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PELLICCIA Michele

New York (USA) 27.01.1910 / deceduto

1936. Pallacanestro. 7°

Detto Mike, figlio di genitori italiani emigrati in America, rientra a Napoli ancora giovane. Intorno ai vent’anni gioca a basket, sport già appreso a New York, nonostante non sia molto alto: detto “il piccolo Tarzan”, è svelto, agile, guizzante e sa illuminare il gioco. Una sorta di play-maker moderno ma che sa anche concludere. Si tessera per la “Pallacanestro Napoli”, meglio nota soltanto come Napoli. Non è una compagine di secondo piano: nel 1931 giunge seconda nel girone eliminatorio, alle spalle della Ginnastica Roma, l’unica che riesce a batterla[1]. Nel 1932 va ancora meglio: nel girone eliminatorio i napoletani si vendicano della Ginnastica Roma, battendola nello spareggio decisivo, a Formia il 22 maggio, per 15-9[2]. Nel girone finale però i partenopei si arrendono alla Triestina, che vince lo scudetto, riuscendo comunque a superare il Borletti e chiudendo dunque ad un ottimo secondo posto. Pelliccia è sempre stato tra i migliori in tutto il torneo. Nel 1933, clamorosamente, passa però al Vomero: nel girone eliminatorio ritrova la Ginnastica Roma che non perde una partita e si qualifica al turno successivo. Il Vomero chiude secondo, superando solo il Napoli, e viene eliminato. Il Campionato è vinto proprio dai romani. Nel 1934 Pelliccia torna alla Pallacanestro Napoli che finisce quarta nel girone eliminatorio e viene subito eliminata[3]. Lo scudetto va alla Triestina. 1935 e 1936 vedono Pelliccia ancora col Napoli, ma i risultati non sono brillanti ed i partenopei sono sempre eliminati al primo turno[4]. I tornei sono vinti da Ginnastica Roma e Borletti. Pelliccia comunque s’è rivelato ottimo giocatore anche se probabilmente non ha compagni all’altezza. Finito il Campionato 1936, ai primi di aprile si tiene a Roma il collegiale preolimpico, con una quarantina di cestisti, divisi in tre squadre a seconda della loro provenienza geografica. Si impone la compagine del centro-sud, con Pelliccia buon protagonista. Difatti gioca in Nazionale l’incontro di preparazione contro l’Ungheria, disputato a Padova il 3 maggio e vinto nettamente dai nostri 48-14, mettendo a segno ben 20 punti e risultando il cannoniere del match. Il CT della Nazionale è Guido Graziani, fondamentale figura di riferimento della pallacanestro italiana dei primordi che apprezza Pelliccia, “l’oriundo americano”, pur non considerandolo titolare. Dapprima vengono selezionati 20 giocatori, convocati il 19 giugno per il ritiro preolimpico a Riva del Garda. Si scende infine a 14 uomini tra i quali figura anche Pelliccia, comunque come riserva.

Si parte per Berlino il 27 luglio, in treno da Verona. Il torneo olimpico di pallacanestro si svolge dal 7 al 14 agosto nella “Tennisplatze” ovvero uno stadio del tennis, all’aperto, opportunamente attrezzato. Pelliccia è riserva e dunque non gioca nelle prime partite. Gli azzurri iniziano bene: il 7 agosto battono nettamente la Polonia 44-28. Due giorni dopo, altra schiacciante vittoria contro i padroni di casa della Germania, 58-16. L’Italia insiste e l’11 agosto supera anche il Cile che crea qualche difficoltà in più: i nostri si impongono 27-19. Si giunge così ai quarti di finale, il 12 agosto dove arriva il primo stop: il Messico supera gli azzurri, doppiandoli nel punteggio, 34-17. I nostri sono così relegati nel torneo di consolazione dove il CT Graziani dà spazio alle riserve e finalmente arriva anche il momento di Pelliccia. Il 13 agosto gli azzurri perdono 32-14 contro le Filippine. Dovrebbero perciò giocarsi il 7° posto col Perù che però dà forfait e quindi gli azzurri, senza giocare, chiudono proprio in settima posizione. L’oro va, ovviamente, agli USA che sconfiggono il Canada 19-8. Bronzo al sorprendente Messico che supera 26-12 la Polonia. Al quinto posto Filippine ed al sesto Uruguay. Tutto il mondo dunque rappresentato in quello che, con 21 nazioni al via, può essere definito il primo vero torneo di pallacanestro a livello mondiale e nel quale ha trovato un piccolo spazio anche Pelliccia che torna in Nazionale agli Europei del 1937, in Lettonia, dove gli azzurri guadagnano uno splendido argento, con molte recriminazioni visto che perdono la finale con la Lituania per un solo punto, 24-23. Pelliccia quindi si trasferisce alla Lazio che con lui compie un bel salto di qualità, giungendo sesta nel 1937-38 e settima nel 1938-39. Nel 1939 Pelliccia ritrova la Nazionale agli Europei in Lituania dove però i nostri finiscono al sesto posto, vincendo due partite e perdendone cinque. Vincono i padroni di casa. La guerra poi spezza tutto. Pelliccia rappresenta comunque un ottimo giocatore degli anni ’30, se vogliamo il primo “oriundo italo-americano” del nostro basket, capace comunque di collezionare 15 presenze in Nazionale, con 24 punti. Bravo, “piccolo Tarzan”.


[1] I capitolini si impongono 42-11 in casa e 31-11 a Napoli. Il Napoli ottiene 12 punti contro i 14 dei romani. Il GUF Torino ne consegue 7, la Giovane Italia Roma 3 e la FIAT Torino 2. Il Campionato è vinto proprio dalla Ginnastica Roma

[2] Le due squadre difatti sono terminate a pari punti, sette, superando la SEF Virtus Partenopea, ferma a 4

[3] Il girone è vinto dal Borletti con 14 punti davanti all’OSA Milano con 10. Seguono Reyer e Napoli con 8, Bari con zero

[4] Nel 1935 i partenopei chiudono al quarto posto il girone eliminatorio vinto dalla Ginnastica Roma con 18 punti davanti a Virtus con 16 e Borletti (14). Napoli ottiene 8 punti, precedendo GUF Torino (4) e GUF Genova (0). L’anno seguente chiudono il primo turno al terzo posto, con 4 punti, superati da Ginnastica Roma (12) e GUF Bologna (6): precedono solo il GUF Pisa (2)