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PARIS Giuseppe

Milano 22.09.1895 / Merate (LC) 05.04.1968

1920. Ginnastica Artistica. MEDAGLIA D’ORO Concorso a Squadre

1924. Ginnastica Artistica. MEDAGLIA D’ORO Concorso a Squadre, 5° Cavallo con Maniglie, 16° Parallele, 18° Anelli, 18° Concorso Individuale, 24° p.m. Salita alla Fune, 27° Sbarra, 36° Salto del Cavallo in Traverso, 41° p.m. Volteggio

1928. Ginnastica Artistica. 30° p.m. Anelli, 37° p.m. Cavallo con Maniglie, 44° Sbarra, 53° Concorso Individuale, 61° Volteggio, 76° Parallele

paris grandeTesserato per la “Forza e Coraggio” sin da adolescente, viene subito soprannominato “Pinin”, nomignolo che gli resterà addosso tutta la vita. Piccolo, magro e guizzante, ottiene i primi risultati nel 1913: giunge 6° nella gara artistica, agli attrezzi, organizzata a Milano dalla “Costanza” nel cortile delle scuole di Via Galvani. Davanti a lui giungono molti ori di Stoccolma, con Boni primo, Romano e Zampori sul podio. Ancora loro lo precedono il 13 settembre a Stresa, dove Boni vince, con Paris ottimo quinto (ha solo 18 anni). Si tratta di nomi importanti, di spicco, riferimenti primari per il giovane Paris che da cotanta compagnia può solo imparare. Difatti impara, in fretta, ben assistito dallo zio Luigi Astani, altro valente attrezzista. Il 5 luglio 1914 Paris vince la gara individuale del concorso ginnico di S. Angelo, una prova minore ma che comunque gli serve per acquisire ulteriore fiducia. Sulla scia di questo successo, il 13 luglio è a Grenoble, palcoscenico ben più prestigioso, dove si conferma: 5° alle spalle, ancora, degli “eroi” di Stoccolma (primi a pari merito Boni e Zampori). Paris si dedica anche alle specialità atletiche, in particolare al salto con l’asta: il 2 agosto salta 3,0m e vince la prova inserita nella manifestazione per gli juniores appositamente organizzata dalla FISA sul campo dell’US Milanese. Sullo stesso teatro ripete la misura ai tricolori di settembre, ma gli vale solo il quinto posto: è comunque tra i migliori specialisti italiani della disciplina, pur rimanendo soprattutto un ginnasta anche se si dedica pure ai lanci, in particolare al disco. Ma la guerra blocca i concorsi ginnici, con molti atleti al fronte, e nel 1915 Paris si dedica ai salti: il 25 luglio vince l’alto, con 1.62m, ancora sul campo dell’US Milanese, nella prima riunione organizzata dalla FISA dopo l’entrata in guerra del nostro paese. Poi però anche Paris è chiamato alle armi, fa il suo dovere in prima linea, e deve rinunciare all’attività che peraltro stenta a riprendere. Difatti il primo concorso ginnico di buon livello viene organizzato solo il 21 settembre 1919, all’Arena di Milano dalla “Pro Italia”: Paris è secondo nella gara agli attrezzi dietro Boni e finisce terzo nel salto con l’asta. Nonostante la pausa bellica, pare cresciuto sotto l’aspetto tecnico e può essere considerato tra i migliori ginnasti italiani.

Nel 1920 insiste, e non solo nella ginnastica. Cerca difatti la convocazione olimpica anche nell’asta ma nell’apposita prova di selezione, ai primi di luglio sul campo dello SC Italia a Milano, finisce solo terzo, pur saltando 3,0m, dietro Lambiasi e Giuli. Gli va meglio nella ginnastica. Brilla difatti a Chiasso e Como, ma soprattutto nelle prove di selezione che si tengono a Genova, nei locali dell’Andrea Doria, alla fine di giugno: difatti il suo nome viene inserito nella pre-lista degli “azzurrabili”. Il ritiro collegiale di preparazione si svolge nella lussuosa Villa Badia a Cornigliano, di proprietà del munifico conte Raggio. In un clima cameratesco gli azzurri possono allenarsi al meglio, sotto la guida del CT Manlio Pastorini e l’egida di Enrico Gualdi, presidente della Commissione Tecnica federale. Sono radunati 32 atleti dai quali poi alla fine, tramite apposite ed ulteriori selezioni, saranno scelti i 24 titolari: alla fine Paris è tra questi. Manca il fenomenale Braglia, è vero, ma Zampori pare in forma ed il livello tecnico medio dei nostri ginnasti è molto alto. Si può essere fiduciosi: la “prova generale” di Sampierdarena, disputata il 16 agosto, mostra tutti gli azzurri in grande forma. Si raggiunge Anversa in treno, via Modane e Parigi. Le gare di ginnastica si tengono nell’Olympisch Stadion. Nel pomeriggio dei giorni 23 e 24 agosto, si inizia con la prova a squadre, simile ma non uguale a quella del 1912 e redatta sul “modello tedesco”. Consta di 5 tipi di esercizi: prova di gruppo con gli strumenti (clave e bastoni), ostacoli (4 di 70 cm), sbarra, parallele e cavallo con maniglie. Negli attrezzi i ginnasti, che si esibiscono a gruppi, devono eseguire esercizi obbligatori e liberi. Punteggio massimo ottenibile 404. Assenti i massimi interpreti di questa disciplina, svizzeri e tedeschi, i nostri ripetono il trionfo di Stoccolma, ottenendo 359,8 punti ovvero l’89% del possibile. Secondi i sorprendenti padroni di casa del Belgio, con 346,7, che superano la Francia, bronzo con 340,1. Grande successo per gli azzurri (ancora in maglia bianca) ma su un numero alquanto esiguo di squadre: le altre due nazioni difatti sono la Cecoslovacchia, “medaglia di legno”, e la Gran Bretagna. Paris non partecipa alla gara individuale (vinta dal grande Zampori), ma è ben presente ai festeggiamenti che si tengono al rientro in Italia. Per lui l’oro olimpico è la consacrazione definitiva ed a 25 anni può ancora dare molto alla causa azzurra.

Difatti nel 1921 si conferma tra i nostri migliori ginnasti: brilla a Trento, il 18 settembre vince la gara artistica del concorso di Pavia ed il 2 ottobre primeggia a Legnano, nella riunione per l’inaugurazione del nuovo campo sportivo. Altrettanto accade a Seregno il 13 novembre: Paris è il ginnasta più continuo su alti livelli del momento, può ambire al ruolo di erede di Braglia e Zampori. Difatti nel giugno del 1922 vince la gara artistica del Concorso Ginnico Nazionale a Trieste, una sorta di campionato nazionale, confermandosi il miglior ginnasta italiano. Poi tira i remi in barca e si rivede solo il 19 gennaio 1923 nella grande “festa dello sport” che si tiene al Teatro Del Verme, per propagandare la “preparazione olimpionica” dei nostri atleti. Paris è affiancato a Zampori in varie esibizioni agli attrezzi e scrosciano applausi. Il 22 aprile, nella riunione organizzata dall’USM sul campo di Via Colletta, Paris stravince la gara artistica della “Coppa Romano[1]”. Si ripete il 5 agosto nella gara artistica di Tradate. Nel week-end tra il 25 ed il 26 agosto si svolge a Milano, sul campo del Milan in Viale Lombardia ed organizzata dalla Pro Patria, la prima fondamentale selezione preolimpica: nella gara artistica Paris trionfa davanti a Zampori, con 104 punti contro 100, in un simbolico passaggio di consegne. A decidere la serrata contesa il salto del cavallo in lunghezza dove Paris si dimostra nettamente migliore del più anziano avversario. Paris, per infortunio, diserta la seconda preolimpica che si svolge a Monza il 5 e 6 gennaio 1924, ma ovviamente il CT Corrias non può non inserirlo nella lista dei 16 “azzurrabili” dalla quale dovranno uscire gli 8 titolari. Paris ha il posto assicurato. Nei primi mesi del 1924 si susseguono i ritiri collegiali, ancora a Monza, pure nel Parco Reale dove viene allestita un’apposita palestra all’aperto, per simulare le condizioni di gara parigine. Paris si conferma in grande forma ed alla fine non gli sfugge la maglia azzurra. Le prove di ginnastica si svolgono dal 17 al 20 luglio allo stadio di Colombes, centro nevralgico di quell’edizione ed immortalato anche nel celebre film “Momenti di Gloria”. Vi sono due classifiche, individuale ed a squadre, ma gli esercizi si svolgono una volta sola. 9 le nazioni al via, ciascuna con otto atleti. Complessivamente si sviluppano 11 prove: su 4 attrezzi (sbarra, parallele, anelli e cavallo con maniglie) i ginnasti devono eseguire esercizi obbligatori e liberi mentre in tre circostanze (volteggio, salto del cavallo in traverso e salita alla fune) solo liberi. Inoltre vengono assegnati punti per la cosiddetta impressione generale e pure per la marcia di ingresso e uscita dallo stadio dell’intera compagine schierata. Rispetto alle edizioni precedenti cambia molto: i ginnasti difatti non si esibiscono più insieme e vengono istituite anche le classifiche separate per ogni attrezzo, con conseguente aumento delle medaglie disponibili. I nostri dimostrano una grandissima coesione di squadra ed un’ottima compattezza su alti livelli: non vi sono individualità formidabili (come Braglia o lo Zampori del 1920), ma il rendimento medio degli azzurri è strepitoso. Difatti vincono la medaglia d’oro a squadre, ottenuta dalla semplice somma aritmetica dei punteggi degli otto rappresentanti per nazione. L’Italia risulta prima, con un totale di 839,058 punti davanti a Francia (820,528) e Svizzera (816,660), per il quarto trionfo olimpico consecutivo. L’andamento delle prove non è lineare, al contrario è da batticuore.

Si comincia con la sbarra e dominano gli svizzeri, con i nostri superati anche dai francesi. Grande colpo di scena alle parallele dove due cecoslovacchi (Indruch e Kos) cadono e s’infortunano. Gli italiani intanto salgono in seconda posizione. Gli anelli, terza prova, sono da sempre la nostra specialità e dunque passiamo al comando. Al cavallo con maniglie elvetici sugli scudi, ma nei volteggi gli azzurri si riprendono il primo posto e, con esso, l’oro che non può certo sfuggire con l’ultima prova in programma, la fune. Paris dà il suo buon contributo anche se i suoi 101,169 punti gli valgono solo il 18° posto nella classifica individuale. Ottimo al cavallo con maniglie (5°, il migliore dei nostri, a 0.6 punti dal bronzo), si difende a parallele (16°) ed anelli (18°) ma delude nelle altre prove: 24° p.m. alla fune, 27° alla sbarra (dove cade), 36° al salto del cavallo in traverso, 41° p.m. al volteggio. Risulta distante dal bronzo oltre 6 punti, inutile recriminare. L’oro è del grande sloveno Stukely, che in realtà gareggia per la Jugoslavia, il quale precede per solo 17 centesimi di punto il ceco Prazak mentre terzo è l’altro ceco Supcik, per un trionfo della scuola est-europea. La Cecoslovacchia si dimostra la squadra più forte, piazzandone quattro nei primi sei, ma due atleti si infortunano e dunque non portano punti: per questo i cechi non vengono classificati e probabilmente è un bel colpo di fortuna per gli italiani. Paris dunque bissa l’oro di Anversa, confermandosi tra i nostri migliori ginnasti di sempre anche se su qualche attrezzo ci si poteva attendere di più. Anche perchè si conferma presto: il 17 agosto vince a Lugano in parallele e cavallo, dimostrandosi sempre in prima linea. Il 21 settembre a Milano sul campo della “Costanza” di Via Sondrio vince agevolmente la gara artistica: risultati che fanno aumentare i rimpianti per Parigi dove in effetti avrebbe potuto fare qualcosa in più. Nel 1925 Paris è grande a Ginevra ed il 6 settembre vince il torneo di Mortara. Un mese dopo però, nei tricolori di Genova, disputati il 10 e 11 ottobre nella palestra della “Colombo”, delude le attese. Tra l’altro si tratta della prima storica edizione che assegna ufficialmente il titolo italiano, ma Paris si trova a malpartito fin dai primi esercizi e preferisce ritirarsi a metà gara piuttosto che ottenere un risultato poco degno della sua fama. Vince Lucchetti, il nuovo astro, e per Paris, giunto alla soglia dei 30 anni, sembra iniziato il declino. Non è proprio così: a fine maggio 1926 i due difatti si danno grande battaglia, sul filo dei centesimi di punto, nella gara artistica del grande concorso nazionale di Cagliari. Finiscono primi a pari merito e Paris ritrova il suo status di Campione con la C maiuscola. Difatti il 18 luglio, sul campo della “Forza e Coraggio” di Vigentino, domina la gara artistica della “Coppa Romano”, sollevando unanimi consensi. Si rivede due mesi dopo, il 20 settembre, quando vince anche a Gallarate. Il 3 ottobre è protagonista di un grande duello con Lucchetti ai tricolori di Prato: perde per appena 20/100 di punto, 77,50 contro 77,70. Paris vince il titolo nel cavallo con maniglie, di cui rimane il massimo esponente nazionale, e negli anelli, a pari merito con lo specialista Martino.

Nel 1927 si pensa già ai Giochi: la prima riunione preolimpica viene organizzata il 12 giugno a Brescia, nella palestra della “Forza e Costanza” dove è di casa Zampori che ha l’incarico di istruttore della nostra Nazionale, una sorta di CT. Paris ovviamente è presente e si dimostra in forma. Stessa situazione il 17 luglio nella “Coppa Romano” sul campo meneghino della “Forza e Coraggio” dove coglie il primo posto nella gara artistica. Paris è ancora il migliore e lo dimostra appieno il 7 agosto a Como nei tricolori che si aggiudica con un punteggio totale di 159,70, con tre punti esatti di margine su Mandrini. Paris domina cavallo con maniglie, sbarra e volteggio, manifestando una condizione eccellente. Si ripete a Mendrisio, in Svizzera, a metà agosto, guadagnando i punti decisivi con un’altra grande prestazione al cavallo. Il 18 settembre a Como, poco brillante, viene battuto da Lucchetti sia pure per soli 60/100 di punto (57,90 contro 58,50). Ovviamente viene selezionato come “probabile olimpico” e ad ottobre segue i primi stages a Brescia, sotto la guida di Zampori. Il 18 dicembre, a sorpresa, è battuto da Mandrini nei campionati lombardi. Paris rimane uomo di punta della nostra ginnastica e si conferma nei primi mesi del 1928 quando non si gareggia, preferendo sviluppare numerosi ritiri collegiali a Brescia. Il 27 maggio si svolge l’ultima prova di selezione, ancora nei locali della “Forza e Costanza” bresciana, e Paris, sempre tra i migliori, viene incluso nella lista azzurra. Il ritiro di rifinitura si svolge a Gardone dove gli azzurri hanno il grande onore, il 21 luglio, di essere visitati ed incoraggiati niente meno che da D’Annunzio in persona che saluta i ginnasiarchi con parole di elogio ed incoraggiamento. Poi tutti ad Amsterdam, con una certa fiducia di ripetere i trionfi passati. Le gare olimpiche di ginnastica si tengono dall’8 al 10 agosto nell’Olympisch Stadion. Partecipano 88 atleti di 11 nazioni. La prova consta di 9 esercizi: il volteggio al cavallo ed altri 4 attrezzi sui quali si eseguono esercizi obbligatori e liberi (sbarra, parallele, anelli e cavallo con maniglie). Per ogni attrezzo esiste una classifica individuale, con le medaglie, ed i punteggi dei migliori sei per ogni nazione, sommati, concorrono a stilare la graduatoria a squadre. Paris oscura la sua fama con una prestazione mediocre: chiude solo 53° la classifica individuale, settimo tra gli azzurri e subisce l’onta di non essere nemmeno considerato ai fini della classifica a squadre (contano difatti i sei migliori risultati).

Ottiene un totale di 203,25 punti, rimanendo ad una distanza siderale dal bronzo dello jugoslavo Strukelj (244,875) mentre oro e argento vanno a due svizzeri, rispettivamente Miez (247,5) e Hanggi (246,625). Paris si difende solo agli anelli dove finisce 30° p.m., con 50,25, ben lontano dal bronzo del ceco Loffler (56,50). L’oro è del grande jugoslavo Stukelj (57,75) davanti a Vacha (57,50). Negli altri attrezzi è una mezza tragedia. Al cavallo con maniglie termina 37° p.m. con 48,25 mentre in questo caso l’oro è di Hanggi (59,25) davanti al connazionale Miez (57,75), col bronzo al finnico Savolainen (56,50). Alla sbarra Paris chiude 44° con 48,50, ben distante dal bronzo dello svizzero Mack (56,75) mentre l’oro va all’altro elvetico Miez (57,50) e l’argento al grande Neri (57,00). Assai peggio va al volteggio, esercizio peraltro indigesto a molti azzurri, terminando 61° p.m. con soli 23,50 punti. L’oro è guadagnato da Mack con 28,75 davanti al ceco Loffler (28,50) e lo jugoslavo Derganc (28,375). Infine Paris è pessimo alle parallele, terminando addirittura 76° con 32,75. Qui l’oro è appannaggio del ceco Vacha con 56,50, argento per lo jugoslavo Primozic (55,50), bronzo allo svizzero Hanggi (54,25). Per Paris un disastro che si riverbera anche sull’Italia. Nella graduatoria a squadre difatti la compagine azzurra finisce sesta, complici i piazzamenti di troppi azzurri oltre il 20° posto dell’individuale: un notevole passo indietro per una Nazionale che aveva trionfato nelle ultime tre edizioni, opportunamente stigmatizzato dalla stampa che chiede provvedimenti immediati per una “rinascita”. Coi suoi 1599,125 punti totali, la nostra Nazionale finisce ad una cinquantina di punti dal bronzo della Jugoslavia (1648,75). L’oro, dopo una lotta entusiasmante, va alla Svizzera (1718,625) davanti alla Cecoslovacchia (1714,5). I nostri sono grandi solo alla sbarra mentre risultano pessimi al volteggio. La prestazione di Paris lascia l’amaro in bocca, dato il suo passato: a 33 anni è giunto al capolinea della sua grande carriera e difatti non ottiene più risultati importanti. Rimane comunque nel mondo della ginnastica, sia come allenatore (sarà tra i tecnici che coordineranno la preparazione azzurra nel 1932 e nel 1936) che come giudice (a Londra nel 1948). La sua figura si staglia nel mondo italiano della ginnastica in maniera fulgida, nonostante una chiusura poco brillante.


[1] La manifestazione, che prevede anche una prova a squadre, è intitolata al grande ginnasta Guido Romano, oro olimpico a squadre nel 1912 e caduto nella Prima Guerra Mondiale