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ORLANDI Giovanni Battista

Milano 27.01.1898 / deceduto

1920. Atletica Leggera. Eliminato Primo Turno 100 m, 200 m e 4x100 m (con Croci, Riccoboni, Zucca)

Tesserato per l’US Milanese, si segnala per la prima volta nell’ottobre del 1916 quando al Velodromo Sempione gareggia con una certa regolarità, ottenendo discreti piazzamenti: il giorno 22 giunge 3° nei 400 vinti dal grande Lunghi su Giustacchini. È comunque tra i giovani meneghini più interessanti e si conferma subito nel 1917, vincendo il campionato dei “giovanetti” il 22 aprile nella giornata dedicata alle “popolarissime milanesi”. Più che alle prove di resistenza, sembra adatto alla velocità e difatti il 20 maggio vince una prova sui 100 sul campo dell’US Milanese in Via Stelvio. A Giugno Orlandi trova in Giustacchini la “vittima” preferita: sia il giorno 3 che il giorno 24 difatti lo supera al “Sempione” sui 400. L’8 luglio si svolge all’Arena un grande meeting polisportivo di beneficenza, a favore degli orfani di guerra, al quale assistono ben 30mila spettatori. Orlandi partecipa a tre gare, con esiti interessanti: secondo sui 100 (battuto dall’”americano di Firenze” Baldwin) e sui 400 (alle spalle di Lunghi), quarto nei 60 vinti ancora da Baldwin. Evidente che la velocità sia il suo campo preferito, ma il 15 luglio al “Sempione” è solo terzo nei 200, superato da Garimoldi e Giustacchini. La settimana seguente, sulla stessa pista, proprio assieme a Giustacchini, si aggiudica una corsa a coppie davanti a Bonini-Colombo. Il 15 agosto è battuto sui 100 da Carpi sulla pista dell’US Milanese ed il giorno 26 brilla al “Sempione” sui 90. “Esplode” definitivamente il 30 settembre, nelle “Gare Atletiche Nazionali” organizzate dalla FISA all’Arena di Milano in sostituzione dei tricolori, non disputati causa la guerra. Orlandi vince 100 e 400, entrando nell’èlite dei velocisti italiani. Tuttavia l’inizio del 1918 non è per lui ottimale, trovando in Croci, rientrato dal fronte, un avversario spesso imbattibile. Oltre tutto Orlandi è chiamato alle armi, tra i mitraglieri, e dunque può gareggiare solo quando è in possesso della licenza. Si rivede il 19 maggio: terzo, battuto dallo stesso Croci ma anche da Alberti, al “Sempione” nella prova di selezione per gli uomini da inviare a Londra, per un importante meeting interalleato. Invece che in Inghilterra, Orlandi rientra al reparto mitraglieri e torna in pista solo il 14 luglio a Legnano, giungendo terzo sui 100 alle spalle di De Micheli e Riccoboni mentre sui 400 è quarto (vince Candelori). Non è certo semplice alternare il servizio militare alle gare e la forma ne risente. Orlandi si ripresenta in pista l’8 settembre a Genova, in un meeting riservato ai soldati, e dà spettacolo: vince gli 80 davanti al quotato Riccoboni ed i 400 su Tobia. Non va altrettanto bene il 23 settembre, allo “Stadium” di Roma, in un’altra riunione per soldati interalleati: nei 400 non riesce a recuperare l’handicap iniziale e chiude terzo dietro Saen e Candelori.

La guerra finalmente termina e si torna a gareggiare in piena libertà e con maggiore entusiasmo: il 10 novembre Orlandi è secondo nei 400 (battuto da Candelori) e terzo nei 100 (superato da Croci e Riccoboni) nel meeting di Gallarate. Sette giorni dopo, assente Croci, Orlandi vince i 100 a Bergamo. Poi se ne riparla nel 1919 e si comincia presto: già il 12 gennaio Orlandi è in pista, a Ventimiglia, primo sui 100 e 14 giorni dopo vince i 400 allo “Stadium” di Roma. Il 6 aprile è quindi al “Sempione”, nel meeting organizzato dalla sua squadra, lo SC Italia: 3° sui 100 (dietro a Nespoli e Croci), secondo sui 400 battuto da Candelori che già lo aveva superato pochi giorni sulla stessa distanza in una riunione a Piazzola sul Brenta, alla Scuola del Comando Supremo dove si stanno allestendo le squadre da inviare ai “Giochi Interalleati” previsti a Parigi. I nostri si preparano bene, ma Orlandi raccoglie solo sconfitte: sui 100 è di nuovo battuto a Roma l’8 giugno dai soliti Nespoli e Croci. Si ostina a correre la distanza breve quando probabilmente è più adatto alle prove più lunghe. Non sembra un caso difatti la vittoria che Orlandi coglie nei 200 a Roma il 12 giugno davanti a De Bernardinis e Croci. Il successo è il miglior viatico per i “Giochi Interalleati” di Parigi, riservati ai soldati degli eserciti vincitori la guerra e che i nostri hanno preparato con un collegiale ad Arma di Taggia: le autorità militari fanno le cose per bene, organizzando al meglio la spedizione, supervisionata da Cesare Tifi, vecchio marpione dello sport italiano e portando in Francia ben 120 atleti. Orlandi gareggia il 23 giugno nei 200, ma nella sua batteria, vinta dal canadese Haliburton, non va oltre il 4° posto e viene subito eliminato. Non va meglio nella staffetta veloce (4x200) dove i nostri finiscono la batteria al terzo posto, alle spalle di Stati Uniti ed Australia, rimanendo subito esclusi. L’Italia, con Orlandi in pista, vince invece la staffetta, ancora 4x200, dei cosiddetti “combattenti effettivi” ovvero dei soldati che sono realmente andati al fronte (qualcuno tra i partecipanti ha effettuato servizi logistici e di sussistenza) anche se il successo è legato ad un caso clamoroso. Sul campo difatti è prima la Francia ma un concorrente ha nettamente ostacolato Alberti e, nonostante siano i padroni di casa, i “galletti” vengono squalificati. Tuttavia implorano il perdono e chiedono ai nostri la rivincita. Gli azzurri accettano, ma passano i giorni e la Francia temporeggia, non presentandosi il giorno convenuto al via: la vittoria è così assegnata all’Italia anche se sui report ufficiali figura il contrario[1].

In gara in Italia Orlandi si rivede solo il 3 agosto quando giunge terzo sui 400 a Mantova, superato da Bertoni e Bernardoni. 14 giorni dopo, ottiene una grande doppietta al “Sempione”: primo su 100 e 400, sempre davanti a Bernardoni. Il 7 settembre è invece superato dall’emergente istriano[2] Zucca nei 100 a Novara. Coglie un’altra bella doppietta 100-400 ai Campionati Lombardi di Brescia, in una giornata di forte maltempo, del 28 settembre, superando rispettivamente i quotati Croci e Bonini, smentendo coloro che lo consigliano di limitarsi alle prove di velocità più lunghe. I suoi detrattori sembrano comunque aver ragione ai tricolori dell’11 e 12 ottobre, disputati a Milano sul campo dell’Inter, allora situato in Via Goldoni: Orlandi è secondo nei 200, battuto da Salvi, e 4° nei 100, ma vince comunque la staffetta olimpionica, dove corre i 200[3], e la 4x400[4]. 14 giorni dopo, Orlandi è battuto sui 100 da Croci a Castellanza. Inaugura la stagione 1920, tra l’altro fondamentale annata olimpica, il 22 febbraio a Busto Arsizio: vince 100 e 400. Un mese dopo, il 28 marzo, sulla stessa pista, rivince i 100, con un arrivo molto serrato, davanti ai più forti sprinters italiani del momento (2° Croci). Lo stesso Croci si “vendica” il 9 maggio quando nella sua Gallarate si impone sui 100 proprio davanti ad Orlandi che comunque non sfigura. Va peggio invece quattro giorni dopo, a Cremona: Orlandi chiude terzo sui 100, sopravanzato non solo dallo stesso Croci ma anche da Riccoboni. Sembra involuto, almeno sui 100: il 23 maggio a Bergamo non va oltre il quarto posto nella gara vinta da Bernardoni. Sulla distanza breve ha troppi avversari, difficile trovare un posto per i Giochi. Nell’apposita prova di selezione, disputata ai primi di luglio sul campo dello SC Italia a Milano, giunge difatti 5° sui 100 ma buon secondo sui 200 alle spalle di Bernardoni: proprio questo risultato gli permette di essere inserito tra gli azzurrabili che seguono uno stage di alcuni giorni a Busto Arsizio dove il 18 luglio si tiene un’altra riunione di scrematura della lista per Anversa. E qui Orlandi stupisce tutti, il CT Adams per primo, perchè vince i 200 ed è secondo sui 100 dietro Riccoboni: difficile adesso non regalargli una maglia azzurra. Dunque si va ad Anversa, in treno via Modane e Parigi. Le gare di atletica si svolgono nell’Olympisch Stadion la cui pista è in cenere.

La gara dei 100 metri inizia il 15 agosto e vi prendono parte 61 atleti di 22 nazioni provenienti dai 5 continenti: vi sono pure rappresentanti di India e Principato di Monaco. Nella sua batteria Orlandi è 6° su sei, ultimo, ed ovviamente viene subito eliminato: la corsa è vinta dallo statunitense Kirksey che poi sarà argento dietro il connazionale Paddock e davanti al britannico Edward. I tre corrono in tempi prossimi a 10”8, limiti inarrivabili per Orlandi che comunque ha reso al di sotto delle aspettative. Cerca il riscatto quattro giorni dopo, il 19, sui 200. Va un po’ meglio ma non basta: nella sua batteria giunge 3° in 23”8 dietro al sorprendente belga Brochart che vince in 23”2 davanti all’australiano Hunt (23”5). Poichè passano i primi due, anche stavolta Orlandi è subito estromesso dalla contesa. Torna in pista il 21 agosto nella staffetta 4x100 cui prendono parte 13 nazioni. La batteria per gli azzurri non sembra impossibile: a parte gli inarrivabili statunitensi, dobbiamo confrontarci con Spagna, Norvegia e Lussemburgo. Ma sbagliamo l’ultimo cambio, in curva, tra Croci e Riccoboni, che risulta pasticciato e “lungo”, fuori dalla zona consentita: siamo dunque squalificati. L’oro va inevitabilmente agli USA che comunque faticano più del previsto per avere ragione di un’ottima Francia mentre per il bronzo la sorprendente Svezia supera la Gran Bretagna. Una partecipazione quella di Orlandi che dunque non lascia segno. Così come accade a Genova, in Piazza di Francia, il 5 settembre: Orlandi è solo quarto sui 100 vinti da Croci. Sette giorni dopo, ancora a Genova ma in Corso Italia, vince i 100 e 200. Poi si va a Roma per i tricolori: terzo sui 200, alle spalle di Zucca e Riccoboni, Orlandi vince la staffetta olimpionica[5]. Il 10 ottobre invece chiude terzo i 100 a Novara, ma sulla stessa distanza venti giorni dopo conquista il titolo nazionale militare, di nuovo a Roma. Orlandi chiude così una stagione altalenante dove comunque non sono mancate le soddisfazioni. La prima gara di Orlandi nel 1921 è sui 400 ad Adria dove è superato da Demi. Il 3 aprile a Genova vince 100 e 4x400, il 17 aprile guadagna i 100 a Como. A fine maggio è 3° sui 100 ma vince i 200 nella selezione per il meeting internazionale di Praga. Nella capitale ceca sui 200 è terzo, battuto dal francese Jamois e Tosi mentre sui 100 è solo quinto. Vince la staffetta 4x400 m davanti a Francia e Cecoslovacchia[6].

Orlandi si impone nella staffetta anche nel meeting di Varese del 26 giugno dove è secondo sui 100, battuto dal grande rivale Croci. Il 17 luglio Orlandi è 3° sui 100 a Gallarate. Il 4 settembre vince i campionati lombardi su 100 e 4x100 a Milano, sul campo dello SC Italia. Poi è la volta dei tricolori di Bologna: il 18 settembre Orlandi è quarto nei 100 vinti da Croci, il giorno seguente è 2° nei 200 di Mereu ma con lo SC Italia vince 4x100 e staffetta olimpionica[7]. Il 26 settembre Orlandi è secondo nei 100 a Monza, battuto dall’emergente Bonacina ed il 2 ottobre guadagna un’altra piazza d’onore a Legnano, sopravanzato dal “solito” Croci ancora sui 100. Bonacina lo supera di nuovo anche a Carate sui 100 l’8 ottobre. Il 16 ottobre Orlandi vince i 100 a Bergamo ed infine il 6 novembre è superato a Monza ancora sui 100 da Bonacina. Evidente che Orlandi stia perdendo colpi. In effetti la sua carriera volge al termine e fioccano i piazzamenti. Il 14 maggio 1922 vince i 100 sul nuovo campo meneghino della “Forza e Coraggio”, ma è un fuoco di paglia. Il 9 luglio Orlandi è solo terzo sui 200 al campo della Pirelli alla Bicocca, superato da Riccoboni e Cozian. Il 23 luglio vince i 100 a Somma Lombardo su Croci. Il 13 agosto a Baveno è terzo sui 100 superato da Scuri e Ferrari. Il 22 ottobre a Saronno è secondo sui 100 battuto da Ferrari: avversari nuovi e semisconosciuti gli sbarrano la strada. Nel 1923 si mantiene faticosamente a galla. Il 22 aprile a Codogno è terzo sui 100 dietro Tommasi e Riccoboni ma vince la staffetta. Il 29 aprile vince i 100 a Saronno, l’11 maggio è secondo sui 100 dietro Bonacina nella riunione organizzata a Milano dallo SC Italia, vince però le due staffette. Il 17 giugno vince i 100 nella riunione organizzata a Milano dal GSOM. Il 10 agosto a Milano, campo di Viale Lombardia, è terzo sui 150, battuto da Grimoldi e Oldoni, nomi poco noti che testimoniano come ormai Orlandi non sia più competitivo ai massimi livelli. In effetti nel 1924, pur ancora soltanto 26enne, sparisce praticamente di scena. Non emerge nelle selezioni olimpiche e, pur continuando l’attività, soprattutto a livello di staffetta, rimane nell’ombra: ha uno squillo il 17 ottobre a Trento dove sui 100 supera il giovane Toetti. Si ripete il 31 ottobre a Novara, ma la concorrenza è scarsa. Gli unici risultati di rilievo del 1927 li ottiene nella 4x100: vince il titolo lombardo a Busto ed è secondo nei tricolori di Bologna. Si ritira definitivamente l’anno seguente.


[1] Gli altri due staffettisti sono Nespoli e Croci

[2] Dopo la guerra l’Istria è diventato territorio italiano a tutti gli effetti ed i suoi rappresentanti, come tutti coloro delle “terre redente” sono ben accolti nel nostro paese

[3] Con lui Bernardoni, Vigani e Simonazzi

[4] Con lui gareggiano Simonazzi, Vigani e Bertoni

[5] Con lui, per lo SC Italia, gareggiano Croci, Vigani e Porro

[6] Con lui gareggiano Ambrosini, Contoli e Tosi. Per gli azzurri si tratta della prima affermazione nella specialità a livello internazionale

[7] Con lui rispettivamente gareggiano Bonacina, Scuri e Vigani; Bonacina, Picco e Porro