PAVANELLO Camillo
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Terni 20.10.1879 / Genova 07.07.1951
1900. Ginnastica. 28° Concorso Individuale
Ternano di nascita, inizia a svolgere attività ginnica nella sua città natale, intorno al 1890. Poi si trasferisce a Genova dove trova impiego come operaio all’Ansaldo di Cornigliano. Si accasa sportivamente alla Ginnastica Sampierdarenese con cui, ben guidato dal prof. Domenico Brombale, entra in sintonia al punto che è tra i suoi migliori portacolori nel vittorioso Concorso Internazionale di Como, distinguendosi soprattutto al cavallo ed agli anelli. A 20 anni è tra i migliori ginnasti del lotto nazionale anche se nella primavera del 1900 viene superato, proprio agli anelli, da Barabino nella grande manifestazione in concomitanza con l’inaugurazione della nuova palestra dell’“Andrea Doria” a Genova. La sua squadra comunque gli è al fianco e lo supporta in toto per la partecipazione parigina, ma Pavanello trova difficoltà inaspettate. Nonostante in un primo momento venga giudicato idoneo alla partecipazione, pur se non ha raggiunto il punteggio minimo stabilito nelle varie prove di selezione, subisce la retromarcia della Federazione. Sollecitato da più parti, il massimo ente ginnico nazionale non vorrebbe difatti vedere italiani nell’agone olimpico, ritenendo che il livello tecnico degli azzurri non sia sufficiente a primeggiare in un simile contesto internazionale e tendendo dunque ad evitare una brutta figura che possa ledere il prestigio dell’intero sport nazionale. Non si deve difatti dimenticare che la ginnastica in quel periodo rappresenta la disciplina, e la federazione, guida dell’intero movimento sportivo italiano. Non a caso il romano Tuzzi[1], designato dalla stessa Federazione dopo apposite prove di selezione, rifiuta autonomamente la convocazione, complice anche una pervicace campagna di stampa contraria alla partecipazione dei nostri ginnasti ai Giochi, proprio perché si sente “inadatto” al confronto coi più forti avversari stranieri.
Pavanello invece, sfidando tutto e tutti, decide di recarsi comunque a Parigi, peraltro a proprie spese e senza l’avallo della Federazione, accompagnato dal solo Ameri, segretario della “Sampierdarenese”: è così l’unico italiano a gareggiare nel Concorso Generale ed il primo ginnasta italiano a partecipare ai Giochi. Nel concorso olimpico sono inserite 16 prove che prevedono, oltre alle consuete che ancora oggi si svolgono, alcune particolarità come il sollevamento pesi ed i salti in alto ed in lungo. I punteggi vanno da 0 a 20 ed il massimo globale ottenibile è dunque di 320 punti. Le gare si svolgono il 29 e 30 luglio[2] al Velodromo Municipale di Vincennes, opportunamente attrezzato, in un caldo infernale, con punte di temperatura al di sopra dei 35°C. Pavanello è strepitoso nel corpo libero al punto che, come racconterà nelle sue memorie, due giudici gli vanno incontro e lo abbracciano al termine dell’esercizio. Addirittura Pavanello viene premiato come il migliore negli esercizi preliminari, risultato di non poco conto. Ma una caduta alle parallele gli fa perdere punti importanti. Vince difatti il francese Sandras che totalizza ben 302 punti. Pavanello si difende comunque bene perché, su ben 135 concorrenti, quasi tutti francesi, si piazza 28°, ottenendo 255 punti. Ma, rientrato da Parigi, poi sparisce di scena al punto che prima la Federazione (che probabilmente gli fa scontare lo “sgarro” di aver disobbedito alle sue istanze) e poi il CONI si dimenticano di lui finché, grazie ad un apposito documento richiesto al CIO, gli viene ufficialmente riconosciuta la qualifica di olimpionico pochi mesi prima della morte. In effetti i Giochi del 1900 sono tra i più caotici a livello storico-statistico, con le gare mischiate a quelle della coeva Esposizione Universale e spesso da loro surclassate: è comprensibile dunque che Pavanello sia stato in qualche modo “dimenticato”. Ma non dal Comune di Genova che gli ha dedicato i giardini di Via Paolo Reti: giusto, d’altra parte è pur sempre il primo ginnasta olimpionico della nostra storia.
[1] Romolo Tuzzi, nato a Roma il 22.09.1879, tesserato per la Ginnastica Roma, uno dei nostri migliori ginnasti nella prima decade del Novecento, parteciperà poi ai Giochi “intermedi” di Atene del 1906, cogliendo il 4° posto nella competizione a squadre. Valido anche nel salto con l’asta, sarà poi anche ciclista con le insegne della “SS Lazio”
[2] Casualmente il primo giorno di gara coincide con la data in cui viene ucciso a Monza Re Umberto I, che sta presenziando ad un concorso ginnico, ad opera dell’anarchico Gaetano Bresci