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PALMIERI Giuseppe

Trani 21.01.1902 / Bologna 13.10.1989

1924. Atletica Leggera. 19° p.m. Salto in Alto

Da adolescente gioca a calcio, portiere nell’US Tranese. Poi comincia a praticare atletica, mostrando attitudine soprattutto ai salti ed ai lanci, specializzandosi presto in alto e giavellotto. La prima svolta della sua vita si sviluppa quando, espletando il servizio militare, incontra il medico-allenatore Goffredo Sorrentino, uno dei primi “preparatori atletici” che applica metodologie di allenamento piuttosto avanzate per l’epoca. Sorrentino allestisce il “Plotone Allievi Ancona” dove, nel capoluogo marchigiano, tenta di costruire un club di giovani atleti, quasi di stampo inglese, militari da avviare alla pratica sportiva secondo i suoi metodi rivoluzionari. Il miglior prodotto di questo suo “esperimento” sarà proprio Palmieri il cui fisico, alto e ben costruito, gli permette di spaziare in più discipline alquanto diverse tra loro. Già a 18 anni, iniziata la “cura Sorrentino” come racconta Marco Martini, Palmieri salta 1,60m, utilizzando la cosiddetta “forbice semplice”. Non è un risultato esaltante, ma Palmieri migliora costantemente, applicandosi assiduamente sotto la guida del suo mentore. Il primo incontro di alto livello cui partecipa si sviluppa il 3 giugno a Sestri Ponente nei Campionati Italiani “juniores” dove coglie due piazze d’onore nell’alto e nel disco, alle spalle rispettivamente di Brunoldi e Zemi. Poi il 22 giugno 1923 ai tricolori di Bologna non va oltre il 4° posto p.m. nell’alto (con 1,65m), non superando le qualificazioni nel giavellotto. Si migliora a poco a poco. Il 16 settembre, in quella che già viene chiamata “preolimpionica”, a Milano giunge 4° nel giavellotto (vince Bottura). 15 giorni dopo, a Forlì vince nell’alto (con 1.63m) ed è secondo nel disco (1° Contoli) e nel giavellotto (1° Laghi). Presto però tutto cambia, soprattutto lo stile. Palmieri difatti inizia a saltare con la cosiddetta “doppia forbice” che così viene descritta dallo stesso Martini, tra gli storici di atletica più attenti ed importanti: “rincorsa in linea retta, slancio in alto contemporaneo di gamba e braccio esterno, forbice e rotazione interna del corpo”. Quasi un abbozzo di “ventrale”. Questo tipo di approccio all’asticella fa “volare” Palmieri che nel 1924 trova la sua prima grande annata. Tenta di volare anche nei lanci e lo fa soprattutto a livello regionale. Ai campionati marchigiani di Ancona, il 16 marzo, sbanca: si aggiudica difatti tutti i lanci ed il pentathlon. Nell’alto si trova di fronte un avversario tostissimo, il padovano Barettoni, che lo supera nella prima selezione olimpica, disputata a Genova il 12 e 13 aprile: Barettoni salta 1,75m, Palmieri si ferma a 1,70. Non va meglio nel peso dove Palmieri chiude 4° (vince Zemi).

Le posizioni dei saltatori si invertono a Bologna il 27 aprile, con Ghiringhelli che prova inutilmente a recitare da terzo incomodo. In quest’altra preolimpica Palmieri chiude 5° nel peso (appannaggio di Tugnoli), 3° nel giavellotto (vince Laghi) e 4° nel disco (ancora Tugnoli). Evidente che nei lanci Palmieri non ha chances. Ma anche nell’alto si mette male. L’11 maggio la sfida si trasferisce a Busto e Barettoni sembra mettere la parola fine: salta 1,80m mentre Palmieri rimane a 1,75. Palmieri, molto eclettico, prova pure con l’asta ma è solo 4° (1° Pagelli) mentre nel giavellotto chiude terzo (vince Clemente). Palmieri non si arrende: il 23 maggio a Firenze, nel grande concorso ginnico nazionale, vince l’alto con 1,75m. La lotta per la maglia azzurra nell’alto è avvincente e la Commissione Tecnica, il cui presidente è l’ex ostacolista Colbachini e della quale fa parte anche il grande Lunghi, si affida all’ultima e decisiva gara di selezione, il 7-8 maggio a Milano. Qui la sfortuna gioca un ruolo importante. Palmieri è magnifico con la sua “doppia forbice” ed arriva a 1,78m. Barettoni s’infortuna ad un piede e non va oltre l’1,75. La severa Commissione Tecnica sancisce il risultato del campo: Palmieri va a Parigi, Barettoni è chiamato ad un “riesame” che peraltro, ancora infortunato, fallirà. Così Palmieri, primo allievo di Sorrentino a riuscire nell’impresa, partecipa ai Giochi. Selezionato in un primo momento anche per il decathlon, rinuncerà poi a questa disciplina. Le gare di atletica si svolgono nel mitico stadio di Colombes, ancora oggi esistente ed immortalato dal celebre film “Momenti di Gloria”. Palmieri gareggia nel salto in alto cui prendono parte 27 atleti di 17 nazioni ed il 6 luglio si cimenta nelle qualificazioni. Il limite per entrare in finale è 1,83m, ma Palmieri si ferma a 1,70 e viene subito eliminato. È classificato 19° a pari merito: non certo una prestazione rimarchevole. Avrebbe certamente potuto fare di più e l’emozione per il debutto internazionale è una giustificazione solo parziale. L’oro va allo statunitense Osborn (che poi sarà primo anche nel decathlon) che arriva a 1,98m, sul connazionale Brown ed il francese Lewden. Un podio comunque inarrivabile per Palmieri che si riscatta presto, sfruttando l’esperienza olimpica ed il confronto con i più forti saltatori del mondo, per migliorare ulteriormente la sua tecnica. Il risultato è la prima vittoria nei tricolori di salto in alto, il 20 settembre a Bologna dove salta 1,80m, vincendo la strenua resistenza del “solito” Barettoni. Il giorno seguente Palmieri si cimenta anche nel giavellotto e dimostra quanto sia completo come atleta: chiude difatti secondo, battuto solo dal forte Clemente che lancia a 55,50m contro i 50,39 del pugliese. Intanto Palmieri si dedica anche ad altri sport come basket e tennis, dove va tutt’altro che male, ma l’atletica rimane la sua attività preferita. Difatti la continua a praticare anche nel 1925. Il 13 aprile sul campo della Virtus a Bologna vince il giavellotto ed è terzo nell’alto, alle spalle dei francesi Lewden e Cherier.

Vince l’alto il 10 maggio nella stessa sede. Il 3 giugno partecipa all’incontro internazionale di Budapest, con discreti risultati: secondo nell’alto, battuto da Orban, chiude terzo nel giavellotto, superato da Gyrko e Zepes. Ai tricolori di Bologna, tra 28 e 29 giugno, conferma la sua poliedricità: vince nell’alto, con 1,80m, e nel giavellotto (dove batte l’olimpionico Clemente), è 4° nel disco. Si rivede solo il 20 settembre, ancora nel capoluogo petroniano, dove si impone nell’alto e nel giavellotto oltre a giungere quinto nel disco vinto da Poggioli. Sette giorni dopo, è a Milano, sul campo della “Forza e Coraggio”, dove vince l’alto “da fermo” e chiude terzo l’alto “con rincorsa”, superato da Barbieri e Ghiringhelli. Il 24 e 25 ottobre, nella stessa sede, è grande protagonista dei tricolori della FGNI: vince alto e giavellotto, chiude secondo nell’alto da fermo (battuto da Fontebuoni) e nel disco (dietro Pighi), terzo nel lungo da fermo e nella palla vibrata (vince ancora Pighi in entrambe le prove). Il 1° novembre a Gallarate si aggiudica alto e giavellotto. Nel 1926 inizia presto, già il 28 febbraio quando, al campo “Ravone” di Bologna, si svolge l’incontro “Virtus”-“CS Firenze”: Palmieri vince l’alto ed è secondo nel disco e nel peso, superato rispettivamente dai compagni Alfietri e Baracchi. I petroniani restituiscono la visita il 21 marzo, recandosi a Firenze: Palmieri stavolta vince disco e alto. Il 28 marzo a Bologna si disputa una riunione definita già “preolimpica”: la Commissione Tecnica, presieduta da Cartesegna, mette subito le cose in chiaro e non vuole perdere tempo. Palmieri dimostra di essere già in palla, vincendo alto e giavellotto. Il 5 aprile a Genova in Piazza di Francia primeggia nell’alto mentre nel disco è superato da Pighi. Il 25 aprile a Bologna chiude secondo nel peso, battuto da Baracchi. Il 9 maggio a Modena, nei campionati regionali, vince il giavellotto e termina 3° nel peso. 4 giorni dopo, a Forlì si aggiudica il titolo regionale nell’alto. Il 30 maggio a Bologna, sul campo della “Virtus”, vince giavellotto ed alto: poichè le gare servono come selezione per l’incontro Italia-Cecoslovacchia di 4 giorni dopo, Palmieri ritrova l’azzurro. Così il 3 giugno, sul campo del Milan di Viale Lombardia, vince l’alto ed è terzo nel giavellotto. Grazie ai punti da lui portati alla causa azzurra, i nostri si impongono 62-54 nel computo totale. Il 13 giugno è grande protagonista a Napoli, all’Arenaccia, dove si aggiudica il titolo italiano nel salto in alto, toccando 1,84m, misura che gli vale il primato nazionale. Qualcuno gli consiglia di concentrarsi meglio su questa specialità, invece di disperdere energie nei lanci ma lui non ascolta e finisce terzo nel giavellotto, superato da Capecchi e Dominutti. L’11 luglio vince l’alto a Bagni di Lucca. L’8 agosto è a Budapest, per l’incontro Ungheria-Italia: è secondo nell’alto, battuto da Kesmarki, ed i nostri perdono il confronto 49-53. Di gare se ne riparla solo il 20 settembre a Bologna: Palmieri vince l’alto ed è secondo nel giavellotto, ancora battuto da Dominutti. Sei giorni dopo, è a Genova, in Piazza di Francia, per la grande manifestazione in memoria di Lunghi: vince l’alto e nel giavellotto è battuto da Baracchi. Il 10 ottobre a Novara primeggia nel disco e coglie la piazza d’onore nel giavellotto, superato da Medina.

Sette giorni dopo, a Bologna si aggiudica il titolo italiano FGNI nell’alto e finisce quarto nel salto del cavallo “in lungo”. Il 24 novembre è grande protagonista ai campionati sociali della sua “Virtus” a Bologna: vince alto, lungo e giavellotto. Il 1927 per Palmieri inizia il 10 aprile a Cesena: vince l’alto. Selezionato per il match Italia-Polonia, che si tiene il 21 aprile al Motovelodromo Appio di Roma, vi dà spettacolo: vince l’alto con 1,85m, stabilendo il nuovo primato italiano. I nostri stravincono 78-54. Il 15 maggio a Bologna, nella prima preolimpica di una lunga serie, Palmieri vince nell’alto. Il 5 giugno domina a Trento dove si aggiudica alto, disco e giavellotto. Il 16 giugno a Venezia, nella preolimpica dello stadio S. Elena, chiude al quarto posto sia il peso che il giavellotto, appannaggio rispettivamente di Pighi e Dominutti. Dieci giorni dopo, a Faenza vince l’alto mentre nel giavellotto è nuovamente sconfitto da Dominutti. Il 17 luglio ad Ascoli realizza un bell’exploit, portando il primato italiano dell’alto a 1,86m. Il 24 luglio allo Stadio Militare di Torino primeggia nell’alto dove si ripete sette giorni dopo nella preolimpica sul campo del GSOM. Il 21 agosto a Modena chiude secondo nel peso e terzo nel disco dei campionati regionali: entrambe le gare sono appannaggio di Poggioli. Sette giorni dopo, a Bologna si aggiudica il titolo emiliano nell’alto. Il 18 settembre a Bologna si aggiudica il titolo tricolore nell’alto. Il 2 ottobre, stessa specialità e località, chiude terzo, alle spalle di Kesmarki ed Orban, nell’incontro Italia-Ungheria che i nostri comunque si aggiudicano 56-46. Sette giorni dopo, è a Trieste per la preolimpica, ma chiude terzo nel giavellotto (vinto da Capecchi) e 6° nel disco (primo Pighi). Il 16 ottobre Palmieri è grande protagonista al meeting di Bari: vince disco, peso, giavellotto ed alto! Selezionato tra i “probabili olimpici”, partecipa in inverno a vari collegiali e segue le istruzioni del CT Gaspar. Nel 1928 esordisce il 18 marzo a Bologna, vincendo alto e giavellotto. Nell’alto si ripete il 9 aprile a Genova, sul campo della Nafta, dove è secondo nel giavellotto, battuto da Baracchi. Il 21 aprile altra preolimpica, stavolta di nuovo a Bologna: rivince alto e giavellotto, si piazza secondo nel disco e terzo nel peso. Otto giorni dopo, a Modena vince il titolo regionale nel giavellotto. Titolo replicato il 6 maggio a Bologna nell’alto e nel triplo. 14 giorni dopo, ancora nel capoluogo felsineo, ma in una delle tante preolimpiche, vince alto e giavellotto. Il 27 maggio, a Milano sul campo dello “SC Italia”, si ripete nel giavellotto mentre nell’altro chiude solo terzo, sopravanzato dall’ungherese Kesmarki e Barbieri. Il 3 giugno, sul campo della “Virtus” a Bologna, si impone nell’alto. Sette giorni dopo, è selezionato per il triangolare Francia-Svizzera-Italia che si tiene nello stadio parigino di Colombes: chiude secondo nell’alto, battuto da Cherrier, e quarto nel giavellotto vinto da Degland.

I nostri perdono il confronto con la Francia (132-108), pur superando nettamente la Svizzera (ferma a 69). Tra la fine di giugno ed i primi di luglio Palmieri è a Milano per i tricolori, disputati sul campo della “Forza e Coraggio”. Vince l’alto, ma i suoi risultati non sono considerati abbastanza significativi a livello internazionale e viene clamorosamente escluso dalla lista dei Giochi. In effetti la Commissione Tecnica ed il CT Gaspar forse potevano in questo caso largheggiare dato che con altri atleti sono stati più magnanimi. Palmieri si “vendica”, sportivamente parlando, guadagnando un bel bronzo nell’alto il 14 agosto ai Mondiali Universitari di Parigi, alle spalle del giapponese Kimura e del tedesco Ladevig. Il 2 settembre spadroneggia a Bra dove si impone nell’alto e nel peso, oltre a giungere secondo nel triplo. Sette giorni dopo, vince il giavellotto a Bologna. Il 16 settembre gareggia a Budapest nell’incontro Ungheria-Italia, terminato 55-47 per i magiari: chiude secondo nel giavellotto e terzo nell’alto dove invece primeggia sette giorni dopo a Torino, realizzando pure il record nazionale del giavellotto “a due braccia”, con 88,37m. Il 30 settembre a Modena vince il giavellotto “normale” e porta il primato italiano del giavellotto “a due braccia” a 88,80m. Nell’alto invece è battuto dal magiaro Kesmarky. Comunque è in forma: il 7 ottobre a Bologna, sul campo della “Virtus”, realizza il primato italiano nel giavellotto con 59,68m. Non contento, vince anche l’alto. Il 28 ottobre al Galluzzo di Firenze è battuto da Carlini nel disco. Il 4 novembre a Cornigliano vince il giavellotto nei “Campionati della Milizia”. 15 giorni dopo, a Trieste primeggia non solo nuovamente nel giavellotto ma anche nell’alto mentre nel giavellotto “a due braccia” porta il primato italiano a 89,77m. Al termine della stagione, inevitabilmente, gli rimane il cruccio di non essere stato inviato ai Giochi che probabilmente meritava. Nel 1929 si mantiene su buoni livelli di rendimento. Il 1° aprile, sul campo della Nafta a Genova, primeggia nel giavellotto che sembra ormai la sua specialità per eccellenza. Si ripete difatti a Minerbio il 9 maggio quando si aggiudica il titolo provinciale anche nell’alto e realizza il nuovo record italiano del giavellotto “a due braccia” con 93,48m. Tre giorni dopo, a Roma, nello stadio del PNF, vince alto e giavellotto. In quest’ultima specialità primeggia anche il 2 giugno all’Arena di Milano. Sette giorni dopo, a Padova, nel match universitario Italia-Ungheria, vince giavellotto ed alto dove eguaglia il suo primato italiano con 1,86m. I nostri si impongono 64-58. Passa un’altra settimana e Palmieri rivince alto e giavellotto, stavolta nel meeting di Castelfranco Emilia. Il 14 luglio è selezionato in Nazionale per il triangolare Italia-Francia-Svizzera, disputato al “Littoriale” di Bologna.

Vince il giavellotto ed è secondo nell’alto, battuto da Menard. Guadagna comunque punti importanti: alla fine i nostri vincono davanti a francesi ed elvetici. Sette giorni dopo, a Firenze viene battuto nel giavellotto da Dominutti. L’11 agosto torna in Nazionale, ma stavolta quella goliardica, per il match a Budapest contro gli ungheresi: Palmieri vince il giavellotto ed è secondo nell’alto dietro Orban, portando punti importanti alla causa azzurra. I nostri difatti vincono l’incontro 64,5 a 54,5. Ritrova l’azzurro, della Nazionale maggiore, il 25 agosto a Barcellona, contro gli spagnoli: vince alto e giavellotto. I nostri si aggiudicano nettamente il computo globale. Il 1° settembre, sul campo della Nafta a Genova, Palmieri vince l’alto ed è secondo nel giavellotto, battuto a sorpresa da Baracchi. Il 21 e 22 settembre è a Bologna, per i tricolori disputati nel “Littoriale”: vince il giavellotto mentre nell’alto è battuto dall’outsider Pacchioni. Il weekend successivo, ancora a Bologna ma sul campo della “Virtus”, si disputano i tricolori dei salti “da fermo”: Palmieri chiude secondo nell’alto e terzo nel lungo, prove entrambe guadagnate da Bruni. Il 6 ottobre a Firenze si impone nell’alto (pari merito con Pacchioni) e finisce secondo nel giavellotto, superato da Dominutti. Sette giorni dopo, a Torre Pellice si aggiudica disco e giavellotto. Il 20 ottobre torna in Nazionale a Genova, nel campo della Nafta, per l’incontro Italia-Ungheria: chiude secondo nel giavellotto, battuto da Szepes, e terzo nell’alto vinto da Kesmarski. I nostri, deboli proprio in salti e lanci, vengono superati per 78-64. Quattro giorni dopo, Palmieri è a Mestre dove vince l’alto, ma finisce secondo nel giavellotto, battuto dal grande rivale Dominutti. Si rivede a Latisana il 4 maggio 1930 quando stabilisce il record del giavellotto “a due braccia”, con 96,45m. Il 16 giugno all’Arena di Milano vince giavellotto ed alto. Si rivede solo il 21 settembre quando a Napoli partecipa all’incontro Italia Centro Meridionale-Belgio vinto dai nostri 72-65: Palmieri dà il suo contributo, aggiudicandosi il giavellotto. Il 19 ottobre partecipa al “Campionato delle Regioni Alta Italia”, disputato nel “Littoriale” di Bologna: vince l’alto mentre nel giavellotto è battuto da Dominutti. Il 30 ottobre gareggia a Gradisca d’Isonzo: si aggiudica alto e disco mentre nel giavellotto continua a perdere colpi e viene superato dall’ancora sconosciuto Spazzali. Si rivede solo il 14 maggio 1931 a Venezia, nel grande concorso ginnico nazionale: nel giavellotto viene battuto da Dominutti mentre nell’alto finisce terzo, sopravanzato da Degli Esposti e V. Tommasi. Il 24 maggio a Firenze chiude al secondo posto la prima prova tricolore nel giavellotto, battuto da Dominutti, e finisce quarto nell’alto vinto da Angelo Tommasi. Il 31 maggio a Bologna torna alla vittoria nel giavellotto.

Ciò gli consente di essere nuovamente selezionato in Nazionale, di nuovo nel capoluogo felsineo, per Italia-Francia: il 7 giugno chiude terzo nel giavellotto vinto da Gassner. I nostri si impongono 78-69. Il 28 giugno, sulla pista genovese della Nafta, chiude al quarto posto la seconda prova tricolore: vince Spazzali. Il 16 agosto a Udine vince nel giavellotto. Si ripete 14 giorni dopo a Borgo S. Lorenzo, guadagnando pure l’alto. Il 6 settembre a Firenze, nell’ultima prova tricolore, si impone nel giavellotto davanti a Dominutti che però prevale nella classifica a punti per il titolo italiano proprio su Palmieri. Il 12 e 13 settembre a Posen partecipa all’incontro Polonia-Italia, ma termina solo quarto (ed ultimo) nel giavellotto vinto da Mikrut: i nostri comunque si impongono 73-69. Il 18 ottobre a Firenze, nel “GP Regioni”, Palmieri chiude quarto nel giavellotto vinto da Dominutti. Torna in campo il 10 aprile 1932 quando a Palermo si impone nel giavellotto. Mentre il figlio Sergio, da lui stesso istruito ed allenato, è ormai tra i nostri migliori tennisti, Palmieri insiste col giavellotto, cercando un posto ai Giochi: il 21 aprile a Firenze, nella prima preolimpica, viene però battuto da Dominutti che si ripete nella seconda indicativa, il 15 maggio all’Arena di Milano dove Palmieri chiude terzo, superato anche da Spazzali. Il 5 giugno a Bologna, nell’ultima preolimpica, è di nuovo superato da Dominutti: i Giochi per lui rimangono una chimera. Ritrova comunque la Nazionale il 19 giugno a Zurigo per Svizzera-Italia dove vince il giavellotto, ma senza convincere i tecnici. I nostri si aggiudicano il confronto 92-65. Palmieri si rivede ai tricolori di Pisa, disputati il 17 e 18 settembre: chiude terzo il giavellotto, superato da Agosti e Spazzali, e quarto nell’alto appannaggio di Tommasi. Il 4 novembre a Napoli, nella finale del “GP Regioni”, coglie altri piazzamenti: 3° nell’alto e 4° nel giavellotto, gare vinte rispettivamente da Tommasi e Spazzali. Si rivede solo il 23 luglio 1933 quando a Ferrara vince l’alto e termina secondo il giavellotto, battuto da Brighetti. Sette giorni dopo, a Firenze chiude sesto nei tricolori di giavellotto vinti da Spazzali. Il 22 ottobre a Venezia è battuto nel giavellotto da Agosti. Palmieri torna in pedana il 3 giugno 1934 nel “GP Fidal” a Torino: chiude quarto, lontano comunque dal vincitore Spazzali. Il 22 luglio a Forlì si aggiudica il campionato zonale del giavellotto. Intanto svolge il ruolo di allenatore-giocatore della “Virtus Bologna” di pallacanestro. Non molla comunque il giavellotto: il 29 luglio, all’Arena di Milano, chiude al nono posto la gara tricolore vinta da Testa. L’atletica ormai però non è più il suo sport principale e non vi ottiene più risultati di rilievo. Si dedica ad allenare compagini di pallacanestro: nel 1937 si trasferisce a Catania, diventando coach di squadre minori locali e rientrando talora in campo. Palmieri rimane comunque una grande figura soprattutto in atletica dove ha vestito 41 volte la maglia azzurra, rappresentando per anni l’uomo di riferimento nel settore lanci.


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