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PERENTIN Valerio

Isola d’Istria 12.07.1909 / Napoli 07.01.1998

1928. Canottaggio. MEDAGLIA D’ORO quattro con

1936. Canottaggio. Eliminato Semifinale quattro con

Nato in territorio allora appartenente all’Impero Austro-Ungarico, poi passato all’Italia a seguito degli sconvolgimenti geopolitici post-Prima Guerra Mondiale. Gli istriani dopo il conflitto sono italiani a tutti gli effetti. Di mestiere contadino, produce un buon vino anche se è astemio. Si tessera per la “Pullino” sin dalla sua fondazione nel 1925. Il deus-ex-machina della società è Renato Petronio, un vero vulcano di energia e passione, che plasma i suoi uomini, cercando di assemblarli sui vari armi nel migliore dei modi. Petronio ha grande fiducia in Perentin al punto che lo pone come capovoga di numerosi equipaggi. Oltre tutto le visite mediche di controllo accertano come Perentin abbia un vero “cuore d’atleta”, con frequenza cardiaca a riposo intorno ai 40 battiti: perfetto per lo sport. Non a caso già nel 1927, a soli 18 anni, a Como vince il titolo italiano nella “yole di mare a 4”[1] juniores, diventando un perno insostituibile della compagine. Alla fine, in vista dei Giochi di Amsterdam, Petronio crea la compagine dei suoi sogni: accanto a Perentin, sul “4 con” battezzato “Armando Diaz”, troviamo Delise, Vittori e Deste. Petronio mantiene per lui il ruolo di timoniere anche se in genere quel posto è ricoperto da ragazzini e, soprattutto, da persone più leggere. La squadra comunque è forte: il 29 aprile 1928, nella prima preolimpica a Trieste, domina il campo. I cinque si ripetono il 7 luglio a Pallanza nei tricolori, superando di misura i favoriti della “Argus” di S. Margherita. Col successo, un po’ a sorpresa ma pienamente meritato, la “Pullino” guadagna anche la selezione azzurra per i Giochi. Il ritiro collegiale preolimpico di rifinitura si svolge nella stessa Pallanza sotto la guida degli ex campioni Scipione del Giudice e Gaetano Caccavallo. Le premesse sono buone, gli istriani paiono in forma anche se nessuno si nasconde le difficoltà. Le gare olimpiche di canottaggio si svolgono nel Ringvaart, un canale a Stolen, sobborgo a sud-ovest del centro di Amsterdam. Il canale non è molto ampio e si devono confrontare non più di due equipaggi alla volta: dunque i turni sono numerosi ed il torneo diventa macchinoso. Perentin gareggia nel “4 con” cui prendono parte 11 nazioni. Il 3 agosto nel primo turno gli azzurri vogano...da soli dato che, per sorteggio, non hanno avversari ma, per regolamento, devono comunque giungere al traguardo: vi riescono, senza ovviamente dannarsi l’anima, in una regata utile come ultimo allenamento e “prova generale”. Il giorno seguente l’avversario c’è, ma è come se non esistesse visto che la Germania viene lasciata addirittura a 50”, dopo un’esaltante gara tutta di testa. Il 7 agosto, per una stranezza del regolamento, nei quarti di finale i nostri si ritrovano a fianco gli stessi tedeschi, vincitori del repechage ovvero i recuperi: il risultato non cambia anche se stavolta la Germania si difende meglio, terminando ad 8” di distacco.

L’8 agosto ecco la semifinale contro la Svizzera: chi perde, per un’altra stranezza del torneo, incontrerà la Polonia per stabilire l’altra finalista. Vince l’Italia, con 3” di margine e ciò vuol dire un grande risparmio di energie. Il 9 agosto difatti si disputa l’altra “semifinale” tra Svizzera e Polonia: sono proprio gli elvetici a prevalere cosicchè il 10 agosto in finale gli azzurri ritrovano i rappresentanti della Confederazione. Ma gli svizzeri, inevitabilmente, sono più stanchi ed i nostri si mostrano in grandissima forma: gli azzurri dominano, aggiudicandosi la prova con 16” di margine. Medaglia d’oro! Un trionfo grandioso, condito da distacchi spesso abissali, che acquista pure un fortissimo sapore propagandistico, per un’altra medaglia che giunge dalle “terre redente”. I cinque si rivedono alla grande l’anno seguente: il 27 e 28 luglio 1929 conquistano a Pallanza il titolo tricolore, superando gli altri olimpionici della “Vittorino” di Piacenza. Perentin è anche sull’otto della “Pullino” che viene bruciato dai livornesi. Il 17 e 18 agosto il “4 con” della “Pullino” si schiera agli Europei di Bydgoszcz: coglie un altro splendido oro, con 3” di margine sui coriacei danesi. I cinque festeggiano questo successo a Trieste il 1° settembre quando, tra l’entusiasmo generale, vincono la regata sulla “Timavo” e poi forniscono l’ossatura decisiva per l’otto che pure primeggia. La “Pullino” insiste nel 1930 anche se perde due pedine importanti come Deste (partito militare) e Delise (emigrato). Perentin rimane elemento fondamentale del “4 con” che, con Felluga e Chicco “new entry”, il 28 e 29 giugno primeggia a Budapest, in importanti regate internazionali. I cinque si ripetono ai tricolori di Salò del 26 e 27 luglio quando guadagnano un altro titolo italiano. Ciò consente loro di disputare gli Europei di Liegi dove il 17 agosto ottengono un buon argento, battuti dalla Danimarca. Chiudono l’annata in bellezza il 1° settembre quando vincono a Barcola. Perentin inoltre si impone anche nella “yole a 4 con” assieme a Vittori, Stradi, Palma e l’onnipresente Petronio. Nel 1931 Delise rientra e ritrova il suo posto nel “4con” che però, stranamente, diserta i tricolori: il 30 agosto comunque vince a Trieste. Facendo a meno di Petronio, l’11 ottobre gli istriani vincono il “4 senza” nella prima regata remiera mai disputata all’Idroscalo di Milano. La “Pullino” affila le armi in vista dei Giochi e Petronio si riprende il posto di timoniere: il 15 febbraio 1932, nella preolimpica di Viareggio, disputata in un canale del Lago di Massaciuccoli, gli istriani vincono il “4con” davanti ai napoletani dell’Italia e rilanciano le loro quotazioni.

Si ripetono il 24 aprile nelle regate di Barcola, disputate peraltro con mare abbastanza mosso. Un mese dopo, il 22 maggio, vincono anche a Villa Olmo, Como, la regata preolimpica, sotto la grandine (!), con netto margine sull’Esperia di Torino. Il 5 giugno sul Lago di Albano si svolge l’ultima preolimpica e si disputa una sfida alquanto atipica tra il “4senza” dell’Aniene ed il “4con” della Pullino che, pur partendo con 14” di vantaggio, alla fine soccombe nettamente. Il risultato è che il “4 senza” va ai Giochi e gli istriani devono ancora faticare. Tutto si decide ai tricolori di Stresa, disputati il 26 giugno. La “Pullino” si trova a lottate punta-punta con i conterranei della “Libertas” di Capodistria. La sfida è incerta ed emozionante, ma negli ultimi 500 metri la “Pullino” cede, dapprima poco a poco, poi nettamente finchè si arrende. Ai Giochi va, non senza sorpresa, la “Libertas”. La “Pullino” comunque non molla: il 15 agosto a Pallanza vince la selezione per gli Europei, anche nell’otto dove è cooptato l’intero equipaggio del “quattro”. Tuttavia alla manifestazione continentale l’otto non viene inviato perchè il suo tempo non è ritenuto significativo a livello internazionale. Basta e avanza comunque il “4con” che a Belgrado guadagna uno strepitoso oro, superando per cinque secondi la Danimarca mentre terza arriva la Cecoslovacchia. Un successo che dà nuova linfa all’attività degli istriani. Il 25 settembre tutta Trieste è sulla riva del mare ad attendere la grande sfida tra “Pullino” e “Libertas”, ma l’attesa di stampa e tifosi va delusa. La “Libertas” non ingrana sin dalla partenza, perde terreno e addirittura abbandona tra la delusione generale. Per la “Pullino” è un’altra iniezione di fiducia che però fa aumentare il rammarico di non essere riusciti a qualificarsi per i Giochi. I quattro (più uno) sono in gran forma: il 16 ottobre, invitati al “Trofeo Camps” a Barcellona, vincono nettamente davanti al CN Tarragona ed ai padroni di casa. Si rivedono solo il 2 luglio 1933 a Trieste per i campionati giuliani dove la “Libertas” si prende la rivincita e domina la regata del “4con”. La “Pullino” si consola col successo nell’otto dove il “4con” è trasferito in massa. Il duello però è infinito e si ripete ai tricolori di Napoli il 30 luglio quando U. Vittori sostituisce Delise: stavolta vince la “Pullino”, con 3” di margine. La marcia degli istriani non si interrompe: il 27 agosto vincono l’oro agli Europei di Budapest, con 4” di margine sui magiari. Tra l’altro si tratta dell’unico successo azzurro nella manifestazione e la “Pullino” torna sugli scudi anche per la stampa. Il 3 settembre Perentin è sull’otto della “Pullino” che a Trieste si aggiudica il “Campionato Adriatico”.

I cinque si ripresentano baldanzosi ai tricolori di Castel Gandolfo del 1934, disputati il 23 luglio e dominano il campo, confermandosi i migliori interpreti del “4 con”. Non si fermano qui: il 12 agosto a Lucerna rivincono l’oro europeo, con 4” sulla Francia. Sono ancora il nostro miglior armo in assoluto. Il 26 agosto festeggiano il titolo con una facile vittoria a Trieste, salutati dall’ovazione generale. L’anno seguente, inserito il “figliol prodigo” Deste al posto di Chicco, la “Pullino” rivince il titolo italiano, superando gli storici rivali della “Libertas” nella regata di Lecco il 6 agosto. Il 18 agosto i cinque sono a Berlino dove nelle acque di Grunau, le stesse previste per i Giochi dell’anno seguente, si svolgono gli Europei: la “Pullino” è poco brillante, ma guadagna comunque il bronzo, alle spalle di Germania e Francia. Nel 1936 gli istriani sono ovviamente molto attesi in vista dei Giochi. Non deludono: il 7 giugno dominano la prima preolimpica, disputata all’Idroscalo di Milano. Si ripetono il 19 luglio, nella selezione decisiva di Pallanza, con 4” di margine sui napoletani dell’Ilva: tornano dunque ai Giochi dopo otto anni. Si parte, in treno, il 27 luglio da Verona. Le prove olimpiche di canottaggio si svolgono sul campo di regata di Grunau, sul fiume Dahme, nella periferia sud-orientale di Berlino. Nel “4 con” partecipano 16 nazioni. L’11 agosto, nel primo turno, gli azzurri chiudono secondi, a 8’3 di distacco dai vincitori elvetici. Riescono a superare Ungheria, Uruguay e Belgio, ma non basta dato che solo i primi classificati accedono direttamente alla finale. Due giorni dopo, il 13 agosto, dunque i cinque gareggiano nei “recuperi” che poi rappresentano una sorta di semifinale. I nostri però si trovano in difficoltà e chiudono terzi, battuti da Ungheria e Polonia che li distanzia di 3”2: riescono a superare solo la Jugoslavia. Troppo poco, sono eliminati. L’oro va alla Germania, ed argento a Svizzera e bronzo a Francia. Per i nostri una prova poco brillante che chiude definitivamente il ciclo, peraltro esaltante, della “Pullino”. In effetti Perentin non consegue ulteriori successi rilevanti. La guerra, come a tutti nelle terre istriane, gli crea più di un problema. Riesce poi a migrare, stabilendosi a Napoli dove allena a lungo la “Canottieri” ed il “Posillipo”.


[1] Con lui troviamo Deste, Stolfa, Dorigatti ed il timoniere Palese


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