PETRONIO Renato
-
Pirano 05.02.1891 / Portogruaro (VE) 09.04.1976
1928. Canottaggio. MEDAGLIA D’ORO quattro con (timoniere)
1936. Canottaggio. Eliminato Semifinale quattro con (timoniere)
Nato in territorio allora appartenente all’Impero austro-ungarico, ma che poi diverrà italiano dopo gli sconvolgimenti geopolitici susseguiti alla Prima Guerra Mondiale. Petronio è il vero e proprio deus-ex-machina nonchè factotum della “Pullino” che fonda, assieme ad altri appassionati, il 10 settembre 1925. Il nome viene scelto in onore del martire Nazario Sauro: si riferisce difatti al sommergibile in cui era imbarcato durante la Prima Guerra Mondiale. Petronio è il Presidente del sodalizio e, al fine di seguire meglio i suoi ragazzi, si arroga il ruolo di timoniere che in genere spetta ad adolescenti, giovani e persone più leggere di peso. Nella vita borghese Petronio ricopre un ruolo importante, direttore dell’azienda del gas ad Isola, ma ha tempo ed energie per dedicarsi anima e corpo alla costruzione di un sogno a remi. Petronio difatti è un visionario, un uomo che non solo ama le sfide ma anela le imprese impossibili. La sua meta è rappresentata dalla gloria sportiva che, ovviamente, può essere ottenuta solo ai Giochi. Dunque tenta di plasmare i suoi allievi in modo da portarli al massimo delle loro potenzialità. Con la sorpresa di molti addetti ai lavori, vi riesce. I primi cimenti a livello nazionale della “Pullino” si sviluppano nel 1926. Il 12 settembre Petronio è sulla “yole di mare a 4” che vince a Trieste, con un grande sprint negli ultimi metri. Con lui Stradi, Vittori, Deste e Delise. L’ascesa è imperiosa. L’anno seguente ai tricolori di Como di metà agosto, Petronio si laurea campione italiano nella “jole di mare a 4” come timoniere. Con lui Stradi, Vittori, Deste e Perentin che diventa l’uomo di punta della compagine, il capovoga. Nel 1928 arriva un nuovo armo, battezzato “Armando Diaz” col solito slancio patriottico, e Stradi viene sostituito da Delise, un altro giovane virgulto istriano pieno di forza e carattere. La “Pullino” ha una grande chance e non la spreca. Il 29 aprile nella prima preolimpica, a Trieste, vince nel “4 con”. La stessa squadra il 7 luglio si aggiudica il tricolore a Pallanza, superando di misura la “Argus” di S. Margherita. Col successo la “Pullino” guadagna anche la selezione azzurra per i Giochi. Petronio è al settimo cielo. Il ritiro collegiale preolimpico di rifinitura si svolge nella stessa Pallanza sotto la guida degli ex campioni Scipione Del Giudice e Gaetano Caccavallo. Le premesse sono buone, gli istriani paiono in forma anche se nessuno si nasconde le difficoltà. Le gare olimpiche di canottaggio si svolgono nel Ringvaart, un canale a Stolen, sobborgo a sud-ovest del centro di Amsterdam. Il canale non è molto ampio e si devono confrontare non più di due equipaggi alla volta: dunque i turni sono numerosi ed il torneo diventa macchinoso.
Petronio gareggia nel “4 con” cui prendono parte 11 nazioni. Il 3 agosto nel primo turno gli azzurri vogano...da soli dato che, per sorteggio, non hanno avversari ma, per regolamento, devono comunque giungere al traguardo: vi riescono, senza ovviamente dannarsi l’anima, in una regata utile come ultimo allenamento e “prova generale”. Il giorno seguente l’avversario c’è, ma è come se non esistesse visto che la Germania, rappresentata dai berlinesi della “Sturmvogel”, viene lasciata addirittura a 50”, dopo un’esaltante gara tutta di testa. Il 7 agosto, per una stranezza del regolamento, nei quarti di finale i nostri si ritrovano a fianco gli stessi tedeschi, vincitori del repechage ovvero i recuperi: il risultato non cambia anche se stavolta la Germania si difende meglio, terminando ad 8” di distacco. L’8 agosto ecco la semifinale contro la Svizzera: chi perde, per un’altra stranezza del torneo, incontrerà la Polonia per stabilire l’altra finalista. Vince l’Italia, con 3” di margine e ciò vuol dire un grande risparmio di energie. Il 9 agosto difatti si disputa l’altra “semifinale” tra Svizzera e Polonia: sono proprio gli elvetici a prevalere cosicchè il 10 agosto in finale gli azzurri ritrovano i rappresentanti della Confederazione. Ma gli svizzeri, inevitabilmente, sono più stanchi ed i nostri si mostrano in grandissima forma: gli azzurri dominano, aggiudicandosi la prova con 16” di margine. Medaglia d’oro! Un trionfo grandioso, condito da distacchi spesso abissali, che acquista pure un fortissimo sapore propagandistico, per un’altra medaglia che giunge dalle “terre redente”. Petronio ha coronato il suo sogno chimerico: alla fine il visionario ha avuto ragione e gliene va dato merito. Giustamente, è il più festeggiato al rientro in patria. Il suo trionfo rimane nella storia dello sport italiano anche se oggi in pochi lo ricordano come dovrebbero anche perchè proveniente da una terra particolare, che non appartiene più all’Italia da 80 anni. La “Pullino” ovviamente insiste anche se il vulcanico Petronio cambia gli uomini dei vari armi. Il “4 con” d’oro viene momentaneamente smantellato: rimangono Deste e Petronio mentre entrano Felluga, Chicco e Dapase. Questa nuova formazione il 16 giugno si aggiudica la regata di Cremona, sul Po. I cinque olimpionici tornano insieme per i tricolori, disputati a Pallanza il 27 e 28 luglio: vincono il titolo dopo un serrato duello coi piacentini della “Vittorino”. Petronio è anche sull’otto della “Pullino” che viene bruciato dai livornesi. Il 17 e 18 agosto il “4 con” della “Pullino” si schiera agli Europei di Bydgoszcz: coglie un altro splendido oro, con 3” di margine sui coriacei danesi.
I cinque festeggiano questo successo a Trieste il 1° settembre quando, tra l’entusiasmo generale, vincono la regata sulla “Timavo” e poi forniscono l’ossatura decisiva per l’otto che pure primeggia. Nel 1930 Petronio deve fare i conti con la partenza di due elementi fondamentali come Deste (militare) e Delise (emigrato). Vengono rimpiazzati da Felluga e Chicco, con buoni risultati. Il “4 con” primeggia a Budapest, il 28 e 29 giugno, in importanti regate internazionali. I cinque si ripetono ai tricolori di Salò del 26 e 27 luglio quando guadagnano un altro titolo tricolore. Ciò consente loro di disputare gli Europei di Liegi dove il 17 agosto ottengono un buon argento, battuti dalla Danimarca. Chiudono l’annata in bellezza il 1° settembre quando vincono a Barcola, con Petronio che bissa anche nella “yole a 4 con”, assieme a Perentin, Vittori, Stradi e Palma. Nel 1931 il “4con” della “Pullino” diserta clamorosamente i tricolori: il 30 agosto comunque vince la regata di Trieste. Con Petronio figurano Perentin, Chicco, Vittori e Delise che ha ritrovato il suo posto. La “Pullino”, con questa formazione, affila le armi in vista dei Giochi: il 15 febbraio 1932, nella preolimpica di Viareggio, disputata in un canale del Lago di Massaciuccoli, gli istriani vincono il “4con” davanti ai napoletani dell’Italia e rilanciano le loro quotazioni. Si ripetono il 24 aprile nelle regate di Barcola, disputate peraltro con mare abbastanza mosso. Un mese dopo, il 22 maggio, vincono anche a Villa Olmo, Como, la regata preolimpica, sotto la grandine (!), con netto margine sull’Esperia di Torino. Il 5 giugno sul Lago di Albano si svolge l’ultima preolimpica e si disputa una sfida alquanto atipica tra il “4senza” dell’Aniene ed il “4con” della Pullino che, pur partendo con 14” di vantaggio, alla fine soccombe nettamente. Il risultato è che il “4 senza” va ai Giochi e gli istriani devono ancora faticare. Tutto si decide ai tricolori di Stresa, disputati il 26 giugno. La “Pullino” si trova a lottate punta-punta con i conterranei della “Libertas” di Capodistria. La sfida è incerta ed emozionante, ma negli ultimi 500 metri la “Pullino” cede, dapprima poco a poco, poi nettamente finchè si arrende. Ai Giochi va, non senza sorpresa, la “Libertas”. La “Pullino” comunque non molla: il 15 agosto a Pallanza vince la selezione per gli Europei, anche nell’otto dove è cooptato l’intero equipaggio del “quattro”. Tuttavia alla manifestazione continentale l’otto non viene inviato perchè il suo tempo non è ritenuto significativo a livello internazionale. Basta e avanza comunque il “4con” che a Belgrado guadagna uno strepitoso oro, superando per cinque secondi la Danimarca mentre terza arriva la Cecoslovacchia. Un successo che dà nuova linfa all’attività degli istriani. Il 25 settembre tutta Trieste è sulla riva del mare ad attendere la grande sfida tra “Pullino” e gli olimpionici della “Libertas”, ma l’attesa di stampa e tifosi va delusa. La “Libertas” non ingrana sin dalla partenza, perde terreno e addirittura abbandona tra la delusione generale. Per la “Pullino” è un’altra iniezione di fiducia che però fa aumentare il rammarico di non essere riusciti a qualificarsi per i Giochi.
I quattro (più uno) sono in gran forma: il 16 ottobre, invitati al “Trofeo Camps” a Barcellona, vincono nettamente davanti al CN Tarragona ed ai padroni di casa. Si rivedono solo il 2 luglio 1933 a Trieste per i campionati giuliani dove la “Libertas” si prende la rivincita e domina la regata del “4con”. La “Pullino” si consola col successo nell’otto dove il “4con” è trasferito in massa. Il duello però è infinito e si ripete ai tricolori di Napoli il 30 luglio quando U. Vittori sostituisce Delise: stavolta vince la “Pullino”, con 3” di margine. La marcia degli istriani non si interrompe: il 27 agosto vincono l’oro agli Europei di Budapest, con 4” sui magiari. Tra l’altro si tratta dell’unico successo azzurro nella manifestazione e la “Pullino” torna sugli scudi anche per la stampa. Il 3 settembre Petronio è sull’otto della “Pullino che a Trieste si aggiudica il “Campionato Adriatico”. I cinque si ripresentano baldanzosi ai tricolori di Castel Gandolfo del 1934, disputati il 23 luglio e dominano il campo, confermandosi i migliori interpreti del “4 con”. Non si fermano qui: il 12 agosto a Lucerna vincono l’oro europeo, con 4” di margine sulla Francia, e di nuovo si tratta dell’unico successo azzurro nella manifestazione. Sono ancora il nostro miglior armo in assoluto. Il 26 agosto festeggiano il titolo con una facile vittoria a Trieste, salutati dall’ovazione generale. L’anno seguente, inserito il “figliol prodigo” Deste al posto di Chicco, la “Pullino” rivince il titolo italiano, superando gli storici rivali della “Libertas” nella regata di Lecco il 6 agosto. Il 18 agosto i cinque sono a Berlino dove nelle acque di Grunau, le stesse previste per i Giochi dell’anno seguente, si svolgono gli Europei: la “Pullino” è poco brillante, ma guadagna comunque il bronzo, alle spalle di Germania e Francia. Nel 1936 gli istriani sono ovviamente molto attesi in vista dei Giochi. Non deludono: il 7 giugno dominano la prima preolimpica, disputata all’Idroscalo di Milano. Si ripetono il 19 luglio, nella selezione decisiva di Pallanza, con 4” di margine sui napoletani dell’Ilva: tornano dunque ai Giochi. Dopo un breve collegiale di rifinitura nella stessa Pallanza, si parte per Berlino, in treno, il 27 luglio da Verona. Le prove olimpiche di canottaggio si svolgono sul campo di regata di Grunau, sul fiume Dahme, nella periferia sud-orientale di Berlino. Nel “4 con” partecipano 16 nazioni. L’11 agosto, nel primo turno, gli azzurri chiudono secondi, a 8’3 di distacco dai vincitori elvetici. Riescono a superare Ungheria, Uruguay e Belgio, ma non basta dato che solo i primi classificati accedono direttamente alla finale. Due giorni dopo, il 13 agosto, dunque i cinque gareggiano nei “recuperi” che poi rappresentano una sorta di semifinale. I nostri però si trovano in difficoltà e chiudono terzi, battuti da Ungheria e Polonia che li distanzia di 3”2: riescono a superare solo la Jugoslavia. Troppo poco, sono eliminati. L’oro va alla Germania, argento a Svizzera e bronzo a Francia. Per i nostri una prova poco brillante che chiude definitivamente il ciclo, peraltro esaltante, della “Pullino”. In effetti gli istriani non vincono più, ma Petronio sì. Forte della sua grande esperienza tecnica, cerca un altro miracolo che però non gli riesce: passa all’Intra, allestendo un altro bel “4 con” che si aggiudica il titolo italiano nel 1938[1]. Continua a svolgere il doppio incarico di timoniere ed allenatore, anche federale, pure in tempo di guerra, ma non ottiene più vittorie rilevanti. Partito dal nulla e con un sogno nel cuore, Petronio ha realizzato veramente un capolavoro sportivo, rimanendo nella storia del nostro canottaggio.
Il “4 con” della Pullino, con Petronio timoniere (primo a destra)
[1] I quattro vogatori sono Milani,Bruni, Realini e Costantini