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PEZZANA Alfredo

Castelrosso di Chivasso (TO) 31.03.1893 / Torino 07.05.1986

1936. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Spada a squadre

pezzana grandeDi tipico stampo sabaudo, intraprende la carriera militare quando viene chiamato alle armi nel gennaio 1915, poco prima dell’entrata in guerra del nostro paese nella Prima Guerra Mondiale. Ufficiale di fanteria, mancino, impara l’arte schermistica delle tre armi alla scuola militare. Il conflitto bellico non gli permette di esporsi agonisticamente e sale in pedana in maniera ufficiale solo intorno ai 30 anni di età, nei primi anni Venti. Rispetto a molti altri schermidori, dunque, giunge tardi a cimentarsi seriamente con gli altri. Migliora costantemente la sua tecnica grazie anche agli insegnamenti del maestro vercellese Francesco “Cecco” Visconti che lo segue attentamente. Pezzana ama soprattutto la sciabola, ma si fa comunque valere anche con fioretto e spada. Proprio con quest’ultima ottiene i suoi primi risultati significativi nel 1923, nelle varie prove che si disputano a Milano per la “Spada Ostali”: consegue qualche bel piazzamento ma sempre intorno al 5°-6° posto. Insiste, con grande passione e vigore anche se non sono pochi gli avversari in apparenza più forti di lui. Non stupisca che a 30 anni suonati Pezzana sia ancora in pedana, nonostante non primeggi: in quel tempo è abbastanza normale trovare schermidori anche quarantenni di alto livello (vedi i casi Olivier e Bertinetti). Oltre tutto Pezzana continua a cogliere risultati incoraggianti. Nel 1924 non riesce a qualificarsi per i Giochi, ma il 6 giugno chiude al sesto posto il torneo di Cremona nella sciabola, vinto dal grande Puliti. Coglie il primo successo importante il 15 settembre quando vince nel fioretto a Casale Monferrato dove finisce 4° nella sciabola, arma con cui si impone a Vercelli il 1° novembre, battendo l’emergente Pignotti. Nella stessa manifestazione chiude ottavo con la spada dove primeggia il sorprendente Albano. Tra l’altro a Vercelli Pezzana è di stanza come militare, capitano del 57° Fanteria. Se Pezzana fosse un giovane, si direbbe di lui che è una “promessa”: non è certo, per il momento, un campione ma un buon schermidore sì. Non appare dunque un caso l’ottimo terzo posto conseguito il 16 aprile 1925 nel torneo di sciabola a Tripoli, superato soltanto da due ori olimpici come Anselmi e Bertinetti. Grazie anche a questo risultato, il 27 settembre Pezzana è invitato al torneo di spada che si tiene nella lussuosa villa del marchese Rivarola a Viganò: vince Marrazzi e Pezzana chiude al quinto posto, confermandosi comunque nell’èlite dei nostri schermidori tra i quali inizia ad essere apprezzato.

A dicembre è grande protagonista del campionato piemontese, a Torino: giunge secondo nelle tre armi, sempre superato dal grande Bertinetti. Pezzana appare ormai una sicurezza. Si conferma difatti ai tricolori di Ancona, nei primi giorni di gennaio del 1926: terzo nella sciabola (alle spalle di Sarrocchi e De Vecchi), 4° nel fioretto (sopravanzato da Guaragna, Pignotti e Boni) e 4° nella spada (dietro Minoli, Anselmi e Bini). Piazzamenti che gli fanno guadagnare l’apposito trofeo destinato allo schermidore che, in base alla classifica a punti, s’è dimostrato il migliore nelle tre armi. A 33 anni ha completato la sua crescita tecnica. Si conferma ai primi di giugno nel “Trofeo del Littorio” a Cremona: 4° nella spada (primo Minoli) e 7° nella sciabola (prevale il grande Puliti). Il 29 giugno a Roma, nella Scuola della Farnesina, chiude al secondo posto i tricolori militari di spada, battuto dal sorprendente Negro. Nel 1927 rimane ad alti livelli. Il 12 e 13 gennaio è buon protagonista del “Trofeo Città di Napoli”, disputato nella Sala Maddaloni: si piazza terzo nella spada, sopravanzato da Ragno ed Anselmi, e quinto nella sciabola appannaggio di Bini. Il 7 marzo al Casinò di Alassio, in un’esibizione con la spada, supera 10-7 Enrico Minoli. In un’altra esibizione, ma a Vercelli, l’11 aprile è battuto 10-6 da Canova. Alla fine di aprile è grande nel campionato piemontese che si tiene a Biella nella palestra Micca: vince fioretto e sciabola mentre nella spada è battuto dal solo Bertinetti. Il 1° giugno è nella Nazionale che vince gli Europei Militari di spada a L’Aja[1]; gli avversari più ostici si rivelano Francia e Paesi Bassi, superate 9-6 entrambe ed alla fine nell’ordine sul podio. L’olandese De Jong si “vendica” nella prova individuale, con Pezzana buon quinto. Quattro giorni dopo, i nostri, con la stessa formazione, conquistano il bronzo nella gara a squadre di sciabola, sopravanzati da Ungheria e Paesi Bassi.

Pezzana poi termina ottavo il torneo individuale vinto dal magiaro Terzianski. Tra il 17 ed il 21 agosto è grande protagonista ai tricolori di Como: chiude al terzo posto sia nella sciabola (vinta da Sarrocchi) che nella spada, in quest’ultimo caso dopo un emozionante spareggio con Riccardi (che vince) e Ragno. Il 21 dicembre è a Parigi dove, nella Sala Wagram, quasi in un anticipo di Giochi, la Francia batte i nostri 20-16. Pezzana non brilla: vince due incontri, ma ne perde quattro. Altrettanto accade il 17 gennaio 1928 nella preolimpica di spada che si tiene a Milano nella “Società del Giardino”: 1-3 il suo score. Il 28 febbraio Pezzana è invece tra i migliori nella preolimpica di spada disputata a Vercelli: 5-1 il suo score. Il 19 marzo è a Nizza, per un importante torneo internazionale di spada aperto anche ai maestri: vince difatti Nedo Nadi e Pezzana chiude ottavo. Il 6 maggio si aggiudica il campionato piemontese sia nella spada che nella sciabola. Sette giorni dopo, a Venezia, chiude al quinto posto i tricolori di spada vinti da Riccardi. Il 23 giugno a Cremona, nell’ultima e decisiva preolimpica, chiude sesto: non convince la Commissione Tecnica e non viene selezionato per i Giochi. Forse però meritava la convocazione. Appartenente alla MVSN, tra la fine di maggio ed i primi di giugno 1929 partecipa agli Europei riservati ai militari dove si comporta egregiamente: vince il fioretto e la spada a squadre, chiude secondo la spada individuale (vinta dal francese Fristeau) e la sciabola a squadre (primeggia l’Ungheria). Si disimpegna bene anche ai tricolori di Abbazia: il 24 maggio termina 4° nella sciabola mentre due giorni prima è finito sesto nella spada. Le due prove sono vinte rispettivamente dagli olimpionici Anselmi e Riccardi. Va bene anche il 28 luglio nel prestigioso torneo di sciabola ad Ostenda, in Belgio, dove chiude secondo, alle spalle di Marzi. Sì, a posteriori un posticino ai Giochi lo avrebbe meritato. Si rivede il 16 febbraio 1930 quando termina al terzo posto il torneo di spada a St. Moritz, preceduto da Riccardi e Cattiau. Il 23 marzo è a Montecarlo per la “Coppa Gautier” di spada a squadre contro la Francia. I nostri si impongono di misura, 31-30 dopo un grande duello[2]. Due mesi dopo, il 27 maggio, è a Liegi per gli Europei, inserito nella compagine azzurra della spada a squadre: i nostri battono 9-7 la Francia e sembra fatta, ma subiscono una netta sconfitta col Belgio e chiudono secondi[3], attirandosi le critiche della stampa. Argento anche nella sciabola a squadre, coi nostri sconfitti 7-9 dagli ungheresi nel match decisivo, dopo aver agevolmente superato Polonia e Francia[4]. Il 15 luglio Pezzana vince l’oro agli Europei militari di Ostenda nella spada a squadre[5]. Il 5 ottobre a Vercelli, in un’esibizione, con la spada supera Bertolaia 10-6. Si rivede Il 10 febbraio 1931 quando in un’altra esibizione con la spada, ma a Casale, perde 10-9 col maestro Alaimo.

Non gareggia molto, disertando i tricolori. Il 7 gennaio 1932, a Vercelli, con la spada viene battuto 17-15 da Agostoni in un’esibizione.  Pezzana fa un pensierino ai Giochi. Non esistono vere e proprie selezioni, ma vari ritiri collegiali dove il CT Nedo Nadi osserva gli schermidori, misurandoli in prima persona con vari assalti e valutandoli anche attraverso innumerevoli scontri diretti. Pezzana rimane per mesi a Milano dove, sotto la guida del maestro Mangiarotti e la supervisione di Nadi, affina la sua tecnica. Ai primi di febbraio il CT comunica la lista azzurra dove figura anche Pezzana che a 35 anni ha finalmente l’opportunità di esordire ai Giochi. Ma la sfortuna è in agguato: un brutto infortunio in allenamento lo costringe al forfait. La delusione è immensa e Pezzana fatica a rimettersi in sesto: riappare in pedana solo il 27 giugno 1933 in un’esibizione a Vercelli. Il 14 novembre 1934 Pezzana vince il tricolore di spada riservato agli ufficiali dell’Esercito, disputato alla Farnesina di Roma: supera l’oro olimpico Bertinetti. Nella sciabola invece chiude secondo, battuto solo da De Martino. Nel 1935 sparisce di scena, ma nel 1936 si ripresenta baldanzoso, sollecitato dai Giochi. La sua, a 39 anni di età, sembra una mission impossible, ma stupisce ai tricolori di spada, disputati alla “Patriottica” meneghina: chiude buon quarto (vince D. Mangiarotti) e Nedo Nadi, potente Presidente della Federazione che cura personalmente la spedizione a Berlino, ha parole di elogio per lui. Lo stesso Nadi però, ancora indeciso, chiede ad alcuni spadisti di svolgere un ulteriore girone suppletivo, effettuato a Milano il 18 giugno: Pezzana è battuto solo da Giorgio Rastelli. Si guadagna così la convocazione per il tradizionale ritiro collegiale preolimpico, svoltosi a Pontepetri, alla “Pensione Paradiso”, sulle colline pistoiesi, per l’intero mese di luglio, sotto la guida dello stesso Nedo Nadi che alla fine, memore anche forse del passato, si convince ed inserisce Pezzana nella lista azzurra definitiva. Si parte per Berlino, in treno, il 27 luglio da Verona. Pezzana gareggia nella spada a squadre che si tiene per i primi turni al “Tennisplatze”, l’arena del tennis all’aperto, e poi alla “Haus des Sports”, un grande palazzo dello sport. Al torneo partecipano 21 nazioni. Il 7 agosto i nostri vincono 8-2 con gli ungheresi: in pedana vanno Cornaggia-Medici, Ragno, Mangiarotti e Pezzana che vince due incontri (Bay e Szekelyhidy) e ne pareggia uno (Bezegh-Huszagh). I due punti magiari sono conquistati da Dunay contro Mangiarotti e Ragno. Poichè l’Ungheria è battuta (8-7) anche dalla Cecoslovacchia e passano al turno successivo le prime due compagini, non si disputa l’incontro tra cechi ed azzurri, divenuto inutile.

Nei quarti affrontiamo la Cecoslovacchia che si rivela altro avversario abbordabile: vinciamo 8-3. In pedana troviamo Riccardi, Brusati, Mangiarotti e Pezzana che viene sconfitto da Rais ma vince con Kirchmann e Bergmann. Con Riccardi (1-1) e Brusati (2-2) un po’ appannati, ci pensa Mangiarotti (3-0) a risolvere la questione. Poichè anche gli USA superano i cechi (10-6) e passano al turno successivo le prime due compagini, non si disputa l’incontro tra americani ed azzurri, divenuto inutile. L’8 agosto si va dunque in semifinale e Pezzana è confermato titolare contro il Portogallo, superato agevolmente 8-2. Con lui troviamo Mangiarotti, Ragno e Brusati. I primi due cedono un punto a Da Silveira mentre Brusati è grande (3-0) al pari di un ottimo Pezzana che supera De Menezes, Carinhas e Sassetti. Poi si siede in panchina. Gli USA sono sconfitti 12-4, con tutti gli assalti che terminano 3-1: in pedana vanno l’inamovibile Mangiarotti, Riccardi, Cornaggia e Brusati. Si entra dunque a vele spiegate in finale, disputata poche ore dopo. Contro la Svezia vinciamo 10-5, con la Francia 9-5 e la formazione è la stessa: Mangiarotti, Cornaggia-Medici, Ragno e Riccardi che con l’abbordabile Germania è sostituito proprio da Pezzana il quale vince con Uhlmann e pareggia con Lerdon. Con Cornaggia-Medici in gran spolvero (3-0), un positivo Ragno (2-1) ed il sempre valido Mangiarotti (1 vittoria e due pareggi), dominiamo 7-1. Il trionfo dei nostri è netto ed indiscutibile: sette successi con ampio margine, per un dominio incontrastato che sorprende pure molti osservatori. Per gli azzurri un grandissimo oro davanti a Svezia e Francia. Per Pezzana un bel torneo in cui ha disputato quattro gare, spesso brillando e chiudendo con uno score di tutto rispetto, 8-1, per un bellissimo oro che, a 43 anni, corona brillantemente la sua carriera, ripagandolo di tanti sacrifici. Ovviamente questo successo rappresenta il culmine dell’attività di Pezzana e pure il canto del cigno. Difatti non coglie più altre vittorie eclatanti. Schermidore completo quanto anomalo, perchè giunto tardi ai vertici, ha comunque il grande merito di non aver mai mollato, ottenendo alla fine il massimo alloro olimpico, giustamente e meritatamente.


[1] Con lui Anselmi, Moricca, Cuccia, Bertinetti, Capone, Gotti e Rosichelli

[2] Con lui gareggiano Cornaggia-Medici, Terlizzi, Riccardi, Minoli, Basletta e Ragno

[3] Con lui gareggiano Cornaggia-Medici, Riccardi, Agostoni, Minoli e Ragno

[4] Con Pezzana gareggiano Marzi, Gaudini, De Vecchi, Salafia ed Anselmi

[5] Con lui gareggiano Cuccia, Bertinetti, Pasta e Rosichelli