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PINTON Vincenzo

Vicenza 14.03.1914 / Venezia 08.04.1980

1936. Scherma. MEDAGLIA D’ARGENTO Sciabola a Squadre, 5° Sciabola Individuale

1948. Scherma. MEDAGLIA D’ARGENTO Sciabola a Squadre, MEDAGLIA D’ARGENTO Sciabola Individuale

1952. Scherma. MEDAGLIA D’ARGENTO Sciabola a Squadre, 7° Sciabola Individuale

Allievo del maestro Giuseppe Comini, un marchigiano nativo di Col di Lama, diplomato all’Accademia Magistrale di Roma, che ha aperto sin dal 1885 a Padova un’avviata scuola di scherma. Pinton si segnala ancora adolescente quando gareggia, come costume dell’epoca, in più armi: il 31 maggio 1930 si piazza 4° nel “Trofeo Dux” di fioretto a Cremona, riservato ai giovani e vinto dall’altro futuro olimpionico Bocchino. Il 20 novembre a Udine chiude ottimo secondo il campionato veneto di sciabola, battuto solo da De Martino ma davanti all’olimpionico Ragno. Si conferma nel 1931. Il 15 febbraio a Venezia con la sciabola finisce terzo il torneo per Juniori vinto da Montano su Galante. Il 10 maggio a Cremona vince la “Coppa Farinacci” di fioretto, riservata ai giovani sino ai 18 anni di età, ed è secondo nella “Coppa Moretti” di sciabola, battuto da Di Rosa. Indubbiamente è tra i giovani schermidori italiani più promettenti. Nel 1932 prosegue la sua ascesa. Il 25 aprile chiude al terzo posto il Campionato Italiano Giovani Fascisti di sciabola, vinto dall’altro futuro olimpionico Montano. Il 18 dicembre a Treviso si aggiudica il campionato veneto di fioretto e sciabola. Forse farebbe bene a dedicarsi ad una sola arma, ma non si decide, neppure nel 1933. Il 16 aprile è a Montecarlo con la nostra Nazionale “cadetti”[1] nella “Coppa Sporting Club” di fioretto: i nostri vincono, ed è una mezza sorpresa, perchè le altre nazioni schierano schermidori affermati. Gli azzurri superano 9-7 l’Austria, 9-5 il Belgio e 9-3 la Francia. Tre giorni dopo, gareggia pure nella “Coppa Harden” di sciabola[2]. Di fronte i nostri trovano schermidori più esperti, ma non sfigurano: vincono 9-7 con la Francia, ma perdono 7-9 con l’Austria e 6-10 con la sempre forte Ungheria. Pillon si difende bene, è il migliore dei nostri, in particolare con la Francia quando vince tre assalti e ne perde uno. Si conferma a metà maggio nei “Littoriali”, sorta di tricolori per universitari: vince fioretto individuale ed a squadre oltre alla sciabola individuale. Con quest’ultima arma, forse la più adatta alle sue caratteristiche, gareggia anche agli Europei di Budapest: il 20 giugno chiude però solo 11° (vince il magiaro Kabos). Pinton è splendido primattore ai Mondiali Universitari di Torino, disputati ai primi di settembre: vince tre ori (fioretto a squadre, sciabola a squadre ed individuale) ed un bronzo (fioretto individuale, alle spalle di Nostini e Verratti).

Ormai non è più una “promessa”, ma uno schermidore fatto e finito. Inizia bene il 1934: il 14 gennaio, in un’esibizione a Genova, domina con la sciabola il francese Tournon, battuto 10-5. Il 2 febbraio è a Budapest, a sfidare con la sciabola i maestri magiari in casa loro, assieme a Gaudini e Marzi. Vinciamo 5-4 ed è un successo prestigioso anche se Pinton batte Kabos, ma perde con Gerevich e Rejcsanyi. Poi col fioretto supera Bay 8-4. Non contento, il 4 febbraio si aggiudica il “Trofeo Tersztyanszki”, superando di nuovo i più forti sciabolatori magiari: è la sua consacrazione a schermidore di alto livello. I nostri si confermano nel torneo di Sanremo dove accanto a Pinton troviamo Montano e Marzi. Nel girone finale superano Germania e, di nuovo, Ungheria (6-3) per un successo indiscutibile. Il 25 maggio a Cremona chiude al quarto posto il tricolore di fioretto vinto da Guaragna mentre due giorni dopo si aggiudica il torneo di sciabola. Un mese dopo, è a Varsavia per gli Europei. Nella finale della prova a squadre di sciabola i nostri pareggiano (8-8) con la Germania, ma vincono per il computo delle stoccate. Si impongono pure con la Polonia (12-4), ma nel match decisivo con l’Ungheria si verifica un colpo di scena: Marzi, tradito dalla foga, cade rovinosamente e si infortuna al costato. Non può proseguire e gli azzurri sono costretti al ritiro ed all’argento. Nel torneo individuale Pinton chiude settimo, vince il magiaro Kabos. Gli ungheresi sono le “bestie nere” dei nostri che perdono 3-6 anche il confronto del 31 gennaio 1935 a Sanremo: con Pinton gareggiano Montano e Marzi, ma gli sciabolatori magiari si rivelano nuovamente superiori. Pinton non è in grande serata e, ancora con la sciabola, viene sconfitto pure dal tedesco Casmir per 10-6. Gli ungheresi paiono imbattibili e sconfiggono i nostri 6-3 anche il 3 marzo all’Accademia Nazionale di Napoli: con Pinton gareggiano Scopece e Montano. Le due squadre si ritrovano il 7 aprile a Cremona[3]. Il match è molto equilibrato e termina 18-18, ma i magiari si impongono per il numero delle stoccate (144-140). Pinton è il migliore dei nostri, vincendo cinque assalti su sei. A fine giugno, a Losanna, Pinton partecipa agli Europei, guadagnando un bell’argento nella sciabola a squadre[4] dove veniamo battuti una volta di più dai “soliti” ungheresi. Pinton comunque si conferma l’azzurro più continuo ed incisivo.

pinton grandeSuperiamo brillantemente Svizzera (14-2), Inghilterra (12-4), Germania (14-2) e Francia (9-2), ma nello scontro decisivo perdiamo 9-5 coi magiari che si confermano imbattibili anche nel torneo individuale, occupando le prime tre posizioni (oro a Gerevich). Pinton finisce ottavo. Si rivede solo il 16 febbraio 1936 a Sanremo dove con la sciabola supera 13-11 il magiaro Rasztovich. Con la stessa arma è protagonista a Ferrara il 22 marzo nella prima preolimpica: vince i primi due assalti del girone finale, ma poi si infortuna e si ritira. Se in buone condizioni, comunque il suo posto in Nazionale ai Giochi non sembra in discussione. Tuttavia pare attraversare un momento-no: nella seconda indicativa, disputata a Merano il 28 aprile, sta ancora male, sembra legato ed impacciato al punto che non riesce a qualificarsi per il girone finale. Pinton, finalmente, comincia a fugare i dubbi: un mese dopo, a Linz vince il torneo di sciabola (ormai la “sua” arma) e chiude terzo il fioretto, superato da Guaragna e Di Rosa. Il 14 giugno a Napoli si aggiudica il tricolore di sciabola, dopo spareggio con Marzi: a Berlino ci sarà anche lui, e non da comprimario. Si presenta dunque nel ritiro azzurro di Pontepetri, piccola località collinare, a circa 700 m di quota, sull’Appennino Pistoiese dove i nostri, è il caso di dirlo, affilano le armi in vista di Berlino, sotto l’attentissima regia di Nedo Nadi, Presidente della Federazione e supervisore assoluto della nostra spedizione olimpica. Pinton si segnala non solo in pedana: la sera difatti si diletta al pianoforte, accompagnando il “cantante” Bini, oro olimpico nel 1924 e adesso allenatore degli sciabolatori, intrattenendo i compagni. Poi finalmente il 27 luglio, in treno da Verona, si parte per Berlino dove Pinton esordisce nella sciabola a squadre che si svolge tra “Sportforum”, per il primo turno”, e “Haus des Sports”. Al via del torneo 21 nazioni. Il 12 agosto gli azzurri nel primo turno superano agevolmente il Canada 15-1: con Pinton troviamo Masciotta, Montano e Tanzini che è l’unico a perdere un punto (con Dalton). Poichè il Canada è battuto anche dalla Francia (13-3) e passano al turno successivo le prime due compagini, si rende superfluo l’incontro tra Italia e transalpini che non viene disputato. Di seguito, nei quarti i nostri affrontano la Cecoslovacchia e si comincia a fare sul serio. A Pinton viene concesso un turno di riposo. In pedana vanno Marzi, Masciotta, Montano e Tanzini. Vinciamo 9-5, con qualche patema di troppo, soprattutto di Montano (2-2). Poichè anche i Paesi Bassi superano i cechi (12-4) e passano al turno successivo le prime due compagini, si rende superfluo l’incontro tra Italia e olandesi. Il giorno seguente, 13 agosto, si disputa la semifinale e Pinton rientra in squadra, non uscendone più. Contro l’Austria fatichiamo più del previsto. Gaudini, Pinton, Montano e Tanzini si impongono 9-7. Se Gaudini (2-2) e soprattutto Tanzini (1-3) non rendono al massimo, ci pensano gli altri due (3-1) a ristabilire le distanze. Pinton difatti perde con Loisel, ma supera Hanisch, Weczerek e Kaschka. Va molto meglio con la Francia quando con Pinton gareggiano un deludente Gaudini (1-2) ed un ottimo Masciotta (3-0) oltre al valido Marzi (2-0). Anche Pinton vince i suoi tre incontri (Faure, Gramain ed E. Gardere) ed alla fine i transalpini sono schiantati 9-2. Si vola dunque in finale, disputata nel tardo pomeriggio del 13 agosto. Da sempre gli ungheresi dominano la specialità e si ripetono anche stavolta.

Ci proviamo, li mettiamo anche talora in difficoltà, ma alla fine perdiamo 9-6, con un comunque grandioso Pinton, il migliore dei nostri, che perde solo con Geverich mentre costringe alla resa Kabos, Rajcsanyi e Rajczy. Gli altri azzurri deludono, soprattutto Marzi (0-3) e Gaudini (1-3) mentre si difende Masciotta (2-2). Ci risolleviamo con gli altri due matches. Con la Polonia non è semplice, ma ancora Pinton è il migliore (4-0)[5], con un buon Marzi (3-1) ed un Masciotta di nuovo ad impattare (2-2) mentre Gaudini si conferma in crisi (1-3). Alla fine vinciamo 10-6. Più liscio il match con la Germania, dominata 9-2, con Pinton che perde con Esser, ma vince con Jorger e Wahl. Bene anche gli altri: Marzi (2-0), Masciotta (2-1) e soprattutto Montano (3-0). Dunque, battuti solo dai magiari, gli azzurri guadagnano l’ennesimo argento nella sciabola a squadre. Per Pinton un gran bel torneo, il migliore dei nostri: basta vedere il suo sontuoso score, 19-3. Con un bell’argento al collo, Pinton ci riprova, a partire dal giorno seguente, nella sciabola individuale cui prendono parte 71 schermidori di 26 nazioni e che di nuovo si disputa tra “Sportforum” e “Haus des Sports”. Il 14 agosto supera agevolmente il primo turno, aggiudicandosi i suoi cinque assalti: col bulgaro Vasilev, l’uruguaiano Rodriguez, l’olandese Van Wieringen, lo svedese Tingdahl e lo jugoslavo Pintaric. Nei quarti la musica non cambia, 4-0: i battuti sono il francese Faure, il polacco Sobik, l’olandese Mosman ed il britannico Brook. La massacrante giornata si chiude con la semifinale dove Pinton regala un altro 4-0, superando l’austriaco Losert, il magiaro Rajcsanyi, il polacco Segda e l’uruguaiano De la Fuente. Il giorno seguente, 15 agosto, entra dunque da imbattuto nella finale a nove. Trova però sulla sua strada tre avversari insuperabili: i magiari Kabos e Geverich oltre all’azzurro Marzi che, in sostanza, gli soffiano le medaglie. Pinton vince comunque cinque assalti: con l’ungherese Rajcsanyi, l’azzurro Gaudini, il polacco Sobik, l’austriaco Losert ed il belga Van den Neucker. Il suo score di 5-3 alla fine gli vale il quinto posto, superato anche dall’altro magiaro Rajcsanyi. L’oro va a Kabos, argento per Marzi, bronzo per Geverich, proprio gli uomini che hanno sconfitto Pinton, autore comunque di un gran bel torneo. Negli anni seguenti Pinton si conferma ai massimi livelli, sempre con la sciabola: nel 1937 è argento mondiale a squadre, nel 1939 e 1940 si aggiudica il tricolore. Nel dopoguerra, superati i 30 anni, è sempre tra i migliori, tornando ai Giochi e cogliendo altri tre argenti, sempre superato dai formidabili ungheresi: nel 1948 a Londra individuale ed a squadre, nel 1952 ad Helsinki a squadre (e 7° nell’individuale). Guadagna però l’oro a squadre ai Mondiali, tre volte (1947-1949-1950), dove consegue pure un argento individuale (1950) e due a squadre (1951 e 1953) oltre ad un bronzo individuale (1949). Nel 1947 e 1951 ottiene altri due titoli italiani. Risultati che parlano chiaro: Pinton è stato tra i più grandi sciabolatori della nostra storia.


[1] Con lui troviamo Bocchino, Di Rosa, Pelissero e Purcaro

[2] Con lui figurano De Martino, Montano ed Ughi

[3] Con lui gareggiano Purcaro, Treves, Masciotta, Marzi e Gaudini

[4] Con lui gareggiano Marzi, Montano, Salafia, Gaudini e Masciotta

[5] I polacchi sono Sobik, Zaczyk, Dobrowolski e Segda