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POGGIOLI Armando

Modena 16.06.1888 / 21.01.1967

1924. Atletica Leggera. 25° Lancio del Disco

1928. Atletica Leggera. 4° Lancio del Martello

1932. Atletica Leggera. 8° Lancio del Martello

Atleta a 360° gradi, possente ed energico ma anche elastico ed eclettico. Già a 10 anni si tessera per la Fratellanza Modenese, partecipando poi a concorsi ginnici a squadre, ma anche a prove atletiche come marciatore. A 17 anni, quando è impiegato come pastaio, inizia con gli attrezzi ed i pesi, quindi passa pure al nuoto, perfino nei “cimenti invernali” allora tanto in voga. Cresce molto nel fisico, prova pure i lanci e si trova bene. Dal fisico possente, è valido su ogni esercizio tant’è vero che nel 1906 a Milano vince la gara atletica del concorso ginnico. Il servizio militare, a La Spezia come artigliere da costa, blocca la sua ascesa, ma continua saltuariamente a gareggiare: nel 1909 giunge secondo a Chiavari nel lancio della pietra. L’anno seguente vince il titolo italiano di palla vibrata a squadre riservato alla truppa e guadagna il titolo di campione spezzino nella greco-romana, categoria “mediomassimi”. Fa un po’ di tutto, ma sono i lanci ad attrarlo: nel 1911, nei campionati FGNI a Torino, getta il peso a 12,40m e chiude secondo mentre è terzo nel disco in bronzo. Leggenda vuole che, in caserma, si alleni sollevando fusti di cannone tra l’entusiasmo dei commilitoni. Terminato il servizio militare, con una puntata anche in Libia, si tessera per la gloriosa “Panaro” ed insiste con lanci e salti, ma alternandoli alla ginnastica vera e propria, diventando compagno del celebre Braglia, trionfatore a Stoccolma nel 1912: con la fortissima compagine modenese si aggiudica diversi concorsi e pensa addirittura ai Giochi. Intanto nel 1913 ad Acqui gareggia di nuovo nei tricolori della FGNI: secondo nel lancio dello “sfratto” (o palla vibrata), quarto nel peso e nella pietra. Nel frattempo ha trovato lavoro presso la Manifattura Tabacchi. L’anno seguente insiste, ma non riesce a vincere: ai tricolori FGNI di Genova è secondo nel peso mentre giunge tre volte terzo ai tricolori FISA di Milano tra 26 e 27 settembre: peso, pietra e disco lo vedono sul gradino più basso del podio. Può comunque già essere considerato tra i migliori lanciatori italiani, ma scoppia la Prima Guerra Mondiale che blocca ogni attività. Poggioli si ritrova in trincea sul Carso: riesce a tornare a casa tutto d’un pezzo, e non è una fortuna da poco. Dopo un excursus perfino nella lotta, dove perde al termine di un match equilibrato col grande Testoni, nei primi anni Venti partecipa anche a gare importanti di sollevamento pesi, giungendo non lontano dai migliori. Ha forza, coraggio, intensità, ma non ha ancora trovato la disciplina in cui esprimersi al meglio. Nel 1919 giunge 5° ai tricolori nel peso, l’anno seguente chiude 3° nel disco, 4° nel peso e nella pietra. Nel 1920 finalmente arriva il primo successo ai tricolori FGNI di Venezia, la prima grande riunione post-bellica delle società ginniche: vince nel lancio del disco di bronzo ed è secondo nel peso oltre a guadagnare il successo con la “Panaro” nel concorso a squadre. A fine maggio 1921 si presenta sul campo dello SC Italia a Milano per le selezioni in vista dell’incontro internazionale di Praga. Chiude terzo sia nel peso che nel disco, sopravanzato nell’ordine da Tugnoli e De Lorenzi.

Intanto prova pure il martello, attrezzo sostanzialmente “nuovo” ed ai tricolori di Bologna ottiene un buon terzo posto, lo stesso risultato del disco e del lancio della pietra. Si cimenta pure ai tricolori di sollevamento pesi, a Genova, dove finisce quinto nei “massimi”. Nel 1922 altri piazzamenti: secondo nel disco ai tricolori FGNI di Trieste, terzo nel martello e quarto nel peso ai campionati nazionali di Milano il 24 settembre. Nel 1923 si pensa già ai Giochi e Poggioli si prepara a puntino, dividendosi tra i vari attrezzi di lancio. Il 10 giugno all’Ippodromo di Montecatini vince nel disco ed è terzo nel peso. Il 24 giugno a Bologna è terzo nei tricolori del martello, dietro Nava e Zemi. Il 27 luglio a Roma nella prima “preolimpica” è secondo, sia nel disco che nel martello, sopravanzato rispettivamente da Lenzi e Zemi, ma inizia a credere ai Giochi. Si conferma nella seconda preolimpica, disputata il 15 e 16 settembre a Milano, sul campo di Viale Lombardia: vince il disco ed è secondo nel martello. Due posti d’onore invece, ancora nel disco e nel giavellotto, nel meeting di Bologna del 14 ottobre, rispettivamente dietro Tugnoli e Zemi. Nel 1924 non fa mistero di puntare ai Giochi. Il 30 marzo a Bologna vince il campionato emiliano nel disco e nel martello. Nella “preolimpionica” (all’epoca le chiamano così) di Genova, allo stadio comunale, disputata il 12 e 13 aprile, vince nel martello. 14 giorni dopo, nella preolimpica di Bologna, sul campo della Virtus, fa un passo indietro: battuto da Zemi nel martello, è secondo nel disco (dietro Tugnoli) e solo quarto nel peso. La strada per Parigi si fa in salita, ma Poggioli non molla e trova l’exploit: l’11 maggio, nella selezione di Busto, batte tutti nel martello. Si ripete nell’ultima “preolimpionica”, a Udine il 25 maggio dove è pure terzo nel disco. Il 7 e 8 giugno si disputa a Milano, sul campo di Viale Lombardia, la selezione decisiva: Poggioli chiude terzo nel disco e secondo nel martello (dietro Zemi). Buone prestazioni ma insufficienti, in un primo momento, ad inserirlo nella lista per Parigi. Il suo nome però rientra tra i cosiddetti “rivedibili”, in pratica riserve che possono ancora sperare, a seguito di eventi fortuiti o prestazioni brillanti nell’apposito ritiro collegiale di Busto. Poggioli si impegna a fondo ed il 22 giugno a Busto chiude secondo nel martello, non lontano dal rivale Zemi, convincendo alla fine la Commissione Tecnica, presieduta dall’ex ostacolista Colbachini, che gli consegna la maglia azzurra. Le gare olimpiche di atletica si svolgono nel famoso stadio di Colombes, ancora oggi esistente ed immortalato nel film “Momenti di Gloria”. In allenamento Poggioli si ferisce alla mano sinistra e deve rinunciare alla prova col martello: gareggia dunque solo nel lancio del disco cui prendono parte 32 atleti di 18 paesi. Non brilla: il suo 35,29m gli vale soltanto il 25° posto, ad oltre sette metri dalla qualificazione per la finale. A 36 anni questo potrebbe essere il suo canto del cigno, ma non è così. Il grande rivale Zemi lo supera di nuovo nel martello ai tricolori di Bologna del 20 settembre. Nel disco, che forse non è più la sua specialità, chiude solo quarto: vince Pighi che lo supera anche il 5 ottobre a Venezia dove però Poggioli domina nel martello, confermando i suoi progressi in questo attrezzo.

Nel 1925 prosegue ad alti livelli. Il 13 aprile, sul campo della Virtus a Bologna, è battuto da Pighi nel disco dove il 21 maggio a Forlì si laurea campione emiliano. Dieci giorni dopo, vince a Bologna nel martello, ancora indeciso sulla specialità che più gli si addice. Difatti ai tricolori di Bologna del 28 e 29 giugno si piazza secondo sia nel disco, dietro Pighi, che nel martello, battuto da Zemi col record italiano. Questa ultima sconfitta lo pungola ed il giorno seguente, in un apposito tentativo, scaglia l’attrezzo a 43,72m, strappando il record allo stesso Zemi (che aveva ottenuto 43,38m). Fa ancora meglio il 20 luglio a Bologna, sul campo della Virtus, lanciando a 45,44m. Poi torna al disco e si aggiudica la gara di Bologna del 20 settembre davanti ai suoi rivali Pighi e Zemi. Il record del martello gli viene tolto da Zemi, che lancia a 46,51m, ma Poggioli lo riconquista il 16 ottobre a Bologna, scagliando l’attrezzo a 47,61m. Si cimenta anche nel sollevamento pesi, sua antica passione, ed il 9 novembre a Modena, nella palestra della sua “Panaro”, conquista il titolo emiliano tra i “massimi”: è un “colosso” che non teme confronti. Nel 1926 prosegue senza indugi la sua marcia. Il 25 aprile a Bologna, in una riunione preolimpica, vince disco e martello. Si ripete nel disco a Modena il 9 maggio, aggiudicandosi il titolo regionale. 4 giorni dopo, a Forlì guadagna un altro campionato emiliano, nel “suo” martello.  Il 3 giugno, sul campo del Milan di Viale Lombardia, va in scena l’atteso confronto Italia-Cecoslovacchia: Poggioli è secondo nel disco vinto da Pighi ed i nostri si impongono 62-54 nel computo totale. Il 12 giugno è grande a Napoli, sulla pedana dell’Arenaccia, dove si svolgono i tricolori: vince nel martello con 46,85m ma non è contento della sua prestazione, sente di valere di più. Finita la gara, chiede di effettuare un tentativo di primato e lo ottiene, scagliando l’attrezzo a 47,84m. Nella stessa manifestazione chiude al terzo posto il disco, sopravanzato da Pighi e Carlini. Il 4 luglio è a Londra, Stamford Bridge, dove finisce terzo nel martello alle spalle del britannico Norkes e del neozelandese Holm, soffrendo più del dovuto la pedana in erba alla quale non riesce ad abituarsi. 14 giorni dopo, vince la prova del martello a Modena. Viene selezionato per l’incontro Ungheria-Italia che si tiene l’8 agosto a Budapest ma finisce quarto nel disco ed i nostri perdono il confronto 49 a 53. Si rivede solo il 17 ottobre nei tricolori FGNI a Bologna: secondo nel disco e terzo nella palla vibrata. Sette giorni dopo, ancora nel capoluogo petroniano, vince il campionato emiliano di sollevamento pesi dei “massimi”, alzando 285 kg contro i 245 del secondo, Donati. Da qui prende la spinta per tentare l’avventura ai tricolori che si svolgono nella stessa Bologna il 6 e 7 novembre: trova però tre olimpionici (nell’ordine Tonani, Mercoli ed Epicoco) che gli sbarrano la strada, relegandolo al quarto posto. Poggioli insiste coi pesi: il 5 dicembre chiude al secondo posto il campionato italiano della FGNI, disputato a Bologna nella palestra della “Virtus”. A superarlo è il solo Tonani, oro olimpico. Nel 1927 torna ai lanci, e fa bene. Apre la stagione a Cesena il 10 aprile. Vince disco e martello che scaglia a 48,60m: sarebbe record italiano, ma il campo non è omologato e dunque la misura non viene considerata.

Viene comunque selezionato dal neo CT Gaspar per l’incontro Italia-Polonia che si tiene il 21 aprile a Roma, al Motovelodromo Appio: coglie però solo due quarti posti, nel disco e nel peso (gareggiano due atleti per nazione), vinti rispettivamente da Baran e Pighi. I nostri comunque stravincono 78-54. Il 16 giugno a Venezia, nella preolimpica dello stadio S. Elena, vince nel martello ed accarezza il sogno della sua seconda partecipazione ai Giochi. Dieci giorni dopo, rivince il martello a Faenza dove è secondo nel disco, battuto da Pighi. Il 3 luglio è a Londra, Stamford Bridge, per i campionati inglesi internazionali: nel martello è battuto dal norvegese Skeeld. Nella stessa specialità il 17 luglio vince agevolmente a Modena dove il 21 agosto si aggiudica disco, peso e martello dei campionati regionali. Due mesi dopo, a Bologna guadagna il tricolore del martello mentre chiude secondo nel disco, battuto da Zemi. Il 9 ottobre nella preolimpica di Trieste vince nel martello ed è di nuovo secondo nel disco, stavolta superato da Pighi. Il 27 novembre a Genova, nel meeting per l’inaugurazione del nuovo stadio del “GS Nafta”, vince il martello di cui è indubbiamente il miglior specialista italiano. Selezionato tra i “probabili olimpici”, partecipa in inverno a vari collegiali e segue le istruzioni del CT Gaspar che pone particolare cura nei lanciatori. Esordisce il 18 marzo a Bologna, col botto: realizza difatti il record italiano nel martello, con 49,08m. I Giochi per lui sembrano già vicini. Si conferma il 21 aprile quando, ancora nel capoluogo felsineo, vince il martello. Otto giorni dopo, a Modena guadagna il titolo regionale nel disco e nel martello. Il 20 maggio a Bologna, nella preolimpica disputata sul campo della “Virtus”, si aggiudica il martello. Stessa situazione sette giorni dopo a Milano, sul campo dello “SC Italia”, ed il 3 giugno di nuovo nel capoluogo felsineo: la maglia azzurra è sua. Intanto il 10 giugno è selezionato per il triangolare Francia-Svizzera-Italia che si tiene nello stadio parigino di Colombes: vince alla grande il martello, lanciandosi anche in campo internazionale. I nostri perdono il confronto con la Francia (132-108), pur superando nettamente la Svizzera (ferma a 69). Tra la fine di giugno ed i primi di luglio Poggioli partecipa ai tricolori di Milano, disputati sul campo della “Forza e Coraggio”: vince nel martello. Il passaggio a vuoto della preolimpica di Bologna l’8 luglio, quando è superato da Zemi, viene riscattato sette giorni dopo, sullo stesso campo della “Virtus”: Poggioli stabilisce il record italiano con 49,43m, un limite eccellente per l’epoca[1]. Nessuno può togliergli la maglia azzurra ai Giochi dove arriva con qualche speranza di ben figurare. Difatti è in piena forma: negli allenamenti di rifinitura giunge stabilmente sui 40m col disco e salta 1,62m nell’alto. Le gare olimpiche di atletica si svolgono all’Olympisch Stadion di Amsterdam. Poggioli gareggia solo nel lancio del martello cui partecipano 16 atleti di 11 nazioni. Il 30 luglio supera bene le qualificazioni, ottenendo il 5° risultato, con 46,96m. Poche ore dopo si disputa la finale, a sei. Poggioli si migliora, arrivando a 48,37m, ma non basta: ottiene difatti il 4° posto, ad una sessantina di cm dal bronzo dello statunitense Black (49,03m) che avrebbe potuto ottenere se avesse replicato il suo limite nazionale. L’oro va all’irlandese O’Callaghan con 51,39m mentre l’argento è appannaggio dello svedese Skold con 51,29m. Poggioli supera comunque i due statunitensi Gwinn e Conner che si fermano rispettivamente a 47,15m e 46,75m.

Per Poggioli dunque sfortunata “medaglia di legno”, in una prova più che positiva. Si rivede in gara solo il 5 novembre quando a Cornigliano si aggiudica il “Campionato Italiano della Milizia” nel martello. Esordisce nel 1929 il 12 maggio a Roma dove nel disco è battuto da Pighi. Il 2 giugno torna all’amato martello e batte tutti all’Arena di Milano. Si ripete il 23 giugno a Cesena dove è quinto nel disco vinto da Pighi. Il 14 luglio a Bologna disputa il triangolare Italia-Francia-Svizzera, ma nel martello è battuto a sorpresa da Zemi. Gli azzurri vincono l’incontro con 127 punti contro i 122 dei francesi ed i 62 degli elvetici. Poggioli torna in Nazionale il 25 agosto a Barcellona, contro gli spagnoli: vince il martello e finisce secondo nel disco, superato da Mosca. Gli azzurri vincono agevolmente il confronto globale. L’8 settembre Poggioli è a Genova, sul campo della Nafta, dove si aggiudica la gara del martello nel “GP Regioni Alta Italia”. Il 21 e 22 settembre gareggia a Bologna nei tricolori, disputati nel “Littoriale”: vince il martello e chiude 3° nel disco, superato da Zemi e Mignani. Terzo nel disco, nuovamente vinto da Zemi, arriva anche sette giorni dopo, ancora a Bologna ma sul campo della “Virtus”. Il 6 ottobre a Firenze si aggiudica in scioltezza la gara del martello. Si rivede solo il 3 novembre quando gareggia a Napoli nel “GP Regioni”, disputato nel nuovo “Stadio del Littorio”, nella zona del Vomero: chiude secondo nel martello, battuto da Zemi, e quarto nel disco appannaggio di Mignani. Nel 1930 inizia con calma e torna ad alti livelli solo il 5 luglio quando a Londra chiude secondo la gara del martello dei campionati inglesi: a batterlo lo svedese Skold. Otto giorni dopo, è grande a Parigi, nel mitico stadio di Colombes, dove si aggiudica la gara del martello nell’incontro Francia-Italia che i nostri perdono 67 a 81. Si ripete il 26 luglio a Udine, guadagnando il titolo italiano nel martello, davanti all’erede designato Vandelli. Il giorno seguente finisce quinto nel disco vinto da Pighi. Si rivede solo il 20 settembre quando a Cesena si impone nella gara del martello, specialità in cui è battuto per due cm dall’allievo Vandelli il 19 ottobre a Bologna, nel “Campionato delle Regioni Alta Italia”. Ristabilisce le giuste gerarchie il 1° novembre nella finale del “GP Regioni” a Roma. Si rivede il 10 maggio 1931 a Minerbio dove viene battuto da Ponzoni nella gara di disco valida per il titolo regionale. Altra seconda piazza nel disco a Venezia, nel grande concorso ginnico, alle spalle di Pighi. Poggioli finisce secondo anche nel martello a Firenze il 24 maggio, nella prima prova tricolore, battuto da Vandelli su cui si prende la rivincita sette giorni dopo a Bologna. Nel capoluogo felsineo Poggioli vince anche il 7 giugno, nell’incontro Italia-Francia: terminato alla stessa misura proprio con Vandelli (a 44,93m), lo supera nello spareggio. I nostri si impongono 78-69. Vandelli ormai è al suo livello, se non oltre: difatti lo batte anche nella seconda prova tricolore, il 28 giugno sul campo genovese della Nafta. Poggioli riesce ad imporsi nell’ultima gara per il titolo, il 6 settembre a Firenze, ma Vandelli chiude secondo e vince il titolo italiano sullo stesso mentore.

Poggioli comunque non è tipo da arrendersi ed il 27 settembre, al “Brumana” di Bergamo, vince la gara di martello nel confronto Italia-Svizzera, proprio davanti a Vandelli. I nostri si impongono nettamente nel computo globale, 104,5-69,5. Il duello si rinnova il 18 ottobre a Firenze, nel “GP Regioni”: Poggioli si impone a Vandelli per un buon metro. I due, inevitabilmente, entrano in conflitto anche per un posto ai Giochi nel 1932. Nella prima preolimpica, disputata a Firenze il 21 aprile, Poggioli è battuto, ma nella seconda, il 15 maggio all’Arena di Milano, si prende la rivincita. Supera Vandelli anche il 22 maggio nel campionato emiliano a Minerbio, sfiorando i 50 metri. Il 5 giugno a Bologna invece, nell’ultima preolimpica, il risultato si inverte. I due però meritano entrambi la convocazione e dunque anche Poggioli è presente al ritiro azzurro preolimpico, tenuto allo Stadio Berta di Firenze, con sede alla pensione “Monte Senario” di Bivigliano, sulle colline a nord del capoluogo. Vandelli si dimostra ancora superiore nell’ultimissimo test, il 26 giugno a Firenze, ma Poggioli arriva a pochi cm ed i tecnici prendono una decisione salomonica, inviando entrambi ai Giochi. Quindi, terminato finalmente il ritiro fiorentino, è tempo di pensare al viaggio verso l’America. Dapprima, il 1 luglio, tutti gli azzurri sono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Qui iniziano gli allenamenti di rifinitura e Poggioli pare in splendida forma: in un lancio arriva addirittura a toccare i 52m e crescono le speranze di un bel piazzamento.

Le gare olimpiche di atletica si svolgono nell’imponente “Coliseum”. Poggioli partecipa al lancio del martello cui prendono parte 14 atleti di 9 nazioni. La gara si disputa il 1° agosto e Poggioli chiude all’ottavo posto, con 46,90m, rimanendo assai al di sotto dei suoi primati: viene pure escluso dalla finale alla quale si qualificano soltanto i primi sei. Il sesto è l’argentino Kleger che arriva a 48,33m, quasi un metro e mezzo in più di un Poggioli che, nonostante la forma palesata alla vigilia, non ha saputo esprimersi al massimo. Non è d’altra parte una novità che sia fermato dall’emozione, suo tallone d’achille. L’oro, di nuovo, va al grande irlandese O’Callaghan che arriva a 53,92m, superando il finnico Porhola e lo statunitense Zaremba. Per Poggioli una prova poco esaltante anche se non si devono dimenticare i suoi 44 anni suonati. Nel viaggio di ritorno i nostri si fermano a Chicago dove il 18 agosto è prevista una grande riunione post-olimpica. Poggioli chiude quarto nel martello vinto dal finnico Porhola mentre pochi giorni dopo a Cleveland termina quinto nel disco. Rientrati finalmente in Italia, si torna ad allenamenti e gare. Il 18 settembre Poggioli è battuto dal “solito” Vandelli, per una manciata di centimetri, ai tricolori di Pisa. Altro duello il 4 novembre nella finale del “GP Regioni”, all’Arenaccia di Napoli: stavolta prevale Poggioli. Nel 1933 Poggioli esordisce il 23 aprile sul campo genovese della Nafta, vincendo il martello. A Modena il 21 maggio è invece superato dal “solito” Vandelli. I due sono protagonisti anche l’11 giugno allo stadio parigino di Colombes, in Francia-Italia: Vandelli vince il martello, con Poggioli terzo, battuto anche da Sant Pè. I nostri si aggiudicano l’incontro 80-68. Il 23 luglio a Ferrara Poggioli deve di nuovo arrendersi a Vandelli, per mezzo metro. Stessa situazione, ma con divario maggiore, sei giorni dopo ai tricolori di Firenze. I due si ritrovano solo il 29 aprile 1934, sul campo genovese della Nafta: Poggioli esce sconfitto nettamente, per tre metri. Stesso discorso il 20 maggio a Bologna, anche se la sconfitta in questo caso è meno netta. La musica non cambia il 10 giugno a Torino e neppure il 28 luglio ai tricolori, disputati all’Arena di Milano dove il distacco torna ad essere copioso (2,5m). Poi tocca alla prima storica edizione degli Europei, disputati a Torino: a 46 anni suonati, l’8 settembre, Poggioli entra in finale e chiude al sesto posto nella gara vinta dal finnico Porhola su Vandelli. Una prestazione comunque di rilievo. Poggioli si rivede ai primi di novembre nei cosiddetti “Giochi Partenopei” di Napoli, voluti da Mussolini in persona per celebrare i fasti sportivi nazionali: nel martello chiude secondo, battuto da Vandelli. Poggioli non ha nessuna intenzione di mollare: il 21 aprile 1935 coglie un’altra piazza d’onore nel martello, sul campo genovese della Nafta, ma stavolta a batterlo è Carpi.

Il 30 giugno, nella stessa specialità, all’Arena di Milano termina invece terzo, superato non solo da Vandelli, ma anche dall’emergente Cantagalli. Identico risultato ai tricolori di Firenze il 27 luglio dove però Cantagalli e Vandelli invertono le posizioni. Poggioli ormai è in terza fascia ed il sogno di rivedere i Giochi diventa più labile. Difatti il 17 agosto a Firenze, in un test effettuato durante il primo ritiro collegiale, termina solo quarto: Berlino è quasi un’utopia. Tuttavia il selezionatore azzurro dei lanci, lo statunitense Boyd Comstock, gli dà una chance e lo convoca per il primo collegiale preolimpico, organizzato a Rapallo a metà gennaio 1936. Con lui Vandelli e Cantagalli che continuano ad essergli superiori. La dimostrazione arriva il 29 marzo dal primo test preolimpico, nella stessa località ligure: Poggioli chiude terzo, a due metri da un sempre più convincente Cantagalli. Il 13 aprile Poggioli finisce quarto a Genova, sul campo della Nafta dove vince Vandelli: deve fare di più per andare a Berlino. Non vi riesce a Verona il 21 aprile dove finisce solo quinto (primeggia di nuovo Cantagalli). Il 17 maggio a Bologna, con Cantagalli ancora primattore, Poggioli termina quarto ed ormai le sue speranze per i Giochi sono ridotte al lumicino anche perchè il 30 maggio, nella preolimpica all’Arena di Milano, ottiene lo stesso risultato (vince Vandelli su Cantagalli). Tenta l’ultima carta ai tricolori di Bologna, disputati il 28 giugno: non va malissimo, ma chiude terzo, superato da Cantagalli e Vandelli. Viene comunque convocato dal CT Comstock per il ritiro preolimpico, con sede alla solita “Pensione Montesenario” di Bivigliano ed allenamenti al “Berta” di Firenze. Ha un’ultima chance, ma non la coglie: il 9 luglio, in un caldo infernale, si svolge il test decisivo e Poggioli finisce terzo, superato dai “soliti due” Cantagalli e Vandelli. È finita: i Giochi sfumano. Poggioli però non molla: il 30 maggio 1937 è ancora capace di vince una gara di martello a Cesena. Poi la guerra, associata ai suoi 50 anni, interrompe definitivamente la sua brillante carriera: in sostanza è stato tra i migliori lanciatori italiani a cavallo dei due conflitti mondiali, se non il migliore e più continuo in assoluto. Muore a 78 anni, investito da un’auto mentre si trova in bicicletta.


[1] Il record difatti sarà battuto solo 10 anni dopo, il 3 luglio 1938, dal triestino Oretti con 49,50m


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