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NIZZOLA Marcello

Genova 17.02.1900 / Genova 22.02.1947

1932. Lotta greco-romana. MEDAGLIA D’ARGENTO pesi gallo

1936. Lotta Libera. Eliminato Terzo Turno pesi gallo

Tesserato per l’Andrea Doria già prima dei vent’anni di età, pratica diversi sport, tra cui calcio, rugby, pugilato e pallanuoto dove inizialmente è riserva della prima squadra sociale, tra le migliori in Italia. Passa alla lotta solo nel 1925, trovando subito buoni risultati: il 7-8 novembre a Genova si disputano i tricolori e Nizzola chiude terzo tra i “piuma”, battuto da Quaglia e Pizzoccaro. Nel 1926 insiste. Il 9 maggio a Genova, nella palestra dell’Andrea Doria, in un’esibizione batte il quotato Ponte, riuscendo a schienarlo. Inizia ad essere visto come una promessa anche se non è più un ragazzino. Intanto ha continuato a dedicarsi anche alla pallanuoto e viene schierato titolare tra i sette uomini che disputano il Campionato. La Doria è nuovamente grande: vince nettamente il girone ligure di Campionato ed affronta in finale, nella piscina di Via Argellati a Milano, la 138a Legione MVSN di Napoli, costruita sui residui della “Partenope”. Partita combattuta, ben arbitrata dal grande Beretta, si risolve 1-0 a favore dei doriani con gol decisivo di Dellacasa e Nizzola in acqua, nel ruolo di difensore. Il 4 novembre vince il titolo ligure di lotta tra i “piuma”, nel torneo disputato nella palestra della Doria. Il weekend successivo è a Prato per i tricolori che si tengono nel Politeama Novelli: perde il match decisivo con Pizzoccaro e si classifica secondo tra i “piuma”. Poi si eclissa e non tenta nemmeno di qualificarsi per i Giochi del 1928. Gioca a pallanuoto, anche se viene spesso confinato al ruolo di riserva della squadra doriana che si aggiudica Campionati a ripetizione. Nel 1929 ritrova il posto da titolare. I doriani vincono il girone ligure, ma alle finali di Roma, disputate nella piscina dello stadio PNF a metà agosto, soccombono nettamente, perdendo tutte le partite e chiudendo clamorosamente all’ultimo posto. Nizzola cerca il riscatto nella lotta e l’8 settembre si aggiudica il campionato ligure dei “piuma” nei locali della “Colombo”: tra l’altro supera il quotato Gargano, confermando dunque buone attitudini. Non si ripete ai tricolori di Bari, disputati il 28 e 29 settembre nella palestra della “Angiulli”: finisce difatti terzo, battuto da Chiari e dallo stesso Gargano che finiscono nell’ordine. Nel 1930 continua ad alternare piscina e pedana. L’11 maggio è nella squadra ligure che a Genova affronta l’Emilia: batte, per schienamento, Zoli ed i padroni di casa si impongono 4-3. Inoltre Nizzola è titolare fisso, come coriaceo difensore, della Doria nella pallanuoto dove conquista il Campionato. Il girone finale si svolge a Genova, a metà settembre e la Doria in semifinale supera 2-0 la Triestina mentre in finale domina la “Florentia” 5-0. Il 20 settembre Nizzola torna alla lotta, aggiudicandosi il campionato ligure nei locali della “Colombo”. Prosegue la sua ascesa ed il 2 novembre vince il titolo italiano dei “gallo” a Napoli. Nel 1931, almeno per la lotta, passa alla “Colombo”, nei locali della quale il 27 gennaio perde col forte tedesco Leicht.

Pochi giorni dopo, è a Parigi, per il match Francia-Italia: nei “gallo” perde con François ed i transalpini si aggiudicano l’incontro 5-2. L’8 marzo a Bologna si svolgono le selezioni per gli Europei di Praga: Nizzola batte ai punti Villa e si guadagna la convocazione. Gli Europei si svolgono alla fine di marzo e Nizzola è grande: perde il primo incontro, col magiaro Szegfu, ai punti e con una decisione dei giudici alquanto discutibile, ma poi infila una serie di successi importanti. Supera il belga Spappen, il polacco Gauzcora, il francese François ed il tedesco Leucht, conquistando una bella medaglia d’argento, con l’oro che va allo svedese Tuvensson. In estate torna alla pallanuoto e con la Doria si conferma anche se il Campionato ha un andamento alquanto complesso. Nel girone finale, a Roma, la Doria batte 5-1 il Camogli e 2-1 la “Mameli”: avrebbe vinto il torneo, ma in quest’ultima partita gli arbitri commettono un errore tecnico e l’incontro deve essere rigiocato. Il 6 settembre a Bologna la Doria supera di nuovo la “Mameli”, stavolta per 4-2 e si aggiudica definitivamente il Campionato. Nizzola torna alla lotta ed il 18 ottobre a Roma, nella palestra di Borgo Prati, conquista il titolo italiano tra i “gallo”: è così tra i pochi atleti di tutti i tempi a fregiarsi nello stesso anno di due tricolori in sport diversi. Il 1932 è annata olimpica ed è evidente che Nizzola punta i Giochi nella lotta (la pallanuoto non va in America). Il 29 gennaio ad Hornberg, in Germania, batte Schondelmeier e gli azzurri superano i tedeschi 10-7. Due giorni dopo, a Stoccarda la musica cambia poco: Nizzola riesce a schienare Schilling, anche con una certa facilità, ed i nostri si impongono 4-3. Nizzola è grande anche nella prima prova tricolore, la “Coppa Dentis” che si svolge il 6 marzo a Torino, nella palestra del Circolo Doglia: nell’annata olimpica difatti è stato deciso di assegnare il titolo italiano a punti, basandosi sui risultati di tre gare che servono anche da indicative. Nizzola vince netto con Gozzi e Quaglia, guadagnandosi il primo posto. Si conferma il 24 aprile a Genova dove si impone per schienamento su Diener: l’incontro fa parte di Liguria-Baviera che termina 4-3 per i padroni di casa. Il 1° maggio, ancora a Genova ma nella palestra della Doria, Nizzola si impone nella seconda prova tricolore tra i “gallo”: la maglia azzurra di Los Angeles si avvicina sempre più. Intanto si dà pure alla lotta libera ed il 22 maggio a Roma partecipa alla seconda prova tricolore, venendo battuto solo da Quaglia. Però è salito di peso e rientra nei “piuma”: nella gara di Campionato di greco-romana che si tiene a Roma il 29 maggio viene battuto da un grande Gozzi. Tuttavia viene convocato per l’apposito ritiro collegiale preolimpico, che si tiene nella capitale a giugno, allo Stadio PNF. Il CT Raicevich è esplicito: se vuole essere sicuro dei Giochi, deve rientrare tra i “gallo”, calando nuovamente di peso perchè tra i “piuma” il posto è di Gozzi. Nizzola vi riesce e guadagna il viaggio a Los Angeles. Così si va in America. Dapprima, il 1° luglio, tutti gli azzurri sono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. A poppa dell’imbarcazione viene pure allestito un ring nel quale si allenano prevalentemente i pugili, ma dove pure i lottatori talora si cimentano nelle varie “prese”. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Qui iniziano gli allenamenti di rifinitura e Nizzola pare in buone condizioni.

Le gare olimpiche di lotta si tengono al Grand Olympic Auditorium, non lontano dal centro di Los Angeles, nella zona sud-ovest della città. Alla gara dei “gallo”, peso-limite 56 kg, partecipano solo sette atleti e la medaglia non appare impossibile. Il regolamento è macchinoso: in pratica vince chi ottiene meno punti e la loro attribuzione è veramente cervellotica. Zero in caso di vittoria prima del limite, uno per vittoria ai punti, tre per qualsiasi sconfitta. Quando un lottatore raggiunge 5 punti, viene eliminato. Il 4 agosto intanto Nizzola parte bene, schienando, dopo 17’44” di combattimento, l’ungherese Szekfu. Ha poi la fortuna di essere esentato per sorteggio dal turno successivo. Quindi il 6 agosto batte ai punti il greco Zervinis, ma poche ore dopo perde ai punti con la sua vecchia conoscenza François. Lo strambo regolamento però gli permette di gareggiare in finale col tedesco Brendel che lo supera ai punti. Nizzola è talmente infuriato per il verdetto, ritenuto ingiusto, da affrontare con un coltello lo stesso Brendel negli spogliatoi, minacciando i presenti. Alla fine viene disarmato dalla polizia, senza peraltro aver ferito nessuno. Per questo tutto viene dimenticato. Oro dunque a Brendel, argento al focoso Nizzola, bronzo a François (che pure aveva battuto l’azzurro ma accumulato più punti in precedenza). Beneficiato dal sistema-punteggi e dall’aver saltato un turno per sorteggio, Nizzola vede l’argento premiare oltre modo il suo torneo, caratterizzato pur sempre da due vittorie, ma anche da due sconfitte. Mentre sta tornando in Italia sul transatlantico “Saturnia”, i suoi compagni della Doria disputano il girone finale del Campionato di pallanuoto, ma non vanno al di là del terzo posto, superati da RN Milano e Florentia. Al rientro in patria, per Nizzola (ma anche per gli altri azzurri) è difficile smaltire la sbornia olimpica, tra feste, ricevimenti e premiazioni varie (Duce e principe Umberto compresi), soprattutto se si ha una medaglia al collo. Così Nizzola tira i remi in barca e non gareggia più sino alla fine dell’anno. Si rivede il 5 marzo 1933 quando a Torino, nei locali della YMCA, partecipa alla prima prova dei tricolori di greco-romana: vince tra i “piuma”. Poi dovrebbe gareggiare agli Europei di Helsinki dove i nostri arrivano dopo un viaggio lungo ed avventuroso, via treno passando per la Russia dato il Mar Baltico ghiacciato. Proprio il ritardo con cui gli azzurri arrivano a destinazione, per le difficoltà del viaggio, provoca la mancata partecipazione di Nizzola al torneo: in pratica non riesce ad iscriversi in quanto i sorteggi dei turni eliminatori sono già stati effettuati al suo arrivo ad Helsinki. Tanta fatica per niente!

Si rivede l’8 aprile nel match Liguria-Piemonte, disputato a Genova e vinto 4-3 dai padroni di casa: Nizzola batte Begna. L’11 giugno è a Trieste per la prima prova tricolore di “libera”: tra i “piuma” è battuto dal padrone di casa Gurtner. Il 24 settembre è in Nazionale ad Instanbul per Turchia-Italia, allo stadio Macksin che presenta il tutto esaurito: nella greco-romana batte ai punti Euer, ma gli azzurri sono sconfitti 4-3. Il 15 ottobre a Roma vince la seconda prova dei tricolori di “libera”, guadagnando così il titolo italiano. Il 19 novembre a Faenza si impone anche nella seconda prova dei tricolori di greco-romana e conquista così il titolo assoluto: è dunque campione nei due stili di lotta. Inizia tranquillo il 1934, tesserato con i “Giovani Calciatori Ponticello” mentre per la pallanuoto gioca ancora per la “Doria”, ormai però nobile decaduta e finita pure in Serie B. Selezionato in Nazionale per gli Europei, si infortuna in allenamento, ma riesce a recuperare appena in tempo: non è comunque al massimo della forma. Difatti perde il primo incontro col romeno Horvath, ma vince col quotato magiaro Zombori. Quindi incontra il tedesco Gehring: match equilibrato, si va al periodo supplementare, tutto rimane incerto. I giudici però assegnano la vittoria al teutonico e scoppia il caos: proteste e reclamo ufficiale italiano non sortiscono effetto, Nizzola viene eliminato. Peccato perchè è in forma: il 5 maggio a Cagliari, al Politeama Margherita, si prende la rivincita su Horvath, schienato nel giro di 8’, nell’incontro Italia-Romania che gli azzurri si aggiudicano 5-1. Nizzola si rivede solo il 26 agosto quando a Bologna perde ai punti con l’emergente Borgia nel primo incontro di Campionato tra la sua squadra e la “Bologna Sportiva” che si aggiudica il match 4-2. Si “vendica” nel ritorno, il 2 settembre, quando riesce a schienare Borgia e la sua compagine vince 5-2, passando il turno. Poi batte Borgna nell’incontro con i torinesi del “Gioda” e supera il genovese Toli, ma la sua squadra non raggiunge la finale[1]. Nel 1935 Nizzola inizia col botto: il 20 gennaio, nella prima prova tricolore ad Imola, tra i “piuma” supera niente meno che l’oro olimpico Gozzi. Poi torna alla “libera”, inizialmente senza fortuna: il 31 marzo a Forlì, nella prima prova tricolore, è battuto a sorpresa dal concittadino Quaglia. Barcamenandosi bene tra le due discipline, sette giorni dopo vince la seconda prova di Campionato a Genova nella greco-romana. Ai primi di giugno parte con la Nazionale per una tournée in Cecoslovacchia: nel primo incontro, a Praga, schiena Sobotka ma i nostri, vessati dai giudici, perdono 4-3. Nella seconda gara, ancora nella capitale ceca, altro successo prima del limite contro Moravek e vittoria azzurra per 5-3. Nel terzo match, a Pilsen contro una rappresentativa locale, Nizzola supera ai punti Dolansky ed i nostri dominano 7-0. Infine a Reichemberg un altro schienamento, stavolta ai danni di Kraus e trionfo italiano per 6-1.

Ottimo il bilancio di Nizzola: quattro incontri e quattro vittorie. Il 22 giugno a Genova partecipa ad Italia-Francia di greco-romana che i nostri si aggiudicano 6-1: Nizzola dà il suo contributo, schienando Countreau. Otto giorni dopo, è a Faenza per l’ultima prova tricolore di greco-romana: viene battuto da Gozzi, ma il secondo posto gli consente di aggiudicarsi il titolo italiano, sia pure per un solo punto di margine sul rivale nella classifica finale (17-16). Il 21 luglio a Genova supera Quaglia nella seconda prova tricolore di “libera”: i due sono a pari punti nella generale e si disputa lo spareggio. Vince ai punti Nizzola che così si aggiudica, di nuovo, il titolo italiano anche nella “libera” dove ai primi di settembre partecipa ai Campionati Europei, disputati a Bruxelles. In casa azzurra non regna l’ottimismo, si va per fare esperienza in vista dei Giochi di Berlino. Nizzola, oltre tutto, per rientrare nei limiti di peso dei “gallo”, ha perso oltre 5kg ed appare debilitato dalla dieta. Nizzola comunque parte bene, battendo il belga Lamote. Poi però perde col tedesco Brenkel e tutto sembra sfumare. Al contrario, Nizzola schiena lo svizzero Bron e, il 7 settembre, nel combattimento decisivo supera ai punti il magiaro Lorincz: è medaglia d’oro! Torna di nuovo alla greco-romana: il 28 settembre è in Nazionale per Italia-Cecoslovacchia, a Roma: batte Janda ed i nostri vincono 5-2. Il 15 dicembre, ancora nella greco-romana, guadagna il titolo ligure a Genova, superando l’eterno rivale Quaglia. Il risultato non cambia nella prima uscita del 1936, il 1° marzo a Torino. Il 20 marzo è a Budapest, in tournée con la Nazionale: in un incontro di “libera” è battuto da Toth. Nella stessa specialità riconquista il titolo italiano a Roma, il 5 aprile, nella palestra della YMCA, battendo in finale il triestino Taucer. Nella greco-romana non ha la stessa fortuna: il grande Gozzi lo costringe alla resa il 19 aprile nei tricolori di Prato. Si sottopone a dieta e rientra nei limiti di peso dei “gallo”. In questa categoria partecipa ad Italia-Ungheria che si svolge il 25 aprile al Teatro Italia di Roma: batte Lorincz ed i nostri vincono 4-3. Viene inevitabilmente convocato per il grande ritiro collegiale azzurro che si tiene a partire dal 12 maggio ad Impruneta, sulle colline fiorentine, presso la Scuola Paolieri, sotto la guida del CT, il finnico Onni Sirenius. Si cimenta in entrambe le discipline, incerto sulla strada da prendere a Berlino. Il 20 giugno si tirano le prime somme: nella greco-romana Nizzola batte Bertoli e nella “libera” schiena Bullano.

Si affaccia pure l’ipotesi di schierarlo in entrambe le specialità e così è perchè nessuno riesce a superarlo nei successivi confronti. Il 27 luglio, da Verona, si parte per Berlino dove le gare olimpiche di lotta si disputano nella “Deutschlandhalle”, grande Palazzo dello Sport, situato alla periferia sud-occidentale di Berlino. Nizzola gareggia nei “gallo” il cui limite di peso è 56kg: partecipano 14 lottatori. Il regolamento è alquanto particolare: si attribuiscono zero punti per la vittoria con schienamento, 1 punto per la vittoria ai punti, 2 punti per la sconfitta ai punti 2-1, 3 punti per la sconfitta ai punti 3-0 o per schienamento. Quando un lottatore raggiunge i cinque punti, è eliminato. Il 2 agosto, nella “libera”, Nizzola parte come meglio non si potrebbe: schiena difatti il ceco Nic nel giro di 5’30”. Il giorno seguente la musica cambia: affronta il magiaro Zombori, il match è equilibrato ma i giudici gli sono contrari, seppur in disaccordo, e perde ai punti 2-1. Va anche peggio il 4 agosto quando perde ai punti 3-0 col finnico Jaskari. Avendo totalizzato 5 punti, Nizzola è eliminato. L’oro va proprio a Zombori, argento per lo statunitense Flood e bronzo al tedesco Herbert. Un torneo in chiaroscuro per Nizzola, autore comunque di una prestazione onorevole. Potrebbe cercare il riscatto nella greco-romana, ma gli incontri di “libera” hanno lasciato strascichi importanti nel suo fisico, in particolare alla spalla sinistra, lussata. Così è costretto a rinunciare al torneo di greco-romana, lasciando il posto a Bertoli. Negli anni seguenti Nizzola si mantiene ai massimi livelli: nel 1937 e 1938 riguadagna il doppio titolo italiano nei due stili di lotta mentre agli Europei del 1937 di “libera” finisce quinto. Nella “libera” ottiene altri quattro titoli consecutivi[2] (1941, 1942, 1943, 1946), l’ultimo dei quali a 46 anni (!). Divenuto allenatore, è in predicato di guidare la Nazionale, ma il 22 febbraio 1947, davanti al suo negozio di mobili, viene assassinato a colpi di pistola. Le circostanze di questo clamoroso ed efferato omicidio rimangono ancora misteriose: molti propendono per ragioni politiche date le simpatie fasciste più volte manifestate dalla famiglia Nizzola, in particolare dal fratello di Marcello, Vittorio. Fatto sta che gli esecutori non furono mai rintracciati. Garibaldo, figlio di Marcello, ha seguito le orme del padre, diventando un ottimo lottatore di “libera”[3].


[1] Il torneo è vinto dall’ATM milanese che in finale supera 4-3 la “Faenza Sportiva”

[2] Nel 1944 e 1945 il Campionato Italiano non si disputa

[3] Nato a Genova il 03.12.1927, vanta all’attivo ben 17 titoli italiani dal 1948 al 1964, in varie categorie di peso oltre ad un argento mondiale (1951). Ha partecipato a 4 edizioni dei Giochi: Londra 1948 (4°), Helsinki 1952 (eliminato terzo turno), Melbourne 1956 (5° p.m.) e Roma 1960 (6°)


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