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MICHELI Franco

1920. Tiro a Segno. 7° Carabina Piccolo Calibro a Squadre, 9° Fucile Tre Posizioni a Squadre, Carabina Piccolo Calibro Individuale (risultato sconosciuto)

Torinese, si mette in luce nei primi anni del Novecento al punto che nel 1906 partecipa ai Giochi “intermedi” di Atene nel fucile d’ordinanza, distanza 300 metri, ma non termina la gara. Negli anni seguenti non raccoglie risultati importanti a livello nazionale e si rivede solo nel 1912 quando ai Mondiali di Biarritz giunge 14° nel fucile d’ordinanza, distanza 300 metri, posizione a terra. Entrato stabilmente nel giro della Nazionale e dei nostri migliori tiratori, è protagonista anche nelle prove iridate di Vyborg, in Russia, nel 1914: nella stessa disciplina e nella stessa posizione (a terra), chiude al 15° posto. La guerra poi interrompe tutto. Se ne riparla solo nel 1920 quando il segretario dell’Unione Tiratori Italiani, Vitali, viene incaricato di selezionare gli uomini per Anversa. Micheli, che ha già conosciuto l’azzurro, è molto stimato anche se certamente non è tra i migliori in assoluto. Tuttavia si dimostra in forma, anche nel collegiale di rifinitura, al poligono del Martinetto di Torino. Il suo nome non manca nella lista per il Belgio, raggiunto in treno via Modane e Parigi. Le gare olimpiche si svolgono nel poligono militare di Beverloo, a Leopoldsburg, una sessantina di km ad est di Anversa. Sono talmente tante che verrà coniato un detto, fin troppo abusato nelle storie dei Giochi, per esprimere la pletora di tiri effettuati: ad Anversa, si dirà, s’è sparato più che a Verdun, riferendosi ad una delle battaglie più cruente della Prima Guerra Mondiale. Gli italiani non si tirano certo indietro e Micheli esordisce il 31 luglio nella gara a squadre con fucile o carabina libera, da 300 m e da tre posizioni (a terra, in ginocchio, in piedi). È la competizione più “classica” e completa, che si svolge da tempo anche nei Mondiali. Partecipano 14 nazioni. Micheli ha al suo fianco tiratori esperti e vincenti come Ticchi e Frasca, un uomo di sicuro affidamento come Galli ed il valido Campus.

Però non andiamo lontano e chiudiamo nella seconda parte della classifica, soltanto noni, con 4371 punti, ad oltre 600 punti dal bronzo degli svizzeri. Oro ai cecchini statunitensi, gli unici tra l’altro a gareggiare col portentoso fucile Springfield, con 4876 davanti ai norvegesi. Il 2 agosto entra in scena la carabina piccolo calibro, per la prova sia individuale che a squadre. Gareggiano 49 tiratori di 10 nazioni, distanza di 50 m e posizione in piedi. 40 colpi totali a testa, punteggio massimo 400. La squadra non cambia, anche se non ha vinto e neppure convinto: con Micheli troviamo Ticchi, Galli, Frasca e Campus. Altro trionfo targato USA con il podio interamente occupato da statunitensi: oro a Nuesslen con 391 punti, argento per Rothrock (386) e bronzo per Fenton (385). I nostri tutti lontanissimi dai primi e settimi nella classifica a squadre, con 1777 punti. Oro agli USA (1899 punti) su Svezia (1873) e Norvegia (1866). Micheli chiude qui la sua avventura olimpica, con due prestazioni mediocri, da metà classifica, lontane però dalla sufficienza, sia a livello individuale che a squadre. Delusione e voglia di rivalsa i sentimenti principali dei nostri alla partenza da Anversa. Trovano presto il riscatto: sulla via di ritorno dal Belgio, gli azzurri si fermano a Rennes dove l’11 agosto è prevista una grande gara internazionale. Micheli è grande protagonista, soprattutto con la pistola: vince difatti la classifica individuale ed a squadre mentre l’Italia è seconda nella carabina, dietro alla Francia per una manciata di punti. Peccato non essere andati altrettanto bene ad Anversa. Micheli insiste nei primi anni Venti e fa bene: nel 1921, a Lione, conquista il titolo mondiale a squadre nella pistola libera (14° nella prova individuale) ed il bronzo a squadre nella prova del fucile tre posizioni, a terra. In quella stagione ottiene anche il titolo di campione lombardo, con la pistola. L’anno seguente, a Milano, è argento iridato, ancora nella pistola libera a squadre (16° individuale). A livello iridato ottiene ancora qualche risultato, sempre con la pistola: nel 1924 a Reims termina 16° (8° a squadre) e l’anno seguente a S. Gallo finisce 24° (4° a squadre). Poi sparisce di scena, almeno a grandi livelli. Una carriera di alto livello, in sostanza deludente solo ai Giochi.