MANGIAROTTI Edoardo
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Renate 07.04.1919 / Milano 25.05.2012
1936. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Spada a Squadre
1948. Scherma. MEDAGLIA D’ARGENTO Fioretto a Squadre, MEDAGLIA D’ARGENTO Spada a Squadre, MEDAGLIA DI BRONZO Spada Individuale
1952. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Spada Individuale, MEDAGLIA D’ORO Spada a Squadre, MEDAGLIA D’ARGENTO Fioretto Individuale, MEDAGLIA D’ARGENTO Fioretto a Squadre
1956. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Fioretto a Squadre, MEDAGLIA D’ORO Spada a Squadre, MEDAGLIA DI BRONZO Spada Individuale, Eliminato Primo Turno Fioretto Individuale
1960. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Spada a Squadre, MEDAGLIA D’ARGENTO Fioretto a Squadre
Figlio del grande maestro Giuseppe, olimpionico del 1908, ne assorbe inevitabilmente estro e passione. Sin da bambino, assieme al fratello maggiore Dario[1] che pure darà non poche soddisfazioni, impara l’arte della scherma alla mitica “Società del Giardino” meneghina, praticando in particolare la spada anche se coglie il primo risultato importante col fioretto, vincendo nel 1931, a soli 12 anni (!), la “Coppa Mussolini”, destinata ai “balilla”, ragazzi fino ai 14 anni di età. Non può che essere definito un “piccolo prodigio”. Tuttavia non si limita solo alla scherma, dilettandosi anche con altri sport: nuoto, tuffi, pugilato, ciclismo, podismo. In questo modo irrobustisce e tempra il fisico, allenandolo ai cimenti futuri. Sembra quasi un campione costruito in laboratorio, al computer, se non fossimo negli anni ’30 del XX secolo. Certo, tutto pare studiato nei minimi dettagli. La base e la teoria ci sono, ma bisogna insistere. Si rivede in pedana nel 1933: il 7 maggio a Genova chiude ottavo nel fioretto (primeggia Agostoni) e l’11 giugno a Milano finisce al settimo posto il campionato lombardo di spada, vinto da Rastelli. Deve ancora maturare, ma lo fa in fretta. Il 9 aprile 1934, nell’inconsueta sede di Tripoli, partecipa ai tricolori di spada: riesce ad arrivare nel girone finale, ma finisce nono. A 15 anni appena compiuti è un risultato di tutto rispetto. Il 16 aprile chiude al terzo posto il campionato zonale milanese di fioretto, disputato alla “Società del Giardino” e vinto dal fratello maggiore Dario su Rastelli. I due Mangiarotti sono protagonisti anche il 23 giugno a Vercelli dove, con la spada, fanno parte della squadra milanese che batte 9-7 una selezione locale. Edoardo si rivede il 16 dicembre alla “Società del Giardino” meneghina dove, nel torneo di spada riservato ai giovani, chiude secondo, superato solo da Dario con cui si prende la rivincita il 27 gennaio 1935 nel torneo di spada organizzato dal GUF meneghino che Edoardo vince senza perdere un assalto. Sei giorni dopo, è a Sanremo dove, con Ragno e Cornaggia-Medici, supera 10-8 i francesi in un grande match di spada: è la sua prima vera esperienza internazionale significativa, ma dimostra tempra, stile e carattere da fuoriclasse. Il 3 marzo all’Accademia Nazionale di Napoli supera 10-9 il partenopeo Bono in un equilibrato assalto di spada. Il 29 marzo nel torneo di spada a Nizza chiude ottimo secondo, battuto da Battaglia per un grande trionfo italiano. Il 17 maggio è a Bolzano per i tricolori di spada: finisce settimo, superato anche dal fratello, vince l’esperto Ragno. Nove giorni dopo, a Milano i nostri spadisti[2] ritrovano la Francia e vinciamo 9-6.
Nella seconda metà di giugno Mangiarotti è a Losanna con la Nazionale per gli Europei: nella spada a squadre, i nostri[3] superano agevolmente Jugoslavia (23-9) ed Ungheria (26-6), ma in semifinale vengono clamorosamente eliminati da Svezia (14-18) e Germania (6-18!), cedendo soprattutto sul piano psicologico. Mangiarotti comunque non è il peggiore dei nostri, disimpegnandosi a dovere in più di una circostanza. Si rivede il 17 novembre quando a Cusano Milanino si aggiudica la “Spada Mantegazza” davanti anche al fratello Dario. Torna ad alti livelli il 22 marzo 1936 quando a Ferrara chiude al secondo posto la prima preolimpica di spada, battendo di nuovo Dario anche se vince Brusati. Il 20 marzo a Montecarlo gli spadisti azzurri si aggiudicano il torneo internazionale, superando Francia (18-14), Belgio (19-13) e Principato di Monaco (18-14). Con Mangiarotti gareggiano Ragno, Cerchiari e Brusati. Il 27 aprile Mangiarotti termina quarto il torneo preolimpico di spada vinto un po’ a sorpresa da Macerata. Per i Giochi tutto ancora aperto. I tricolori di spada, disputati il 31 maggio alla “Patriottica” meneghina, non chiariscono la situazione: Mangiarotti chiude terzo, superato dal fratello Dario e Dino Rastelli. Edoardo viene comunque convocato per il consueto ritiro collegiale di rifinitura, svoltosi a Pontepetri, alla “Pensione Paradiso”, sulle colline pistoiesi, per l’intero mese di luglio, sotto la guida di Nedo Nadi, Presidente della Federazione e supervisore assoluto della nostra spedizione olimpica. Alla fine Edoardo, a differenza del fratello Dario, convince Nadi che, contro il parere di molti[4], lo inserisce nella lista azzurra. Si parte per Berlino, in treno, il 27 luglio da Verona. Mangiarotti gareggia nella spada a squadre che si tiene per i primi turni al “Tennisplatze”, l’arena del tennis all’aperto, e poi alla “Haus des Sports”, un grande palazzo dello sport. Al torneo partecipano 21 nazioni. Il 7 agosto i nostri vincono 8-2 con gli ungheresi: in pedana vanno Cornaggia-Medici, Pezzana, Ragno e Mangiarotti che vince due assalti (Bay e Szekelyhidy) ma ne perde uno, con Dunay che tra l’altro supera anche Ragno. Poichè l’Ungheria è battuta (8-7) anche dalla Cecoslovacchia e passano al turno successivo le prime due compagini, non si disputa l’incontro tra cechi ed azzurri, divenuto inutile. Nei quarti affrontiamo proprio la Cecoslovacchia che si rivela altro avversario abbordabile: vinciamo 8-3. In pedana troviamo Riccardi, Brusati, Pezzana e Mangiarotti che guadagna i suoi tre assalti (Bergmann, Rais, Vorhyzek). Poichè anche gli USA superano i cechi (10-6) e passano al turno successivo le prime due compagini, non si disputa l’incontro tra americani ed azzurri, divenuto inutile.
L’8 agosto si va dunque in semifinale e Mangiarotti è confermato titolare fisso. Superiamo agevolmente il Portogallo 8-2, con Mangiarotti che vince con De Menezes, ma perde con Da Silveira. Con Ragno impacciato (1-1), ci pensano Brusati e Pezzana (3-0) a risolvere la questione. Poi tocca agli USA, sconfitti 12-4, con tutti gli assalti che terminano 3-1: in pedana vanno l’inamovibile Mangiarotti (che perde con Sands[5]), Riccardi, Cornaggia e Brusati. Si entra dunque a vele spiegate in finale, disputata poche ore dopo. Mangiarotti rimane titolare fisso nei tre incontri. La Svezia è battuta 10-5, con Mangiarotti ottimo protagonista: vince tre assalti (Almgren, Dryssen e Granfelt), perdendo con Thofelt. Altrettanto fanno Ragno e Cornaggia-Medici, mentre Riccardi pare la pedina debole (1-1-2). Contro la Francia il discorso non cambia molto e vinciamo 9-5, con Mangiarotti ancora sugli scudi: primeggia su Dulieux, Pecheux e Buchard mentre pareggia col forte Schmetz. Con Riccardi ancora a disagio (1-1-2) e Ragno impacciato (2-2), brilla Cornaggia-Medici (3-1). Con la Germania è una mezza passeggiata: dominiamo 7-1, con Mangiarotti che vince con Uhlmann ed impatta due volte (Esser e Geiwitz). Gli altri in pedana sono Cornaggia-Medici, Pezzana e Ragno che cede l’unico punto (con Lerdon). Il trionfo dei nostri è netto ed indiscutibile: sette successi con ampio margine, per un dominio incontrastato che sorprende pure molti osservatori. Per gli azzurri un grandissimo oro davanti a Svezia e Francia. Per Mangiarotti un torneo spettacolare: unico sempre presente, titolare fisso, totalizza 16 vittorie, tre pareggi e 4 sconfitte, per la sua prima medaglia di una lunghissima serie. Nedo Nadi, da quell’asso inarrivabile che è sempre stato, ha avuto ragione anche stavolta. La carriera di Mangiarotti prosegue poi addirittura per 25 anni, cogliendo allori ogni dove, per una supremazia straordinaria, da fuoriclasse assoluto ed incomparabile. Ai Giochi consegue ben 13 podi, risultando l’atleta italiano più medagliato di tutti i tempi. Se nel 1948 a Londra rimane un po’ deluso (argento fioretto a squadre e spada a squadre, bronzo spada individuale), nelle tre edizioni seguenti è tutto un brillare: nel 1952 ad Helsinki guadagna due ori (spada individuale ed a squadre) e due argenti (fioretto individuale ed a squadre). Nel 1956 a Melbourne altri due ori (fioretto a squadre e spada a squadre) col bronzo nella spada individuale. A 41 anni suonati la sua classe rifulge inevitabilmente anche nei mitici Giochi romani, con l’oro nella spada a squadre e l’argento nel fioretto a squadre. Sono addirittura 26 le medaglie iridate (13 ori, 8 argenti e 5 bronzi) tra il 1937 ed il 1958, con spada e fioretto. “Solo” sette i tricolori, tutti nel dopoguerra: 4 nel fioretto (1951-1954-1955-1957) e tre nella spada (1947-1950-1955). Cifre che parlano da sole. Nedo Nadi aveva visto giusto...
[1] Nato a Milano il 18.12.1915. Ottiene i suoi successi esclusivamente nella spada. Al suo attivo l’oro olimpico a squadre ad Helsinki nel 1952, edizione in cui guadagna l’argento nell’ individuale. Nel 1948 a Londra aveva già ottenuto l’argento olimpico a squadre. Ai Mondiali ottiene 4 ori a squadre (1937-1949-1950-1953) ed uno individuale (1949) oltre ad un argento a squadre (1951), due bronzi a squadre (1938 e 1947) ed un bronzo individuale (1950). Al suo attivo anche sei titoli italiani (1936-1938-1940-1946-1951-1953)
[2] Con lui gareggiano Agostoni, Riccardi e Ragno
[3] Con lui gareggiano Agostoni, Battaglia, Rastelli ed il fratello Dario
[4] Non si deve dimenticare che Edoardo ha solo 17 anni e poca esperienza internazionale
[5] Vince con De Capriles, Righeimer e Heiss