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NERI Marcello

Fauglia (PI) 02.02.1902 / Firenzuola (FI) 23.12.1993

1928. Ciclismo. 4° Prova a Squadre, 30° Prova Individuale

Inizia a correre intorno ai 20 anni, assieme al fratello minore Colombo[1], in un paesino della campagna pisana, zona in cui l’attività ciclistica è molto sviluppata, allora come oggi. Tra i due congiunti è Colombo il primo a vincere una prova di un certo livello, la “Targa Mussolini” del 1923 a Viareggio, ma poi emerge anche Marcello che coglie i primi allori importanti nel 1924, in particolare nel “Giro del Casentino”, una delle corse più importanti a livello regionale per i dilettanti[2]. Neri in quell’annata gareggia per la “Cei” di Cascina e si fa luce un po’ in tutta la Toscana: tra i suoi successi difatti anche “Targa Pantaleoni” (a Marlia di Lucca) e “Coppa Gerlupi” a Badia Tedalda. Il 7 settembre è secondo nel “GP Bibbiena”, battuto da Chesi[3]. Nel 1925 Neri torna alla ribalta. Il 28 giugno è terzo nella “Coppa Granchi” a Piombino, a 2’20” dal vincitore Negrini che precede di poco Pomposi. Un mese dopo, il 26 luglio, Neri ritrova la vittoria nel “GP Grassina”. Il 13 settembre è battuto in volata da Meini nella “Coppa San Miniatello” a Cascina. Il 4 ottobre consegue un successo di prestigio nella “Nazionale” di Romito Magra, allo sprint su un folto gruppo. Si ripete il 25 ottobre a Sesto Fiorentino nella “Coppa Ginori”, giungendo solo al traguardo. Ormai è stabilmente tra i migliori corridori toscani. Nel 1926 continua il suo crescendo. Il 16 maggio vince la “Coppa Landucci” a Lucca, superando allo sprint un uomo veloce come Meini, confermandosi corridore completo. Stesso risultato sette giorni dopo nel “Giro della Provincia di Livorno”, gara caratterizzata dalla fuga di Colombo, con Marcello che ha così potuto risparmiare energie preziose per lo sprint finale, non collaborando all’inseguimento del fuggitivo, ripreso nel finale. Il 29 maggio chiude al 5° posto il “Circuito del Casentino”, staccato di 1’30” dal vincitore Meini. Ancora Meini, ma stavolta in volata, il 4 luglio lo relega al secondo posto nella “Coppa Pastigliacci” ad Empoli. 14 giorni dopo, i fratelli Neri dominano la “Coppa Fasce” in Lunigiana: se ne vanno in fuga da soli, guadagnano 5’ di margine e giungono assieme al traguardo di Pontremoli dove è proprio Marcello a superare per primo la linea. Lo stesso colpo non riesce il 4 agosto nella “Coppa Masetti” ad Empoli dove i due fratelli vengono superati allo sprint dal sempre veloce Meini, con Marcello secondo. Pochi giorni prima Marcello aveva colto la piazza d’onore anche a Sestri Levante nella “Coppa Albertone”, alle spalle di Rinaldi. Ennesimo secondo posto il 22 agosto nel “Giro della Piana Lucchese”, battuto da Orlandi. Torna al successo grazie al fratello: nella “Siena-Volterra-Siena”, dal percorso accidentato e sulle mitiche “strade bianche”, i due Neri staccano tutti e giungono insieme al traguardo dove Marcello ha ancora la meglio. I due finiscono sul podio anche nel “Giro delle Tre Province” ad Aulla il 5 settembre: nella volata finale si impone Marcello, ben lanciato dal fratello che chiude terzo.

Sono ormai famosi e temuti dagli avversari di tutta la Toscana. Il 12 settembre altro show dei Neri, con Marcello primo nella “Coppa Ginori” a Sesto Fiorentino. I due “terribili fratelli” si ripetono il 20 settembre nel “GP Vada”: nella volata finale, ben spalleggiato da Colombo (che finisce terzo), Marcello coglie un altro bel successo. Si ripete il 3 ottobre nella “Coppa Antella” e sette giorni altro trionfo nella “Coppa Venturelli” a La Spezia, col fratello secondo, per il decimo sigillo stagionale. Non si ferma: il 24 ottobre vince la promiscua “Firenze-Terni”, di ben 270 km, superando in volata il compagno di fuga Chesi. Identica situazione il 31 ottobre nella “Coppa Canevaro” ad Empoli. Marcello dunque chiude l’annata con ben 12 successi. Tesserato per la “Labrone” di Livorno, Neri inizia il 1927 col secondo posto nella “Coppa Raoni” a Sesto Fiorentino il 10 aprile, superato in volata dal compagno Papeschi. 11 giorni dopo, vince poi la “Coppa XXI Aprile” a Firenze, allo sprint. Il 1° maggio restituisce il favore al fratello Colombo nella “Roma-Perugia”: ne protegge la fuga e guadagna il secondo posto alle sue spalle. I due Neri continuano a maramaldeggiare in Toscana: l’8 maggio Marcello vince il promiscuo “Giro della Provincia di Livorno”, battendo allo sprint Martinetto e Magagnini, mentre Colombo chiude quarto ma s’impone in solitario nella “Roma-Orbetello” dell’11 maggio, con Marcello terzo. Il 26 giugno è il momento della consacrazione nazionale: i fratelli Neri, assieme a Papeschi e Di Paco, gareggiando per la “Labrone”, vincono la sempre prestigiosa “Coppa Italia”, cronosquadre che si svolge sul tradizionale circuito di Tortona. Ben 7’47” il vantaggio sull’UCAT di Torino, seconda. I fratelli Neri non sono più una sorpresa, ma una certezza del mondo dilettantistico nazionale. Non a caso il 3 luglio si aggiudicano alla grande il “GP Siena”, una cronocoppie che si svolge sulle famose “strade bianche” tra Chianti, “crete” e Val d’Orcia. I “fratelli terribili” si ripetono alla grande il 17 luglio nella “Coppa Fasce” a Pontremoli dove bissano l’exploit dell’anno precedente: staccano tutti e sul traguardo prevale Marcello. Il 25 luglio, tra Versilia e Lunigiana, Marcello si aggiudica anche la “Coppa Ciancianaini”, trascinando in fuga un gruppetto di uomini sulla salita della Spolverina, per poi battere tutti allo sprint. Il 7 agosto chiude al decimo posto il “GP Martini&Rossi” a Torino, appannaggio di Viarengo. Sette giorni dopo, brilla nella “Bologna-San Marino”: assieme al fratello rimane da solo in testa sull’ascesa finale e lascia il successo a Colombo. Il giorno seguente nella “San Marino-Bologna” viene invece battuto allo sprint dall’emergente Cipriani[4], ma risulta comunque il migliore nella classifica combinata delle due prove. Il 21 agosto torna al successo nel “Giro delle Due Province” a Marciano, dominando di nuovo la gara col fratello (secondo).

Sette giorni dopo, i due si invertono le posizioni nel “Circuito Cepranese” dove, di nuovo, giungono da soli all’arrivo. Marcello Neri è il miglior dilettante toscano: il 4 settembre si impone anche nella promiscua “Coppa Zucchi” a Peretola, di fronte ai più forti indipendenti e “pro juniores” regionali. Sette giorni dopo, si conferma, aggiudicandosi la “Coppa Bardelli” a Monsummano. Il 18 settembre guadagna un bel secondo posto nel “Circuito dei Sette Fiumi” a Pistoia, staccato (di un minuto) solo dal professionista Giacobbe[5]. Due giorni dopo, ennesimo show dei fratelli Neri che guadagnano i primi due posti della “Coppa Viviani” a Ponte a Ema, con Colombo primo. Il 25 settembre arriva una sconfitta in volata: il genovese Gasparino, a sorpresa, brucia tutti nella “La Nazionale” a Sarzana, con Neri superato anche dal compagno Di Paco, riuscendo comunque a salire sul podio. Il 2 ottobre è battuto allo sprint da Vannucchi nel “GP Altopascio”. Sette giorni dopo, chiude al terzo posto la “Coppa Appennino Toscano” a Borgo San Lorenzo, superato da Marangon e Berni. Inserito nella lista dei “probabili olimpici”, da inizio 1928 si prepara a puntino per i Giochi, anche attraverso appositi ritiri collegiali organizzati dall’UVI, sotto la supervisione del “console” Temistocle Testa, con Mirandola che diventa snodo cruciale della preparazione azzurra. Il 13 maggio nella prima preolimpica, una cronometro di 95 km a Carpi, Neri chiude ottimo secondo, a 2’10” dal vincitore Grandi. È in forma e la mantiene: il 7 giugno si aggiudica allo sprint, su una ventina di avversari, la “Novi-Verona-Novi”, lanciandosi verso la maglia azzurra. Nei giorni seguenti difatti è convocato per il collegiale di rifinitura che si tiene nella Villa del Mirabello, nel Parco di Monza, con vita spartana ed orari da caserma. Neri convince i tecnici e guadagna il posto da titolare in Olanda. La gara olimpica individuale si disputa il 7 agosto a cronometro, su un percorso di 168 km, da Amsterdam a Scheveningen, completamente privo di asperità ma ventoso. Al via 75 concorrenti di 21 nazioni. Vince il danese Hansen, cronoman di eccezionale talento, col tempo di 4h47’18”: argento, a 7’48”, per il britannico Southall e bronzo per lo svedese Carlsson, a 12’59”. Il migliore dei nostri è Grandi, quarto a 14’47”. Neri va male, a disagio su un tracciato poco adatto alle sue caratteristiche: chiude solo 30°, con un ritardo abissale, ben 33’54” dal vincitore. Il distacco è fin troppo esplicito sulla prestazione di Neri che, oltre tutto, compromette anche il risultato della gara a squadre la cui classifica è ottenuta tramite la semplice addizione dei tempi realizzati dai primi tre di ogni compagine. Se difatti Orecchia, 16°, si difende, il quarto azzurro in gara, Beretta, chiude appena sopra a Neri (29°). I nostri ottengono un totale di 15h33’12” che vale il quarto posto, alle spalle dei formidabili danesi (15h09’14”) i quali superano Gran Bretagna e Svezia (15’27’49”). Il distacco dei nostri dal bronzo, 5’23”, parla chiaro: le prestazioni pessime di Neri e Beretta hanno influito parecchio su un risultato che avrebbe potuto essere migliore. Per il nostro ciclismo, che nel 1927 ha trionfato ai mondiali su strada, se non è una disfatta poco ci manca. Dopo i deludenti Giochi, Neri tenta l’avventura professionistica. Non gli va bene. Nei due anni seguenti ottiene qualche vittoria in corse di secondo piano come il “Giro dell’Umbria” 1929 ed il “Circuito Cepranese” 1930, ma non gli riesce il salto di qualità e già nel 1932 sparisce di scena.

nerimarcello grande

Giugno 1928. Ciclisti azzurri nel ritiro preolimpico: tra loro anche Neri, primo a sinistra ed evidenziato dal tondo


[1] Colombo Neri, nato a Fauglia 01.10.1904. A livello professionistico otterrà il suo principale successo nel “Giro dell’Umbria” 1929, rimanendo sempre un corridore di secondo piano, con una manciata di vittorie nelle prove minori

[2] La prima edizione è del 1910. Non a caso nel suo Albo d’Oro troviamo tra i vincitori niente meno che Gino Bartali (1934), Fausto Coppi (1939) e Gastone Nencini (1953)

[3] Pietro Chesi, nato a Gambassi Terme (FI) il 24.11.1902. Corridore di secondo piano, semisconosciuto, rimane nalla storia del ciclismo italiano per aver compiuto una delle più grandi sorprese: nel 1927, grazie ad una lunghissima e temeraria fuga solitaria, accompagnata dal disinteresse dei favoriti, vincerà la Milano-Sanremo e questo rimarrà il suo unico successo a livello professionistico. Fervente militante fascista, appartenente alla RSI, sarà ucciso l’11 agosto 1944 negli scontri che porteranno alla Liberazione di Firenze

[4] Mario Cipriani, pratese di S. Giusto dove nasce il 29.05.1909. Una ventina di successi nelle categorie maggiori tra cui il Campionato Italiano Indipendenti 1931, Giro del Piemonte 1931, Milano-Modena 1932, Giro di Toscana 1934-1935, Milano-Torino 1934, una tappa al Giro d’Italia

[5] Luigi Giacobbe, nato a Bosco Marengo (AL) il 01.01.1907. Buon protagonista del ciclismo italiano per un decennio, gregario fidato di Guerra, ha la sua grande stagione nel 1931 quando vince la Tre Valli Varesine ed una tappa al Giro d’Italia dove perde i minuti decisivi sul Sestriere, venendo relegato da Camusso al secondo posto. Aveva colto il posto d’onore al “Giro” anche l’anno precedente dietro Marchisio