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MORICCA Oreste

Filandari (VV) 05.08.1891 / Bra (CN) 21.06.1984

1924. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Sciabola a Squadre, MEDAGLIA DI BRONZO Spada a Squadre

Orfano di padre da bambino, da adolescente si trasferisce a Roma con la madre ed il fratello. Frequenta il liceo, poi studia all’Accademia Militare dove intraprende l’attività schermistica. Ne esce, sottotenente dei Bersaglieri, proprio allo scoppio della Prima Guerra Mondiale dove combatte eroicamente in Libia, guadagnandosi a Sidi Hamed una Medaglia di Bronzo. Ferito, viene curato tra gli altri da Bertinetti, medico militare ed olimpionico del 1908, al quale promette che tornerà in pedana e vincerà. Difatti terminato il conflitto, Moricca riprende gli studi, fino a laurearsi in letteratura francese, e la scherma: nel 1920 diventa campione italiano di spada, mantenendo così fede alla promessa fatta a Bertinetti. Prosegue intanto la carriera militare che non gli lascia troppo spazio per le gare. Si allena comunque con continuità, anche con la sciabola. Quando arriva il 1924, si sente pronto per l’avventura olimpica: i suoi 32 anni suonati non sono un peso in un’epoca dove vi sono schermidori ultraquarantenni (vedi Bertinetti). A fine febbraio dunque si presenta alla prima selezione olimpica, disputata alla Scuola della Farnesina. Sorprende tutti, perchè poco noto, vincendo il suo girone di sciabola, con 8 successi e 0 sconfitte. Entra a vele spiegate nella lista dei 30 “probabili azzurri” ed altrettanto riesce a fare con la spada. Appare una sicurezza, spigliato e travolgente. Si ripete con disinvoltura anche nella seconda selezione, a Bologna il 16 e 17 aprile. Entra definitivamente nel novero dei nostri migliori schermidori, una pedina sicura per la nostra nazionale. Si conferma nella prova di selezione decisiva, il 29 maggio alla “Società del Giardino” di Milano: trionfa nel girone finale, senza sconfitte, ma la Commissione Tecnica, che preferisce andare sul sicuro, lo dirotta solo sulla prova a squadre. Lo stesso accade nella spada dove chiude al sesto posto il girone di selezione. Il CT Flauto si fida, ma non troppo. Moricca comunque appare in forma e determinato, un ottimo elemento per la nostra compagine.

Le gare olimpiche di scherma si svolgono al Vel d’Hiv, il famoso Velodromo d’Inverno della capitale francese, teatro di numerose competizioni ciclistiche di primo piano. Moricca gareggia nella spada a squadre cui prendono parte 16 nazioni: il 6 luglio è nel quartetto che affronta la Norvegia nel primo turno, in un match già decisivo visto che i nostri, senza Moricca, hanno perso 9-7 contro la Spagna. Non è un incontro facilissimo e viene giocato sul filo del rasoio o. per così dire, di lama. Moricca vince due assalti (con Lorentzen ed Akre-Aas) ma ne perde altrettanti (con Heide e Falkenberg). Fortunatamente ci pensa un grande Cuccia (3-1 il suo score) a dirimere la questione ed i nostri vincono 9-7, passando il turno. Il giorno seguente Moricca torna in pedana, nei quarti di finale, contro i Paesi Bassi, battuti 10-6. Moricca però vince un solo assalto, con Brouwer, mentre perde gli altri tre (De Jong, Wijnoldy-Daniels, De Beaufort). Poichè i Paesi Bassi vengono sconfitti anche dalla Francia, dato che passano le prime due, non disputiamo il match coi transalpini. Situazione analoga il giorno seguente: ci vendichiamo della Spagna (10-6), battuta anche dal Belgio. Con gli iberici Moricca però siede in panchina così come accade nella finale, disputata il 9 luglio. Combattiamo un grande match con i fortissimi francesi: impattiamo 8-8 ma decide il conto delle stoccate e perdiamo per un solo punto (21-20). Perdiamo, nettamente, anche col Belgio, 11-5. Alla fine si rivela decisivo il match col Portogallo, domato a fatica 8-7. Ma è bronzo! Oro alla Francia ed argento al Belgio. Per Moricca è comunque medaglia anche se, in definitiva, il suo apporto non è stato dei migliori ma è comunque servito alla causa, soprattutto nel difficile e decisivo match con la Norvegia. Tutto sommato, prestazione sufficiente ed onorevole. Moricca ci riprova nel torneo di sciabola a squadre cui prendono parte 14 nazioni. Si inizia il 12 luglio, col primo turno dove i nostri battono la Cecoslovacchia 11-5 e la Grecia 14-2. Moricca è in pedana solo contro i cechi, ma è autore di una debacle visto che perde tutti e quattro i suoi assalti. Viene comunque riconfermato in squadra il giorno seguente per i quarti di finale dove va un po’ meglio, pur senza brillare particolarmente. Con gli USA vinciamo 12-4 e Moricca realizza lo score di 2-2: vince con Castner (4-1) e Fullwinder (4-2) ma perde con Lyon (4-2) e Baker (4-3). Stesso risultato col Belgio: batte 4-1 sia Feyerick che Tom ma è sconfitto da Delporte e Willems (entrambi 4-2). L’incontro coi belgi si rivela ostico ed equilibrato: termina 8-8, ma prevaliamo per il computo delle stoccate. Poichè anche l’Ungheria vince con Belgio ed USA e visto che passano due squadre, diviene superfluo il match con i magiari che difatti non viene disputato. Il 14 luglio situazione analoga in semifinale dove comunque Moricca non scende in pedana. L’Argentina è superata sia dall’Italia, 14-2, che dalla Cecoslovacchia e dunque non incontriamo i boemi.

Siamo dunque in finale, disputata il 15 luglio e Moricca rientra in squadra e si rende protagonista di prestazioni altalenanti. Con i cechi, pur battuti 11-5, incappa in un’altra controprestazione e perde tutti gli assalti. Con i Paesi Bassi, domati a fatica 9-7, si difende: vince con Wijnoldy-Daniels (4-3) e Doorman (4-1), ma perde con Van der Wiel (4-2) e De Jong (4-3). A sorpresa, Moricca dà il meglio di sè proprio nel match decisivo, contro l’Ungheria, con un atteggiamento “alla bersagliera”, come viene definito sui giornali d’epoca, pieno di impeto e ardore, consono ai suoi trascorsi bellici. Perde difatti solo col mancino Tersztyanszky (4-2) ma batte Garay (4-3), Posta (4-2) e Berti (4-1), portando punti decisivi alla causa azzurra. L’incontro difatti è equilibratissimo: iniziamo male e andiamo sotto 5-2, poi recuperiamo, tutto rimane incerto. Alla fine è 8-8, ma stavolta il computo delle stoccate ci premia, 50-46. Medaglia d’oro! Ed a svantaggio degli odiati magiari con cui, da tempo, è in atto una fiera polemica, acuitasi proprio in questa edizione dei Giochi. Alla fine proprio Moricca è stato fondamentale in un torneo altalenante, ma in cui ha saputo trovare le energie necessarie proprio nel momento più importante. Un oro dunque più che meritato e che fa il paio con il bronzo della spada, per uno degli schermidori italiani più completi del momento. Dopo i Giochi, Moricca continua la carriera militare e gareggia saltuariamente. Il 29 giugno 1926 è ottimo terzo nel “GP Budapest” di spada, superato da Bertinetti ed Anselmi. Il giorno seguente chiude al quinto posto, migliore dei nostri, il Campionato Europeo di sciabola, vinto dal magiaro Gambos. Il 1° giugno 1927 Moricca è nella Nazionale che vince gli Europei Militari di spada a L’Aja, nei Paesi Bassi[1]; gli avversari più ostici si rivelano Francia e Paesi Bassi, superati 9-6 entrambe ed alla fine nell’ordine sul podio. 4 giorni dopo i nostri, con Moricca, conquistano il bronzo nella gara a squadre di sciabola, sopravanzati da Ungheria e Paesi Bassi. Poi, a 37 anni, dirada i suoi impegni in pedana, dedicandosi esclusivamente alla carriera militare. Torna ad alti livelli nel 1929 quando, tra la fine di maggio ed i primi di giugno, partecipa agli Europei militari: vince la spada a squadre ed è secondo nella sciabola a squadre. Poi si dedica alla carriera militare. Nella prima metà degli anni Trenta è docente di Storia Militare alla “Scuola di Guerra” a Torino. Ricopre quindi vari incarichi militari di alto livello, ma non dimentica la scherma: ai Giochi di Berlino del 1936 è giudice. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale riprende attivamente la vita militare. Viene inviato in Grecia, poi in Russia nella tragica spedizione dell’Armir. Dopo l’8 settembre passa con gli Alleati e nel settembre 1944 è nominato Comandante Generale della Guardia di Finanza. Si congeda nel 1946 come Generale, ritirandosi a vita privata.

moricca grande

Alcuni sciabolatori che guadagnano l’oro ai Giochi di Parigi del 1924: Moricca è il primo a destra. Gli altri, da destra, sono Bertinetti, Sarrocchi e Puliti


[1] Con lui Anselmi, Bertinetti, Cuccia, Pezzana, Capone, Gotti e Rosichelli