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MAZZAROCCHI Serafino

Montegranaro (AP) 07.02.1890 / Bologna 21.04.1961

1912. Ginnastica artistica. MEDAGLIA D’ORO Concorso a Squadre, MEDAGLIA DI BRONZO Concorso Individuale

Nato nelle Marche, si sposta presto a Torino dove inizia a gareggiare con la gloriosa “Società Ginnastica”. Poi si trasferisce a Modena, si tessera con la “Panaro” e qui coglie i primi risultati importanti. Nel concorso ginnico di Piacenza del 1908 giunge 5° nella gara artistica individuale e partecipa attivamente alla conquista della “corona di alloro” che premia la compagine più forte del lotto. L’anno seguente la “Panaro” si ripete a Firenze e Losanna, con Mazzarocchi sempre valido protagonista, anche se un gradino sotto i due “mostri sacri” Braglia e Capitani, grandi compagni e fonte di ispirazione. Mazzarocchi entra quindi nel giro della Nazionale, ma è solo riserva per il concorso internazionale in Lussemburgo, definito pomposamente “mondiale”, dove i nostri chiudono terzi. Nel 1910, dopo un 5° posto al concorso di Genova, Mazzarocchi ottiene il suo primo grande successo a livello nazionale, guadagnando la gara individuale ad Ancona. A 20 anni è già maturo per grandi traguardi: atleta completo, sembra a suo agio in ogni attrezzo, con una grande predilezione per il cavallo con maniglie. Il 1911 però è annata di transizione, gareggia poco e con scarsi risultati, complici gli obblighi militari col 36° Reggimento Fanteria, di stanza comunque a Modena. Riesce ad allenarsi, a mantenersi in forma ed a partecipare a qualche gara per militari, compreso il concorso ginnico di Torino. Terminato il servizio, riprende di slancio l’attività ginnica, confermandosi tra i migliori. Non va benissimo però nell’apposita prova di selezione olimpica che si svolge il 9 giugno a Bologna nei locali della Virtus: termina difatti solo 12°, lontano oltre due punti dal vincitore Romano. Viene comunque selezionato per il ritiro collegiale di Brescia dove si effettueranno le scelte definitive. La nostra Nazionale è guidata dal “caposquadra” Cornelio Cavalli, una sorta di Direttore Tecnico e da Cesare Tifi, presidente della Commissione Tecnica della Federazione. A coadiuvare i due il noto maestro Giacomo Fumis, bresciano d’adozione. Al termine del ritiro, nella “fossa” del castello di Brescia, è organizzata la gara artistica che deve qualificare i primi sei alla prova individuale dei Giochi. Vince il grandissimo Braglia, ma Mazzarocchi è buon quinto e si guadagna il pass. Tuttavia in un primo momento gli viene preferito Tunesi (7° nell’ultima prova di selezione) che viene iscritto alla gara individuale e questo scatenerà un caos non indifferente a livello storico-statistico. I nostri giungono in Svezia dopo un disagevole viaggio in treno durato tre giorni attraverso Austria e Germania. Il concorso a squadre si svolge l’11 luglio nel nuovissimo Olympiastadion.

I ginnasti si esibiscono tutti insieme su 4 attrezzi, ciascuno dotato di 4 postazioni: anelli, cavallo con maniglie, parallele e sbarra. Sono previsti poi esercizi in piedi e liberi. Tempo massimo della performance, un’ora. I punteggi vanno da 0 a 12 per i 4 attrezzi e da 0 a 10 (per i “liberi”); cinque i giudici. Punteggio massimo 58. Partecipano solo 5 nazioni, assenti gli scandinavi che amano poco gli attrezzi, preferendo col loro “metodo” una ginnastica più marziale, di gruppo, artistica nel senso letterale del termine. L’Italia, che gareggia in maglia bianca, domina la prova, realizzando 53,15 punti ovvero il 91% dei punti ottenibili! Seconda è l’Ungheria con 45,45 e terza la Gran Bretagna con 36,90. Un grande trionfo per i nostri, guidati dal fenomenale Braglia. Il giorno seguente, 12 luglio, tocca al concorso individuale che pure presenta 4 attrezzi, i soliti: sbarra, parallele, anelli e cavallo con maniglie. Ogni attrezzo prevede tre esercizi, tra obbligatori e liberi, con punteggi che vanno da 0 a 12: massimo totale ottenibile dunque è 144. Le medaglie sono attribuite solo nel computo globale e non per ogni singolo attrezzo. Diverse polemiche hanno preceduto le gare: mancano i tedeschi, norvegesi e svedesi, contrari questi ultimi al metodo di gara. Il campo dunque è ridotto, in sostanza, ai soli italiani e francesi che monopolizzano difatti le prime undici posizioni. Partecipano comunque 44 ginnasti di 9 nazioni. Mazzarocchi ha il suo punto di forza nel cavallo dove infatti giunge primo, a pari merito con il grandissimo Braglia, al suo secondo oro individuale, mentre giunge 2° a pari merito nella sbarra, 4° alle parallele e solo 7° agli anelli. Guadagna comunque un bel bronzo, con 131.5 punti, ad un solo punto dall’argento del francese Segura mentre Braglia chiude primo con 135. Ma nessuno sa che Mazzarocchi sta gareggiando! Difatti, anche nei report ufficiali, il bronzo viene assegnato ad Adolfo Tunesi, come abbiamo già accennato regolarmente iscritto alla prova, ma impossibilitato a gareggiare.

All’ultimo momento ed in totale silenzio, perché ciò non è consentito dal regolamento, anche per le sollecitazioni di Braglia che in seno alla spedizione conta molto (è stato pure portabandiera), Mazzarocchi sostituisce Tunesi, gareggiando in anonimo al posto del compagno. Ecco perché il suo nome spesso non compare tra i medagliati. Il bronzo però è suo e gli va storicamente riconosciuto. Al rientro in Italia, il 28 luglio, è tra i protagonisti di una serata benefica che si tiene al Teatro Garisenda di Bologna dove dà una dimostrazione pratica degli esercizi con cui i nostri hanno vinto a Stoccolma. Con lui altri primattori dell’oro tra cui Braglia, Tunesi (proprio colui a cui ha “soffiato” il posto) e Domenichelli. Applausi a scena aperta e grandi ovazioni. Nel 1913 Mazzarocchi fa un passo indietro: giunge difatti solo 7° nel grande concorso ginnico federale di Milano, una sorta di campionato nazionale, dove viene preceduto da diversi suoi compagni di Stoccolma, primo fra tutti Braglia che si conferma, per l’ultima volta, fenomeno assoluto. Quindi tira i remi in barca fino al termine della stagione e non è neppure fra gli azzurri selezionati per i Mondiali di Parigi. L’anno seguente non va meglio e la Prima Guerra Mondiale completa l’opera: non rivedremo più Mazzarocchi in concorsi importanti. Lasciata l’attività, Mazzarocchi diviene allenatore della “Fiat” di Torino. Soprattutto diventa un pioniere della preparazione e della medicina sportiva applicata alla ginnastica, ideando metodi scrupolosi di valutazione antropometrica e fisiologica degli atleti. Vero precursore del settore, pubblica anche trattati e manuali di successo, sia per l’insegnamento della ginnastica nelle scuole che riferiti agli esercizi per le donne, veri antesignani del moderno pilates. Nominato quindi Direttore dell’Accademia Nazionale di Ginnastica a Roma, continuerà fino alla morte a propagandare le sue idee, contribuendo non poco allo sviluppo ed ai successi della ginnastica italiana.