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MANGIANTE Lorenzo

Brescia 14.03.1891 / Curitiba (Brasile) 16.06.1936

1912. Ginnastica artistica. MEDAGLIA D’ORO Concorso a Squadre

1920. Ginnastica artistica. MEDAGLIA D’ORO Concorso a Squadre

Detto Renzo ed appartenente alla “Gymnasium”, fin da adolescente pratica ginnastica, facendo anche da guida al fratello minore Giovanni. I due, figli di un agiato imprenditore del settore edile, nel 1910 portano la loro squadra al successo nel prestigioso concorso ginnico internazionale di Lione. Lorenzo si ripete l’anno seguente, aggiudicandosi a Torino il concorso federale tra gli “juniori”: altre prove di alto livello lo fanno selezionare per i Giochi dove la guida tecnica della Nazionale è affidata al “caposquadra” Cornelio Cavalli ed a Cesare Tifi, presidente della Commissione Tecnica della Federazione. A coadiuvare i due il noto maestro Giacomo Fumis che fa gli onori di casa a Brescia, sede del ritiro collegiale preolimpico. Entrambi i fratelli Mangiante vengono iscritti al concorso generale a squadre per il quale i nostri si sono allenati a lungo, cercando non solo l’armonia ma anche il perfetto sincronismo dei movimenti tra i vari elementi che compongono la nostra compagine. Gli azzurri raggiungono Stoccolma in treno, con un disagevole viaggio durato tre giorni attraverso Austria e Germania. Il concorso a squadre si svolge l’11 luglio nel nuovissimo Olympiastadion. I ginnasti si esibiscono tutti insieme su 4 attrezzi, ciascuno dotato di 4 postazioni: anelli, cavallo con maniglie, parallele e sbarra. Sono previsti poi esercizi in piedi e liberi. Tempo massimo della performance, un’ora. I punteggi vanno da 0 a 12 per i 4 attrezzi e da 0 a 10 (per i “liberi”); cinque i giudici. Punteggio massimo 58. Partecipano solo 5 nazioni, assenti gli scandinavi che amano poco gli attrezzi, preferendo col loro “metodo” una ginnastica più marziale, di gruppo, artistica nel senso letterale del termine. L’Italia domina la prova, realizzando 53,15 punti ovvero il 91% dei punti ottenibili! Seconda è l’Ungheria con 45,45 e terza la Gran Bretagna con 36,90. Un grande trionfo per i nostri, guidati dal fenomenale Braglia: per la prima volta due fratelli italiani, appunto i bresciani Mangiante, conquistano insieme l’oro olimpico. Segue però poi un periodo avaro di risultati e la guerra fa il resto. Di ginnastica, per i Mangiante, se ne riparla solo nel 1920. Si ritrovano ambedue alle prove di selezione per i Giochi che si svolgono a Genova alla fine di giugno. Entrambi si comportano bene ed entrano nella lista dei ginnasti che sviluppano il raduno collegiale di rifinitura nella lussuosa Villa Badia a Cornigliano, di proprietà del munifico conte Raggio.

In un clima cameratesco gli azzurri possono allenarsi al meglio, sotto la guida del CT Manlio Pastorini e l’egida di Enrico Gualdi, presidente della Commissione Tecnica federale. Sono radunati 32 atleti dai quali poi alla fine, tramite apposite ed ulteriori selezioni, saranno scelti i 24 titolari: Renzo si dimostra all’altezza della vecchia fama ed entra tra questi mentre il fratello, ammalatosi, non riesce ad essere con lui. Manca il fenomenale Braglia, è vero, ma Zampori pare in forma ed il livello tecnico medio dei nostri ginnasti è molto alto. Si può essere fiduciosi: la “prova generale” di Sampierdarena, disputata il 16 agosto, mostra tutti gli azzurri in grande forma. Si raggiunge Anversa in treno, via Modane e Parigi. Le gare di ginnastica si tengono nell’Olympiastadion. Nel pomeriggio dei giorni 23 e 24 agosto, si inizia con la prova a squadre, simile ma non uguale a quella del 1912 e redatta sul “modello tedesco”. Consta di 5 tipi di esercizi: prova di gruppo con gli strumenti (clave e bastoni), ostacoli (4 di 70 cm), sbarra, parallele e cavallo con maniglie. Negli attrezzi i ginnasti, che si esibiscono a gruppi, devono eseguire esercizi obbligatori e liberi. Punteggio massimo ottenibile 404. Assenti i massimi interpreti di questa disciplina, svizzeri e tedeschi, i nostri ripetono il trionfo di Stoccolma, ottenendo 359,8 punti ovvero l’89% del possibile. Secondi i sorprendenti padroni di casa del Belgio, con 346,7, che superano la Francia, bronzo con 340,1. Grande successo per gli azzurri (ancora in maglia bianca) ma su un numero alquanto esiguo di squadre: le altre due nazioni partecipanti difatti sono la Cecoslovacchia, “medaglia di legno”, e la Gran Bretagna. Lorenzo, con un altro oro al collo, non disputa la prova individuale ed al rientro in Italia è festeggiatissimo nella sua Brescia al pari del fratello. Lorenzo, alla soglia dei 30 anni, si avvia al crepuscolo della carriera, ma non molla. Nel maggio del 1921 è nella squadra della “Forza e Costanza” che a Lilla, in Francia, vince la classifica a squadre del prestigioso concorso internazionale. Si mantiene sulla breccia, pur non svettando mai a livello individuale, sino al 1924 quando, richiamato nuovamente dal sogno olimpico, tenta la selezione ma alla fine viene escluso. Due ori in due edizioni, a distanza di otto anni, testimoniano comunque a dovere, da sole, la classe e l’importanza di questo ginnasta nella storia olimpica italiana.