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PIZZOCCARO Riccardo

Milano 26.03.1901 / Milano 17.07.1992

1924. Lotta libera. Eliminato Primo Turno pesi leggeri

Inizia[1]  l’attività da adolescente, negli anni più bui della Prima Guerra Mondiale cui scampa grazie alla giovane età. Il primo torneo importante cui partecipa si svolge tra la fine di gennaio ed i primi di febbraio 1919 nei locali del Teatro Carcano di Milano ed è organizzato dallo “SC Italia”. Dato il fisico minuto, gareggia nei “minimi” ma, pur battuto da lottatori ben noti come Vaglio (che poi si ritira) e Ranghieri, riesce comunque a chiudere al secondo posto grazie alla vittoria contro Cremonesi. A metà marzo è nel torneo organizzato dall’USM nei locali di Via Pastrengo. Gareggia nei “piuma”, peso limite di 60 kg: chiude terzo, battuto da Vaglio e Scala. Alla fine di giugno si presenta al torneo organizzato dal “Wonderland” all’Arena: ancora secondo, superato solo da Casoni. Diserta i tricolori di dicembre, ancora giovane ed acerbo. Pizzocaro si rivede nel giugno del 1920, nell’eliminatoria lombarda per le selezioni olimpiche. Vince con Borghi, ma perde poi diversi incontri, compreso quello con Porro che lo piega con il suo colpo tipico, la souplesse. Pizzocaro chiude 4° la classifica dei “piuma”, dietro Vaglio, lo stesso Porro e pure Gozzi. Ovviamente, di Giochi non se ne parla: deve ancora crescere, e non poco. Il 31 ottobre intanto vince il campionato sociale dell’APEF. Tra il 7 ed il 9 maggio 1921 è a Prato per i tricolori dei “piuma”: dopo aver perso con Truzzi ai punti, un po’ a sorpresa infila una sequela di vittorie e guadagna il titolo, il suo primo grande successo. A giugno altro titolo italiano, riservato ai militari visto che è sotto le armi di stanza a Bari: vince in finale su Dotti. Il 23 ottobre Pizzocaro coglie un bel successo nella “Coppa Croce” a Roma: è indubbiamente il miglior “piuma” italiano. In inverno però aumenta di peso e passa nei “leggeri”, categoria il cui peso-limite è 67,5 kg. Il 26-28 marzo affronta i tricolori non al meglio delle condizioni fisiche, influenzato: chiude terzo, battuto da Quaglia e Ranghieri. Il 21 maggio domina il torneo tra i soci dell’APEF nella sede di Via Vignola dove a dicembre si svolgono anche i campionati lombardi: vince tra i “leggeri” ed il girone assoluto dove supera in finale il “medio” Farckas, ungherese da anni residente a Milano. Nel 1923 Pizzocaro è ad una svolta della sua attività. Nuovamente dimagrito, ripassa tra i “piuma”: tra 9 e 11 marzo partecipa al grande meeting nazionale organizzato dalla FAI a Genova, nei locali della “Colombo”: vince a pari merito con Ponte. Poi però ecco l’incontro fatale con Del Genovese, pioniere della lotta “libera” che nella primavera del 1923 lo convince a provare questa disciplina, molto nota in America (col termine catch) ma da noi ancora sconosciuta. Pizzocaro si appassiona ed impara alla svelta: il 9 giugno difatti si aggiudica il campionato milanese nella riunione organizzata dall’USM nelle scuole di Via Palermo, superando nettamente Flemati. Ritenta con la greco-romana, ma ai tricolori di Genova nel novembre 1923, disputati nei locali della “Colombo”, trova due avversari insormontabili in Quaglia (che vince il titolo) e l’olimpionico Porro che gli precludono anche la strada azzurra.

All’inizio del 1924 Pizzocaro appare ancora indeciso tra le due discipline. Riprova con la greco-romana: lo stesso Porro lo batte, ma solo per ferita (all’arcata sopracciliare) nel campionato lombardo dei “piuma” il 20 gennaio, nei locali delle scuole di Via Vignola a Milano. Pizzoccaro ci riprova il 29 febbraio nella sala Filzi della “Costanza”, ma chiude solo terzo il primo torneo preolimpico, superato non solo dal solito Porro ma anche da Gozzi. Giocoforza, torna alla “libera”, aggiudicandosi il 12 marzo i campionati lombardi nelle scuole di Via Palermo. In una continua alternanza tra “libera” e greco-romana, nell’incertezza più totale, Pizzocaro cerca comunque la maglia azzurra: a metà aprile vince il torneo di Prato nella greco-romana. Ma Del Genovese (che è pure il CT della nostra Nazionale) non lo molla ed alla fine, dopo la prova decisiva di selezione, che si svolge il 19 maggio nella palestra della “Mediolanum”, Pizzocaro è selezionato per i Giochi nella “libera”. In effetti nella greco-romana appariva “chiuso” da troppi avversari e la decisione pare giusta. Le prove olimpiche di lotta libera si svolgono al Vel d’Hiv, il famoso Velodromo d’Inverno della capitale francese, teatro di numerose competizioni ciclistiche di primo piano. Pizzocaro gareggia nei “leggeri” il cui peso-limite è 66 kg. Al via 16 atleti di 10 nazioni. Il torneo è ad eliminazione diretta, ma per l’argento ed il bronzo vige un regolamento particolare e macchinoso. Vengono difatti organizzati due mini-gironi: per l’argento si battono i lottatori che hanno perso nei turni precedenti con la medaglia d’oro mentre per la terza piazza lo sconfitto della finale (che dunque non è argento) riaffronta coloro che sono stati da lui battuti nei primi turni. I vincitori di questi gironcini ottengono la medaglia. Pizzocaro non va molto lontano: l’11 luglio, all’esordio, perde ai punti col francese Jourdain e viene subito eliminato. L’oro va allo statunitense Viss davanti ai finlandesi Wikstrom e Haavisto. Per Pizzocaro una partecipazione olimpica “lampo” e certamente opaca. Inutile avere recriminazioni: nella greco-romana, probabilmente, non avrebbe ottenuto molto di più, a giudicare anche dai risultati degli altri azzurri. Nel 1925 però Pizzocaro torna alla greco-romana e fa bene. Tra il 9 e l’11 gennaio a Bologna vince i tricolori dei “piuma”, superando nel match decisivo l’ostico Quaglia[2]. Ma il 9 aprile è battuto da Gozzi nel match decisivo del campionato lombardo, organizzato a Milano dalla “Costanza”. Si riscatta tra il 6 e l’8 giugno quando si aggiudica il tricolore della FGNI, nei locali dell’APEF a Milano, vincendo tutti gli incontri. Il 7 e 8 novembre si disputa il campionato italiano a Genova, nei locali della “Colombo”: Pizzocaro è battuto da Quaglia e chiude secondo. Il mese seguente, tra il 17 e 19 dicembre, partecipa agli Europei di Milano, svoltisi al Teatro Carcano, ma non va lontano: battuto dal tedesco Zirkel (schienato) e dal francese Bottenfluc, ai punti, Pizzocaro è presto eliminato.

Complice la scarsità di tornei, e le relative polemiche sui giornali, nel 1926 gareggia pochissimo. Ma al momento giusto si fa trovare pronto: il 15 novembre a Prato, nel Politeama Novelli, Pizzocaro si aggiudica il tricolore dei “piuma”, superando nel match decisivo Nizzola, schienandolo in appena 2’23”. Nel febbraio 1927 è tra i prescelti per una sorta di ritiro collegiale agli ordini del neo CT della Nazionale, l’ungherese Miklos Breznotits. Il raduno è informale, si svolge a Milano ma in giorni alterni ed alla fine si disputano alcuni incontri dimostrativi: Pizzocaro schiena Canini. Il 26 aprile chiude al terzo posto, tra i “piuma”, la “Coppa Herion” a Bologna, battuto dall’ungherese Karpathy (primo) ed il tedesco Zehmer. Il 17 luglio si aggiudica il campionato lombardo nei “piuma” a Milano, ma 14 giorni dopo, a sorpresa, è battuto dal romano Brenda nei tricolori di Como. Si riscatta l’11 settembre nel torneo di Bologna dove nel match decisivo supera Quaglia, suo eterno competitor di categoria. Il 2 ottobre, nella palestra meneghina della “Costanza” in Via Sondrio, nella selezione per gli Europei finisce a pari merito con Brenda e lo stesso Quaglia. Dopo un match “supplementare” vinto con Quaglia, Pizzocaro è selezionato per la rassegna continentale, disputata a Budapest nei primi giorni di novembre. Non ha fortuna: schienato nel giro di otto minuti dallo svedese Hansson, perde ai punti col tedesco Steinig e viene eliminato. Passato all’Azienda Tramviaria Milanese, il 5 febbraio 1928 nella meneghina Sala Carpegna partecipa all’incontro Italia-Austria. Pizzocaro viene battuto da Schlanger ed il match termina in parità, 3-3. Il 4 marzo vince il campionato lombardo dei “piuma”. 14 giorni dopo partecipa ai tricolori, disputati nella “Sala del Balilla” a Milano: chiude solo terzo, battuto da Brenda e Quaglia. La strada per i Giochi si complica. Difatti questi ultimi due ostici avversari lo battono a più riprese nelle preolimpiche ed alla fine non viene selezionato per Amsterdam. Si rivede a buoni livelli solo il 30 giugno 1929 quando tra i “leggeri” finisce secondo il torneo organizzato a Milano dalla “Sempione”: Molfino è il solo a sconfiggerlo. Il 1° settembre si aggiudica il titolo regionale nel capoluogo meneghino, ma il 28 e 29 settembre chiude solo al terzo posto i tricolori di Bari, disputati nei locali della “Angiulli”: a superarlo Selmi e Molfino. È il suo ultimo risultato significativo: non ottiene difatti più vittorie di spicco.


[1] Spesso indicato come PIZZOCCARO, ma la dizione PIZZOCARO è confermata dall’Ufficio Anagrafe

[2] Si tratta dei tricolori relativi al 1924 e posticipati. Per questo a novembre si disputano altri tricolori, quelli del 1925