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OLIVIER Abelardo

Portogruaro (VE) 09.11.1877 / Milano 24.01.1951

1908. Scherma. MEDAGLIA D’ARGENTO Sciabola a Squadre, 4° Spada a Squadre 

1920. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Fioretto a SquadreMEDAGLIA D’ORO Spada a squadre, 6° p.m. Spada Individuale, 9° Fioretto Individuale

Allievo del maestro Morini, si trasferisce presto a Treviso dove consegue il diploma di ragioniere. Va poi a Milano a perfezionare la sua tecnica schermistica e gareggia a livello nazionale, con buoni risultati, nelle tre armi. Si segnala in diverse “accademie”, in particolare in quella organizzata nel 1900 al teatro “La Fenice” di Venezia dal famoso circolo Dal Col, dove chiude terzo nella sciabola. Con quest’arma ottiene il suo primo piazzamento significativo in un torneo, terminando 8° a Como nel 1902. L’anno seguente vince il titolo di Campione Lombardo di spada e giunge sesto nel torneo di Mortara. Nel lustro successivo è sempre coi più forti: nel 1904 è il migliore nel torneo di spada del Club d’Armi Milanese, ma viene relegato al secondo posto per il maggior numero di stoccate ricevute rispetto al rivale Sarzano. Si conferma però Campione Lombardo di spada. Nel 1905 brilla ancora: vince il prestigioso ed affollato torneo del Club d’Armi Milanese sia nella spada che nella sciabola dove ha iniziato a cimentarsi con successo. Nelle due armi è, rispettivamente, 5° e 6° nel Campionato Italiano di Vercelli dove si conferma tra i migliori a livello nazionale. Nel 1906 si mantiene bene sulla breccia: si distingue nel torneo di Bergamo (2° nella sciabola e 5° nel fioretto) e fa il suo esordio in Nazionale, nel match di spada disputato a Montecarlo contro la Francia e perso malamente dai nostri, nettamente inferiori, per 28 a 11. Prosegue l’annata con onore, vincendo il torneo di spada al Club d’Armi Milanese dove giunge 2° nel torneo di sciabola dietro Bertinetti e figurando tra i migliori anche nel torneo di Trieste, sia nel fioretto (4°) che nella sciabola (2°), dimostrando come sia consueto in quel periodo per gli schermidori cambiare spesso arma. Con la spada giunge quarto nell’importante torneo della milanese “Società del Giardino”, da sempre “culla” di talentuosi schermidori, e nella stessa cornice ottiene il quinto posto nella poule di sciabola. Nel 1907 è nella Nazionale di spada che di nuovo, in un match divenuto tradizionale, a Montecarlo sfida la Francia, perdendo per 13 stoccate a 16, con Olivier che guadagna due punti, subendo qualche sconfitta di troppo. Pochi giorni dopo però è buon 6° nel prestigioso torneo internazionale di spada disputato a Nizza dove risulta comunque primo dei dilettanti italiani. Cambia ancora arma e brilla nella “Coppa Challenge” di fioretto organizzata a Milano dalla “Gazzetta” dove vince nettamente il torneo. Si comporta bene anche in un altro importante torneo di spada, a Barcellona, dove i nostri affrontano Francia, Spagna e Belgio. Olivier chiude secondo nel girone finale, dietro al forte francese Gaudin, e trascina i nostri ad un ottimo secondo posto alle spalle dei tradizionali rivali transalpini. A fine stagione è 2°, dietro al compagno di Nazionale Bertinetti, nel torneo di spada a Vercelli.

Nel 1908 è ancora tra i migliori. Selezionato per il prestigioso torneo di Montecarlo, dove l’Italia affronta Francia, Belgio e Austria, gareggia senza infamia e senza lode: i nostri giungono terzi, battuti anche dal sorprendente Belgio (vincono i formidabili francesi). Olivier si riscatta nel torneo di Nizza dove, al cospetto anche di maestri professionisti, giunge 4° nella sciabola e 5° nella spada, ricevendo lusinghieri commenti dagli osservatori che lo giudicano “astuto, molto dinamico, maestro del controtempo”. Masaniello Parise, direttore della Scuola Magistrale ed incaricato di selezionare gli uomini per Londra, lo tiene in grande considerazione e lo inserisce nella lista degli azzurri. Nella capitale britannica, sul playground installato appena all’esterno dello stadio di White City, costruito appositamente per i Giochi, Olivier partecipa ad entrambi i tornei a squadre che assegnano le medaglie (il fioretto è solo per esibizione). Nella spada il 21 luglio la Nazionale vince il quarto di finale con la Boemia (12-7) dove Olivier guadagna un assalto e ne pareggia tre. Ma i nostri perdono poi, il giorno seguente, la tiratissima semifinale col Belgio (8-9) in cui Olivier ha uno score di 2 vittorie e 2 sconfitte. Gli italiani chiudono al 4° posto per un regolamento alquanto anomalo: l’argento (che va alla Gran Bretagna) è infatti disputato tra le squadre che, nei vari turni, hanno perso contro la compagine medaglia d’oro (in questo caso la Francia). E l’Italia non è tra queste. Stesse regole per il torneo di sciabola ma stavolta gli azzurri si dimostrano più forti. Dopo aver battuto nei quarti 11-5 la Gran Bretagna il 21 luglio, con Olivier che vince 3 incontri e ne perde uno, in semifinale i nostri si scontrano con la fortissima Ungheria (poi oro) e perdono 11-5 (2-2 lo score di Olivier) il 22 luglio. Però, il 24 luglio, si impongono 10-4 sulla Germania nell’apposita “finalina”, con Olivier imbattuto (vince 2 assalti e ne pareggia uno): è argento, prima medaglia in assoluto nella storia della scherma italiana. A 31 anni di età, Olivier è ancora in forma e riesce a chiudere la stagione alla grande, dominando il torneo di Cremona sia nel fioretto che nella sciabola. Inizia il 1909 nel tradizionale torneo di spada a Montecarlo come capitano della nostra Nazionale, affiancato da Bertinetti e Furst. Con 7 vittorie e 2 sconfitte è il migliore dei nostri che chiudono secondi, per un solo punto, alle spalle della Francia ma davanti a Boemia e Portogallo. Nella spada Olivier è il miglior italiano anche nel torneo di Nizza dove chiude al quarto posto, facendo addirittura meglio nella sciabola (terzo). Si conferma presto su alti livelli: 3° nel torneo di spada a Vigevano, vince il Campionato Lombardo di fioretto e sciabola. Non a caso è il migliore dei nostri nel prestigioso torneo di spada a Nizza dove è l’unico italiano a giungere in finale, chiudendo 8° p.m. Nel 1910 torna al torneo di Montecarlo di spada con la Nazionale, da capitano e migliore dei nostri che, di nuovo, sono secondi alle spalle della Francia, ma davanti a Svizzera e Paesi Bassi. Si reca quindi a Nizza per il prestigioso torneo di sciabola dove però é eliminato in semifinale.

È ormai un punto di riferimento importante tra i dilettanti italiani, soprattutto nella spada, tant’é vero che spesso fa parte di giurie e di accademie. Risulta tra i migliori anche nel torneo di Ferrara dove però si scontra con la nuova generazione di assi: Olivier difatti coglie il terzo posto sia nel fioretto (battuto da Nadi e Baldi) che nella sciabola (primo di nuovo l’emergente Nadi). Sempre molto richiesto nelle esibizioni, passa da una sala all’altra, distinguendosi per classe e signorilità, rappresentando un esempio per tutti. Nel marzo 1911 compie una lunga tournée all’estero, a Parigi ed in Belgio, assieme al maestro Colombetti e Mangiarotti, riscuotendo molto successo. Poi è a Montecarlo per la “Coppa Gautier” di spada, capitano della nostra Nazionale che però è solo terza su tre, alle spalle di Francia e Belgio. Olivier è comunque il migliore dei nostri tra i quali figura anche il giovane Nedo Nadi che non va benissimo, essendo la spada la sua arma meno preferita. Lo stesso Nadi chiude terzo il successivo torneo di Nizza, ancora nella spada, dove Olivier giunge 7° a pari merito. Stimato ed apprezzato da tutti, a 34 anni Olivier è un importante punto di riferimento per l’intero mondo schermistico italiano, e non in una sola arma. Difatti nella primavera del 1912 vince il torneo di fioretto a San Sebastian (3° “un certo” Nadi) dove chiude 5° nella sciabola e 10° nella spada. Clamorosamente non selezionato per i Giochi di Stoccolma, torna in Nazionale per il torneo di spada (arma nella quale i nostri in Svezia non hanno gareggiato per sottili questioni regolamentari) di Uriage-les-bains, denominato “Coppa Marone”, col nuovo astro Nadi e Poggio: i tre vincono, assicurando un grande successo alla nostra scuola schermistica[1]. Olivier, nonostante sia costretto a gareggiare con gli occhiali, si mantiene grande sino a fine stagione: ad ottobre vince il torneo di fioretto ad Ivrea dove è secondo nella sciabola, superato solo da Poggio. Si ripete a Bucarest, al Teatro Majestic, a dicembre quando si impone nel torneo di spada, davanti al grande Nadi, ed è terzo nel fioretto. Nel 1913 è sempre tra i migliori, capitano della nostra Nazionale sia nell’incontro di fioretto con il Belgio che nella tradizionale “Coppa Gautier” di spada, tornei entrambi disputati a Montecarlo, a metà aprile. I nostri, con Nadi e Poggio, però deludono: col Belgio perdono 5-4, con Olivier battuto solo da Beauvin e dopo spareggio, e vengono superati dalla Francia con la spada, ma sopravanzando comunque Romania e Svezia. Nel seguente torneo di spada che si svolge a Nizza, Olivier chiude 7° a pari merito. Olivier non teme di confrontarsi con nessuno: in agosto dà spettacolo nell’amena località svizzera di Rigi Kaltbad dove vince i tornei di spada e sciabola, battendo i più forti schermidori elvetici e tedeschi. Nel 1914 non molla e torna da capitano a guidare i nostri nella “Coppa Bregnat” di fioretto a Montecarlo, il 19 aprile: con Nadi e Speciale batte Belgio e Francia che finiscono nell’ordine alle spalle degli italiani. La Francia si prende subito la rivincita due giorni dopo, ma nella spada e nella tradizionale “Coppa Gauthier”, con Olivier ancora capitano ed i nostri che perdono, di misura, solo per il computo delle stoccate, 68-64.

Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale blocca in estate l’attività agonistica. Molti sport annullano o posticipano i tricolori, ma sulle pedane è tutto un fervore: sapersi difendere, magari anche solo con la baionetta, diventa un must per molti soldati. Olivier viene arruolato, nonostante l’età, come sottotenente di fanteria e per quattro anni di scherma non se ne parla anche se ogni tanto tira qualche stoccata, soprattutto dopo Caporetto quando le nostre autorità militari cambiano radicalmente visione concettuale nei confronti dello sport, favorendolo oltremodo ed ovunque, anche al fronte. Olivier rientra in pedana solo nel 1920: ha 42 anni ma l’entusiasmo di un ragazzino e la classe è la stessa. Il 31 maggio difatti vince il Campionato Lombardo di fioretto, disputato alla “Società del Giardino” e fa più di un pensierino ai Giochi. Il capitano della nostra Nazionale è il grandissimo Nedo Nadi che in realtà recita anche il ruolo di selezionatore occulto: non si entra in squadra senza il suo consenso. Nadi conosce benissimo Olivier, avendolo affrontato centinaia di volte, sin dai suoi esordi e lo stima moltissimo, sia come schermidore che come uomo, difatti si reputa suo buon amico. Vero, pensa Nadi, Olivier ha 42 anni ma ha classe ed esperienza da vendere: è ancora in forma, tonico ed affidabile, sarà un punto di forza della Nazionale. Il grande Nedo non si sbaglia anche se la scelta di inserire Olivier in azzurro, accanto ad altri “anziani”, gli attira più di una critica. Ma avrà ragione, eccome. Ad Anversa, Olivier esordisce nella prima prova in programma della scherma: il fioretto a squadre che inizia lo stesso giorno della cerimonia di apertura dei Giochi, il 15 agosto. Si gareggia in due playground: turni eliminatori al Royal Beerschot Tennis&Hockey Club, nei pressi dell’Olympisch Stadion e la finale al Floralien, il padiglione dei fiori, nel Middelheim Park, nella parte meridionale di Anversa, al confine col sobborgo di Wilrijk. Alla prova a squadre partecipano 8 nazioni ed il regolamento è semplice: si affrontano 4 atleti alla volta, tutti contro tutti, ed ogni singolo incontro viene deciso alla terza stoccata a favore. Sono possibili sostituzioni dopo ogni match ed i nostri adotteranno un cospicuo turn-over, risparmiando i grandi calibri quando possibile. Nella mattina del giorno 15 gli azzurri iniziano con la Gran Bretagna, liquidata 9-7 da una compagine di seconde schiere. Con lo stesso punteggio è superato anche il Belgio (con Oliver ottimo), poi tocca alla Danimarca ed alla Cecoslovacchia, quasi annientate. L’Italia domina il suo girone eliminatorio (4-0) e si prepara alla finale, ben decisa a vendicare la cocente sconfitta dei Giochi Interalleati di Parigi dell’anno precedente (dove Olivier era assente). Il giorno della verità è il 17 agosto, si comincia alle 9 di mattina. In finale l’unico dei nostri a non scendere in pedana è Baldi, ma gli altri sono strepitosi. Olivier è in pedana contro la Danimarca, stesa 12-4 grazie anche a tre sue vittorie, ed osserva dalla panchina i compagni schiantare la Gran Bretagna 16-0 e gli USA 13-3. Poi rientra in squadra, con i fratelli Nadi e Puliti (la miglior compagine possibile) nel match decisivo che, come prevedibile, è con la Francia. Gaudin, il “campionissimo” transalpino fa paura, soprattutto quando Nedo Nadi viene battuto 3-2, ma ci pensa uno strepitoso Aldo a ridimensionarlo. Sul punteggio di 8-7 per noi, tocca a Puliti contro Ducret che è un osso duro e per di più è stato allevato da un maestro italiano, Gabrielli. Quindi conosce le nostre caratteristiche, ma viene steso 3-1 ed è trionfo azzurro, il primo a squadre nella scherma. Argento ovviamente alla Francia, bronzo agli USA. Per Olivier, che comunque ha ripagato la fiducia dell’amico Nadi[2] ed è stato valido protagonista, a 42 anni suonati una gran bella soddisfazione.

Sullo slancio, Olivier partecipa anche al torneo individuale di fioretto che si svolge interamente al succitato Floralien. Al via 56 schermidori di 10 nazioni. Si inizia la mattina del 17 agosto ed Olivier inizia bene, vincendo nella sua poule eliminatoria 7 incontri e perdendone uno solo. Brilla anche in semifinale dove viene sconfitto solo dal francese Flabant ma chiude con lo score di 4-1 che gli vale il secondo posto e l’entrata nella finale a dodici, disputata poche ore dopo. Nel turno conclusivo però le fatiche accumulate, unite ai 42 anni, si fanno sentire ed Olivier fa un piccolo passo indietro: vince solo tre incontri e ne perde otto. L’oro va, di nuovo, al grandissimo Nedo Nadi che beffa i due francesi Cattiau e Ducret. Per Olivier il nono posto che non rappresenta certo il suo canto del cigno. Difatti due giorni dopo, 20 agosto, si torna in pedana per il torneo di spada a squadre che si svolge all’ormai consueto Floralien. Al via 11 nazioni. Non siamo favoriti: la Francia è fortissima, Portogallo e Belgio temibili. Commettiamo probabilmente un’imprudenza, certamente dettata dal cercare il risparmio di energie e dovuta anche alle imperfette condizioni di Nedo che ha qualche linea di febbre. Fatto sta che affrontiamo la poule eliminatoria schierando molte seconde linee e fatichiamo parecchio a centrare la qualificazione. Perdiamo 7-8 col Portogallo, strappiamo un faticoso 6-6 alla Svezia, domiamo a fatica i Paesi Bassi 7-6, evento che, alla fine, si rivelerà il passo decisivo. Unico spunto importante, il successo 8-4 col Belgio. Lo score 3-1 ci consente comunque, a fatica, di approdare in finale. E qui le cose cambiano perchè entrano i tre “titolari fissi”, i fratelli Nadi e proprio Olivier, considerato una sicurezza. La Svizzera, con Urbani quarto uomo, è domata 8-7, con Olivier che ottiene 3 vittorie. Il Portogallo (con Thaon di Revel) è schiantato 12-3, la Francia 9-7 ed il Belgio 10-6. Negli ultimi due incontri il quarto uomo è l’ottimo Costantino. È matematicamente fatta, manca solo l’incontro con gli USA che finisce in un abbraccio collettivo dopo che Nedo ha infilzato Lyon, ottenendo quella stoccata che mancava per la matematica al fine di assegnare il titolo. Prima l’Italia, secondo il Belgio col famoso Boin, solo terza la Francia. Un altro oro e nella specialità storicamente meno amata dai nostri! Grandissima prova di squadra anche se poteva certamente essere gestito meglio l’inizio. Di nuovo eccellente Olivier che ha contribuito non poco, vincendo sempre almeno due incontri in ogni match, ad un successo storico per l’intero nostro movimento, importante anche sotto l’aspetto tecnico e psicologico. Galvanizzato dai due ori, che rappresentano il coronamento di vent’anni di scherma ad alti livelli, Olivier tenta anche l’avventura del torneo individuale di spada che è iniziato quello stesso 20 agosto, ancora al Floralien.

Partecipano ben 80 schermidori di 13 nazioni. Gli italiani sembrano avere buone chances anche se i fratelli Nadi, esausti per le vittoriose battaglie dei giorni precedenti, danno forfait ed i francesi hanno il dente avvelenato per la clamorosa sconfitta patita dagli azzurri nella prova a squadre. Ogni assalto si decide alla prima stoccata vincente. Olivier, stanco per le fatiche precedenti, inizia stentando: nella sua poule eliminatoria, molto equilibrata e vinta dal portoghese Correia, si aggiudica tre incontri ma ne perde quattro, passando il turno con l’ultimo posto disponibile. Poi però è il migliore dei nostri. Il 22 agosto è primo nel suo quarto di finale, vincendo sette incontri e perdendone tre, passando quindi in semifinale dove regna di nuovo l’equilibrio: Olivier si aggiudica sei match e viene sconfitto ben cinque volte, ma ciò gli vale comunque il secondo posto a pari merito dietro il belga Gevers e l’accesso alla finale a dodici, unico italiano a riuscire nell’impresa. L’atto conclusivo si svolge a partire dalla mattina del 23 agosto. Olivier, come in sostanza per tutto il torneo, vince e perde: 5-6 il suo non eccezionale score che gli vale il sesto posto a pari merito. Trionfano i francesi che occupano interamente il podio: oro a Massard, argento a Lippmann e bronzo a Buchard. Olivier salva parzialmente il nostro bilancio ed il fatto che il migliore azzurro sia un grande schermidore ma di 42 anni, lascia pensare. In ogni caso Olivier esce alla grande da questi Giochi, lanciandosi nella storia della nostra scherma anche se oggi in molti lo ricordano raramente, essendo le sue gesta di Anversa oscurate dai mitici fratelli Nadi. Olivier comunque non disarma. Pur impegnato con la sua attività di sericoltore, si batte ancora in pedana: nel 1921 vince il campionato lombardo di fioretto e nel 1923 partecipa alla grande polemica sul dibattito di come sviluppare le selezioni per la nostra Nazionale da inviare ai Giochi di Parigi. Olivier vorrebbe essere della partita, ma un po’ l’età e soprattutto i suoi impegni con...i bachi da seta, la cui massima produzione coincide proprio con l’effettuazione delle gare olimpiche, lo distolgono dalla sua terza partecipazione. Tuttavia è precettato, data la sua enorme esperienza, nella Commissione Tecnica che deve selezionare i nostri schermidori per Parigi: ritrova così al suo fianco Nedo Nadi e grandissimi maestri come Colombetti e Sassone. Continua anche a tirare, per passione e divertimento, in qualche esibizione. Nel 1928, in un rigurgito di giovinezza, cerca la clamorosa qualificazione olimpica nella spada, a 50 anni suonati, ma ormai ha fatto il suo tempo anche se sino al 1930 continua a tirare in pedana, e non solo in esibizioni, con la squadra della “Patriottica”, la sua sala schermistica. Per quanto oggi dimenticata da molti, la sua figura rimane adamantina, stagliandosi nettamente nel firmamento schermistico italiano di tutti i tempi. Basta un dato: è tra i pochissimi ad essere salito sul podio olimpico in tutte le armi. Basta e avanza...


olivier grande

Anversa 1920. La compagine azzurra che vince l’oro nella spada a squadre. Presente anche Olivier, evidenziato dal tondo


[1] Al torneo partecipano 4 grandi “club” francesi tra cui “Les Armes” di Lione, l’unico a limitare i danni contro i nostri, costretti al pareggio 5-5 ma vittoriosi per il computo delle stoccate

[2] Nelle sue memorie Nedo Nadi citerà a lungo Olivier, considerandolo un esempio ed una sicurezza per la squadra, ricordando come agli inizia della sua carriera avesse faticato non poco ad inquadrare la sua tecnica raffinata e trovare dei punti deboli per batterlo, come poi avvenne ripetutamente ma, sono parole sue, “con fatica”