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MATTA Gavino

Sassari 09.06.1910 / Sassari 20.01.1954

1936. Pugilato. MEDAGLIA D’ARGENTO pesi mosca

Nato in Piazza Quadrato Frasso, lavora sin da ragazzino in un forno di proprietà dell’industriale Pietro Pirisino che lo prende a ben volere e gli concede spesso permessi per allenarsi, soprattutto dopo i primi successi che non tardano ad arrivare. Matta è di fisico minuto al punto da rientrare nella categoria dei “mosca”, ma tende ad aumentare di peso e per questo spesso utilizza il forno dove lavora come...sauna. Inizia a segnalarsi a livello nazionale dopo i vent’anni di età. Nel dicembre 1932 partecipa ai tricolori di Roma, disputati nel Teatro Jovinelli. Vince col campano Silvestri e col corregionale Masella, ma poi perde dall’umbro Farfanelli. Nel 1933 ha un’annata-no e si rivede solo nel 1934. Tra l’8 ed il 10 marzo a Genova, nel Teatro Nazionale, si disputano le selezioni per la Nazionale da inviare ai Mondiali di Budapest. Tra i “mosca” Matta vince con l’emiliano Rani, ma poi è sconfitto dal romano Urbinati ed il sogno della maglia azzurra svanisce. Viene comunque convocato per Svizzera-Italia che si tiene a Zurigo il 21 settembre: si comporta bene, vincendo ai punti con Klantchi. I nostri battono nettamente gli elvetici 13-3. Quindi, ai primi di novembre, è protagonista ai cosiddetti “Giochi Partenopei” di Napoli, voluti da Mussolini in persona per celebrare i fasti atletici nazionali. Per la boxe gli incontri hanno anche valenza di tricolori. Matta è in formissima: supera ai punti l’abruzzese Dioguardi, il napoletano Roio ed il piemontese Scorda. Approda così in finale dove batte il milanese Buratti, conquistando dunque il suo primo titolo italiano. Torna quindi in Nazionale per una tournée nelle isole britanniche: il 5 dicembre, alla Royal Albert Hall londinese, supera ai punti Worton ed i nostri vincono 5-2. Sette giorni dopo, si svolge Irlanda-Italia a Belfast: Matta batte Stafford, ma i padroni di casa si impongono 4-3. Matta torna sul ring ai primi di aprile del 1935 quando a Milano, nel teatro di Via Vasari, partecipa ai tricolori, ancora nei “mosca”: in rapida successione batte ai punti il lombardo Goretti, l’emiliano Greci ed in finale (di nuovo) l’altro lombardo Buratti, guadagnando così un altro meritato titolo italiano. Rientra in Nazionale a metà giugno quando al “Roland Garros” di Parigi si disputa un’importante riunione internazionale: batte lo svizzero Klautschky ed il lussemburghese Ciatti, ma in finale perde ai punti col belga Cornelis, in un match peraltro equilibrato ed in cui non sfigura. Gli azzurri comunque vincono la classifica a squadre, determinata a punti in base ai vari piazzamenti. Il 4 giugno a Bruxelles, in Belgio-Italia, ritrova Cornelis che però lo supera nuovamente: gli azzurri perdono 2-4.

Matta si rivede solo ai tricolori del 1936, disputati nel Teatro Jovinelli di Roma ai primi di aprile ed indicativi per i Giochi: in rapida successione batte il veneto Mestriner, il laziale Jannotti ed in finale l’altro laziale Nardecchia, guadagnando l’ennesimo titolo italiano. Il suo nome, ovviamente, non manca nella lista dei “probabili olimpici” che, già a metà maggio, partono per il ritiro di Senigallia, con sede alla “Pensione Azzurra”. Allenamenti intensi e lunghi, come da tradizione, vita spartana ed ascetica, sotto la guida del CT Garzena e del “secondo” Toscani. Solo ai primi di luglio avvengono le selezioni decisive: al Teatro Stamura di Ancona, Matta batte di nuovo Nardecchia ed ottiene il pass per Berlino. Arriva ai Giochi, secondo una statistica, dopo aver vinto oltre il 90% dei match disputati nella sua carriera. Si parte per la Germania il 27 luglio, in treno da Verona. Le gare olimpiche di pugilato si disputano nella “Deutschlandhalle”, grande Palazzo dello Sport. Matta gareggia nei “mosca” dove partecipano 24 pugili ed il cui limite di peso, dove molti faticano a rientrare, è 55,33kg. Matta è protagonista di un gran bel torneo. Dal 10 al 14 agosto, in rapida successione, batte ai punti l’olandese Lambillion, il danese Frederiksen, il belga Degryse ed in semifinale lo statunitense Laurie, poi bronzo. Giunge quindi all’ultimo atto, la finale col tedesco Kaiser. L’incontro si rivela equilibrato, con Matta però che rimane ferito ad entrambe le arcate sopracciliari. Nella terza ripresa l’azzurro tenta il tutto per tutto, lanciandosi all’attacco come un ossesso, ma si scompone al punto che viene richiamato ufficialmente dall’arbitro per la sua aggressività. Termina in piedi, ma il verdetto lo vede soccombere ai punti: scoppia in un inconsolabile pianto dirotto. Gli rimane comunque un bell’argento. Continua poi a gareggiare in Nazionale: ad ottobre va in America dove a New York vince con Wal ed a Chicago, di fronte a 23mila spettatori, con Urso. Il 13 dicembre è a Budapest dove batte ai punti Szabò. Poi continua alla grande la sua carriera. Agli Europei del 1937 guadagna il bronzo, quindi passa professionista. Nel 1940 tenta la scalata al titolo italiano dei “mosca”, ma è respinto da Urbinati. La guerra spezza la sua carriera, ma non la interrompe. Il 16 dicembre 1945 difatti a Sassari conquista il titolo italiano dei “mosca”, battendo Morabito. Perde la corona nel novembre del 1946 con Solinas cui la strappa sei mesi dopo. Alla fine riperde il titolo italiano col vecchio rivale Nardecchia il 26 luglio 1948: è il suo ultimo combattimento in assoluto. Termina la sua carriera con uno score interessante: 24 vittorie, 8 sconfitte, 2 pareggi. Un ottimo pugile che ha saputo stare ai massimi livelli per 15 anni.


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