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MARTINENGHI Carlo

Milano 1894 / Milano 1944

1920. Atletica Leggera. 5° 3mila m a Squadre (con Ambrosini, Maccario, Speroni), Eliminato Primo Turno 3mila m Siepi e 5mila m

1924. Atletica Leggera. 7° Cross-country

Tesserato per la “Pro Morivione”, trova il primo successo significativo già nel 1912, in una gara di 8 km organizzata a Milano dalla “Post Resurgo Libertas”: la prova è destinata gli “esordienti mai piazzati” e ciò testimonia che deve essere una delle prime mai disputate da Martinenghi. Non ha timori reverenziali e si batte con i più forti del periodo: dopo un bel successo a Turro su 11 km, è 6° nella “Traversata di Busto” (14 km) vinta dall’emergente Speroni e addirittura 2° dietro al forte Orlando nella “Coppa Nazionale” a Milano, di 8 km. Sembra abbonato alle piazze d’onore: è difatti 2° anche nel “Giro di Chiasso” (13,2 km vince Speroni), nella “Coppa Risorgimento” a Milano sui 5mila m (dietro Porro) e sui 10 km al Velodromo Milanese, battuto nuovamente da Speroni, appena rientrato dai Giochi di Stoccolma. Martinenghi torna alla vittoria il 4 agosto in una gara di 8 km disputata nella popolare e popolosa zona di Via Mac Mahon, teatro in quel tempo di numerose prove podistiche. Sale spesso sul podio: 3° nel “Giro della Bovisa” (dietro Morganti e Speroni) e nel “Giro dei 4 ponti” a Genova alle spalle di Lussana ed il “solito” Speroni che lo superano anche nella “Coppa Città di Pavia”, 15 km in Piazza Castello. Nel frattempo ha comunque vinto la “Milano-Gratosoglio-Milano”. Nel finale di stagione altri podi: 2° nel “Giro di Vercelli” (6,8 km), superato da Orlando, e nella “Gorla-Monza-Gorla” in due tappe, disputate una al mattino ed una al pomeriggio, 22 km totali. Terzo nella prima frazione, vince la seconda ma è battuto nella classifica finale, a punti, da Bertini. Martinenghi chiude una comunque ottima stagione col terzo posto nella “Coppa Politi” a Milano, 6,2 km in zona Sempione, battuto da Austoni ed Ambrosini. Il 1913 di Martinenghi, ancora con la “Pro Morivione”, parte con il 4° posto nella “Coppa Vanzulli” a Milano, il 9 marzo, nella quale Speroni si conferma asso di primo livello. E quarto Martinenghi giunge pure nella “Coppa Monza” del 24 marzo mentre è poi secondo, alle spalle di Austoni, nella “Coppa 5 Giornate”. Il 6 aprile chiude invece terzo nel 5mila del meeting organizzato dall’US Milanese sulla sua pista (1° Speroni). Quindici giorni dopo, guadagna la sua prima vittoria stagionale, nel “Criterium Primaverile”, seguita da una bella sfilza di affermazioni su strada: “GP Cuggiono”, “GP Reale” a Milano, “Coppa Vittoria” e pure le 5miglia nel concorso ginnico di Vercelli. A 19 anni si afferma come uno dei migliori talenti della nuova generazione: il 13 luglio vince a Brescia una 15 km ed il 7 settembre fa suo il Campionato Lombardo dei 5 km, venendo battuto sul miglio da Porro. Infine il 21 settembre, dopo essere giunto terzo nei 5mila il giorno prima (dietro Luppi e Orlando), vince il titolo italiano dei 10mila, consacrandosi a livello nazionale. Trova però in Speroni un osso duro che lo costringe alla piazza d’onore a ripetizione, a Pavia (15 km) come ad Abbiategrasso (8 km). Il 2 novembre Martinenghi è tra i favoriti della maratona di Milano che assegna il tricolore.

In effetti, all’esordio sulla distanza sembra realizzare una grande gara: parte all’attacco, rimane solo in testa ma improvvisamente entra in crisi, rallenta, viene superato e si ritira, sfinito e sfiduciato, chiudendo malamente una stagione comunque ottima. Anche l’inizio del 1914, tesserato per l’US Milanese, non è positivo: l’11 gennaio si ritira nel cross della Ranza a Milano. Ma nel mese seguente è il migliore nelle campestri: vince a Cavaria (il cross “dei sette campanili”), a Milano ed a Stupinigi, superando nelle ultime due occasioni il forte Speroni, con cui instaura una certa rivalità. Difatti i due, dopo il successo di Martinenghi nella “Coppa Malvezzi” che tradizionalmente a Milano apre la stagione delle gare su strada, si ritrovano il 15 marzo nel cross di Brescia: vince Speroni, favorito peraltro da una più oculata scelta delle scarpe (chiodate) che tengono meglio sul fango. Martinenghi è comunque secondo. I due sono favoriti al tricolore di cross, ma si sorvegliano a vicenda, favorendo la fuga e la vittoria dell’outsider Bausola[1]. Con Speroni ritirato, lo sfiduciato Martinenghi chiude terzo, superato nel finale anche dallo sconosciuto Perino. Non va tanto meglio il 19 aprile nella suggestiva “Traversata notturna di Milano”: a lungo coi primi, è staccato nel finale e chiude quarto. Un mese dopo, è secondo nella maratonina di Bordighera dietro al “solito” Speroni. Torna alla vittoria a metà giugno, sul nuovo campo dello SC Italia in Ripa Ticinese a Milano, in una “americana” di 10 km (con i compagni Allievi e Bernardoni), poi il 28 giugno è 5° nel “Giro di Torino”: non sembra però nelle stesse condizioni dell’anno precedente e difatti nella seconda parte di stagione il suo nome non figura mai ai primi posti degli ordini d’arrivo. Nel 1915 è militare ed i risultati ne risentono: il 28 marzo chiude solo 16° il tricolore di cross a Milano. Con l’entrata in guerra del nostro paese, Martinenghi è inizialmente di stanza nella capitale dove si tessera per la “Pro Roma”: il 26 luglio vince una prova sui 1500. Poi però parte per il fronte: in una lettera alla “Gazzetta” dichiara di marciare su e giù per i monti talmente tanto da trovarsi “imbastito”. E se lo dice lui che è un atleta di primo livello, figurarsi gli altri. Caporale del Genio, viene impiegato nella gestione di fotoelettriche, prima nella valle del Boite, non lontano dalle Tofane e da Cortina, poi nella zona del Passo della Sentinella, in Alto Adige. Torna alle gare solo nel 1918 quando le autorità militari, dopo la disfatta di Caporetto, favoriscono lo sport, nell’illusione di formare al meglio le nuove reclute e trovare soldati-atleti che possano rendere al massimo in battaglia. Il 12 maggio, non al meglio della forma, tenta di essere selezionato tra gli uomini da inviare al meeting di Londra interalleato e riservato ai soli soldati: non vi riesce, giungendo solo quarto nei 1500 vinti da Porro su Pagliani e Brega. Però almeno s’è allontanato dal fronte dove comunque è costretto a tornare fino al termine del conflitto.

Difatti rientra alle gare solo nel 1919: ancora tesserato per l’US Milanese, il 29 marzo è secondo dietro Speroni nella “Coppa Malvezzi” a Milano e sette giorni dopo coglie un’altra piazza d’onore, stavolta alle spalle di Negri, sui 1500 al “Sempione”. Finalmente riesce a vincere una gara: accade a Genova, Marassi, il 13 aprile quando supera addirittura Speroni sui 5 km. Un mese dopo, l’11 maggio, vince la “Targa Lombarda” davanti a Pagliani: sembra aver ritrovato la forma migliore. Il 25 maggio è battuto solo da Porro nella “Traversata di Brescia”, ma il 1 giugno vince il “Giro di Bergamo” e sette giorni dopo è nettamente primo in un handicap sui 1500 all’Arena di Milano, nella riunione organizzata in attesa dell’arrivo del Giro d’Italia. Martinenghi è in forma ed il 19 giugno si impone nel “Giro di Novi”, inserito in una grande giornata di celebrazioni per Costante Girardengo, il novese più famoso, che ha appena dominato il “Giro”. Essendo ancora sotto le armi dato che la smobilitazione avviene con molta lentezza, Martinenghi è selezionato per i “Giochi Interalleati” di Parigi, prima grande manifestazione polisportiva internazionale dopo sette anni e riservata ai soldati degli eserciti vincitori la guerra. I nostri atleti si ritrovano prima a Piazzola sul Brenta e poi in un collegiale ad Arma di Taggia. Le autorità militari fanno le cose per bene, organizzando al meglio la spedizione, supervisionata da Cesare Tifi, vecchio marpione dello sport italiano e portando in Francia ben 120 atleti. Martinenghi gareggia il 30 giugno nella prova di cross. Si comporta discretamente anche se sul suo risultato pesa come un macigno la scelta sbagliata delle scarpette, con chiodi troppo lunghi e inadatti al terreno asciutto e non fangoso che i concorrenti si trovano sotto i piedi. Oltre tutto, a metà gara Martinenghi perde proprio la soletta delle scarpe, chiodi compresi. Con un buon recupero finale riesce a terminare la prova in ottava posizione. Vince il noto francese Vermeulen che ha ancora nel suo corpo diverse piccole schegge delle granate tedesche. Martinenghi torna alle gare dopo un mese, il 27 luglio, vincendo il “Giro di Cremona”, 6.5 km. Sette giorni dopo, è battuto da Speroni in un 5mila a Mantova. Il 14 settembre vince la “Traversata di Ferrara”, 3.5 km davanti a due uomini di spicco come Pagliani e Porro: è di nuovo tra i migliori podisti italiani. Ma ai tricolori di Milano dei 5mila, disputati il 12 ottobre sul campo dell’Inter di Via Goldoni, Martinenghi sale solo sul gradino più basso del podio, superato da Brega ed Ambrosini. A fine mese vince il “Giro delle Tre Porte” a Milano e poi giunge secondo in un’americana di 3 km, assieme a Porro, alle spalle di Speroni-Bertoni. Trascorre quindi un inverno fin troppo tranquillo e, tesserato per l’Internazionale, nella prima uscita della nuova stagione, il 25 gennaio a Cavaria, nel “cross dei 7 campanili”, chiude solo quarto, denotando un certo ritardo di condizione.

Giunge terzo, dietro gli specialisti Ambrosini e Lussana, nel cross della Bovisa l’8 febbraio. 14 giorni dopo, guadagna il primo successo dell’annata nel cross di Lodi, disputato sugli argini dell’Adda. Il 28 marzo altra vittoria ma su strada, nel “Giro di Mantova”. Si tratta del miglior viatico per i tricolori di cross che si disputano a Genova l’11 aprile, su un percorso nei pressi del Lido d’Albaro[2]: Martinenghi vince, forzando il ritmo nel finale e rilanciandosi tra i nostri migliori fondisti. Si conferma già sette giorni dopo: a Castellanza, in una riunione definita “preolimpica”, vince i 5mila su Lussana e Speroni. Sulla stessa distanza si conferma il 9 maggio a Gallarate e quattro giorni dopo a Cremona: per lui la strada per i Giochi sembra in discesa. Il 23 maggio è però superato da Speroni nella “Coppa Marinoni” a Legnano, 9 km sotto la pioggia battente. Si riscatta subito, dopo appena sette giorni, aggiudicandosi la “Traversata di Brescia”. Il 27 giugno vince il “Circuito di Monza”: il CT Adams ha messo gli occhi su di lui anche se una conferma in pista non sarebbe male. E la conferma arriva subito, già nel weekend successivo: nella decisiva prova di selezione olimpica, a Milano sul campo dello SC Italia, Martinenghi vince i 5mila. La maglia azzurra è sua e si va ad Anversa, raggiunta in treno via Modane e Parigi. Le gare di atletica si tengono nell’Olympisch Stadion dove Martinenghi esordisce la mattina del 16 agosto nei 5mila cui prendono parte 38 atleti di 16 nazioni. Nella batteria di Martinenghi partono in 10 ed i posti utili per passare il turno sono quattro, ma non è mai in lotta per le posizioni di testa: perde presto contatto dai migliori ed al decimo giro abbandona. La batteria è appannaggio del britannico Blewitt in 15’19”8 mentre l’oro va al francese Guillemot sull’ancora poco noto finlandese Nurmi e lo svedese Backman. La mattina del 18 agosto Martinenghi ci riprova, stavolta nei 3mila siepi, nella semifinale che si disputa interamente sul prato dello stadio. Si inizia subito con le semifinali perchè gli iscritti sono soltanto 16 di 6 nazioni: d’altra parte la specialità è sostanzialmente nuova e regolamentata da poco, soprattutto per la distanza. Ma per Martinenghi è un’altra clamorosa debacle: partono in 8 e passano i primi tre, ma Martinenghi di nuovo non appare mai in grado di competere con i migliori e, perso il treno vincente, si ritira. Vince il britannico Hodge che poi guadagnerà l’oro davanti allo statunitense Flynn ed al nostro bravo Ambrosini. Niente da fare: Martinenghi non è in forma, non ingrana. La conferma arriva dalla terza gara in cui viene comunque schierato, la prova a squadre sui 3mila metri. Soltanto sei le nazioni iscritte. Si parte tutti insieme e la classifica viene stilata a punti, in base ai piazzamenti ottenuti al traguardo dai primi tre di ogni paese (1 al primo, 2 al secondo, ecc.). Il 21 agosto, nella semifinale, l’Italia è terza: totalizza difatti 25 punti (Ambrosini 6°, Maccario 9°, Speroni 11°, con Martinenghi 12°) contro i 12 della Svezia (Lindgren primo all’arrivo) e gli 11 della Gran Bretagna, ma davanti al Belgio (30). Si guadagna così l’accesso alla finale del giorno seguente, il 22.

Un po’ a sorpresa, stravincono gli USA che piazzano primo Brown e terzo Schardt, totalizzando solo 10 punti. Argento alla gran Bretagna con 20 e bronzo alla Svezia con 24. Quarta la Francia con 30 ed infine solo quinta, ed ultima, l’Italia con 36: Ambrosini è di nuovo il migliore dei nostri, con l’11° posto; Maccario è 16°, Speroni 17° e Martinenghi 19°. Non certo una prestazione indimenticabile, soprattutto per Martinenghi, sempre in coda al gruppo ed il peggiore dei nostri. Con due ritiri e due piazzamenti nelle ultime posizioni, per lui Anversa rappresenta una pagina da dimenticare. Rientrato in italia, Martinenghi cerca il riscatto che non trova ai tricolori. Il 26 settembre però vince il “Giro di Acqui” e sette giorni dopo è secondo nella “Traversata Notturna” di Varese, alle spalle di Ambrosini. Piazza d’onore anche il 10 ottobre nel “Giro di Stresa”, stavolta dietro Speroni ed il giorno 17 a Padova sui 5mila: a batterlo in questo caso è Ambrosini. Dopo una lunga pausa, Martinenghi si rivede solo il 12 dicembre quando vince il “Giro di Pavia”. L’inizio del 1921 non gli è favorevole: stenta a trovare la forma ed il 6 febbraio si ritira nel cross “dei 7 campanili” a Cavaria vinto da Speroni. “Risorge” improvvisamente 14 giorni dopo nei tricolori di cross a Brescia: in testa dalle prime fasi, resiste al ritorno di Ambrosini, ottenendo un gran bel successo che rilancia alla grande la sua carriera. Successo confermato il 27 febbraio nel prestigioso cross di Stupinigi, con una gara di testa sin dalla partenza. Male invece sui 5mila del meeting di Montecarlo del 28 marzo: incapace di resistere al ritmo dei migliori, Martinenghi si ritira. Inizia poi una lunga serie di piazzamenti: 2° il 3 aprile in un 5mila a Busto dietro Speroni, 3° nella “Coppa Malvezzi” a Milano (vinta ancora da Speroni) sette giorni dopo, 2° nella “Coppa Bonacina” a Legnano (1° Oleotti) il 17 aprile e terzo nel “Giro dei sei ponti” a Verona il 5 maggio (successo di Lussana). A fine maggio Martinenghi è grande sul campo dello SC Italia a Milano, nelle prove di selezione per l’incontro internazionale di Praga: splendida doppietta 5-10mila. E nella capitale ceca Martinenghi vince alla grande i 10mila, battendo il quotato francese Corlet, e pure i 3mila a squadre, giungendo primo sul traguardo davanti ad Ambrosini. Per Martinenghi una sorta di consacrazione internazionale. È in forma: il 26 giugno, su strada, vince il “Circuito Modenese” e tre giorni dopo la gara in notturna sulle stesse strade attorno alla Ghirlandina. Si conferma il 17 luglio, aggiudicandosi il “Giro di Modena” e, 14 giorni dopo, il “GP Abbiategrasso” di 8 km. Martinenghi ottiene un grande successo il 7 agosto: vince difatti i 5mila al Velodromo Jean Bouin di Parigi, battendo francesi di buona caratura e confermandosi in grado di rivaleggiare con tutti a livello europeo. Difatti sette giorni dopo, bissa sulla stessa distanza a Marsiglia.

Rientrato in Italia, il 21 agosto vince agevolmente i 1500 e l’americana (con Brunelli) a Reggio Emilia. Un mese dopo, è ai tricolori di Bologna dove è battuto sui 10mila solo da Speroni. Il 26 settembre ottiene un bel successo a Monza sui 5mila ed il 2 ottobre è primo nella “Traversata di Padova”. Sette giorni dopo, a Varese primeggia nell’americana sui 5 km, con Brunelli, davanti ai fratelli Speroni. Il giorno precedente era invece arrivato quinto nella “Traversata” della stessa città, vinta da Ambrosini. Il 23 ottobre Martinenghi è terzo nel “Giro di Milano”, sopravanzato da Speroni e Blasi, ma sette giorni dopo vince la “Targa Lamberti” a La Spezia. Il 5 novembre viene battuto da Speroni nella “Coppa Armistizio” a Milano ed il giorno seguente a Monza sui 3mila, distanza probabilmente troppo breve per lui, e chiude terzo, superato da Ambrosini e Negri sui quali si prende la rivincita il 13 novembre nella “Traversata di Milano”. Sette giorni dopo, col suo Internazionale, è terzo nella staffetta a squadre Milano-Busto vinta dalla “Pro Patria” dei fratelli Speroni. Martinenghi inizia presto il 1922, ancora tesserato per l’Internazionale, ma non è in forma: il 15 gennaio difatti si ritira nel cross di Lione vinto dal francese Guillemot. Continua a deludere: il 5 marzo chiude solo nono il cross internazionale di Milano, con presenza di francesi e svizzeri, vinto da Speroni. Sette giorni dopo, è terzo nel cross di Gallarate, alle spalle di Ambrosini e Malvicini. Il 19 marzo si piazza secondo, ancora dietro Ambrosini, nei tricolori di cross, rilanciandosi finalmente a livello nazionale. E secondo è pure nella “Coppa Malvezzi” del 26 marzo a Milano, stavolta battuto da Oleotti. Ritrova il successo il 9 aprile nella “Coppa Aurelia”, di nuovo nel capoluogo meneghino e bissa il giorno 16 a Borgo S. Donnino[3] in una prova su 13 km. In piena forma, coglie il tris, in tre settimane, il 23 aprile a Melegnano ed il 2 maggio primeggia nella “Coppa Pilotta” a Milano, su 7 km. Cinque giorni dopo, è battuto solo da Speroni nella “Traversata di Venezia”. Il 21 maggio, a Gallarate, Martinenghi vince l’americana di 5 km, assieme a Barbafinta. Sette giorni dopo, è battuto da Negri sui 5 mila che a Legnano attribuiscono il titolo di Campione Lombardo. Il 3 giugno è sopravanzato da Davoli nella “Traversata di Genova”, ma il giorno seguente, nello stesso capoluogo ligure, guadagna la “Coppa Pro Marassi”. Poi infila una strepitosa quaterna, da imbattibile: l’11 giugno fa suo il “Giro di Legnano”, otto giorni dopo stravince il “Giro di Pontremoli”, il 25 giugno primeggia nella “Targa Belloni” a Milano ed il 2 luglio è la volta del “Giro di Lodi”. 14 giorni dopo, Martinenghi fa sua la “Coppa Capè”. Il 23 luglio è a Parigi, allo stadio Pershing, ma, stanco per il viaggio ed indisposto, si ritira sulle 3 miglia vinte da Heuet. Sette giorni dopo, non s’è ancora rimesso perfettamente e chiude terzo una prova di 4618 m a Borgo S. Donnino, sopravanzato da Ambrosini e Davoli. Il 13 agosto è battuto da Speroni in una gara di 8 km in pista a Baveno, ma due giorni dopo vince il “GP Stradella”. Il 19 agosto, dopo aver vinto la “Traversata di Brescia”, chiude al terzo posto la “Traversata Notturna di Varese”, alle spalle di Ambrosini e Negri.

Stessa posizione il 27 agosto nel “Giro di Biella”, sopravanzato da Speroni e Bausola. Il 9 settembre vince a Gonzaga un’americana di 5 km con Brunelli e tre giorni dopo fa suo il “Giro di Acqui”. Sembra in buona forma, ma il 17 settembre ai tricolori di Busto si ritira nella prova dei 5mila vinta da Ambrosini, senza aver mai dato l’idea di poter competere per una buona posizione. Tre giorni dopo, ritrova il suo spunto, aggiudicandosi un 5mila a Suzzara, ma ai tricolori in quest’annata non ha fortuna: il 24 settembre difatti è battuto da Brega nella gara dei 10mila che assegna il titolo nazionale sul nuovo campo milanese della “Forza e Coraggio”, in Via Trento. Sette giorni dopo, primeggia nel “Giro di Mirandola”. Il 15 ottobre, col suo Internazionale, chiude al terzo posto la Milano-Busto, staffetta a squadre. Due giorni dopo, vince il “Giro di Fiorenzuola”. Il 21 ottobre termina quarto il “Giro di Milano” vinto da Breda. Nel 1923, tesserato per lo SC Italia, se la prende con calma: il suo primo risultato significativo è il 10° posto nel “GP Pasqua” a Milano, vinto da Ambrosini il 1 aprile. Stenta a trovare la forma: il 22 aprile si ritira nei 5mila del meeting di Codogno, vinti da Negri. Sette giorni dopo, chiude terzo la “Coppa Pilotta”, 7 km a Milano, dietro Breda e Lussana.  Si rivede il 20 maggio col 4° posto nel “GP Reale” ad Abbiategrasso. Non è a punto e si prende una lunga pausa di riflessione. Salta i tricolori e si rivede sul podio solo il 26 agosto nel “Giro di Biella”, superato da Ferraris e Malvicini. Tuttavia stenta a ritrovare il successo: il 2 settembre chiude al quarto posto il “Giro di Bergamo” vinto da Speroni. Nel week-end successivo altri piazzamenti: 3° nel “Giro di Alessandria”, alle spalle di Ambrosini e Negri, e secondo nel “Giro di Legnano”, superato da Speroni. Situazione similare il 16 settembre a Milano, sul campo di Viale Lombardia, dove sui 5mila Martinenghi è sopravanzato da Negri e Robino: la gara si svolge all’interno di una riunione definita già preolimpica, ma, per fortuna, è presto per parlare di convocazioni. Difatti Martinenghi continua ad inanellare prestazioni per lui opache: il 23 settembre nel “Giro di Acqui”, vinto dal solito Speroni, chiude solo quarto. Sette giorni dopo, col suo SC Italia, è secondo nella Milano-Busto a squadre, dietro la Pro Patria di Busto. Il 14 ottobre è battuto a sorpresa da Re nella “Targa Lombarda”, 6,5 km su strada, a Milano. Nel weekend successivo vince la “Coppa Melegnano”, il 28 ottobre fa suo il “Giro di Lodi” ed il giorno seguente bissa nel “Giro di Maleo”, tornando a convincere i tecnici. Il 4 novembre, con i compagni dello SC Italia Garlaschelli e Negri, si aggiudica a Firenze la “Coppa Mazzuoli”, staffetta a squadre. L’11 novembre fa suo il “Giro di Pavia” e sette giorni dopo è superato solo da Davoli nel “Giro di Genova”. Chiude qui la sua annata in chiaroscuro.

Si rivede il 27 gennaio 1924 quando termina al quarto posto il cross di Brescia vinto da Ambrosini. Il 10 febbraio termina invece 6° nella “Coppa Carla”, un cross che si disputa a Milano, appena fuori Porta Garibaldi, vinto da Filippini. Ritrova la via del successo il 24 febbraio nel tradizionale cross “dei 7 campanili” a Cavaria. Delude ai tricolori di cross del 2 marzo, a Stupinigi: vince Davoli e Martinenghi chiude solo 15°. Non sembra in grande forma: sette giorni dopo, nel cross di Monza termina 10°. Un infortunio lo blocca nella fase cruciale di avvicinamento ai Giochi. Rientra solo il 18 maggio e sfiora la vittoria nella “maratonina” di Bordighera, sui 10 km: è secondo, battuto solo dal semisconosciuto Maj. Pare però ritrovato. Difatti non va male nell’ultima prova di selezione olimpica, disputata il 7 e 8 giugno a Milano, sul campo di Viale Lombardia: chiude secondo i 10mila alle spalle di Speroni e questo risultato convince la Commissione Tecnica, presieduta dall’ex ostacolista Colbachini e di cui fa parte anche l’ex grande mezzofondista Lunghi. Martinenghi, a coronamento di un’ottima carriera, sarà ai Giochi anche se gli viene chiesto un ultimo sforzo, una buona prestazione nella riunione di rifinitura a Busto, al termine del collegiale azzurro. Intanto il 15 giugno si aggiudica un 5mila a Borgo S. Donnino dove vince pure l’americana con Balzarini. Sette giorni dopo, a Busto fa il suo dovere: vince i 10mila, con un tempo discreto nonostanze un acquazzone, e si guadagna il viaggio a Parigi. In pratica è l’ultimo ad essere aggiunto nella lista azzurra. Trova posto però solo nella gara di cross-country  cui prendono parte 38 atleti di 10 nazioni. Si parte dall’esterno dello stadio di Colombes, immortalato anche nel celebre film “Momenti di Gloria”, per arrivare poi al suo interno, lungo un percorso di circa 10 km. La gara si disputa il 12 luglio in una giornata insolitamente calda per Parigi, con punte di temperatura addirittura intorno ai 40°C. Il caldo infernale costringe al ritiro molti atleti, ma emergono comunque le migliori individualità: dominano difatti i finlandesi, cui evidentemente la giornata torrida non dà fastidio. Oro al magnifico Nurmi (cinque ori in questa edizione!) sul connazionale Ritola e lo statunitense Johnson. Martinenghi è autore di una buona prestazione e chiude 7°, in 37’01”, staccato però di 1’40” dal bronzo: troppo divario per recriminare. S’è difeso comunque alla grande in un contesto complicato, al contrario dell’altro azzurro in gara, Speroni, ritiratosi. Tutto sommato la partecipazione di Martinenghi, oltre tutto guadagnata all’ultimo minuto, può essere considerata positiva perchè ha saputo rivaleggiare coi più forti al mondo. Rientra alle gare il 27 luglio nel “Giro di Como” dove è battuto da Filippini. Il 10 agosto a Venezia, campo S. Elena, vince i 5mila e cinque giorni è terzo, dietro Chiusa e Speroni, nel “Giro di Piacenza”. Ripete il piazzamento il 17 agosto a Laveno sui 5mila, stavolta alle spalle di Davoli e Speroni. Sette giorni dopo, a Venezia è secondo sui 5mila, battuto dal sorprendente fiorentino Lippi. Va ancora peggio, sulla stessa distanza, il 14 settembre sul campo di Vigentino dove chiude solo quarto (vince Negri). 14 giorni dopo, vince la “Coppa Subinaghi” ad Affori su 8 km. A 28 anni dà l’idea di aver dato il meglio di sè: difatti non trova ulteriori piazzamenti di alto livello e nel giro di pochi mesi abbandona l’attività.


[1] Giuseppe Bausola, nato ad Asti il 14.01.1890. Di professione operaio metallurgico. Buon fondista, emerge nel 1913 col 2° posto ai tricolori dei 10mila. Ai Campionati Nazionali del 1914 è secondo, dietro Speroni, sia nei 10mila che nei 20 km. Terzo nei tricolori di cross del 1915, rientra alle gare dopo la guerra, vincendo nel 1922 la maratona di Torino, suo ultimo squillo

[2] Si tratta della ripetizione della gara tricolore già effettuata il 29 febbraio e vinta da Maccario, ma annullata per un generale errore di percorso

[3] Oggi Fidenza: assume questo nome nel 1927. Leggenda vuole che San Donnino sia stato decapitato proprio in questo luogo alla fine del III secolo d.c.


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