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MANTEGAZZA Virgilio

Milano 30.10.1889 / Cernobbio (CO) 03.07.1928

Scherma. 1924. MEDAGLIA DI BRONZO Spada a Squadre, 6° Spada Individuale

mantegazza grandeSin da ragazzo è allievo del grande Giuseppe Mangiarotti. Malato di diabete, talora gareggia con fatica e sempre soffrirà per questa patologia. Tuttavia ha una grande forza d’animo, è un notevole agonista e non si tira mai indietro in pedana. Specializzato nella spada, ha una tecnica particolare, con una guardia fortemente improntata sul piede destro, costruita tutta su attacchi ed arresti, con scarse parate. Complice la guerra, che gli fa perdere gli anni migliori, ottiene i primi risultati significativi solo verso i 30 anni di età, aspetto peraltro non nuovo in quel periodo per diversi atleti, e non solo schermidori. Il 21 maggio 1922 Mantegazza giunge secondo in una prova della “Spada d’argento Ostali” a Milano, vinta dal genovese Vanzetti. Il 2 giugno è di nuovo secondo, battuto da Basletta, nel torneo di spada di Pallanza. Il 18 giugno è terzo nei tricolori di spada a Cremona, superato di nuovo da Basletta e pure da Thaon. Il 3 dicembre è battuto solo dall’esperto Allocchio nel torneo di spada organizzato dalla “Società del Giardino” nei suoi locali milanesi. Nella stessa sede l’8 dicembre Mantegazza si aggiudica il Campionato Lombardo di spada. Dunque risulta tra i nostri migliori schermidori dilettanti, pur se condizionato dal diabete. Nel 1923 si ripete su alti livelli. Il 18 marzo Mantegazza è secondo in una prova della “Spada Ostali” disputata alla “Società del Giardino” e vinta da V. Spotti. Il 27 marzo è a Parigi, per un importante incontro amichevole Francia-Italia, tenuto in una lussuosa sala del Trocadero: perde più che onorevolmente 10-9 col forte maestro Anchetti e risulta uno dei migliori dei nostri, peraltro vessati dalle giurie. A fine aprile, nei locali della “Società Ginnastica Torino”, partecipa al match di spada Piemonte-Lombardia. È il migliore dei suoi, vince 3 incontri ma non basta perchè il Piemonte, con un grande Canova, fa suo l’incontro 9-6. Il 2 giugno, in una grande riunione alla “Società del Giardino”, alla quale prende parte anche l’asso francese Gaudin, perde con Minoli 10-7. il 1 luglio è battuto da Cuccia in un’altra prova della “Coppa Ostali”. Si “vendica” il 2 dicembre quando al Veloce Club di Milano vince l’ultima prova della stessa manifestazione. Viene giudicato positivamente dai tecnici anche se non convince del tutto il suo gioco “tutto di attacchi ed arresti, senza parate di ferro”. Nel 1924 ha svariati problemi fisici, il diabete non gli dà tregua. Dopo aver disertato, anche per le sue precarie condizioni, le varie prove di selezione, entra tra i “probabili olimpici” all’ultimo momento, brillando il 26 maggio nel repechage tenuto appositamente alla “Società del Giardino”. Qui poi, il 30 maggio, nella decisiva prova di selezione, Mantegazza chiude il girone finale al sesto posto (primi a pari merito Canova e Bertinetti) e si guadagna una maglia azzurra. La Commissione Tecnica, di cui fanno parte anche due medaglie d’oro come Nadi ed Ollivier, ha fiducia in lui al punto che lo inserisce nella lista sia per la prova individuale che a squadre.

Le gare olimpiche di scherma si svolgono al Vel d’Hiv, il famoso Velodromo d’Inverno della capitale francese, teatro di numerose competizioni ciclistiche di primo piano. Mantegazza esordisce nella spada a squadre cui prendono parte 16 nazioni. Il 6 luglio Mantegazza è nel quartetto che affronta la Spagna nel match inaugurale del primo turno. Non fa una bella figura visto che perde tutti i suoi 4 incontri con Diez, Garcia, Pomes e Delgado. Il pessimo esordio relega Mantegazza, apparso legato nei movimenti e fuori forma, in panchina sino al termine del torneo. Per fortuna i suoi compagni si comportano più onorevolmente. Se difatti perdiamo 7-9 con la Spagna, poi gli azzurri vincono 9-7 con la Norvegia ed accediamo così al turno successivo. Il 7 luglio, nei quarti di finale, vinciamo 10-6 con i Paesi Bassi, battuti anche dalla Francia e ciò rende superfluo l’incontro tra azzurri e transalpini visto che passano le prime due. Situazione analoga il giorno seguente: ci vendichiamo della Spagna (10-6), battuta anche dal Belgio. Voliamo quindi in finale, disputata il 9 luglio, con Mantegazza ancora in panchina. Combattiamo un grande match con i fortissimi francesi: impattiamo 8-8 ma decide il conto delle stoccate e perdiamo per un solo punto (21-20). Delusi e disuniti, perdiamo anche col Belgio (11-5) ma riusciamo a battere di misura (8-7) il Portogallo, ottenendo dunque il bronzo. Oro alla Francia ed argento al Belgio. Anche Mantegazza, pur avendo disputato un solo incontro e perdendo i suoi match, guadagna la medaglia. Il massimo risultato col minimo sforzo. Mantegazza ci riprova nel torneo di spada individuale cui partecipano 67 schermidori di 18 nazioni. Il 10 luglio, nel primo turno, inizia bene: vince sei incontri e ne perde tre, giungendo secondo nella sua poule alle spalle del belga Delporte. Passa ovviamente il turno. Lo stesso giorno affronta i quarti di finale e si comporta altrettanto bene, con lo stesso score di 6-3, accedendo alle semifinali. Qui, l’11 luglio, fa ancora meglio, perdendo due soli incontri, coi forti francesi Massard e Buchard, ma vincendone nove e volando nella finale a dodici, disputata qualche ora dopo in quello stesso giorno. Mantegazza si batte bene, non demerita ma neanche brilla. Vince sei assalti, battendo il francese Ducret (poi argento), il danese Riefelt, l’altro azzurro Compagna e tre belgi (Gevers, Tom e Anspach). Ma ne perde cinque: con i “soliti” francesi Massard e Buchard (sue “bestie nere” del torneo), l’altro transalpino Cornereau, il belga Delporte (oro) e lo svedese Hellsten (bronzo). Gran bella performance di Mantegazza che alla fine, con lo score di 6-5, chiude 6°, riscattando l’opaca prova del torneo a squadre e dimostrandosi il miglior spadista azzurro del momento dato che Compagna chiude solo undicesimo. Se ne torna a casa comunque con un bel bronzo e la consapevolezza di aver fatto il suo dovere. Il diabete però torna a tormentarlo ed il 1 novembre è solo sesto nel torneo di spada a Vercelli vinto da Albano su Minoli. La sua attività è altalenante, complici i 35 anni e la malattia che non gli dà tregua: a fine febbraio 1925 è in pedana nel torneo di spada a Nizza, ma esce al primo turno, battuto dal padrone di casa Boucher. Il 13 settembre alle Terme di Salsomaggiore, in un’esibizione supera Werner per 8 a 4. Il diabete lo fiacca, ma insiste con coraggio e dedizione: il 3 giugno 1926 chiude 11° il torneo di spada a Cremona valido per il “Trofeo del Littorio”. Il 1926 è comunque la sua ultima grande stagione: vince difatti la “Spada Ostali”, risultando il migliore nella classifica a punti, stabilita in base ai piazzamenti delle varie prove. L’anno seguente la malattia non gli dà tregua, impedendogli di tornare in pedana. Proprio mentre ci si accinge a disputare i Giochi di Amsterdam, Mantegazza se ne va per sempre, a soli 38 anni, primo tra gli olimpionici del 1924.