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MOSCATELLI Edoardo

1928. Vela. 4° p.m. classe “otto metri”

Nato a Genova nel 1898, appartiene ad una nota famiglia di yachtsmen, ferventi soci del Regio Yacht Club Italiano (RYCI), il circolo che ha fatto la storia della nostra vela, organizzando la prima regata già nel 1880 a La Spezia. Fratello minore di Roberto, ne segue le orme: i due sono spesso protagonisti delle regate che si tengono nel Mar Ligure, in estate ma anche e soprattutto d’inverno quando emergono i veri “lupi di mare” che, nonostante provengano da classi agiate, non temono vento e temperature rigide. I Moscatelli si segnalano già nei primi anni Venti con “Melusina”, un “18 piedi” che brilla parecchio nelle acque liguri. Sono spesso davanti a tutti anche nel 1924, annata olimpica. Quando si devono scegliere gli uomini da inviare ai Giochi, il RYCI diviene inevitabilmente il fulcro della nostra spedizione. Vengono cooptati gli uomini migliori e tra questi anche i fratelli Moscatelli. Ma non c’è spazio per tutti ed Edoardo viene relegato al ruolo di riserva mentre invece Roberto è titolare. I Moscatelli dopo i Giochi continuano a regatare con un certo successo, anche su barche non di loro proprietà: sono velisti esperti e stimati anche da Francesco Giovanelli che è un po’ il “capo” della flotta sportiva genovese. Per i Giochi del 1928 è ancora il RYCI a gestire nuovamente la spedizione azzurra, indicando “Bamba”, il cui proprietario e skipper è proprio Giovanelli, come nostra rappresentante tra gli “otto metri”. Giovanelli ovviamente supervisiona l’intera operazione. Sceglie un equipaggio di uomini fidati e che conosce bene tanto è vero che molti di loro sono stati suoi ferrei avversari nelle regate liguri: tra loro anche Edoardo Moscatelli che quindi eguaglia il fratello maggiore (stavolta a secco). Nell’equipaggio figurano anche De Beaumont, Bruzzone, D’Albertis e Guido Giovanelli, figlio di Francesco: sono dunque sei gli uomini su “Bamba”, velisti esperti, temprati e ben preparati nelle manovre.

Nel clan azzurro c’è moderata fiducia anche se nessuno si nasconde le difficoltà. Le gare olimpiche di vela si svolgono nello Zuiderzee, l’ampio braccio di mare ad Est di Amsterdam che si insinua tra i polders, con sede a Buiten. Nella classe “otto metri” partecipano 8 imbarcazioni di altrettante nazioni. Il regolamento è semplice: 4 turni preliminari e 3 di finale. Per accedere alle finali, bisogna ottenere almeno un piazzamento nei primi tre in una regata delle eliminatorie. L’esordio degli azzurri è disastroso: il 2 agosto difatti sono costretti al ritiro nella prima regata, vinta dagli olandesi di “Hollandia”. Il giorno seguente c’è il riscatto e “Bamba” si piazza ottima seconda alle spalle dei francesi di “L’Aile VI”, a 36” di distacco. Terza regata e secondo ritiro per i nostri (rivince “Hollandia”) mentre il 5 agosto tagliano per primi il traguardo, ma sono squalificati per manovre irregolari e la vittoria passa agli svedesi di “Sylvia”. Col secondo posto nella seconda regata comunque i nostri si sono guadagnati l’accesso alle finali dove cambia il regolamento: contano difatti i piazzamenti cardinali ovvero vince chi guadagna più vittorie e, a parità, più secondi posti e così via. Si parte il 7 agosto: vince “Sylvia” e “Bamba” chiude quinta, a 6’. Il giorno seguente gli azzurri sono protagonisti di una bella regata: chiudono terzi, a 1” dagli olandesi ed a 36” dai vincitori francesi. All’ultima regata sono ammessi solo i primi tre della classifica e “Bamba” è solo quarta a pari merito coi norvegesi. Può solo assistere al trionfo dei francesi, guidati dalla mitica Virginie Hériot, che con la vittoria si assicurano l’oro davanti ad olandesi e svedesi. Per “Bamba” solo “medaglia di legno”, con qualche rimpianto perchè ha dimostrato comunque di valere i migliori del mondo coi quali ha saputo rivaleggiare ad armi pari. Di Moscatelli poi si perdono le tracce.

moscatelli edoardo grande

 “Bamba”, la barca con cui Moscatelli gareggia nel 1928 ad Amsterdam