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PAGANELLA Sergio

Libiola di Serravalle a Po (MN) 11.11.1911 / Milano 02.06.1992

1936. Pallacanestro. 7°

paganella grandeNato in uno sperduto paesino della bassa Mantovana, si trasferisce a Milano ancora ragazzino e praticamente inizia subito a giocare a pallacanestro, sport per cui dimostra buone attitudini, nonostante non sia certo un marcantonio (è alto difatti 170cm). Il suo primo anno di attività seria è il 1929 quando diventa capitano, e giocatore più rappresentativo, del “GS Santo Stefano”. Ai primi di novembre chiude 4° la “Targa Bagnato”, organizzata a Milano e vinta dal “GS Isotta Fraschini”. 15 giorni dopo, il “Santo Stefano” è battuto dalla “Forza e Costanza” per 17 a 15 nella finale della “Coppa Cantore”. Il 27 dicembre si aggiudica invece il “GP Brocco”, disputato nella palestra del poligono alla Cagnola, vincendo 13-0 contro il “GS Corridoni”. Nel 1930 Paganella passa al “GS Dopolavoro Borletti” con cui il 9 novembre perde la finale della “Targa Sacchini”, battuto 23-13 dall’Isotta Fraschini. Negli anni seguenti rimane al Borletti che però non emerge, giocando buoni campionati ma in Prima Divisione, la serie B dell’epoca. Paganella però fa esperienza, è spesso il migliore dei suoi, trascinandoli al primo posto e dunque nella Divisione Nazionale, la serie A. Nel 1933 arrivano i primi successi significativi. Il 4 gennaio Paganella viene difatti convocato nella rappresentativa lombarda che gioca contro la Svizzera, vincendo 33-17: è il migliore in campo, segnando 16 punti. Si conferma il 15 gennaio quando i lombardi sconfiggono anche gli estoni del Tallinn, battuti 35-22: Paganella segna 14 punti. Il 29 gennaio col Borletti vince la “Coppa Motta”, superando in finale l’OSA per 22-8 e segnando 6 punti. Rappresenta la colonna portante del Borletti che giunge nel girone finale di Campionato, ma perde le quattro partite[1] e dunque termina al terzo posto, dietro Ginnastica Roma ed OSA. Il talento di Paganella, in quel girone finale, non è sufficiente: gli altri si dimostrano più forti e compatti come squadra. A settembre è nella Nazionale che si aggiudica l’oro ai Mondiali Universitari di Torino.

Inizia bene il 1934: il 14 gennaio col Borletti vince la “Coppa Villa”, superando nella partita decisiva l’OSA 23-19, realizzando tre punti. I meneghini si confermano su ottimi livelli anche nel Campionato. Superano la stessa OSA nel girone eliminatorio[2] ed accedono alla finale, con la Triestina, che però ha un andamento alquanto rocambolesco. La prima partita, disputata il 13 maggio a Milano, finisce 40-22 per il Borletti e vede Paganella migliore in campo con 20 punti. Al ritorno, sette giorni dopo, le cose cambiano: la Triestina in casa si impone 27-17, con Paganella sotto tono ed autore solo di 3 punti. Si rende dunque necessaria la “bella” che si disputa il 3 giugno a Bologna, all’aperto sotto la pioggia (!): al Borletti, privo del valido Castelli, non bastano i 5 punti di un Paganella ancora deludente e la Triestina si impone 21-19, peraltro con un canestro decisivo nei secondi finali. Ma, causa alcune infrazioni al regolamento, la partita viene annullata e ripetuta sette giorni dopo a Firenze: la Triestina rivince, stavolta 29-20, e guadagna il Campionato. Paganella è il migliore dei suoi, con 8 punti, ma non basta. Si conferma anche il 15 luglio a Pavia dove il Borletti affronta il Nizza, sommergendolo 37-14, con 20 punti di uno splendido Paganella. Affiora più di un rimpianto per aver perso un Campionato decisamente alla portata. Il 9 dicembre il Borletti vince a Milano la “Coppa Duca di Bergamo”, superando in finale per 28-22 la “Ginnastica Roma”: Paganella si distingue, realizzando dieci punti. Ancor più Paganella si distingue il 23 dicembre quando una selezione milanese affronta una rappresentativa belga: i meneghini si impongono 51-10 e Paganella realizza ben 22 punti. Nel 1935 Paganella rimane al Borletti, azienda peraltro in cui lavora, diventando dirigente dopo essersi laureato in Economia. Il 19 gennaio il Borletti conquista la “Coppa Motta” a Milano, superando in finale la “Costanza” per 16-11, con tre punti di Paganella. Il CT, il triestino Attilio De Filippi, lo convoca in Nazionale per gli Europei di Ginevra, ma non va benissimo: il 3 maggio gli azzurri superano nettamente, 42-23, la Bulgaria, ma il giorno seguente tocca alla coriacea Svizzera. Partita equilibrata e difficile, perdiamo 27-17 e siamo eliminati. Nel torneo di consolazione perdiamo 29-27 con la Francia e rivinciamo con la Bulgaria, 35-22. Chiudiamo al 7° posto, vince la Lettonia.

Certamente non un torneo eccezionale. Paganella smaltisce la delusione europea col Borletti che il 18 e 19 maggio vince due partite a Nizza contro due squadre locali: 59-20 e 55-20 i punteggi. In Campionato però, a sorpresa, le cose vanno male. Il Borletti difatti termina al terzo posto il girone eliminatorio, alle spalle di Ginnastica Roma e Virtus, le due promosse al turno successivo[3]. I meneghini cercano il riscatto ed iniziano alla grande la nuova stagione: il 3 novembre il Borletti si aggiudica il “Torneo di apertura”, superando in finale la Costanza 31-13, con due punti di Paganella. Nel Campionato, che finisce a metà febbraio 1936, va ancora meglio. Nel girone eliminatorio chiude a pari punti, dieci, col GUF Trieste, superando nettamente GUF Pavia e GUF Torino, ferme a due. Le prime due entrano in finale, con Ginnastica Roma e Virtus: il Borletti trionfa[4], conquistando il primo titolo italiano della storia, con Paganella addirittura miglior realizzatore del torneo, sempre in prima fila e spesso top-scorer dei matches. Finito il Campionato, ai primi di aprile si tiene a Roma il collegiale preolimpico, con una quarantina di cestisti, divisi in tre squadre a seconda della loro provenienza geografica. Si impone la compagine del centro-sud, ma Paganella si conferma ottimo elemento, tra i migliori del nord-ovest. Difatti gioca in Nazionale due incontri di preparazione a Padova, il 2 e 3 maggio: i nostri battono l’Austria 30-17 e l’Ungheria 48-14, mettendo a segno 8 punti nel secondo match.

Il CT della Nazionale è Guido Graziani, fondamentale figura di riferimento della pallacanestro italiana dei primordi. Dapprima vengono selezionati 20 giocatori, convocati il 19 giugno per il ritiro preolimpico a Riva del Garda. Si scende infine a 14 uomini tra i quali figura anche Paganella. Si parte per Berlino il 27 luglio, in treno da Verona. Il torneo olimpico di pallacanestro si svolge dal 7 al 14 agosto nella “Tennisplatze” ovvero uno stadio del tennis, all’aperto, opportunamente attrezzato. Paganella è titolare fisso del quintetto-base. Gli azzurri iniziano bene: il 7 agosto battono nettamente la Polonia 44-28 e Paganella realizza 9 punti. Due giorni dopo, altra schiacciante vittoria contro i padroni di casa della Germania, 58-16 e Paganella top-scorer con 24 punti. L’Italia insiste e l’11 agosto supera anche il Cile che crea qualche difficoltà in più: i nostri si impongono 27-19, 4 punti per Paganella. Si giunge così ai quarti di finale, il 12 agosto dove arriva il primo stop: il Messico supera gli azzurri, doppiandoli nel punteggio, 34-17, con Paganella che mette a referto altri 4 punti. I nostri sono così relegati nel torneo di consolazione dove il CT Graziani dà spazio alle riserve e Paganella non gioca. Il 13 agosto gli azzurri perdono 32-14 contro le Filippine. Dovrebbero perciò giocarsi il 7° posto col Perù che però dà forfait e quindi gli azzurri, senza giocare, chiudono proprio in settima posizione. L’oro va, ovviamente, agli USA che sconfiggono il Canada 19-8. Bronzo al sorprendente Messico che supera 26-12 la Polonia. Al quinto posto Filippine ed al sesto Uruguay. Tutto il mondo dunque rappresentato in quello che, con 21 nazioni al via, può essere definito il primo vero torneo di pallacanestro a livello mondiale e nel quale Paganella per gli azzurri ha recitato da primattore, giocando quattro partite e realizzando 41 punti. Negli anni seguenti la sua carriera prosegue su alti livelli, anche come allenatore: nel 1936 e 1937 difatti è il coach della “Canottieri Milano” che si aggiudica il titolo italiano di pallacanestro femminile. Però è come atleta che consegue gli allori più importanti: rivince col Borletti lo scudetto nel 1936-37, 1937-38 e 1938-39. Rimane protagonista anche in azzurro, ottenendo uno splendido argento agli Europei del 1937, perdendo a Riga la finale con la Lituania per un solo punto, 24-23. Poi la guerra chiude la sua carriera: combatte nel Battaglione San Marco. Non gareggia più ad alti livelli, pur praticando diversi sport per passione e dedicandosi alla sua azienda di impianti termosanitari.


[1] Borletti-Roma 18-24, Borletti-Osa 9-14, Roma-Borletti 15-12, OSA-Borletti 32-28

[2] Il Borletti ottiene 14 punti contro i 10 dell’Osa. Seguono Reyer e Napoli con 8, Bari con zero

[3] Il Borletti totalizza 14 punti, la Virtus 16 ed i romani 18. Alle spalle dei meneghini si piazzano Napoli (8), GUF Torino (4) e GUF Genova (0). Il Campionato è vinto dalla Ginnastica Roma

[4] Ottiene 10 punti contro gli 8 della Virtus Bologna, perdendo solo una partita, 24-23 contro la Ginnastica Roma nella capitale. I romani chiudono al terzo posto, con 4 punti, davanti al GUF Trieste con 2