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MAROVELLI Antonio

Melegnano (MI) 04.07.1896 / Melegnano (MI) 13.08.1943

1920. Ginnastica Artistica. MEDAGLIA D’ORO Concorso a Squadre

Nasce in un paese appena fuori Milano, dalla parte sud, nel quartiere di Borgolombardo. Sin da bambino frequenta l’oratorio di S. Giuseppe dove si svolgono diverse attività sportive ricreative sotto l’egida della “Virtus et Labor”. Si appassiona alla ginnastica, grazie anche alle gesta ed agli insegnamenti di Giovanni Ceppi, buon ginnasta a livello nazionale e soprattutto nella scia di Pietro Bianchi, altro melegnanese che conquista l’oro a Stoccolma nel 1912. Marovelli inizia a segnalarsi molto presto: già in quello stesso 1912 è tra i migliori al concorso ginnico di Trento. La guerra interrompe la sua ascesa e combatte al fronte in fanteria. Torna a casa incolume ed è già un bel successo. Poi riprende l’attività ginnica, alternandola al suo mestiere di ebanista anche se i concorsi stentano a riprendere con continuità. Se ne riparla difatti solo il 21 settembre 1919 quando all’Arena di Milano, per merito della “Pro Italia”, è organizzata la prima gara importante del dopo-guerra. Marovelli si impone nella gara agli attrezzi tra gli juniores ed è salutato come atleta di sicuro talento. Si rivede il 18 aprile 1920 a Castellanza dove però, nella gara artistica vinta dal grande Zampori sul ritrovato Salvi, non va oltre il sesto posto. Entra comunque nell’orbita della Nazionale, guidata dal pistoiese Manlio Pastorini, professore ed ex-ginnasta di buon livello. Il problema principale della nostra squadra è la mancanza di esperienza internazionale visto che i veterani di Stoccolma, per vari motivi, sono rimasti pochi. Dunque è necessario introdurre forze nuove ma tecnicamente valide e Marovelli al riguardo sembra teoricamente in grado di fornirle. Non sarà un campionissimo ma un buon ginnasta sì. Difatti è tra i migliori nelle apposite prove di selezione che si svolgono a Genova, nei locali dell’Andrea Doria, alla fine di giugno. Il suo nome entra così nella prima lista di 32 ginnasti che vengono convocati per un ritiro collegiale a Cornigliano, nella lussuosa Villa Badia di proprietà del conte Raggio. Qui il CT Pastorini ed il Presidente della Commissione Tecnica Federale, Enrico Gualdi, verificano le attitudini di ognuno dal 18 luglio. Alla fine si tiene un’ulteriore prova, una sorta di saggio ginnico, che screma il numero fino ad arrivare alla cifra di 24 titolari e Marovelli è tra questi. Nell’ambiente c’è fiducia: gli azzurri sono ottimamente preparati, come confermato dall’ultimissima “prova generale” che si tiene a Sampierdarena il 16 agosto, appena prima di partire per Anversa, raggiunta in treno via Modane e Parigi. Le gare di ginnastica si tengono nell’Olympisch Stadion. Nel pomeriggio dei giorni 23 e 24 agosto, si inizia con la prova a squadre, simile ma non uguale a quella del 1912 e redatta sul “modello tedesco”. Consta di 5 tipi di esercizi: prova di gruppo con gli strumenti (clave e bastoni), ostacoli (4 di 70 cm), sbarra, parallele e cavallo con maniglie.

Negli attrezzi i ginnasti, che si esibiscono a gruppi, devono eseguire esercizi obbligatori e liberi. Punteggio massimo ottenibile 404. Assenti i massimi interpreti di questa disciplina, svizzeri e tedeschi, i nostri ripetono il trionfo di Stoccolma, ottenendo 359,8 punti ovvero l’89% del possibile. Secondi i sorprendenti padroni di casa del Belgio, con 346,7, che superano la Francia, bronzo con 340,1. Grande successo per gli azzurri (ancora in maglia bianca) ma su un numero alquanto esiguo di squadre: le altre due nazioni partecipanti difatti sono la Cecoslovacchia, “medaglia di legno”, e la Gran Bretagna. Marovelli ha compiuto il suo dovere, senza sbavature, contribuendo al successo finale di una squadra solida, compatta, tecnicamente inappuntabile. Tuttavia non è inserito tra gli azzurri che disputano il concorso individuale, peraltro vinto dal grande Zampori per un trionfo che conferma la ginnastica italiana ai vertici internazionali. Al ritorno in patria, grandi festeggiamenti per tutti: Marovelli tira i remi in barca e pensa alla prossima stagione. In effetti nel 1921 vince la gara artistica del concorso di Roma. Poi prosegue tra più bassi che alti. Passato alla “Voluntas” meneghina, non brilla difatti nelle selezioni per i Giochi che si tengono il 5 e 6 gennaio 1924 nella gelida palestra della “Forti e Liberi” di Monza: il CT Corrias non lo inserisce nella lista degli “azzurrabili”, ma gli lascia una piccola speranza, probabilmente per il suo passato, collocandolo fra gli “incerti”. Tuttavia nei ritiri collegiali che si susseguono nei mesi seguenti, anche al Parco Reale di Monza dove viene allestita un’apposita palestra all’aperto, Marovelli non dà le necessarie garanzie e viene definitivamente escluso. Ai primi di giugno si prende una bella rivincita, che ha il sapore di una vittoria di Pirro, quando si aggiudica la gara artistica del concorso ginnico di Firenze: tuttavia i migliori sono assenti perchè impegnati appunto nel ritiro collegiale per i Giochi. La carriera ad alti livelli di Marovelli si chiude praticamente qui anche se continuerà a gareggiare per anni e tenterà di essere selezionato, inutilmente, per i Giochi del 1928: sarà pure convocato per gli stage preolimpici, ma poi verrà scartato. Nel 1928, il 23 settembre, è buon terzo nella gara artistica del grande “Concorso della Vittoria”, battuto da Lucchetti e Lertora. Stesso risultato il 19 novembre a Bologna, nella palestra della “Virtus”, per il “GP Brunetti”: a sopravanzarlo stavolta sono Neri e Mandrini. Sei giorni dopo, a Busto finisce sesto (vincono Neri e Lucchetti a pari merito). L’anno seguente non molla: ai tricolori di Brescia, disputati nella palestra della “Forza e Costanza” il 7 e 8 settembre, chiude 8° (vince il nuovo astro Neri). Continua ancora a gareggiare per qualche anno nella categoria “anziani” dove spesso figura tra i migliori, ma la sua carriera ad alti livelli è ormai finita. Quando scoppia la Seconda Guerra Mondiale, viene arruolato nella difesa civile antiaerea. Il 13 agosto 1943 un forte bombardamento colpisce Milano e l’entroterra, Melegnano compresa. Marovelli viene sepolto dalle macerie e muore a 47 anni appena compiuti.

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