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PITTORI Umberto

Trieste 04.05.1913 / Ancona 13.10.1964

1936. Pugilato. Eliminato Primo Turno pesi welter

Triestino di nascita, ma anconetano d’adozione. Coglie i primi risultati significati nel novembre 1934, ai cosiddetti “Giochi Partenopei” di Napoli, voluti da Mussolini in persona per celebrare i fasti sportivi nazionali. Il torneo di boxe ha valenza di tricolori: nei “medio-leggeri[1]” Pittori vince col comasco Nesi, il torinese Garbarini ed il romano De Santis, ma perde in finale col veneto Celegato. Viene però giudicato bene dalla stampa che commenta in questi termini: “difetta di esperienza e ha molto da imparare, ma la sua forza è notevole ed il suo temperamento agonistico è da atleta di razza”. Insomma, ha buone qualità e deve perseverare. Si conferma ai tricolori del 1935, disputati ai primi di marzo nel teatro di Via Vasari a Milano: in rapida successione tra i “medio-leggeri” supera ai punti l’emiliano Girometti, il romano Binazzi ed in finale il campione uscente Celegato, con cui dunque si prende una bella rivincita. Mostra nuovamente un talento ancora grezzo ma certamente pieno di potenzialità. Si rivede solo il 15 settembre quando a Rimini pareggia con Guerra. Pittori inizia bene il 1936, annata olimpica: il 19 gennaio si aggiudica il campionato marchigiano, superando lo jesino Scopetti per ko al secondo round. Fa ancora meglio ai tricolori di Roma, disputati al Teatro Jovinelli ai primi di aprile: in rapida successione sconfigge l’umbro Arcangeli (kot al secondo sound), il campano Perotti, il siciliano Impellizzeri ed in finale il piemontese Garbarino.

Il titolo di Campione Italiano è di nuovo meritatamente suo. Ovviamente, viene inserito nella lista dei 35 “probabili olimpici” che, già a metà maggio, partono per il ritiro di Senigallia, con sede alla “Pensione Azzurra”. Allenamenti intensi e lunghi, come da tradizione, vita spartana ed ascetica, sotto la guida del CT Garzena e del “secondo” Toscani. Solo ai primi di luglio avvengono le selezioni decisive: Pittori supera il lombardo Bignamini e, di nuovo, il siciliano Impellizzeri, al Teatro Stamura di Ancona che ovviamente è tutto per lui, garantendosi il pass per Berlino anche se i tecnici lo considerano certamente pieno di energia, ma ancora un po’ grezzo tecnicamente. Si parte per la Germania il 27 luglio, in treno da Verona. Le gare olimpiche di pugilato si disputano nella “Deutschlandhalle”, grande Palazzo dello Sport. Pittori gareggia nei “welter” dove partecipano 24 pugili ed il cui limite di peso, è 66,67kg. Pittori non va lontano: il 10 agosto perde ai punti nel primo turno con l’ungherese Mandi e viene quindi subito eliminato. L’oro va al finnico Sunio, argento per il tedesco Murach e bronzo al danese Pedersen. Per Pittori una partecipazione da dimenticare. Rimane ancora dilettante e nel 1938 rivince il tricolore. Passa poi professionista e per un decennio si rende protagonista di una carriera onesta, ma di secondo piano, non arrivando mai a combattere per il titolo italiano. Vince 20 incontri, ne perde 13 e ne pareggia sei. Un discreto pugile, ma niente di eccezionale.

 


 

[1] Categoria equiparabile ai welter: in quel periodo il regime fascista aveva abolito i termini stranieri