assegna difatti il titolo nel km da fermo. Al via 19 corridori di altrettante nazioni. Pola chiude di nuovo quarto, a 4/10 dal bronzo del tedesco Karsch (1’13”6 contro 1’13”2). L’oro è dell’olandese Van Vliet, argento per il francese Georget. Pola dunque esce dai Giochi con due quarti posti, una vera beffa ma le sue prestazioni sono encomiabili. Dopo i Giochi, Pola è selezionato anche per i Mondiali di velocità, disputati a Zurigo intorno alla fine di agosto: viene eliminato nei quarti dal francese Georget. Negli anni seguenti Pola si conferma ottimo sprinter: nel 1937 rivince il titolo italiano di velocità e guadagna il prestigioso “GP Parigi”, ma ai Mondiali consegue (ancora!) l’ennesimo quarto posto. Nel 1938 passa professionista e si attende molto da lui. In effetti vince subito il tricolore di velocità, ma delude ai Mondiali come accade l’anno seguente quando nel Campionato Italiano di velocità è battuto da Loatti. Poi non ottiene più vittorie importanti[2], pur gareggiando ancora sino al 1947 quando a 32 anni chiude una carriera luminosa da dilettante, meno nella categoria maggiore.
[1] Arie Van Vliet, nato a Woerden il 18.03.1916. Tra i più grandi pistard di tutti i tempi. Oro olimpico nel Km da Fermo nel 1936 a Berlino dove è argento nella velocità. Tra i dilettanti oro mondiale 1936 e due argenti (1934-1935). Tre volte iridato tra i pro, a 15 anni di distanza (1938-1948-1953). Ai Mondiali pro anche 4 argenti e 3 bronzi
[2] Nel 1945 giunge secondo ai tricolori di velocità, battuto da Bergomi