OLIVARI Luigi Achille
-
1920. Pallanuoto. 11° p.m.
Gioca a pallanuoto fin dai primi anni ’10, nel Genoa con cui nel 1914 vince, ai primi di agosto, il grande torneo a valenza nazionale di Genova, una sorta di campionato non ufficiale. Il Genoa stravince le 5 partite in programma e domina la competizione. La guerra poi interrompe l’attività. Di tricolore ufficiale se ne riparla solo a metà agosto del 1919, a Como. Il Genoa, con Olivari, impatta 1-1 la prima partita con la RN Milano che quindi vince 6-1 con lo SC Italia. Ma quest’ultima squadra si ritira e si rende dunque necessaria un’altra partita della RN col Genoa, in pratica la finale, per assegnare il tricolore. I liguri hanno preso bene le misure ed il 17 agosto, al termine di un match molto spigoloso e col lago agitato da un forte vento, vincono 4-0. Olivari è il migliore in campo, segnando tre gol. Nel 1920 in molti cercano la chance olimpica e la FIRN fa disputare un apposito torneo di selezione al termine del quale la Commissione Tecnica incaricata sceglierà gli uomini da portare ad Anversa. Le partite si svolgono il 10 e 11 luglio e si disputano in una località inconsueta, addirittura sulle Alpi Marittime, a Millesimo, in Val Bormida, sulle alture di Savona. Qui difatti esiste una delle poche piscine olimpioniche italiane (dimensioni 50x20 m), realizzata dai munifici proprietari della SIPE che nei pressi ha un’importante fabbrica. La vasca è situata in un complesso sportivo all’avanguardia che rappresenta una specie di “cattedrale nel deserto” e vi confluiscono tutti i più forti nuotatori e pallanotisti italiani. Il Genoa è la migliore squadra del lotto: supera l’Andrea Doria 5-0, lo Sturla 2-1 ed in finale la RN Milano 2-0, con Olivari che si conferma grande goleador, venendo ovviamente inserito nella lista dei convocati dal CT Ernesto Ghiorzi, anche se in un primo momento è relegato al ruolo di riserva. Tutto cambia nel ritiro collegiale di Sturla dove si rifinisce la preparazione.
Olivari appare in grande forma e Ghiorzi, ben assecondato dal dirigente Massola, lo promuove titolare: nella decisione forse pesa anche il fatto, non trascurabile, che sia Ghiorzi che Massola sono ex pallanotisti del Genoa, ovvero la stessa squadra di Olivari. Questioni di geopolitica sportiva a parte, finalmente si parte per il Belgio, in treno via Modane e Parigi. Al torneo olimpico prendono parte 12 nazioni e le partite si svolgono allo “Zwemstadion”, una sorta di “stadio del nuoto”, situato nella zona sud di Anversa, al confine coi sobborghi di Hoboken e Wilrijk, ricavato in un canale la cui acqua ha una temperatura non certo adeguata. E proprio l’acqua fredda sarà alla base di un clamoroso episodio nella prima partita dei nostri, contro la Spagna, che si gioca il 22 agosto alle 11 di mattina. La temperatura dell’acqua non supera i 12°C e molti giocatori sono restii a scendere in campo ma alla fine si gioca. I nostri attuano una tattica difensiva, con molti falli e riescono a contenere le sfuriate spagnole: i tempi regolamentari si chiudono sull’1-1. E qui accade il patatrac. Olivari e Burlando sono semi-assiderati dal freddo, non riescono a proseguire. Beretta è il più sollecito a voler riprendere il gioco, seguito dai fratelli Boero, e si piazza in porta. L’arbitro non sta tanto a guardare e ordina la ripresa del match seppur i nostri siano in chiara inferiorità numerica. Si tuffa pure Lungavia, ma gli spagnoli segnano e la partita termina come da regolamento, per una sorta di golden gol. I nostri finiscono dunque nel girone di consolazione che assegna le medaglie di argento e bronzo ma al primo turno, il 25 agosto alle 11 di mattina, perdiamo 5-1 contro la Grecia e siamo estromessi definitivamente. Chiudiamo all’11° posto a pari merito con la Cecoslovacchia. Certo, non una bella figura. L’oro (per la terza volta consecutiva) va alla Gran Bretagna davanti a Belgio e Svezia. Con i Giochi la carriera di Olivari ha raggiunto il punto di non ritorno: continuerà ancora a giocare alcune stagioni, ma senza ottenere particolari successi.