PIGNOTTI Ugo
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Firenze 19.11.1898 / Roma 07.01.1989
1928. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Fioretto a Squadre, 7° Fioretto Individuale
1932. Scherma. MEDAGLIA D’ARGENTO Fioretto a Squadre, MEDAGLIA D’ARGENTO Sciabola a Squadre
Allievo del maestro Raggetti, vede la sua attività interrotta bruscamente dalla Prima Guerra Mondiale. Terminato il conflitto, risale in pedana anche se è solo all’inizio degli anni Venti che coglie i primi risultati significativi. Di carattere serio e volitivo, di poche parole ma dai modi di vero gentiluomo, Pignotti viene così definito dal grande Nedo Nadi: “Un buon ragazzo, semplice, modesto e battagliero, senza nemici”. Schermidore sempre classico e signorile, coglie i primi successi importanti a Bologna nel 1922 sia nel fioretto, la sua arma preferita, che nella sciabola. Nello stesso capoluogo felsineo si rivede l’anno seguente: nella palestra della “Virtus” si piazza 8° nei tricolori di fioretto vinti da Puliti mentre nella sciabola viene eliminato in semifinale (rivince Puliti). In molti lo giudicano ancora acerbo e non hanno tutti i torti. Nel 1924 si cimenta nelle selezioni olimpiche, ma non va bene ed il sogno olimpico sfuma. Trova un sussulto il 5 giugno a Cremona, nella sontuosa sede di Palazzo Affaitati, dove chiude al quarto posto il torneo di fioretto, vinto da Puliti, contornato da molti olimpionici. Si tratta comunque di un segnale importante, la stoffa c’è. Si impone a Cuneo nel fioretto e poi, con la stessa arma, il 31 ottobre è terzo a Vercelli, battuto da Minoli e Terlizzi. Il giorno seguente è secondo nella sciabola, superato solo da Pezzana. Si rivede su buoni livelli nel 1925. Il 12 aprile chiude al 4° posto il torneo di fioretto a Tripoli mentre il 24 maggio si piazza 6° a Cremona nella “Coppa Belloni”, ancora di fioretto. Due giorni dopo, stessa sede ed arma, ottiene un buon terzo posto nel torneo internazionale vinto da Chiavacci su Carniel. Il 29 maggio termina al settimo posto il torneo di sciabola vinto da De Vecchi ed il giorno seguente, ancora a Cremona, si piazza ottavo nella spada (dunque imbraccia le tre armi!) dove vince Bini. Il 18 novembre vince la “Coppa Mussolini” di fioretto a Roma e due giorni dopo, nella stessa manifestazione, è secondo nella sciabola, superato solo dal grande Puliti. Ormai è tra i nostri migliori schermidori. La conferma arriva il 4 gennaio 1926 ai tricolori di Ancona dove nel fioretto Pignotti è superato solo dal sorprendente 17enne Guaragna, chiudendo secondo. 4 giorni dopo nella sciabola Pignotti chiude invece quinto (vince il romano Sarrocchi). Ai primi di giugno è a Cremona dove, nel palazzo Ugolani Dati, si disputa il prestigioso “Trofeo del Littorio”. Ottiene discreti risultati: 6° nel fioretto (dominato da Gaudini) ed 8° nella sciabola (vince il sempre grande Puliti). Va bene a Budapest dove il 27 giugno giunge 3° nel Campionato Europeo di fioretto, sopravanzato da Chiavacci e l’ungherese Berti. A metà luglio è a Venezia dove, nel sontuoso teatro “La Fenice”, si svolgono i tricolori: Pignotti è terzo nella sciabola, superato da Sarrocchi e Bini, e 4° nel fioretto appannaggio di Carniel. Risultati che comunque lo confermano tra i nostri massimi schermidori.
Si rivede ai primi di novembre a Roma, nei Campionati riservati agli ufficiali della MVSN: chiude secondo nella sciabola e terzo nel fioretto, competizioni entrambe dominate da Puliti. Non teme di confrontarsi anche all’estero. Il 10 febbraio 1927 a Vienna chiude 7° il torneo di fioretto vinto da Carniel. Un mese dopo è a Praga dove si aggiudica il torneo di fioretto e finisce 5° nella sciabola appannaggio di Bini. Il 3 luglio a Cremona chiude al sesto posto nel fioretto dove trionfa Puliti e due giorni dopo è ottavo nella sciabola appannaggio di Bini. Nella stessa sede il 6 luglio è nella squadra italiana che vince il torneo di fioretto, con squillanti vittorie ai danni di Germania (16-0), Austria (10-6) ed Ungheria (12-4). Con lui Gaudini, Pessina e Carniel. Il 17 agosto a Como guadagna il titolo italiano nel fioretto, senza perdere un assalto. 4 giorni dopo, ci riprova con la sciabola e va vicinissimo ad un clamoroso bis: gli toglie la vittoria solo Sarrocchi, al termine di un tiratissimo spareggio, finito 5-4. Il 27 agosto a Vichy termina 8° negli Europei di fioretto vinti da Puliti. Il 26 novembre ad Offenbach, in Germania, chiude al terzo posto il torneo di fioretto, alle spalle di Casmir e Guaragna. Evidente che pensi ai Giochi del 1928 ai quali si avvicina con cura ed intensità. Il 29 e 30 gennaio è strepitoso protagonista del Campionato della Milizia: vince nel fioretto e chiude terzo nella sciabola, battuto da Puliti e Salafia. Si conferma schermidore di vaglia, tra i migliori a livello nazionale, maestro di difesa e contrattacco: il suo posto in Nazionale ai Giochi non sembra in discussione, soprattutto nel fioretto. In quest’arma il 26 febbraio partecipa alla preolimpica di Firenze dove si affrontano due squadre “miste”: in leggera difficoltà, il suo score è di 3-3. Il 4 marzo è a Bruxelles dove i nostri affrontano i padroni di casa. Nella sciabola vinciamo 2-1, con Pignotti che porta il punto decisivo, superando Tack. La tournée continua la settimana seguente nei Paesi Bassi. A Rotterdam Pignotti, con la sciabola, batte 6-4 Ekkart. Pochi giorni dopo a L’Aja i nostri sciabolatori, con Pignotti, superano 13-3 i Paesi Bassi che vengono sconfitti, per 6-3, anche a Rotterdam il 10 marzo. Pignotti, sempre in bella evidenza, ha praticamente assicurato il posto in Nazionale per i Giochi. Difatti il 18 marzo è pure nella squadra italiana che si aggiudica la “Coppa Bregnat” di fioretto nel Casino di Montecarlo: i nostri dominano, non perdendo un assalto anche se pesa l’assenza della Francia che, poco sportivamente, diserta l’incontro per non scoprire troppo le carte in vista di Amsterdam. Dieci giorni dopo, Pignotti è a Budapest per un informale incontro di sciabola con una rappresentativa ungherese: i nostri perdono seccamente 14-7 e lo score di Pignotti, 1-2, non è niente di eccezionale. Il 29 aprile ai tricolori di sciabola, disputati a Napoli, chiude terzo, battuto da De Vecchi e Marzi. Con la stessa arma ci riprova nell’ultima e decisiva preolimpica, a Cremona il 23 giugno: chiude solo settimo.
Viene così selezionato solo per il fioretto dove dà più garanzie. Le gare olimpiche di scherma si svolgono in un apposito edificio situato a lato dell’Olympisch Stadion, dal poco fantasioso nome di “Schermzaal” (sala della scherma). Pignotti esordisce nel fioretto a squadre che inizia il 29 luglio, giornata campale visto che prevede ben tre turni. Al via 16 nazioni. Il primo ostacolo viene superato di slancio dai nostri che vincono 15-1 con l’Austria e 16-0 con la Gran Bretagna. Pignotti si comporta bene, vincendo 7 incontri su otto, su avversari comunque non impossibili: perde solo con l’austriaco Berger 5-2. Vince invece 5-1 con Schonbaumsfeld, 5-2 con Brunner e Lion. Contro la Gran Bretagna domina 5-1 James e Pearce, regola 5-2 Sheriff e batte 5-3 Simey. Nei quarti di finale Pignotti è confermato titolare solo con l’Ungheria alla quale infliggiamo il sonoro “cappotto” di 16-0. Supera 5-1 Rady e Piller, 5-2 Toth e Kaliniczky. Pignotti è sostituito da Pessina contro la Danimarca, battuta 12-4. Pignotti non disputa nemmeno la semifinale dove i nostri battono agevolmente gli Stati Uniti 14-2: poichè gli americani sono superati anche dai francesi e “passano” due squadre, non viene disputato il match tra i nostri ed i transalpini. Il 30 luglio è finale e Pignotti viene schierato solo contro l’Argentina: perde 5-3 con Larraz, ma si impone 5-1 a H. Lucchetti, 5-2 ad Anganuzzi e 5-3 con L. Lucchetti. Gli azzurri prevalgono 11-5. I nostri vincono anche con la temibile Francia, 10-6, ed il Belgio 13-3: è medaglia d’oro! Ottimo il comportamento di Pignotti che chiude con uno score di 14-2: pur non essendo stato impiegato nei matches più importanti, ha comunque offerto un ottimo contributo alla causa e la medaglia appare più che meritata. Galvanizzato dall’oro, Pignotti ci riprova nel torneo individuale di fioretto che inizia già il giorno seguente, 31 luglio. Partecipano 54 schermidori di 23 nazioni. Inizia alla grande: nel primo turno vince 7 incontri su 7. Batte 5-0 il greco Nikolopoulos, 5-1 quattro avversari (l’argentino Vinas, il belga Pecher, il portoghese Heredia, il britannico Montgomerie), fatica solo con l’olandese Kunze e lo svizzero Albaret (5-3). In semifinale, il 1° agosto, veleggia alla grande: 5 vittorie ed una sola sconfitta, 3-5 col forte tedesco Casmir. Supera 5-0 l’olandese Nederpeld, 5-1 l’austriaco Lion e lo statunitense Lewis, 5-2 l’ungherese Schenker, 5-3 il francese Cattiau. In finale però, poche ore dopo, le cose si complicano, e non poco. Lo score di Pignotti difatti non lascia speranze: 4 successi e 7 sconfitte gli valgono il 7° posto. Vince 5-2 con Lewis, 5-3 con lo svedese Uggla, 5-4 col francese Ducret e l’ungherese Rozgonyi. Viene invece battuto, oltre che dagli altri due italiani Gaudini (2-5) e Puliti (4-5), dal grande francese Gaudin (1-5), dall’altro transalpino Cattiau (2-5), dal belga Bru (3-5), dai tedeschi Gazzera e Casmir (4-5). L’oro va proprio a Gaudin che allo spareggio supera Casmir e Gaudini. Per Pignotti comunque una buona prestazione, più che sufficiente, soprattutto se si considera pure la prova a squadre.
Si rivede il 26 novembre in una grande serata di esibizione al Teatro Lirico di Milano: vince 10-8 un match di sciabola con Gaudini. Il 18 dicembre a Roma si aggiudica la “Coppa Mussolini” di fioretto, riservata agli ufficiali della Milizia, davanti a Salafia che si prende la rivincita nella sciabola, relegando Pignotti alla piazza d’onore. Si rivede il 27 gennaio 1929 a Montecarlo dove, assieme a Puliti e Guaragna, vince la “Coppa Principe di Monaco” di fioretto. I nostri battono 8-1 la Germania e 7-2 la Francia, con Pignotti unico azzurro a cedere punti agli avversari. Pignotti quindi passa a Cannes dove chiude al sesto posto il torneo di sciabola vinto da Puliti. Il 3 marzo è ad Anversa dove in un’esibizione col fioretto supera 10-2 il belga Grahay. Il 10 aprile a Napoli vince gli Europei nel fioretto a squadre, gareggiando solo col Belgio, domato 12-4, con uno score non esaltante di 2-2. Il 20 maggio chiude al terzo posto i tricolori di fioretto ad Abbazia. Con la stessa arma un mese dopo, il 24 giugno, termina ottimo secondo il torneo di Cremona, battuto solo dal grande Puliti. Il 1° settembre con la sciabola si aggiudica il torneo di Cortina. Il 5 dicembre è grandissimo ad Offenbach dove primeggia nel prestigioso torneo di fioretto, senza sconfitte, mentre tre giorni dopo nella sciabola (vinta da Marzi) chiude settimo. Il 20 dicembre a Firenze, in un’esibizione col fioretto, supera 10-4 il belga De Beukelaer. Un mese dopo, il 21 gennaio 1930, è a Parigi, per un’altra esibizione col fioretto: perde 12-9 col forte Cattiau con cui si prende la bella rivincita il 2 febbraio al Teatro della Pergola di Firenze, imponendosi 12-8. Un mese dopo, ennesima esibizione col fioretto, stavolta a Torino, al Teatro Chiarella: batte 10-6 il belga Bru. Il 20 marzo a Montecarlo, assieme a Puliti e Girace, si aggiudica la “Coppa Principe di Monaco”, battendo agevolmente gli inglesi per 7 a 2. Pignotti è grande anche agli Europei di Liegi: il 25 maggio è nella squadra azzurra che vince l’oro nel fioretto, superando 10-6 la Francia, 12-4 l’Inghilterra e 11-5 il Belgio[1]. Il giorno seguente chiude al 4° posto la gara individuale di fioretto, sopravanzato da altri tre azzurri (nell’ordine Gaudini, Marzi e Guaragna). A metà luglio è ad Ostenda, in Belgio, dove partecipa ai Campionati Europei per militari, trionfando alla grande nel fioretto: vince difatti il torneo a squadre[2] e l’individuale. Nella sciabola a squadre invece finisce secondo, essendo i nostri battuti nettamente (11-5) dall’Ungheria nel match decisivo. Il 24 agosto a Viareggio, in un’esibizione all’Hotel Royal, con la sciabola batte Rousset 10-5. Si rivede il 21 novembre a Parigi, in Rue des Londres, dove supera 12-9 Ducret alla sciabola. Il 14 dicembre ad Alessandria, con la stessa arma, batte Gardere per 12-8.
Si rivede il 4 febbraio 1931 al Teatro Lirico di Milano dove, in una grande serata d’armi, col fioretto supera Ducret 10-6. Ai primi di marzo è con la rappresentativa azzurra che si reca a Budapest per un incontro di sciabola coi magiari: Pignotti batte Garay 8-6, ma perde con Gerevich 9-8. L’incontro termina in parità, 4-4. Il 10 marzo al Casinò di Sanremo col fioretto supera 10-6 il francese Rousset. Il 20 marzo a Montecarlo è nella squadra azzurra che vince, dominando, il match di fioretto contro la Francia 27-9[3]. Il giorno seguente ci prova anche con la sciabola[4], ma i nostri dopo aver battuto la Francia 14-2, perdono 10-6 con la sempre fortissima Ungheria. Ancora con la sciabola Pignotti guadagna il titolo tricolore, disputato a Trieste il 2 e 3 maggio. Due giorni dopo, sfiora il titolo italiano anche nel fioretto: a Venezia viene battuto solo da Guaragna. Torna in Nazionale per gli Europei di Vienna dove il 27 e 28 maggio vince l’oro nel fioretto a squadre[5]. Tre giorni dopo, chiude al sesto posto il torneo individuale vinto dal francese Lemoine. Ci riprova il 3 giugno nella sciabola a squadre, ma i nostri perdono 5-9 con l’Ungheria ed ottengono l’argento, avendo superato Germania ed Austria[6]. Il giorno seguente nel torneo individuale Pignotti si ferma in semifinale. Il 27 settembre, in un’esibizione a Montecatini, con la sciabola batte Negro 10-6. Un mese dopo, il 31 ottobre, è a Parigi, per un’esibizione con la sciabola tenutasi nel “Circolo ex-combattenti italiani”: batte il giovane Garagnani 14-11. Rimane indubbiamente uno dei nostri migliori schermidori ed il CT degli azzurri, il grande Nedo Nadi, lo sa. Così lo segue attentamente nei vari stages preolimpici, tenuti a Roma nello stadio del PNF, dove lo stesso CT testa direttamente in prima persona gli atleti, con la solita cura maniacale dei dettagli. Alla fine, ai primi di febbraio del 1932, dopo un’infinità di prove ed assalti ma senza vere e proprie selezioni, viene diramata la lista ufficiale per i Giochi e Pignotti è tra i selezionati, addirittura sia nel fioretto che nella sciabola, per una decisione che a qualche tecnico sembra eccessiva. Pignotti festeggia l’evento niente meno che...a Il Cairo dove il 26 febbraio, in un’esibizione, supera agevolmente col fioretto il campione locale Abdine per 12-3. Poi si torna agli stages ed agli allenamenti sino alla fine di giugno quando è tempo di iniziare il lungo viaggio per l’America. In realtà, dapprima, il 1 luglio gli azzurri vengono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce il quale li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. Gli schermidori provano anche qualche assalto, improvvisando una pedana negli angusti spazi dell’imbarcazione, ma certo non è semplice rimanere a punto. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles dove iniziano gli allenamenti di rifinitura, con Pignotti che pare in buone condizioni di forma.
Le gare olimpiche di scherma si svolgono nei locali dell’Armeria di Stato del 160° Fanteria, all’Olympic Park di Los Angeles. Pignotti esordisce il 1° agosto nel fioretto a squadre cui prendono parte solo 6 nazioni, per una sorta di torneo di elite. Nel primo turno, che poi è una semifinale, l’Italia affronta il Messico, dominando facilmente la contesa 16-0. I nostri scendono in pedana con la formazione-tipo: Marzi, Gaudini, Guaragna e Pignotti che vince facile con Candiani (5-0) e Prieto (5-1) mentre fatica un po’ con Izcoa e Sanchez, domati 5-3. Poichè anche la Danimarca batte il Messico ed al turno successivo accedono due compagini, non viene effettuato l’incontro tra azzurri e scandinavi. Si va così, lo stesso giorno, in finale, con Francia, USA e la stessa Danimarca. Con i francesi è battaglia a viso aperto, incerta ed equilibrata. Finisce difatti 8-8 e decide il computo delle stoccate che, per un solo punto, ci è sfavorevole: 58 a 59. Come vedremo, proprio questa stoccata di differenza sarà determinante. Pignotti si batte bene: vince 5-3 con Lemoine e 5-4 con Bougnol, ma perde 0-5 con Cattiau e 2-5 con Gardere. Gli altri due matches filano via lisci. Battiamo gli USA 11-5, con Pignotti che ripete pari pari la performance con la Francia: vince 5-2 con Every e 5-3 con Levis, ma è battuto 5-3 da Righeimer e 5-4 da Calnan. Con la Danimarca invece non gareggia, ma vinciamo agevolmente 12-4. Per l’oro sembra tutto perduto dopo la sconfitta con la Francia che però, clamorosamente e troppo rilassata, perde con gli USA, al computo delle stoccate. Dunque Italia, Francia ed USA terminano a pari punti, con 2 vittorie ed 1 sconfitta a testa. Necessario lo spareggio, tutto torna in gioco. Con la Francia è un’altra battaglia, di nuovo 8-8 ed ancora le stoccate ci sono sfavorevoli, sia pure stavolta in modo più netto (58-66). Pignotti è disastroso, il peggiore dei nostri e perde i suoi 4 incontri: 0-5 da Gardere, 2-5 da Lemoine e Cattiau, 3-5 da Bougnol. Una sua migliore difesa avrebbe certamente agevolato la nostra corsa all’oro. Inutile difatti battere nettamente gli USA 9-1, con Pignotti che si riscatta, vincendo i suoi tre assalti: 5-2 ad Alessandroni e Steere, 5-3 a Righeimer. Ormai è tardi. I francesi difatti non si fanno più sorprendere e sconfiggono 11-5 gli USA. L’oro va oltralpe. A noi resta comunque un bell’argento, sfumato in definitiva per una stoccata nella “prima” finale.
Non certo fenomenale il comportamento di Pignotti che chiude con uno score di 11-8, il peggiore tra gli azzurri. Però ha intascato un argento, e non è poco. Pignotti ci riprova nella sciabola a squadre dove comunque parte come riserva. Partecipano solo 6 nazioni ed il torneo inizia il 10 agosto. I nostri però sono esentati per sorteggio dal primo turno ed accedono direttamente in finale, il giorno seguente. Qui incappano nella fortissima Ungheria, da sempre maestra della specialità, ed è notte fonda: perdiamo difatti 9-2. Pignotti è in panchina e vi rimane anche contro la Polonia, agevolmente superata 9-1. Entra in pedana solo con gli USA, domati 9-4. Viene affiancato da Gaudini, De Vecchi e Salafia. Vince 5-2 con Bruder ed Armitage, perde 4-5 con Muray. Otteniamo così un altro bell’argento dietro gli inarrivabili magiari e davanti alla Polonia. Per Pignotti, disimpegnatosi bene, una medaglia in più che lo conferma tra gli schermidori più completi del periodo. Rientrato in Italia, dopo feste e premiazioni varie (compresi Duce e principe Umberto), Pignotti passa professionista e si trasferisce ad Alessandria d’Egitto. Nel 1934 rientra in Italia per diventare direttore dell’Accademia Nazionale di Scherma a Napoli. Nel 1936 è scelto personalmente da Nedo Nadi, Presidente della Federazione e supervisore della nostra spedizione ai Giochi, per allenare gli azzurri nel ritiro di Pontepetri. Pignotti poi rimane a Napoli sino al 1939 quando si trasferisce all’Accademia Magistrale di Roma. La caduta del regime fascista ed il seguente arrivo degli Alleati nella capitale scombussola tutto e Pignotti si arrabatta come può. Nel dopoguerra assume diversi incarichi di insegnante, in varie scuole e circoli. Presidente di giuria, scrive di scherma sul “Corriere della Sera”. Presidente dell’Associazione Italiana Maestri di Scherma, è una personalità importante, stimato da tutti. Nei primi anni ’70, assieme al vecchio rivale ed amico Pessina, scrive due manuali tecnici di alto livello, “Il fioretto” e “La sciabola”, che ancora oggi sono testi importanti per i maestri. Un grandissimo personaggio nella storia della nostra scherma anche se è conosciuto ed apprezzato solo dagli addetti ai lavori.
[1] Con lui gareggiano Gaudini, Marzi, Guaragna, Terlizzi e Ragno
[2] Con lui gareggiano Puliti, Anselmi e Bertinetti
[3] Con lui gareggiano Guaragna, Puliti, Marzi, Gaudini e Chiavacci
[4] Con lui gareggiano Gaudini, Anselmi e Marzi
[5] Con lui gareggiano Chiavacci, Gaudini, Marzi, Ragno e Guaragna
[6] Con lui gareggiano Marzi, De Vecchi, Salafia, Gaudini ed Anselmi