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MASSA Mario

Nervi - Genova 29.05.1892 / Roma 16.02.1956

1908. Nuoto. Eliminato Primo Turno 400 m sl

1912. Nuoto. Eliminato Semifinale 100 m sl, Eliminato Primo Turno 400 m sl e 1500 m sl

1920. Nuoto. 5° 4x200 m sl (con Bisagno, Frassinetti, Quarantotto), Eliminato Primo Turno 100 m sl

Il più forte nuotatore d’Italia per 15 anni, nell’epoca in cui le gare si svolgono non nelle piscine (inesistenti) ma in acque libere siano esse di fiumi, laghi o mari. Inizia a nuotare a 7 anni ed a 10 impara il cosiddetto over, lo stile che soppianta la rana (con cui si nuota generalmente nei primordi), il quale prevede che un braccio emerga ritmicamente dall’acqua a guisa di un remo mentre l’altro rimane sempre immerso. Il suo mentore ed insegnante è Davide Costa, buon nuotatore a cavallo del 1900. Quando l’allievo supera il maestro, battendolo ripetutamente, Costa capisce di essere di fronte ad un fenomeno. Massa è tesserato dall’“Ardita Juventus” di Nervi e si segnala giovanissimo: vince la prima gara a 10 anni di età! Impavido e velocissimo, gareggia con atleti di età maggiore e non teme il confronto: già nell’estate del 1906, a 14 anni appena compiuti, dà spettacolo a Genova dove si impone sui 200 m nelle acque marine davanti allo stabilimento Ciardossino a S. Nazaro e sui 500 m al bagno “Roma” di Sampierdarena. Enfant prodige, stupisce tutti aggiudicandosi a Savona l’ambito “Campionato del Mediterraneo”. Nel 1907 Massa si conferma alla grande: a Nervi è primo nella Gara Reale sui 300 m. Ma trova ostacoli burocratici a livello nazionale, pure nei giudici e nella Federazione che non vorrebbero farlo gareggiare perché “troppo giovane”. Alla fine lo lasciano partecipare ai tricolori del 1907 ed a 15 anni vince il suo primo titolo italiano, sul Miglio, a Salò, nel Lago di Garda, dove è secondo nella distanza dello “stadio”, pari a 185 metri, battuto dal brillante Baiardo. Nuove polemiche perché l’età minima per gareggiare ai tricolori sarebbe, secondo i regolamenti, 16 anni ma un apposito referendum tra tutte le società lascia, giustamente, il risultato acquisito sul campo. I tecnici vedono in Massa un talento enorme, una “classe assoluta”, ma poca propensione ad allenarsi seriamente e soprattutto a sviluppare i sacrifici richiesti da una pratica sportiva seria e costante. In quel periodo, dove lo sport è ancora inteso come divertimento ed in Italia i professionisti sono rari, non è il solo atleta ad adottare questo genere di comportamento ed a perdere probabilmente grandi opportunità. Massa comunque pecca ancora d’inesperienza: nel “Campionato del Mediterraneo” sbaglia rotta, allungando il percorso, e viene battuto da Baiardo. Nel 1908, stagione olimpica, Massa supera tutti sul Lago Albano nello “stadio” e nelle sue acque, a S. Nazaro, trionfa nettamente sui 600 m. L’ultima gara prima dei Giochi è il Campionato Ligure dei 1500 m dove non ha rivali. Appare pronto per la sfida londinese anche se, coi suoi 16 anni appena compiuti, è il più giovane azzurro dell’intera spedizione. Le prove si disputano nella smagliante piscina realizzata nello stadio di White City, costruito per l’occasione: è la prima volta che le gare olimpiche natatorie non si effettuano in acque libere, ma si deve notare che mancano i blocchi per le partenze, sostituiti da asciugamani disposti a terra sul bordo vasca in modo da non scivolare nello slancio. Il 14 luglio Massa incappa però in una batteria difficile dei 400 m e finisce 3° sui 3: vince tra l’altro il fortissimo britannico Taylor, poi oro, che stacca Massa di una cinquantina di metri.

Tornato in Italia con le pive nel sacco, dopo un bel successo in un 3mila m al Lido di Albaro, viene battuto da Muzzi nella “Traversata di Padova” (su 3500 m), ma si “vendica” subito, superando lo stesso Muzzi nei tricolori del Miglio ad Omegna, sul Lago d’Orta. In quel 1908 bissa il successo nel “Campionato del Mediterraneo” (sui 300 m davanti a Baiardo) e trionfa a Laveno nell’attesissimo match in cui è opposto all’asso francese Meister, in una prova sui 250 m, grazie ad uno splendido rush finale ed al suo over definito dalle cronache del tempo come “meraviglioso” mentre il transalpino, col suo “braccetto”, sembra al confronto un nuotatore antiquato. Massa subisce però una battuta d’arresto nella “Coppa di Natale” a Nizza sui 100 m dove è solo terzo dietro ai francesi Vasseur e Rigal. Vasseur si rivela rivale ostico anche nella prima prova importante del 1909, la grande manifestazione sul Naviglio a Pavia, di fronte a migliaia di persone: tutti aspettano l’idolo di casa Albertini, ma Massa supera tutti nei 1000 m, compreso Vasseur che però si prende la rivincita sui 200 m. Massa ormai è una sicurezza: col suo spettacolare over vince, quasi in souplesse, diverse prove a Lido d’Albaro (tra cui 200 m e 600 m), si aggiudica a Nervi il Campionato Ligure sui 1500 m (davanti a migliaia di persone entusiaste) ed infine “esplode” definitivamente ai Campionati Nazionali di Passignano, sul Lago Trasimeno dove guadagna sia lo “stadio” che il Miglio, oltre ai 100 m “sul fianco” e pure qualche gara di contorno (250 m e 1000 m), affermandosi definitivamente come campione completo ed imbattibile. Il passaggio di consegne col predecessore Albertini, il più forte nuotatore nei primi anni del Novecento, avviene proprio in quel 1909: Massa vince anche la “Traversata del Bacchiglione” a Padova (Albertini si ritira quando ormai è battuto), la “Coppa Nervi” (sui 1000 m), la “Traversata del Verbano” oltre al “Campionato del Mediterraneo” (sui 300 m) ed il Campionato Ligure, successi questi ultimi bissati la stagione successiva. Ormai è lui il leader del nostro movimento natatorio e gli elogi sui giornali non mancano. Si legge tra l’altro: “dotato di mezzi propulsivi eccezionalmente possenti e resistenti...dispone di mezzi fisici tali dinanzi a cui ogni altra energia deve cedere umiliata, senza contesa degna di gloria e d’onore”. Insomma, una specie di superman. Conferma questo suo status alla grande negli anni seguenti: nel quadriennio olimpico guadagna ben 22 titoli italiani, sempre a stile libero e su varie distanze (dallo “stadio” al miglio), su fiumi e laghi ma anche in mare aperto (come a S. Margherita Ligure nel 1910), ampliando a dismisura il suo palmares, con vittorie di assoluto prestigio come il bis nella “Villafranca-Nizza” (in Francia), su 7500 m, o la strepitosa quaterna nella “Traversata di Padova”. Chi lo soprannomina “squalo” non ha tutti i torti. Nel 1910 vince la “Coppa di Nizza” e batte ripetutamente Beretta in velocità (sul Naviglio come a Casale), nonostante il suo avversario utilizzi il più moderno crawl. Massa rimane ancorato all’over e ne ha ben donde. Trionfa a Nervi, sui 100 m come nei 1000 m, poi il 24 luglio a Firenze, sull’Arno, vince addirittura 4 gare in un pomeriggio (“stadio”, 400, 800 e 1000), superando l’idolo di casa Muzzi. A fine stagione, a settembre inoltrato, dà spettacolo sul Lago Maggiore: a Cannero batte tutti in una prova di 2800 m e trionfa nella “Traversata del Verbano” (Arona-Angera-Arona). Inizia però il 1911 con una sconfitta: il 29 gennaio è secondo nella “Coppa d’Inverno” a Nizza, superato dal forte francese Vasseur.

In Italia invece continua ad essere imbattibile: agevolmente primo in una prova sui 1000 m nell’Arno a Firenze ai primi di luglio, la “Coppa Peruzzi”, domina praticamente su ogni distanza. Dà spettacolo anche sulla Costa Azzurra: nei 100 m della “Coppa di Francia” a Nizza supera il belga Ploetinx (che lo batte però sul Miglio) e pochi giorni dopo, in mare aperto, si aggiudica la “Villafranca-Nizza”, costringendo alla resa il francese Vasseur, vedendo riconosciuto il suo valore dagli stessi appassionati transalpini. Massa fa il fenomeno per tutta l’estate: il 20 agosto, di fronte a 20mila persone entusiaste, domina la “Traversata di Roma”, con un minuto di vantaggio[1], “polverizzando”, come recita la “Gazzetta”, avversari e record. Poi ad Omegna stravince 100 e 1000. Inevitabile la sua doppietta (“stadio”-Miglio) ai tricolori “di fiume”, svoltisi nel Bacchiglione a Padova dove si aggiudica anche la “Traversata” di 3000 m. La musica non cambia in lago, a Stresa: dominio netto nel Miglio e nella staffetta. Non contento, Massa vince anche la Gara Challenge della “Gazzetta” sui 100, davanti all’ungherese Munk. Il finale di stagione, nelle acque di casa, è tutto per lui: mattatore a Levanto (stravince “stadio” e 800), ottiene altri tre titoli italiani nelle acque del porto di Genova[2] (“stadio”, miglio e staffetta) sotto una fitta pioggia che non tiene lontani però i suoi entusiasti tifosi. Chiude la strepitosa annata il 17 ottobre a Sestri Ponente, in occasione dei festeggiamenti per il varo della corazzata “Giulio Cesare”: sui 400 supera nettamente Baiardo. Il 1912 per Massa inizia come era finito il 1911 ovvero con una vittoria, ottenuta già il 25 febbraio a Milano, sui 150 m della “Coppa Laghetto”, svolta nel piccolo specchio d’acqua situato nei pressi di Porta Ticinese. Nelle selezioni per i Giochi di Stoccolma, tenutesi il 26 maggio nelle acque del porto di Genova, ovviamente Massa è il migliore, vincendo tutte le gare (100, 200, 400, 1500), presentandosi come punta di diamante della nostra spedizione natatoria, in realtà molto esigua (il solo altro azzurro è Baiardo). Si attende molto da lui anche se continua ad allenarsi poco e male, confidando troppo nella sua potenza e coltivando a sprazzi il suo enorme talento. Gli auspici olimpici sono dei migliori: difatti il 25 giugno Massa, in un’apposita prova solitaria nel bacino di carenaggio del porto di Genova, nuota i 100 in 1’08”2/5, la migliore prestazione mai fatta registrare da un italiano. Ma ai Giochi delude le attese. La sua giornata campale è il 7 luglio.

Le gare natatorie si svolgono in una sorta di “stadio del nuoto” posizionato nel braccio di mare che separa la zona di Ostermalm dall’isola di Djurgarden, nei pressi del ponte Djurgardsbron. Dapprima Massa si impegna sui 100 cui prendono parte 34 atleti di 12 nazioni. In batteria è 2°, in 1’11”8, a pari merito con lo svedese Julin dietro al tedesco Ramme (1’10”2) ma si qualifica per i quarti ai quali però non partecipa per un disguido ed un’incomprensione sull’orario di partenza. La stessa cosa tuttavia accade anche agli statunitensi ed è caos generale. Si disputano le due semifinali senza i colpevoli “ritardatari” ma in una di esse gareggia da solo il tedesco Brettling. Caos e proteste degli USA finchè la giuria, a sera inoltrata, decide di far disputare una terza semifinale con gli assenti ai quarti e dunque Massa rientra in gioco. Entra in finale solo chi abbassa il tempo del terzo classificato nella prima semifinale. Show del celebre hawaiano Kahanamoku che vince, eguagliando il mondiale con 1’02”4. Massa s’è già ritirato, incapace di reggere il ritmo degli americani e troppo lontano dall’eccellenza, in difficoltà pure nelle virate alle quali non è abituato. Kahanamoku poi vincerà l’oro davanti all’australiano Healy ed all’altro statunitense Huszagh. Quello stesso 7 luglio, dopo la batteria dei 100, Massa gareggia anche nei 1500 dove sono iscritti 19 nuotatori di 11 paesi. Massa si ritira di nuovo, incapace di rivaleggiare con i migliori nella batteria vinta dal britannico Battersby. L’oro va al canadese Hodgson sul britannico Hatfield e l’australiano Hardwick. Infine l’11 luglio Massa è al via dei 400 cui partecipano 26 atleti di 13 nazioni. Massa è nella stessa batteria dell’altro italiano e corregionale Baiardo ma i due non vanno lontano: già gli altri vanno forte e la loro desuetudine alle virate fa il resto. Baiardo giunge 5° ed ultimo, Massa di nuovo non finisce la gara vinta dall’australiano Hardwick. L’oro va ancora all’ottimo canadese Hodgson, nuovamente su Hatfield e Hardwick. Per Massa dunque una delusione totale. Fa presto a riscattarsi: il 4 agosto vince a Firenze, sull’Arno, il tricolore del Miglio “su fiume” ed il giorno seguente quello dello “stadio”, aggiungendo il titolo della staffetta (con Pratolongo e Bacigalupo) e la “Coppa Peruzzi” a coppie su 1000 m (con Pratolongo). Una settimana dopo altro trionfo nella “Traversata di Padova” ed il 18 agosto ennesimo bis tricolore, stavolta “di lago”, ad Incino: “stadio” e miglio, con i corollari di 100 e staffetta. La settimana seguente altro show, nella sua Nervi dove arriva appositamente niente meno che il grande australiano Healy[3] col suo sensazionale crawl: Massa perde i 100, pur realizzando il nuovo primato italiano (1’07”), ma vince i 400, resistendo all’imperioso ritorno dell’oceanico e scatenando il tripudio generale oltre alle solite recriminazioni per un talento troppo discontinuo.

Il 1 settembre si ripete, conquistando a Pavia, sul Ticino, 100 e 1000. Una settimana dopo, a Firenze, guadagna la “Coppa La Nazione” sui mille metri. Quindi chiude alla grande la stagione il 14 e 15 settembre nei tricolori “di mare” a Napoli, con l’ennesima tripletta (“stadio”, miglio e staffetta). Peccato che si dimostri fenomeno solo in patria. Stessa solfa nel 1913 che inizia subito alla grande: già il 2 febbraio, alle Terme di Milano, mentre fuori sta nevicando, vince i 100 davanti a Bellezza che lo impegna fino alla fine. Il 13 aprile poi bel bis nella “Coppa Laghetto” a Milano, nella darsena di Porta Ticinese su 150 m. Successo che lo porta ad essere definito come “eterno vincitore”. Il 29 giugno non può esimersi dal confermare questa fama nel Campionato Ligure: si aggiudica in scioltezza 100, miglio e staffetta. Ancora più facile il suo successo a La Spezia sui 200 una settimana dopo. Non ci sono più aggettivi per descrivere la sua superiorità: bastano i risultati di agosto. Prima vince la “Targa Florenzia” a Firenze sui 300 davanti all’idolo di casa Cigheri[4]. Quindi sbalordisce tutti nella “Traversata di Roma”, 5.2 km sul Tevere, infliggendo al “povero” Baiardo un distacco abissale (1’40”). Poi Massa compie il solito show ai tricolori di Castel Gandolfo, sul Lago di Albano, realizzando l’ennesima tripletta (“stadio”, miglio e staffetta), con “l’eterno secondo” Baiardo di nuovo condannato al posto d’onore. Infine Massa fa sua la “Traversata di Padova” e la gara sul miglio a Rapallo, in mare. Il tutto in 20 giorni: ogni commento pare superfluo. Il 28 agosto è la volta della grande manifestazione natatoria di Pavia, sul Naviglio Pavese appositamente chiuso come una sorta di stadio, definita “Coppa Gazzetta” perchè organizzata dal principale giornale sportivo italiano. Massa è grandissimo sui 100 dove batte l’ungherese Bresselmayer ma, stanco per le energie profuse in questa prova, nei successivi 400 è superato dall’altro magiaro Las Torres[5]. Per rifarsi, il 31 agosto domina la “Traversata del Golfo” a La Spezia. Poi va in Istria: il 7 settembre, allo stabilimento balneare Angiolina di Abbazia, ritrova i temibili ungheresi ed è di nuovo battuto, da Belezny sui 100 e da Las Torres sui mille. Riesce però a vincere i 50 m “sul fianco”. Si prende la sontuosa rivincita il giorno dopo a Fiume dove costringe alla resa sui 400 il “solito” Las Torres e rivince i 100 “sul fianco”. Il 14 settembre è poi a Lugano dove supera tutti sui 300. Quindici giorni dopo, è a Cremona dove si gareggia nel Po e si verifica una sorpresa clamorosa: nei 250 m i favoriti, su tutti Massa e Baiardo, si trovano invischiati in un gorgo a ridosso delle arcate di un ponte e perdono terreno, faticando pure ad uscire dalla corrente. Ne approfitta lo sconosciuto Gaviraghi che, già attardato, passa al largo e vince. Massa è comunque secondo e, pieno di rabbia per la beffa subita, con una risposta da campione stravince i successivi 400.

Viene poi invitato a Magdeburgo, in Germania, dove arriva al termine di un lungo viaggio in treno, in terza classe. Le gare si svolgono in una piscina da 25 m, nel complesso del Wilhelmsbad, e nonostante le solite difficoltà nelle virate, Massa vince alla grande i 500 ed i 100 “sul fianco”, venendo battuto dai padroni di casa sui 100 e 200, ma confermandosi comunque in grado di competere anche a livello internazionale, grazie pure al miglioramento della sua tecnica natatoria che si sta assuefacendo al crawl. Poi giunge una notizia ai limiti dell’assurdo e che lascia tutti di sasso: il 4 novembre Massa tenta il suicidio, sparandosi un colpo di revolver al petto. Per sua fortuna il proiettile entra ed esce dal costato senza intaccare organi vitali. Gesto apparentemente inspiegabile e che lascia tutti costernati, ma per il quale molti ipotizzano una delusione d’amore. Fatto sta che il campione, dopo un breve ricovero in ospedale, supera la depressione e guarisce perfettamente al punto che il 28 dicembre va a Nizza e gareggia in mare, davanti allo stabilimento Grande Bleue, in un 200 dove peraltro, a corto di preparazione, chiude soltanto sesto (vince il nizzardo Saint Cyr). Confermando un periodo particolarmente difficile a livello personale, il 29 marzo 1914 Massa parte da Genova col piroscafo “Tommaso di Savona” diretto a Buenos Aires. Una partenza triste, salutato da pochi amici, priva di prospettive: ai giornalisti dichiara di non sapere neppure se e quando tornerà. A 22 anni sembra volersi lasciare tutto alle spalle e chi pensa che alla base di questa scelta clamorosa vi sia una delusione amorosa, forse non va lontano dalla verità. Ma a Buenos Aires Massa si riprende, al punto che torna pure a gareggiare, nel Rio de la Plata ma anche in piscina, aiutato dai numerosi connazionali che vivono nella metropoli argentina tra cui anche i validi nuotatori Enrico Tiraboschi[6] e Franco Amatore[7] che ha ottenuto diversi successi pure a Montevideo. Nella loro scia, Massa gareggia e, ovviamente, vince, ritrovando la sua forma migliore ed imparando pure a virare in piscina, trovando non poco giovamento, come commenterà lui stesso, dalle strisce nere disegnate sul fondo delle vasche che lo aiutano molto a tenere la linea retta: una novità, per il momento, assolutamente impensabile in Italia. Più che vincere, Massa spadroneggia: guadagna difatti il Campionato Sudamericano dei 120 m e 300 m. Rientra in Italia...giusto in tempo per essere arruolato nel 3° Reggimento Bersaglieri, con la guerra che blocca inevitabilmente la sua attività. Tuttavia, grazie a qualche licenza, riesce saltuariamente a rituffarsi in acqua. Il 21 maggio 1916 gareggia difatti nei laghetti dei Giardini Margherita a Bologna, in una prova sui 100 ma, a corto di allenamento, è battuto dal suo vecchio avversario Muzzi. Si riscatta vincendo la gara dei...sandolini.

Il 1917 lo vede alle prese con una bega federale che lo costringe all’inattività in attesa di chiarire la sua posizione. In sostanza tutto nasce da un doppio pagamento per la trasferta di Magdeburgo del 1913: Massa ha fatto il furbo, dichiarando di non aver ricevuto il vaglia inviatogli dagli organizzatori, riscuotendo poi nuovamente l’ingaggio, sotto forma di rimborso-spese per la trasferta, anche in Germania. Gli organizzatori pretendono il rimborso di una delle due quote versate e Massa nicchia. La guerra poi ha fatto cadere tutto nel dimenticatoio, ma i tedeschi non mollano e fanno causa alla FIRN la quale esige da Massa il pagamento, non permettendogli di gareggiare prima di aver risolto la questione. Inoltre su di lui pende pure un’accusa di “professionismo” per aver esercitato la professione di bagnino (sic). Massa non si rassegna all’inattività. Il 22 luglio va a Milano, vorrebbe disputare la “Gara Cantù”, 1852 m sul Naviglio, ma non lo fanno partire (vince De Micheli). Il suo vecchio rivale Beretta, convalescente per una ferita patita al fronte, gli propone una sfida amichevole ed estemporanea sulla distanza di 50 m. Massa accetta tra l’entusiasmo generale: forse a corto di allenamento, forse per ospitalità, Massa perde. Tesserato per la “Forti e Veloci” di Genova, rientra alle gare, ancora sub judice, il 2 settembre a Sturla e dimostra di non aver perduto la classe: vince 100 e miglio. Ma arriva la scure della FIRN che, preso atto dell’insubordinazione, lo squalifica “a tempo indeterminato”. Intanto è passato nei mitraglieri come semplice soldato e si tiene in allenamento anche con la boxe. A giugno 1918 arriva il perdono della FIRN e Massa ne approfitta: ottenuta la licenza, il 14 luglio vince a Zoagli 100 e mille. L’esultanza però dura poco, appena una settimana: il giorno 21 difatti Massa è clamorosamente battuto dall’arrembante Costa nella “Gara Cantù”, 1852 m sul Naviglio, accusando un distacco di ben 25”. Si sta incrinando un mito che però resiste: il 4 agosto Massa è primo nella “Traversata del Golfo di La Spezia”, sui 5 km, davanti ai padroni di casa Cino e Galazzi. Sette giorni dopo, disertata perchè bloccato da impegni militari la “Traversata di Roma”, a Sampierdarena si aggiudica facilmente 100 e 1000, disputati in mare davanti ai Bagni Colombo. Il 16 agosto Massa è a Camogli dove sul miglio ritrova Costa che però viene sfiancato e costretto al ritiro: Massa vince nettamente, nuotando un trudgeon “evoluto” che si avvicina al crawl, davanti allo spezzino Galazzi. Tre giorni dopo ai “Bagni Genova” di Sampierdarena Massa torna al consueto ruolo di fenomeno e si impone in “stadio” (2° Baiardo), miglio e staffetta. Non vi sono più dubbi sulla sua ritrovata classe e le continue licenze elargite dal suo reparto di artiglieria gli consentono di replicare i successi: il 25 agosto è primo a Lido d’Albaro nello “stadio” davanti a Frassinetti ed il soldato americano Lewis. Risultato analogo nei pressi della foce del Bisagno il 1 settembre quando stavolta, sulla stessa distanza ed in una prova riservata ai soldati, il terzo è il marinaio statunitense Jarvis. Massa è attesissimo sette giorni dopo a Milano, sul Naviglio: vince in scioltezza i 150 m davanti a Bellezza ed è il favorito della prova di resistenza, 10 km. Va in testa, sembra dominare per 8 km ma improvvisamente si trova in difficoltà, gli finisce la benzina, quasi annaspa e viene superato dal coriaceo Bacigalupo che, pur ancora menomato da una ferita di guerra alle gambe, trionfa con 2’30” di margine.

Massa non è più imbattibile, questa è la verità. Però è sempre forte e ha un carattere di ferro. Passano solo sette giorni ed è rivincita nella “Traversata del Golfo di Genova”, 3.5 km: Massa supera un comunque valido Bacigalupo. Massa chiude l’annata il 29 settembre a Chiavari, aggiudicandosi “stadio” e miglio, ma su una concorrenza poco qualificata. Poi, finalmente, la guerra termina e nel 1919 Massa si presenta più forte che mai. Mette subito le cose in chiaro: già il 19 gennaio, in un cimento invernale al Lido d’Albaro, domina i 400, in mare. Poi si tessera per l’US Milanese e, poichè è ancora inquadrato come artigliere[8], viene prontamente selezionato per i “Giochi Interalleati” di Parigi ai quali gareggiano gli appartenenti agli eserciti vincitori della guerra. Si prepara bene: l’8 giugno vince la “Coppa della Vittoria”, 250 m sul Tevere a Roma, davanti ai belgi Cludts e Fleurix. Quattro giorni dopo, ancora sul “fiume biondo”, Massa vince la staffetta 4x1000 che oppone i nostri al Belgio: con lui Bacigalupo, Frassinetti e Costa. Il 15 giugno invece delude nella gara di fondo dei 4 km: rimane in testa fino a 100 m dall’arrivo, poi inspiegabilmente quasi si ferma e viene superato da Bacigalupo e Delahaye, chiudendo solo terzo. Massa rimane comunque il nostro uomo di punta per i “Giochi Interalleati” cui partecipano 29 nazioni: le autorità militari fanno le cose per bene, preparando al meglio la spedizione, supervisionata da Cesare Tifi, vecchio marpione dello sport italiano e portando a Parigi ben 120 atleti. Le gare di nuoto si svolgono nel laghetto di St. James, situato nel Bois de Boulogne, all’estremità occidentale di Parigi. Massa esordisce il 27 giugno sui 100, giungendo secondo alle spalle dell’australiano Solomon in batteria. È secondo anche sui 400, ancora dietro un aussie, stavolta Steatman. In entrambi i casi accede al turno successivo. Si ritira invece nei 1500 quando capisce di non avere più chances di qualificazione (vince lo statunitense Ross). Il giorno seguente Massa è terzo, ed eliminato, nella semifinale dei 100, dietro Ross e Steadman ma giunge 5° nella finale dei 400, dominata dal forte Ross e superando solo l’australiano Harwick. Certo, vedendo come domina in Italia, ci si aspetterebbe risultati ancora maggiori che probabilmente potrebbero essere ottenuti con un allenamento più intenso e programmato. Massa si riscatta guidando la nostra 4x200 al bronzo, alle spalle di Australia e Stati Uniti[9]. Appena rientrato in Italia, torna subito al successo: il 6 luglio, con un mare piuttosto mosso, domina i 1000 a Genova, per la precisione a S. Giuliano, davanti al redivivo 38enne Mantero. Poi si concede una sorta di “vacanza” a Napoli dove sette giorni dopo vince in scioltezza, su un campo di avversari poco consistente, 100 e 800, acclamatissimo nella manifestazione organizzata dal giornale “Don Marzio”. Massa è ancora il più forte nuotatore italiano: il 27 luglio a La Spezia, nello specchio di mare antistante lo stabilimento balneario “Iride”, vince il Campionato Militare sui 500, sia relativo all’Esercito (è ancora artigliere di fortezza) che assoluto, battendo il campione della Marina Attilio Briatta. Il 10 agosto Massa è il favorito anche del Campionato del Corpo d’Armata di Genova, tenutosi al Lido d’Albaro: non ha difficoltà ad aggiudicarsi “stadio”, miglio e staffetta.

Trova invece, un po’ a sorpresa, più difficoltà nei tricolori di Como. Il 15 agosto vince bene i 100, ma viene schiantato nel miglio dall’emergente Sachner[10] che, nuotando uno strepitoso crawl, con respirazione ogni bracciata come notano i cronisti incantati, domina meritatamente la prova in cui Massa, sorpreso quanto sfiduciato, si ritira poco prima della fine, ormai lontano dalla vittoria. Stessa sorte il giorno seguente sui 1500 vinti dal sempre convincente Bacigalupo, ma vince i 400 come se ormai il suo destino fosse dedicarsi solo alla velocità. Invece il 24 agosto trionfa a Zoagli sul miglio che, ricordiamo, quando si gareggia in acqua misura 1852 m. Sette giorni dopo, altre vittorie, ad Omegna, su 100 e mille. Si passa di successo in successo: la sera del 5 settembre Massa vince 50 m e 120 m al Bagno Ticino di Milano, battendo il giovane Frassinetti. Quindi va a Firenze ed il giorno 7 è primo nella “Coppa Roddi”, ovviamente sull’Arno, nel miglio e soprattutto davanti all’astro nascente Sachner. Poi vince nettamente lo “stadio”: è ancora il nostro nuotatore più brillante anche se col passare degli anni aumentano le sue battute a vuoto e nonostante uno stile ormai al limite dell’antiquato ma in cui ha saputo evolversi, soprattutto con la battuta dei piedi, “copiata” al crawl. Non a caso il 14 settembre a Lecco, in occasione delle finali giovanili per la “Coppa Scarioni, tra l’entusiasmo generale gareggia da solo contro se stesso: ottiene il nuovo primato italiano sui 100 con 1’07”. Il 20 settembre a Rapallo batte Frassinetti nello “stadio”, ma il 5 ottobre, nell’ultima gara della stagione, si ritira nella “Traversata del Tigullio”, 6 km, staccato da Bacigalupo (che vince) e Sachner. Massa inizia il 1920, cruciale stagione olimpica, alla grande: il 31 gennaio, a Lido d’Albaro e con l’acqua del mare alla temperatura di appena 5°C (!), in una cornice di pubblico entusiasta che affolla perfino gli scogli, vince il “Criterium Invernale” sui 500m davanti al ceco Porges. Molti si augurano che, in vista dell’appuntamento di Anversa, il 27enne Massa metta finalmente giudizio e si alleni intensamente. In effetti ci prova, ben guidato dal fratello Pietro, cercando di carpire qualche segreto al grande americano Ross, spostando il suo ormai antiquato trudgeon verso il più moderno e veloce crawl, cambiando la battuta dei piedi ed utilizzando il triplo colpo per ogni bracciata, ma muovendo ancora, fin troppo, tronco e testa. Massa mette a frutto il suo allenamento il 16 maggio a La Spezia, vincendo facilmente i 100 davanti a Guelfi ed al riminese Neri, futuro grandissimo ginnasta. Altro show nella prima importante manifestazione della stagione ligure, il 3 giugno a Rapallo dove rivince i 100 quasi in scioltezza. Tre giorni dopo, Massa è a Verona per un mille che si disputa nel Canale Industriale, appena fuori Porta S. Zeno: altra vittoria schiacciante, con 100 metri di vantaggio.

Sembra tornato imbattibile. Lo è probabilmente sui 100, meno su altre distanze. Il 4 luglio difatti, a Sampierdarena, Massa domina i 100 ma è battuto sui 1500 da Sachner. Tra l’altro gli fa male un ginocchio, recentemente battuto in un banale incidente domestico, ma non si arrende nè ne fa una scusa. Anche perchè sette giorni dopo ci si gioca...i Giochi. La FIRN infatti ha deciso di far svolgere il 10 e 11 luglio le selezioni olimpiche, definite solo come “indicative” perchè teoricamente conteranno anche i risultati antecedenti. Si disputano tra l’altro in una località inconsueta, addirittura sulle Alpi Marittime, a Millesimo, in Val Bormida, sulle alture di Savona. Qui difatti esiste una delle poche piscine olimpioniche italiane (dimensioni 50x20 m), realizzata dai munifici proprietari della SIPE che nei pressi ha un’importante fabbrica. La vasca è situata in un complesso sportivo all’avanguardia che rappresenta una specie di “cattedrale nel deserto” e vi confluiscono tutti i più forti nuotatori italiani. Massa, anche per i problemi al ginocchio, disputa solo i 100 e vince da par suo, pur insidiato dall’emergente istriano Biasich. Guadagna comunque la convocazione per la sua terza olimpiade, primo atleta italiano a riuscire in questa impresa significativa, ancor più in quell’epoca “eroica”. Sullo slancio e col ginocchio guarito, Massa riprende a comportarsi da fenomeno: il 18 luglio sull’Arno a Firenze domina 100 e mille e due giorni dopo a S. Margherita Ligure è primo nei 100 e 400. Tocca poi ai tricolori di La Spezia: il 31 luglio, su mare mosso, Massa vince i 100, verificando come la sua condizione sia ottimale. Tutto è pronto per Anversa, raggiunta in treno via Modane e Parigi. Le gare di nuoto si svolgono nello Zwemstadion, una sorta di “stadio del nuoto”, situato nella zona sud di Anversa, al confine coi sobborghi di Hoboken e Wilrijk, ricavato in un canale la cui acqua ha una temperatura non certo adeguata. Massa inizia a gareggiare il 22 agosto alle 18.30 nei 100 cui prendono parte 31 nuotatori di 15 paesi. Non vi sono corsie e le gare, che si svolgono in linea retta, si trasformano spesso in una corrida, un tutti contro tutti dove non mancano gomitate e colpi proibiti. Massa lotta, ma si trova in una batteria difficile, con avversari forti: lo statunitense Ross prende subito il largo mentre Massa resiste nella scia dell’australiano Herald che però lo brucia nel finale. Ross è primo in 1’10”4, Herald chiude in 1’08”8 e l’azzurro 1’10”4 davanti al francese Veil ed al nipponico Uchida: ma poichè passano i primi due, Massa è eliminato. L’oro va al mitico hawaiano Kahanamoku, che bissa il successo di otto anni prima: argento all’altro isolano Kealoha e bronzo ad Harris, per un podio interamente statunitense. Il 25 agosto, alle 14.30, Massa torna in acqua per la 4x200. Con lui Frassinetti, Quarantotto e Bisagno. Sette le nazioni al via. In semifinale l’Italia è seconda, col tempo di 11’01”, davanti al Belgio (nettamente staccato di 10”) e dietro alla Gran Bretagna che vince in 10’51”. Poichè anche qui passano le prime due, i nostri accedono alla finale che si disputa il 29 agosto alle 17.15. Trionfo statunitense, con i due hawaiani scatenati e col nuovo record mondiale (10’04”4); argento per l’Australia e bronzo per la Gran Bretagna, con gli azzurri quinti ed ultimi, superati anche dalla Svezia. Comunque un risultato discreto di fronte ai più forti del mondo, ma resta il fatto che Massa, fortissimo in patria, non riesce mai ad emergere a livello internazionale. E poi comincia anche ad avere qualche problema di troppo pure in casa: l’8 settembre si ritira nella “Coppa Città di Rapallo”, incapace di resistere al ritmo di Bacigalupo. Gli bastano quattro giorni per ritrovare la forma e vincere sul miglio a Lido d’Albaro.

A fine stagione brilla a Roma, sul Tevere: il 17 settembre vince la “Gara delle due sedi”, 1200 m, con 5’ di vantaggio sul capitolino Sebastiani e tre giorni dopo batte tutti nella “Traversata” organizzata dalla SS Lazio, aggiudicandosi pure la prova sui 100, superando in entrambe le occasioni Chiesa. Il 26 settembre invece vince a Sampierdarena i 100, ma è battuto sui 1500 da Bisagno. Massa chiude la stagione alla grande il 17 ottobre a Sturla, nella “Targa Rossi”: in condizioni di mare “lungo” e sotto la pioggia, nonostante un crampo alla gamba sinistra nel finale, supera tutti lungo i 3.9 km del percorso, smentendo chi lo giudica solo un velocista. Alla soglia dei 30 anni è ancora in auge, nonostante il lavoro di rappresentante lo assorba quotidianamente. Inizia la nuova annata il 27 febbraio a Rapallo, nello specchio di mare antistante lo chalet Marsala, piuttosto riparato dai rigori invernali ma non dalle onde che disturbano la prova dei 400 denominata “Coppa Cantù”: Massa, ora tesserato per la “Serenitas” genovese, comunque vince netto davanti a Bacigalupo. E rivince anche in estate: il 19 giugno è difatti primo a Montecarlo su 100 e 500. Sette giorni dopo, è primo anche a Roma, sul Tevere, in una prova di 3,2 km con arrivo all’Isola Tiberina tra migliaia di spettatori accalcati sulle due rive. Massa delude invece nella grande riunione natatoria di Millesimo, disputata il 3 luglio: si ritira in 100, 400 e 1500, senza mai dare l’impressione di poter lottare per la vittoria. Come sempre, si allena poco ed il suo rendimento ne risente, talora in maniera troppo evidente. Oltre tutto l’attività di rappresentante lo assorbe molto, togliendogli ancora più tempo per allenarsi. Però, se stimolato al punto giusto, sa ancora ritrovare la sua classe: il 10 luglio a Nizza vince 100 e 400. Quattro giorni dopo, nella festa nazionale francese, altra doppietta, stavolta a Marsiglia, su 100 e mille. Massa è in forma strepitosa e su queste ultime due distanze domina anche il 17 luglio a Montecarlo. Sette giorni dopo, è a Napoli, per un altro show: stravince la traversata da Posillipo a Santa Lucia, circa 4,5 km. Il fenomeno è tornato, titolano i giornali. Difatti a metà agosto, nei tricolori di Passignano, sul Lago Trasimeno, ottiene l’ennesima doppietta, su 100 e 400. Festeggia il titolo il 21 agosto a Nervi, aggiudicandosi in scioltezza i 400 tra l’entusiasmo generale. Sette giorni dopo, altro facile trionfo sui 100 nelle acque del porto di Genova.

I tecnici sono concordi: questa ritrovata superiorità di Massa, alla soglia dei 30 anni, è dovuta ad un ulteriore miglioramento della sua tecnica, ormai non lontana dal crawl, con la testa sempre più immersa ed una cura maggiore della respirazione. Il suo finale di stagione è in linea con i mesi precedenti: il 3 settembre vince la “Coppa Città di Rapallo” ed otto giorni dopo a Firenze è primo su 100 e 300, ma viene battuto da Bisagno sui mille. Inizia il 1922 al solito, con una vittoria il 23 aprile nelle acque amiche di Nervi, sui 100. Poi, assorbito dal lavoro, dirada gli impegni. Rientra il 30 luglio, vincendo da padrone la “Traversata del Lario”, sul Lago di Como. Tuttavia diserta i tricolori di Abbazia e, praticamente, si prende un anno sabbatico. Torna in piena attività nel 1923, quando inizia la stagione nella sua Nervi, vincendo il 3 giugno i 100 davanti al sempre ostico Frassinetti. Tuttavia, come sempre, si allena poco ed ai tricolori di Roma, disputati tra 11 e 13 agosto nella piscina della Farnesina, fa una brutta figura: battuto in batteria sui 100 da Gilberto Costoli, si ritira nei 400. Molti critici lo giudicano “finito”. In effetti è così. A 32 anni non prova nemmeno a qualificarsi per i Giochi di Parigi. Sta per ritirarsi dall’attività quando trova un ingaggio come allenatore alla “Canottieri Barion” di Bari con cui riprende a gareggiare seriamente: il 9 agosto, in preparazione ai tricolori cui poi non parteciperà, vince i 100 a Bondeno ed è secondo sui 400, vinti dal suo compagno e pupillo Di Bello. La “Barion” si aggiudica anche la staffetta 3x100: il terzo componente è Albese. Il 30 agosto, a Bari, Massa termina secondo, battuto ancora da Di Bello, nel “Campionato del Basso Adriatico”. Un anno dopo, il 29 agosto 1926, Massa vince questa manifestazione, disputata su 2 km. E’ il suo ultimo guizzo e da tecnico non ha la stessa fortuna di atleta. La sua carriera agonistica comunque non teme confronti: 41 titoli italiani (comprese le staffette) e ben 610 successi in vent’anni di gare nelle acque di qualsiasi genere, al punto da essere definito, per la sua imbattibilità, “il Girardengo del nuoto”. Oggi la piscina comunale di Nervi, nella zona del porticciolo, è, giustamente, a lui intitolata anche se la sua grandezza non sempre è ricordata a dovere: Mario Massa va certamente annoverato tra i più grandi nuotatori italiani di tutti i tempi.


[1] La prova, lunga 5,2 km, parte al Ponte Flaminio e finisce a Ripa Grande

[2] Le gare avrebbero dovuto tenersi in mare aperto, a Nervi, ma il mare molto mosso costringe gli organizzatori a cambiare sede di gara anche se pure nel porto non mancano onde insistenti

[3] Cecil Healy, nato a Darlinghurst il 28.11.1881. Gia bronzo sui 100 m sl ai Giochi “intermedi” di Atene nel 1906, a Stoccolma nel 1912 conquista l’oro nella 4x200 sl e l’argento sui 100 m sl. Tra i primi ad introdurre il crawl in Europa, morirà durante la Prima Guerra Mondiale nel 1918 nella battaglia della Somme

[4] Nato a Firenze il 18.05.1893. Valido fondista, ottiene diversi piazzamenti sul podio ai tricolori del Miglio: 2° nel 1911 (lago e fiume), 2° nel 1912 (fiume), 3° nel 1912 (lago), 3° nel 1913 e 1914, anno in cui è 2° anche nei 100 m. Nel 1912 viene selezionato per i Giochi di Stoccolma, ma alla fine non è inviato in Svezia per mancanza di fondi. Morto durante la Prima Guerra Mondiale: Tenente degli Alpini, cade in combattimento sul Monte Vodice il 19 maggio 1917, guadagnando una Medaglia d’Argento al Valor Militare

[5] Béla von Las-Torres, nato a Budapest il 20.04.1890, argento olimpico nel 1908 nella staffetta 4x200 sl. Morirà in Montenegro nel 1915 durante la Prima Guerra Mondiale

[6] Nato a Trescore (BG) nel 1888, sale alla ribalta nel 1911 quando giunge 4° nella Abbiategrasso-Milano ed ottiene il record della Traversata dell’Iseo in poco più di 9 ore. Ottimo fondista, abile sulle lunghe distanze, detto “Titì”, si trasferisce in Argentina e nel 1913, sul fiume Tigre, percorre 20 km in 6h35’, stabilendo il record sud-americano. Nel 1916 darà spettacolo sul Rio Paranà, nuotando 34 km in 10h55’ e nell’aprile del 1918 percorrerà 47 km in 12h55’ sul Rio della Plata. In Sud-America è noto come Enrique Tirabocchi. Nell’agosto 1923 Tiraboschi sarà il primo italiano ad attraversare la Manica a nuoto, peraltro partendo dalla Francia (tragitto più difficile), impiegando 16 ore e 33 minuti

[7] Milanese, all’attivo tre tricolori dei 100 rana (1904-1905-1909) ed uno nella staffetta 3x200 sl (1907) con la RN Milano. Già Campione Lombardo nel 1906, anno in cui vince pure un “campionato mondiale” non ufficiale sui 200 m “senza mani” ovvero con le braccia legate dietro la schiena. Sua anche la long distance Abbiategrasso-Milano nel 1909. Poi cerca, e trova, poi fortuna in Sud America, vincendo numerose gare e facendo spesso la spola col nostro paese

[8] La smobilitazione del nostro esercito difatti avviene molto lentamente e, proprio in vista di questi Giochi, una sorta di “Olimpiadi per soldati”, gli atleti più importanti che ancora si trovano sotto le armi vengono congedati in ritardo

[9] Con lui i liguri Bacigalupo, Costa e Frassinetti

[10] Antonio Sachner, savonese, classe 1896, di padre svizzero e madre italiana, detto “Tugnin” e “siluro umano”. Già primo nella “Popolarissima Savonese” del 1914, negli anni di guerra vince diverse prove su varie distanze anche se è fondamentalmente un ottimo fondista. Nel 1919 primeggia nella Traversata del Golfo di Genova. Nel 1920 vince il Campionato del Mediterraneo a Savona e la Traversata del Golfo di La Spezia, ma manca la qualificazione olimpica. Strepitoso nel 1921 quando vince Traversata di Parigi, Coppa Cantù a Milano, Traversata del Tigullio, Traversata di Roma, Villafranca-Nizza e tricolore del Miglio. Nel 1922 fa sua Coppa Bissolati a Roma, sul Tevere, Traversata del Tigullio, Traversata del Golfo di Marsiglia, Campionato del Mediterraneo a Savona, un’altra Traversata di Parigi. Nel 1923 è primo nel tricolore dei 1500 m, nella Coppa Cantù e nella Traversata di Roma. Nel 1924 conquista Traversata di Genova, Traversata di Parigi e Miglio di Sturla


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