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MARCHINI Giannina

Firenze 18.01.1906 / deceduta nel 1976

1928. Atletica Leggera. 6a 4x100 (con Polazzo, Bonfanti e Vivenza), Eliminata Primo Turno 800 m

Nata nel quartiere di Santa Croce, comincia a gareggiare per puro caso: nel 1922, durante un convegno “alpestre” a Monte Maggiore, per divertimento vince una gara di velocità. Le piace ed insiste, tesserandosi per la “Palestra Ginnastica Fiorentina Libertas”. Nel 1923 si aggiudica diverse gare di velocità nei dintorni di Firenze, in sorta di sagre paesane: al Galluzzo come a Vallombrosina, a Monte Starniano ed a Peretola. Viene notata da Vasco Neri ed entra nella “Sempre Avanti” dove inizia la sua attività più seria e costante. Nel 1924 conquista quattro titoli regionali: 80, 250, 80hs e alto. L’anno seguente bissa il titolo nei 250 e nell’alto. Nel 1926 non si segnala particolarmente, ma poi svetta a livello nazionale. Nel 1927 è terza nei tricolori di cross e nel mese di agosto chiude seconda, alle spalle della forte Pedrazzani che ottiene il record nazionale, sui mille nella selezione per l’incontro Italia-Francia. Viene dunque selezionata per questo match, il primo per la nostra Nazionale femminile a livello internazionale, disputato l’11 settembre sul campo meneghino della “Forza e Coraggio”. Si comporta egregiamente: sui mille chiude seconda, battuta da Jolly, ma realizza il nuovo record italiano con 3’14”[1]. Nella staffetta[2] invece si rivelano più forti le francesi che alla fine vincono tutte le gare, assicurandosi il confronto 57-24. Il 2 ottobre Marchini è protagonista degli 800 ai tricolori di Bologna: dopo un bel duello è battuta nuovamente da Pedrazzani. La “biondina di Santa Croce”, come viene chiamata da tutti, passa nel 1928 al “Giglio Rosso”. Si decide di mandare, per la prima volta, una rappresentativa femminile ai Giochi. Marchini ovviamente scalpita anche se il compito non è comunque facile. Ma Pedrazzani, la sua grande rivale, non è al meglio. Intanto il 15 aprile, sul campo meneghino della “Forza e Coraggio”, Marchini vince gli 800 nella prima preolimpica. Si ripete il 27 maggio a Pesaro ed il 10 giugno a Bologna: la maglia azzurra è sua. Anche perchè a Milano il 1 luglio, sul campo della “Forza e Coraggio”, stabilisce il nuovo primato degli 800 con 2’29”4/5. Si migliora ulteriormente nell’ultima prova di selezione, a Dalmine il 15 luglio: ottiene 2’28”4/5. Giustamente, e con pieno merito, va ad Amsterdam. Le gare olimpiche di atletica si disputano nell’Olympisch Stadion. Marchini esordisce il 1 agosto negli 800 cui prendono parte 25 atlete di 13 nazioni.

Non va bene: nella sua batteria chiude al nono posto, riuscendo a sopravanzare solo la statunitense Wilson. Si tratta comunque di una gara di alto livello: vince la tedesca Radke-Batschauer sulla giapponese Hitomi e la polacca Kilosowna, le tre atlete a passare il turno. L’oro poi va proprio alla Radke e l’argento alla stessa Hitomi, a conferma delle difficoltà della batteria di Marchini, mentre il bronzo è appannaggio della svedese Gentzel. Marchini ci riprova nella 4x100, assieme a Bonfanti, Polazzo e Vivenza. Va un po’ meglio: le nostre il 4 agosto giungono terze nella semifinale, dietro Stati Uniti e Germania, qualificandosi per la finale, sopravanzando il Belgio. È un risultato storico: per la prima volta difatti un’azzurra, in questo caso una squadra, disputa una finale olimpica di atletica. L’epilogo non è tuttavia ottimale: con 53”6 chiudono seste su sei, ma mai come stavolta vale la massima “l’importante è partecipare”. La finale testimonia comunque la crescita del movimento sportivo femminile italiano nel suo complesso, seppur tra mille difficoltà ed una realtà civile ancora misogina ed antiquata rispetto al ruolo della donna. L’oro della staffetta va alle forti canadesi che realizzano pure il primato mondiale (53”6) davanti alle statunitensi ed alla Germania. Le nostre sono precedute anche da Francia e Paesi Bassi, ma rimane un risultato significativo. Per Marchini, deludente sugli 800, una partecipazione in chiaroscuro. Stempera la delusione olimpica ai tricolori di Bologna, il 14 ottobre: guadagna il titolo sui 400. Si rivede, molto brillante, al campionato italiano di cross del 10 marzo 1929, disputato all’Ippodromo di San Siro dove guadagna il titolo. Altra bella prova il 12 maggio a Bologna, in un’importante riunione internazionale: vince gli 800 in 2’27”4/5, stabilendo il nuovo record italiano. In quell’annata le competizioni femminili sono poche e Marchini si rivede solo ai tricolori di Torino del 6 ottobre, disputati nello stadio militare sotto l’organizzazione della gloriosa “Società Ginnastica”: chiude seconda i 400, alle spalle della triestina Bravin. La sua carriera termina praticamente qui, almeno ad alti livelli.


[1] Questo limite rimarrà imbattuto sino al 1969 quando Angela Ramello a Viareggio, il 29 agosto, correrà in 2’50”2

[2] Con lei gareggiano le sorelle Bonfanti e Barbieri


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