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NOWAK Riccardo

Bergamo 16.01.1885 / Bergamo 18.02.1950

1908. Scherma. 4° Spada a Squadre (con Bertinetti, Mangiarotti, Olivier), Eliminato 2° Turno Spada Individuale

La famiglia ha origini boeme: il padre, dopo una puntata a Venezia, è emigrato a Bergamo dove ha aperto una tintoria nel cui retrobottega insegna i primi rudimenti di scherma al figlio sin dalla tenera età. Nowak[1] impara presto bene e nelle categorie giovanili ottiene diversi successi, grazie alla sapiente guida del maestro Magnani cui il padre, alla fine, lo ha indirizzato. Definito “di spirito irrequieto e battagliero”, detto “il D’Artagnan bergamasco”, rappresenta una sorta di enfant prodige, distinguendosi in varie competizioni ancora ragazzino, con la spada: già a 8 anni (!) vince un torneo per “giovanetti” a Cremona, ripetendosi a Bergamo nel 1897. Nel 1899, a 14 anni, giunge 3° nel torneo di spada di Asti e 5° a Como. È giovanissimo ma ad inizio ‘900 già figura tra i migliori spadisti lombardi seniores nelle apposite graduatorie e la “Gazzetta” lo elogia più riprese, definendolo dotato di “velocità di attacco, sicurezza di parata, risposta pronta e sicura”. Complice la giovane età, fatica un po’ ad emergere: nel 1902 è terzo nel torneo di Como sia nella spada che nella sciabola. In quell’anno comunque Nowak si toglie la soddisfazione di cogliere il suo primo successo, a Cremona. Nel 1903 solo il fortissimo Weysi lo supera nel torneo di Cuneo, nella poule di sciabola e spada. In quello stesso anno Nowak compie le sue prime trasferte all’estero, in compagnia del grande maestro Colombetti[2] dal quale assorbe molti dettami tecnici. Al torneo di Limoges è protagonista di un clamoroso episodio che suscita parecchie polemiche: vessato dalle ingiustizie dei giudici, che favoriscono in modo smaccato i padroni di casa, il diciottenne Nowak si ritira (imbestialito) dalla contesa, suscitando una sorta di “incidente diplomatico” tra le scuole schermistiche francese ed italiana, con lettere, reclami, accuse e proteste sui principali giornali dell’epoca. In Francia trova comunque molti estimatori per la sua scherma, giudicata forte ed intelligente anche dal noto Kirchhoffer, con cui duella gagliardamente in una famosa esibizione a Royan. Ancora nel 1903 vince il torneo di Mortara davanti a Bertinetti, futuro compagno in Nazionale. Nell’anno seguente, nonostante il servizio militare in cavalleria, primeggia al torneo di Brescia nella spada e nel Campionato Lombardo di sciabola a Cremona. Il servizio militare comunque non gli permette di esprimersi al massimo e si rivede ad alti livelli nel 1906 quando guida come “capitano” la nostra Nazionale di spada a Montecarlo nell’incontro con la Francia, malamente perso dai nostri 28-11. Nowak comunque è il migliore, portando 4 punti in cascina. Tenta anche la strada del fioretto, ma non è altrettanto abile: nel torneo di Trieste, nel 1906, è solo terzo nel girone finale mentre al contrario domina la poule di spada, confermando come sia quest’arma la più adatta alle sue caratteristiche tecniche. L’anno seguente guida la Nazionale di spada nel tradizionale incontro monegasco contro la Francia dove è di nuovo il più bravo, guadagnando 4 punti anche se i nostri soccombono, con onore, 16-13. Il giudizio dei commentatori al seguito lascia pochi dubbi sulle sue qualità: “pratica una scherma spogliata e purificata da ogni empirismo ingombrante e grottesco”, tende dunque al sodo, con una tecnica efficace come pochi.

Ben figura anche in un altro incontro internazionale di spada, a Barcellona, dove con gli azzurri gareggiano le nazionali di Francia, Spagna e Belgio. Nowak è sesto nel computo finale e trascina i nostri ad un brillante secondo posto alle spalle dei sempre fortissimi transalpini, favoriti oltre tutto dalle giurie. Nel 1908 si conferma come miglior spadista italiano anche nel torneo di Montecarlo dove stavolta oltre alla Francia gareggiano pure Belgio ed Austria. Nowak, giudicato dai critici “sempre molto preciso”, vince 5 incontri, ne pareggia tre e ne perde soltanto uno. I nostri però, con Olivier e soprattutto Bertinetti al di sotto dei loro standard, giungono terzi, riuscendo a battere solo gli austriaci (vincono i formidabili francesi). Quando viene il momento di selezionare gli schermidori per Londra, poichè manca una Federazione vera e proria e pure il CONI (non ancora fondato ufficialmente), il conte Brunetta, vero deus-ex-machina della nostra spedizione, affida proprio a Nowak il compito di scegliere gli uomini per i Giochi, almeno tra i “civili” perchè riguardo ai militari ci penserà Masaniello Parise, Direttore della Scuola Magistrale di Roma. È evidente che, implicitamente, Nowak sarà della partita anche perchè continua a ben figurare: sulla via per Londra, insieme a Bertinetti ed all’outsider Cavalchini, vince difatti il torneo di Spada organizzato dal mecenate Marone al Castello di Vizille, nei pressi di Grenoble. I nostri si presentano con propositi battaglieri nell’agone londinese. Nowak è il più giovane tra gli schermidori azzurri, ma probabilmente è colui dal quale si attendono i maggiori risultati. A Londra le gare di scherma si tengono in un playground allestito all’esterno dello stadio di White City, appositamente costruito per i Giochi. Nel torneo individuale di Spada, Nowak passa il primo turno, il 18 luglio, con uno score di 3 vittorie e due sconfitte, 3° su 6. Due giorni dopo, il 20, viene eliminato, giungendo 3° p.m. nella sua poule, vincendo un solo incontro. Va meglio nel torneo a squadre. Il 21 luglio, contro la Boemia, sconfitta 12-7, Nowak è il migliore dei nostri, vincendo tutti e 4 gli incontri. Poi però l’Italia perde di misura (8-9) col Belgio e chiude al 4° posto poiché il regolamento è anomalo: l’argento (che va alla Gran Bretagna) è disputato tra le squadre che, nei vari turni, hanno perso contro la compagine medaglia d’oro (in questo caso la Francia). E l’Italia non è tra queste. Finisce così l’avventura olimpica di Nowak che, a poco a poco, abbandonerà i primi posti delle classifiche nazionali. Dopo un’annata-no nel 1909, l’ultimo suo risultato di spicco è difatti il 2° posto ottenuto con la Nazionale, assieme ad Olivier e Mangiarotti, nel torneo di Montecarlo del 1910, alle spalle della Francia ma davanti a Svizzera e Paesi Bassi. Poi di lui si perdono le tracce, almeno ad alti livelli. Rimane nel mondo della scherma, ma si cimenta sempre più raramente in pedana. 

nowak grande

Nowak, primo a destra, assieme a tre maestri che hanno fatto la storia della scherma italiana. Con lui da sinistra: Bertinetti, Mangiarotti ed il mitico Masaniello Parise


[1] Il cognome originario della famiglia è Novak, trasformato poi in Italia, forse per esaltare la provenienza estera, con la sostituzione della “v” da parte della “w”

[2] Luigi Peroncini Colombetti, nato a Stradella (PV) il 16.08.1872. Bersagliere, entra alla Scuola Magistrale di Scherma e ne esce col titolo di Maestro nel 1900, passando ad insegnare nel Club Scherma Torino. Tra i migliori schermidori italiani di inizio ‘900, nel 1902 vince il prestigioso torneo di Torino con la spada. Grande allenatore e preparatore di talenti, contribuisce notevolmente all’affermazione della scherma italiana