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MASCIOTTA Aldo

Casacalenda (CB) 14.08.1909 / Torino 24.04.1996

1936. Scherma. MEDAGLIA D’ARGENTO Sciabola a Squadre

Di buona famiglia, inizia a praticare scherma intorno ai 15 anni d’età, quando è allievo del Collegio Militare di Roma. Continua mentre frequenta le Università di Firenze e Napoli. Studia Medicina, ma riesce a dividersi bene tra studi e sport. Il suo primo grande successo consiste nella medaglia d’oro guadagnata il 9 settembre 1933 ai Mondiali Universitari di Torino nella sciabola a squadre. Da lì è un crescendo. Il 25 gennaio 1934 a Napoli, in un’esibizione con la sciabola, supera 10-9 l’argentino Cristiani. Il 21 maggio Masciotta si aggiudica il torneo di sciabola organizzato al “Circolo della Stampa” di Roma. A metà novembre è protagonista ai cosiddetti “Giochi Partenopei” di Napoli, voluti da Mussolini in persona per celebrare i fasti sportivi nazionali: dopo una lotta serrata con le compagini di Torino e Firenze, i napoletani si aggiudicano la prova di sciabola a squadre. Con Masciotta gareggiano Purcaro, Scopece e Di Lorenzo. Nel 1935 si conferma, entrando in Nazionale. Il 7 aprile a Cremona è nella formazione italiana che con la sciabola affronta i fortissimi ungheresi[1]. Il match è molto equilibrato e termina 18-18, ma i magiari si impongono per il numero delle stoccate (144-140). Per Masciotta comunque, definito “una rivelazione” dai tecnici, si tratta di un’ottima performance. Si conferma parzialmente ai tricolori di Bolzano: il 19 maggio chiude al quarto posto nella sciabola la gara vinta da Montano. A fine giugno, a Losanna, Masciotta partecipa agli Europei, guadagnando un bell’argento nella sciabola a squadre[2] dove veniamo battuti una volta di più dagli ungheresi. Superiamo brillantemente Svizzera (14-2), Inghilterra (12-4), Germania (14-2) e Francia (9-2), ma nello scontro decisivo perdiamo 9-5 coi magiari. Masciotta comunque non sfigura, confermandosi sciabolatore ormai affermato. Si rivede ad alti livelli solo il 22 marzo 1936 quando a Ferrara chiude quinto la prima preolimpica di sciabola, vinta da Montano. Si ripete esattamente nella seconda indicativa, disputata a Merano il 28 aprile e appannaggio di Gaudini. La maglia azzurra di Berlino è praticamente sua anche se ai tricolori di Napoli, il 14 giugno, finisce ancora al quinto posto (vince Pinton). Masciotta dunque è tra i convocati per il consueto ritiro collegiale di rifinitura, svoltosi a Pontepetri, alla “Pensione Paradiso”, sulle colline pistoiesi, per l’intero mese di luglio, sotto la guida di Nedo Nadi, Presidente della Federazione e supervisore assoluto della nostra spedizione olimpica. Si dimostra pimpante e continuo, convincendo pienamente i tecnici. Si parte per Berlino, in treno, il 27 luglio da Verona. Masciotta esordisce ai Giochi nella sciabola a squadre che si svolge tra “Sportforum”, per il primo turno, e “Haus des Sports”. Al via del torneo 21 nazioni. Il 12 agosto gli azzurri nel primo turno superano agevolmente il Canada 15-1: con Masciotta troviamo Pinton, Montano e Tanzini che è l’unico a perdere un punto (con Dalton). Poichè il Canada è battuto anche dalla Francia (13-3) e passano al turno successivo le prime due compagini, si rende superfluo l’incontro tra Italia e transalpini che non viene disputato.

Di seguito, nei quarti i nostri affrontano la Cecoslovacchia e si comincia a fare sul serio. In pedana vanno Marzi, Masciotta, Montano e Tanzini. Vinciamo 9-5, con qualche patema di troppo, soprattutto di Montano (2-2). Masciotta vince due assalti (Kirchmann e Von Friedenfeldt) e ne perde uno (Hildebrand). Poichè anche i Paesi Bassi superano i cechi (12-4) e passano al turno successivo le prime due compagini, si rende superfluo l’incontro tra Italia e olandesi. Il giorno seguente, 13 agosto, si disputa la semifinale. Contro l’Austria, con Masciotta in panchina, fatichiamo più del previsto. Gaudini, Pinton, Montano e Tanzini si impongono 9-7. Se Gaudini (2-2) e soprattutto Tanzini (1-3) non rendono al massimo, ci pensano gli altri due (3-1) a ristabilire le distanze. Va molto meglio con la Francia quando Masciotta rientra in pedana, e si vede. Vince difatti i suoi tre assalti (Gramain, Faure e A. Gardere). Accanto a lui gareggiano un deludente Gaudini (1-2), un ottimo Pinton (3-0) ed il bravo Marzi (2-0). Alla fine i transalpini sono schiantati 9-2. Si vola dunque in finale, disputata nel tardo pomeriggio del 13 agosto. Da sempre gli ungheresi dominano la specialità e si ripetono anche stavolta. Ci proviamo, li mettiamo anche talora in difficoltà, ma alla fine perdiamo 9-6, con Masciotta sufficientemente disinvolto, ad impattare lo score: vince difatti con Gerevich e Rajcsany, ma perde con Rajczy e Kabos. Non basta un grandioso Pinton (3-1) perchè deludono fortemente Marzi (0-3) e Gaudini (1-3), sin lì due sicurezze. Ci risolleviamo con gli altri due match. Con la Polonia non è semplice e Masciotta impatta di nuovo: batte Zaczyk e Segda, viene sconfitto (peraltro 4-5) da Sobik e Dobrowolski. Un grande Pinton (4-0) ed un ottimo Marzi (3-1) lanciano i nostri, nuovamente delusi da Gaudini (1-3). Alla fine vinciamo 10-6. Più liscio il match con la Germania, dominata 9-2: Masciotta supera Jorger e Wahl mentre perde con Heim. Bene anche gli altri: Pinton (2-1), Marzi (2-0) e soprattutto Montano (3-0). Dunque, battuti solo dai magiari, gli azzurri guadagnano l’ennesimo argento nella sciabola a squadre. Per Masciotta un bel torneo, sempre nel vivo dell’azione, con uno score di tutto rispetto, 15-6: argento più che meritato. Dopo i Giochi, Masciotta continua a gareggiare con continuità, ottenendo altri allori con la sciabola. Nel 1937 è argento mondiale a squadre. Nel 1938 si aggiudica il torneo di Innsbruck e soprattutto due splendide medaglie ai Mondiali di Piestiany: oro a squadre ed argento individuale. La guerra interrompe la sua attività: ufficiale medico del 92° Reggimento Fanteria sul fronte francese[3] nel 1940, guadagna una Croce di Guerra al Valor Militare per il suo grande prodigarsi a favore dei feriti. Nel 1942 torna alla scherma e consegue il tricolore di sciabola, bissando il titolo nel 1946. Poi, ormai stabilitosi definitivamente a Torino, si dedica interamente alla professione medica, diventando un luminare della ginecologia, con importanti studi su colposcopia e cancro dell’utero. Professore universitario, è autore di diverse pubblicazioni scientifiche che saranno riferimento basilare per molti colleghi. La figlia Giovanna ha partecipato a due edizioni dei Giochi, 1964 e 1968, sfiorando la medaglia[4].


[1] Con lui gareggiano Purcaro, Treves, Pinton, Marzi e Gaudini

[2] Con lui gareggiano Marzi, Montano, Salafia, Pinton e Gaudini

[3] In particolare nella Valle Stretta, nella zona di Bardonecchia

[4] Nata a Lanzo Torinese (TO) il 02.09.1942, detta “Vannetta”. Fiorettista di rango, si trova di fronte la grande Ragno che spesso la relega al secondo posto. Guadagna comunque il titolo italiano nel 1967 oltre a due bronzi iridati a squadre. Ai Giochi di Tokio del 1964 chiude al 4° posto il fioretto a squadre e sesta nell’individuale. Quattro anni dopo, a Città del Messico, finisce sesta a squadre e 7a p.m. nell’individuale