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PIERINI Gastone

Ancona 27.09.1899 / Sao Bernardo do Campo (Brasile) 17.09.1967

1924. Sollevamento Pesi. 12° p.m. pesi leggeri

1928. Sollevamento Pesi. 8° pesi leggeri

1932. Sollevamento Pesi. MEDAGLIA DI BRONZO pesi leggeri

1936. Sollevamento Pesi. 10° peso leggeri

Trasferitosi ad Alessandria d’Egitto in giovane età al seguito dei genitori, vi inizia l’attività agonistica, cogliendo diversi titoli nazionali mentre trova un impiego presso la locale Compagnia del Gas dove raggiungerà poi incarichi dirigenziali di un certo livello. Si comincia a parlare di lui in Italia nella primavera del 1924 quando dichiara di voler rientrare in patria per qualificarsi ai Giochi. Molti rimangono scettici e lo considerano un “oggetto misterioso” anche perchè non si fa vedere neppure nell’ultima prova di selezione, il 22 giugno a Genova. Tuttavia, visti anche i risultati precedenti, sia pure ottenuti in Egitto dove i giudici potrebbero non essere ferrei come in Europa, la Commissione Tecnica, dopo averlo visionato in allenamento, gli dà fiducia e lo porta a Parigi. Le prove olimpiche di sollevamento pesi si svolgono al Vel d’Hiv, il famoso Velodromo d’Inverno della capitale francese, teatro di numerose competizioni ciclistiche di primo piano. Pierini gareggia nei “leggeri”, categoria in cui si schierano 22 atleti di 12 nazioni, ed il cui peso-limite è di 67 kg. La competizione, disputata il 22 luglio, prevede cinque prove: strappo ad un braccio, slancio ad un braccio, pressa militare (o distensione a due braccia), strappo a due braccia e slancio a due braccia. Pierini si difende, ma non va troppo bene: solleva nel complesso 392,5 kg e si piazza a metà classifica, 12° pari merito con l’altro italiano Bonetti. L’oro va al francese Decottignies con 440 kg, argento all’austriaco Zwerina con 427,5 kg e bronzo al ceco Durdis con 425 kg. Pierini ottiene il suo miglior risultato nella pressa, ancora a pari merito con lo stesso Bonetti, chiudendo terzo con 80 kg, a 5 kg dai vincitori, gli estoni Vanaaseme e Noormagi. Le altre prove però sono mediocri: solo 19 p.m. nello strappo ad un braccio, con 55 kg contro i 75 del leader Zwerina, l’austriaco che tra l’altro realizza il record del mondo. Quindi è 10° p.m. nello slancio (105 kg contro i 115 del vincitore, il francese Decottignies), 9° p.m. nello strappo (80 kg contro i 90 del ceco Durdis) e 13° nello slancio ad un braccio contro i 95 del primo, l’elvetico Bichsel. Prestazioni non certo esaltanti, ma interessanti in prospettiva, dicono i tecnici, per un talento che deve essere meglio allenato e coltivato. Tornato in Egitto, si dedica ancora ai pesi con un certo successo, vincendo diverse gare. In Italia praticamente non gareggia più, ma i suoi risultati in termini assoluti non sono da trascurare e per questo quando si deve allestire la squadra per Amsterdam, il suo nome viene ripescato ed il CT Talliani lo inserisce nella lista per i Giochi. Come tutti gli altri azzurri, Pierini rifinisce la preparazione nel ritiro collegiale di Viggiù, all’Albergo d’Italia, dove comunque si conferma: c’è moderata fiducia, anche se nessuno si nasconde le difficoltà.

Le gare olimpiche si svolgono al Krachtsportgebouw, una sorta di palazzetto degli sport di potenza, situato a lato dell’Olympisch Stadion, verso est. Pierini gareggia nei “leggeri” cui prendono parte 18 atleti di 12 nazioni ed il cui peso-limite è 67,5 kg. La gara si svolge il 28 e 29 luglio e prevede tre sollevamenti: pressa militare, strappo e slancio. Pierini parte alla grande e nella pressa militare guadagna il primo posto, a pari merito col tedesco Helbig ed il francese Meese, sollevando 90 kg. Tutto si complica con lo strappo dove Pierini ottiene 82,5 kg contro i 102,5 del primo, l’austriaco Haas, con Helbig secondo a 97,5. Pierini scende al sesto posto della generale, a 10 kg dal bronzo. Non tutto sarebbe perduto, ma Pierini fa ancora peggio nello slancio, alzando “solo” 110 kg e chiudendo al 10° posto mentre gli scatenati Haas e Helbig realizzano il record del mondo con 135 kg. Fatti i conti, l’oro va, a pari merito, agli stessi Haas e Helbig con 322,5 kg totali; bronzo al francese Arnoult con 302,5. Pierini è lontano e termina 8°, con 282,5 kg. Un risultato sufficiente dopo una partenza brillante che aveva fatto sperare in qualcosa di meglio. Poi sparisce di scena, rientra in Egitto e per un po’ non si parla di lui. Però si mantiene in forma e si trova in una contingenza favorevole perchè la pesistica egiziana sta vivendo un momento di grande fulgore per merito ed opera di Ubaldo Bianchi, ex campione e grande tecnico che porta ai massimi livelli internazionali diversi esponenti cresciuti tecnicamente e stilisticamente sotto la sua guida ad Il Cairo e dintorni. A Pierini, sollecitato più volte dallo stesso Bianchi, torna la voglia e, in vista dei Giochi di Los Angeles, alla fine del 1931 si rimette di buona lena ad allenarsi seriamente. I risultati si vedono presto: il 28 aprile 1932 nei campionati egiziani Pierini è battuto da Anwar, ma dalla vittoria lo separa solo mezzo chilo visto che lui alza 315 contro i 315,5 del rivale. Il totale sollevato è importante a livello assoluto ed i tecnici italiani lo riprendono in considerazione per una maglia azzurra ai Giochi. Rientra in Italia a fine maggio e viene subito messo alla prova dal CT Merlin che ne ammira stile e potenzialità. Convocato per il collegiale preolimpico che si svolge a Roma (Stadio PNF) tra l’8 ed il 30 giugno, Pierini si conferma una volta di più, offrendo piene garanzie di forma e tenuta. Viene dunque inserito nella lista azzurra per Los Angeles: per lui è la terza edizione dei Giochi. Dunque si va in America. Dapprima, il 1° luglio, tutti gli azzurri sono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”.

Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. Vengono pure ricavate pedane di fortuna dove i pesisti possono compiere alzate anche importanti. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Qui iniziano gli allenamenti di rifinitura dove Pierini pare in buone condizioni ed aumenta la fiducia per un bel risultato. Le gare olimpiche di sollevamento pesi si tengono al Grand Olympic Auditorium, non lontano dal centro di Los Angeles, nella zona sud-ovest della città. Alla gara dei “leggeri”, peso-limite 67,5 kg, che si svolge il 30 luglio, partecipano solo sei atleti di 4 nazioni: la medaglia non sembra impossibile. Si gareggia su tre prove: pressa militare, strappo e slancio. La pressa sembra già lanciare sul podio Pierini che, con 92,5 kg, chiude secondo, distanziato 5 kg dal francese Duverger. Lo strappo gli complica però le cose: con 90 kg termina quarto p.m., superato anche dall’altro azzurro Gabetti (95), ma soprattutto dall’austriaco Haas (100) e l’irraggiungibile Duverger (102,5). Tutto si decide nello slancio dove, con 125 kg, Duverger e Haas sono i migliori, ma Gabetti e Pierini, con 120, sono vicini. Fatti i conti ed assegnato l’oro meritatamente a Duverger, con un totale di 325 kg, il secondo posto va ad Haas (307,5) il quale per 5kg precede Pierini che, con 302,5, ottiene un bel bronzo davanti a Gabetti (300). Per Pierini dunque un ottimo risultato, corroborato da una medaglia che lo ripaga di tante amarezze e delusioni precedenti, una sorta di premio alla carriera. Al rientro in Italia, è difficile smaltire la sbornia olimpica tra feste, ricevimenti e premiazioni varie (Duce e principe Umberto compresi). Pierini comunque torna in Egitto dove continua ad allenarsi anche se mancano notizie di suoi risultati eclatanti. Come una cometa che si ripresenta ciclicamente nei cieli terrestri, Pierini, incredibilmente, torna in auge ad inizio 1936 quando, dopo aver dato sufficienti garanzie, viene richiamato in Italia “sulla fiducia” e convocato dal CT Merlin per il ritiro preolimpico, organizzato ad Impruneta, sulle colline fiorentine.

Pierini arriva ai primi di luglio e sembra già in buone condizioni. Si allena con intensità, ottiene buone alzate ed alla fine la maglia azzurra è di nuovo sua, anche perchè in Italia, evidentemente, non c’è niente di meglio. Si parte per Berlino, in treno, il 27 luglio da Verona: Pierini ottiene così la quarta partecipazione ai Giochi[1], per un invidiabile record di longevità agonistica. Le gare olimpiche di sollevamento pesi si disputano nella “Deutschlandhalle”, grande Palazzo dello Sport, situato alla periferia sud-occidentale di Berlino. Pierini gareggia nei “leggeri” il cui limite di peso è 67,5kg. La prova si svolge il 2 agosto e vi partecipano 16 atleti di 12 nazioni. Pierini non inizia male: nella pressa militare chiude 4° a pari merito, alzando 95kg contro i 105 del primo, l’austriaco Fein. Tutto si complica, è per lui non è la prima volta, nello strappo dove termina solo 11° p.m. con 90kg contro i 105 dell’egiziano Mousbah. La musica non cambia nello slancio: Mousbah ancora primo con 145kg e Pierini 10°p.m. con 115kg. Troppo poco. L’oro va, a pari merito, a Mousbah e Fein, con 342,5kg mentre il bronzo è del tedesco Jansen con 327,5kg. Pierini chiude 10° con 300kg: a 27,5 kg di distanza dal podio, la sua prova è dignitosa ma nulla più anche se non si devono dimenticare i suoi 37 anni scarsi. La sua rimane comunque una buona carriera, sia pure alquanto anomala, illuminata da un bronzo olimpico che non è certo poco. Dopo i Giochi, rientra in Egitto dove in pratica termina la sua attività agonistica senza ottenere ulteriori risultati di alto livello. Continua a lavorare alla compagnia del gas sino alla Seconda Guerra Mondiale quando, come civile italiano e dunque di un paese nemico, è catturato dagli Inglesi ed internato nel campo-profughi di El-Fayid. Liberato diversi mesi dopo la fine del conflitto, nel 1957 emigra poi in Brasile dove muore a 67 anni di età.

pierini grande


[1] Tra le due guerre del XX secolo solo altri tre atleti ottengono lo stesso primato: l’ostacolista Facelli, il lottatore Donati e l’altro pesista Galimberti