Seleziona la tua lingua

Image
images/atleti/olympiabolario/orlando_piccola.jpg

ORLANDO Alfonso

Nocera Inferiore (SA) 17.05.1892 / Bergamo 29.08.1969

1912. Atletica Leggera. 5° 10mila m, Eliminato Primo Turno 5mila m

orlando grandeNato in Campania, ma bergamasco d’adozione: si trasferisce infatti in Lombardia ancora bambino, al seguito della famiglia dato che il padre ha un impiego come sarto per l’Esercito, in particolare per l’89° Reggimento Fanteria. Il giovane Orlando si appassiona presto allo sport, alla ginnastica ed alla corsa in particolare: le sue prime gare datano 1907 con la maglia della Croce Verde, società di assistenza per la quale lavora saltuariamente. Alto 1,63m per 62kg di peso, dimostra grande attitudine per le prove di lunga distanza, sia su strada (allora molto in voga) che su pista. Nel 1908, tesserato per lo SC Bergamo, sotto la guida dell’esperto mentore Roberti, ottiene i primi risultati significativi anche se il nuovo lavoro alla biglietteria della stazione ferroviaria di Bergamo lo costringe a salti mortali per allenarsi con una certa continuità. Generalmente infatti si allena di sera, anche al buio, e talora correndo a lato dei binari della linea Bergamo-Seriate durante l’orario di lavoro, sfruttando i lunghi intervalli tra l’arrivo dei diversi treni. Nel 1908, a soli 16 anni, è 2° nella “Traversata di Bergamo” dietro Bosio e nel Campionato Bergamasco dei 5000 alle spalle di Schivardi. Sembra dunque possedere promettenti qualità, confermate nel 1909 quando, dopo un 6° posto ad inizio stagione nel cross-country di Bergamo, su strada ottiene diverse vittorie rilevanti (“Giro di Bergamo”, “GP Palazzolo”, “Urgnano-Spirano-Urgnano”, “Arcene-Cascina-Arcene”) e buoni piazzamenti (2° “Bergamo-Alzano” e “Alzano-Nembro-Alzano” dietro Lussana) a livello locale. Su pista è buon 2° nel Campionato Bergamasco dei 5000, battuto dal quotato Calvi all’Ippodromo di Borgo S. Caterina. Su scala nazionale inizia a segnalarsi nel 1910, quando passa nelle file dell’Atalanta. Si fa notare per la sua grinta e la tenacia anche se la sua andatura lascia a desiderare dal punto di vista stilistico: i suoi passi sono corti e si muove in modo asimmetrico, ciondolando con testa e braccia, in maniera non ergonomica. Il suo stile è definito “dinoccolato, curioso ed irregolare”. Ma ha un grande “cuore”, come si dice in gergo, ed i risultati non mancano. In quel 1910 fioccano le vittorie su strada (Cremona, Piacenza, Sarnico, Trescore, Lodi, Palazzolo) mentre su pista conquista il titolo di Campione Lombardo sui 5mila all’ippodromo di Bergamo dove però è battuto da Cattro[1] in una gara sui 12 km.

Cattro è la sua “bestia nera”: lo supera a Lodi (gara su strada di 5,150 km) e lo condanna alla piazza d’onore anche al Campionato Italiano di Milano sui 5 mila. Però Orlando è ormai costantemente tra i migliori fondisti italiani e nel 1911 si conferma alla grande. Inizia bene la stagione, aggiudicandosi la “Coppa Nazionale”, 7,8 km su strada. Poi conquista il “Giro di Legnano”, il “Giro di Verona”, una prova in pista sui 6 km a Nembro, la “Corsa Statuto” a Milano (6,5 km), la “Traversata di Brescia”, il “Giro di Bergamo”: particolarmente importante questo successo, su 9,3 km, tra i suoi tifosi, perché vi supera il grande rivale Cattro dopo un bel duello. Sconfitto dal concittadino e compagno Calvi in un 1000 in rettilineo a Brescia, trionfa pochi giorni dopo ai tricolori di Roma nei 5mila, sulla pista dei Parioli, stroncando la resistenza di Veroni con un lungo sprint. Il “Giro di Como”, il “Giro dei Torni” a Bergamo e la “Traversata di Bologna” (davanti a due grandi podisti come Fava e Pagliani) lo consacrano definitivamente: avrà anche un’andatura “particolare”, ma sa vincere come pochi. Difatti il 5 novembre sul campo dell’US Milanese si impone in un 5mila con un tempo (15’52”1/5) tra i migliori in Italia fino ad allora[2]. Chiude l’annata con altri successi su strada, a Bologna ed a Lodi. Molti lo considerano il più forte podista italiano dai 5 ai 20 km, e probabilmente non sbagliano. Piace soprattutto la sua grinta, il suo carattere, la sua voglia di non arrendersi mai. Orlando però inizia l’annata olimpica 1912 con una sconfitta, anzi con un ritiro per malore improvviso nel “Giro di Verona” sotto pioggia e vento, mentre è in testa con Speroni che poi vince la gara. Si riscatta il 12 maggio a Milano, sulla pista dell’US Milanese, quando stabilisce il record italiano dei 10mila in 32’57”1/5[3] e, di passaggio, quella della mezz’ora con 9086,23 m. Poi si “vendica” di Speroni, infilandolo allo sprint nei tricolori dei 10mila, validi anche come selezione olimpica, allo stadio Bentegodi di Verona il 17 maggio. Due giorni dopo, stesso luogo, vince anche i 5mila, consacrandosi “re” del fondo italiano. Due belle vittorie su strada (“Giro dei 4 Ponti” a Torino e “Coppa Nazionale” a Milano) introducono ad un altro grande exploit, il record nazionale dei 5mila, ottenuto il 20 giugno a Milano, ancora sulla pista dell’US Milanese, con 15’46”4/5[4]. Non potrebbe esserci miglior viatico per i Giochi: alla partenza, alla stazione di Bergamo, davanti a colleghi ferrovieri e dirigenti, viene festeggiato con un ricco buffet ed un brindisi augurale insieme al concittadino Calvi, anche lui selezionato per Stoccolma dove le gare di atletica si svolgono nel nuovissimo Olympiastadion. Il 7 luglio Orlando si schiera nella batteria dei 10mila, gara cui prendono parte 30 atleti di 13 nazioni. Giunge 5°, ultimo posto disponibile per la qualificazione, in 33’44”6, ad oltre un minuto dal vincitore, il sudafricano Richardson. Il giorno seguente, 8 luglio, sotto un caldo insolito, la finale è disputata da 11 uomini. Vince nettamente il finlandese Kolehmainen che stabilisce pure la nuova miglior prestazione mondiale, con 31’20”8[5].

Orlando non demerita, anzi ben figura, chiudendo 5° in 33’31”2, ad una decina di secondi dal bronzo dell’altro finnico Stenroos. Sulla prova dell’italiano pesa una condotta di gara scriteriata: avendo voluto difatti tenere il passo del campione finlandese, poi oro, partito subito in quarta, l’azzurro cede di schianto al quarto km e precipita in ultima posizione. Poi però, fedele al suo carattere indomito, recupera il ritmo e risale diverse posizioni, con una spettacolare rimonta che solleva entusiasmi tra i competenti spettatori di casa. Il suo negative split è talmente evidente ed appassionante che negli spogliatoi riceve perfino i complimenti di de Coubertin in persona. Il 5° posto di Orlando tra l’altro risulta il miglior piazzamento di un italiano nelle prove di corsa di quell’edizione. Il 9 luglio Orlando cerca altra gloria sui 5mila, prova all’esordio nei Giochi, cui partecipano 31 atleti di 11 nazioni. Ma, probabilmente stanco per la fatica del giorno precedente e a disagio con le scarpe non chiodate (che mal si adattano alla pista in carbone), si ritira nella batteria vinta dal fuoriclasse francese Bouin[6], senza mai dare l’idea di poter ambire alla qualificazione. Oro, con grande bis, a Kolehmainen, con altra miglior prestazione mondiale[7] (14’36”6) dopo un bel duello con lo stesso Bouin, risolto negli ultimi metri. Dopo i Giochi, Orlando insiste, rimanendo tra i migliori fino a fine stagione: vince diverse gare su strada, cominciando il 20 settembre dalla “Traversata di Milano”, con traguardo in Corso Genova, in una mattinata da tregenda, con tuoni, fulmini e nubifragio. Poi è primo a Ferrara, Genova, Verona, Vercelli, confermando quanto di buono fatto a Stoccolma. Un cane lo fa cadere durante un allenamento: si procura diverse contusioni, costringendolo a chiudere anzitempo l’ottima annata. Orlando, tesserato per l’Associazione Mantovana Calcio, affronta con calma il 1913, complice un infortunio al piede destro. L’esordio però è col botto: il 20 aprile vince difatti la “Traversata di Firenze”, superando l’emergente Speroni. L’11 maggio, con Porro e Speroni, gareggia all’Arena di Milano nel grande meeting internazionale organizzato dalla FISA, nella 20 km a squadre: i nostri giungono secondi dietro la Francia ma davanti alla Germania. Il giorno seguente Orlando vince, sulla stessa pista, una prova sulle 5 miglia. Il 25 maggio gareggia a Montecarlo in una gara sulla mezz’ora e viene battuto solo dal grandissimo francese Bouin, suscitando commenti positivi. Il 15 giugno a Mantova batte tutti, compreso il nuovo astro Speroni, sui 5mila. Sulla stessa distanza è primo anche la settimana successiva a Forlì e quindi il 29 giugno trionfa anche a Genova sui 3 km. La settimana seguente è addirittura a Berlino dove si aggiudica una prova di 7,5 km davanti ai più forti fondisti tedeschi, capitanati dal campione nazionale Vietz, secondo. Orlando dunque sembra in grado di progredire ulteriormente ma, a sorpresa, ai tricolori dei 5mila è superato allo sprint dal sorprendente ferrarese Luppi. Strano a dirsi, viste le premesse e gli ottimi risultati dell’annata, questo è il canto del cigno di Orlando. Stanco delle fatiche e dei disagi che deve sopportare per districarsi tra lavoro ed allenamenti, Orlando gareggia sempre meno e la guerra abbatte definitivamente la sua carriera. Peccato perché sembrava possedere ottime qualità di resistenza, forse non sfruttate appieno. In seguito si dedica allo spettacolo: autore di canzoni, si diletta a recitare nel teatro tradizionale e dialettale fino ad avere nel 1965 una parte di rilievo, quella di don Francesco, nel film “E venne un uomo” di Ermanno Olmi, dedicato alla figura di Papa Giovanni XXIII.


[1] Giuseppe Cattro, torinese, classe 1886, tesserate per l’Audace. Già terzo nei tricolori dei 5mila nel 1908, vince la maratona di Torino del 1909. L’ultimo successo importante lo conquista nei tricolori di cross del 1911

[2] Questo limite viene da alcuni, giornali compresi, considerato come nuovo primato italiano. In realtà Pagliani, il 23 maggio 1909 a Roma, aveva ottenuto 15’43”0. Le stranezze regolamentari del tempo, in mancanza della IAAF, non consentivano di avere tabelle ufficiali dei primati

[3] La Federazione omologa il record ma in precedenza avevano ottenuto tempi migliori Fava, Giordano e Pietri

[4] Anche in questo caso, seppur omologato questo risultato come primato, esiste un’antecedente prestazione migliore, di Pagliani

[5] Medaglia d’argento allo statunitense Tewanima, un indiano Hopi

[6] Jean Bouin, nato a Marsiglia il 21.12.1888. Grandissimo fondista, con all’attivo 180 successi tra cui cinque Nizza-Monaco e due Cross delle Nazioni. Già bronzo a Londra 1908 nella 3 miglia a squadre, primatista mondiale dei 5mila e 10mila metri, primo a superare nell’ora la soglia dei 19 km. Morto nella Prima Guerra Mondiale il 29.09.1914, per “fuoco amico”

[7] È più corretto non parlare di primato mondiale in quanto la IAAF verrà fondata nel 1913, a Berlino, anche se diverse prestazioni, comprese queste di Kolehmainen, verranno omologate come record planetari “a ritroso”, dopo attenta verifica da parte dello stesso ente