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MALVICINI Angelo

Castelleone (CR) 01.05.1895 / 29.12.1949

1924. Atletica Leggera. Ritirato Maratona

Trasferitosi giovane a Milano, vi gareggia fin dai 15 anni di età, trovando subito discreti risultati: il 29 ottobre 1911, a soli 16 anni, è difatti 2° dietro Fontana nella “Milano-Locate-Milano” di 17 km, non disdegnando dunque già percorsi di una certa distanza. L’anno seguente è il primo in cui gareggia con una certa continuità di rendimento. Il 24 marzo 1912 vince in Piazza d’Armi a Milano il Campionato Milanese “Giovanetti”, categoria che rappresenta una sorta di juniores dell’epoca, su un percorso di 8 km. Quindi è 3° nel “GP Pasqua” vinto dall’emergente Speroni, suo coetaneo e che gli sbarrerà spesso la strada. Malvicini tenta l’azzardo della prestigiosa “Nizza-Monaco” dove chiude 19°, risultando evidentemente ancora acerbo per certe ribalte ma facendo comunque un’esperienza importante. Dopo un 7° posto nel “Giro di Verona”, Malvicini è di nuovo superato da Speroni nella “Traversata di Busto”, 14 km. Torna al successo il 26 maggio nella “Milano-Corsico-Milano” di 11 km, poi guadagna una prova di 4 km in Piazza d’Armi a Pavia e la “Milano-Conca Fallata-Milano”. Inizia ad essere considerato una sicura promessa. Ma Speroni, la sua “bestia nera”, fa meglio di lui, battendolo di nuovo nel “GP Fogliarino” (8,8 km), nella “Coppa Weiss” e nel “Giro di Chiasso” (dove è superato anche da Martineghi). Non a caso Speroni va ai Giochi di Stoccolma e Malvicini no, ma sfrutta l’assenza del grande rivale per ottenere altri successi sia pure in corse di secondo piano come “Legnano-Borsano” (7,4 km), “Milano-Cagnola-Milano” (4,5 km) che vale anche come “Campionato Alta Italia Giovanetti”, “Milano-Lambrate” (5,2 km) ed altre gare giovanili. Ma, attesissimo, delude nel campionato italiano “Giovanetti”, disputato il 15 settembre a Milano: fin troppo sicuro di sè, parte all’attacco sin dai primi metri, ma non fa il vuoto ed improvvisamente cede. Vistosi raggiunto, in crisi e sfiduciato, si ritira (vince il semisconosciuto Periani). Il finale di stagione gli riserva solo amarezze: 4° nella “Milano-Mosecino-Milano”, 6° nella “Coppa Città di Pavia” in Piazza Castello (15 km) e 4° nella “Gorla-Monza-Gorla”, 22 km in due tappe disputate una al mattino ed una al pomeriggio. Sembra dotato di buone qualità ma deve disciplinare meglio tattica ed energie. Inizia il 1913 già il 2 febbraio, sotto il nevischio, a Milano nel “Meeting Invernale” dove finisce 4°. Venti giorni dopo è solo 11° nella “Coppa Malvezzi” vinta da Speroni che il 9 marzo si impone pure nella “Coppa Vanzulli” dove Malvicini è 7°. Nella nuova annata va per la prima volta sul podio il 23 marzo, domenica di Pasqua, nella gara di 11 km organizzata dalla “Post Resurgo Libertas” (la sua squadra) a Milano, oltre tutto sotto il diluvio. Terzo giunge pure nella “Coppa Monza” mentre è 4° nella “Coppa 5 Giornate”, rimanendo comunque sempre tra i migliori. Così è anche nel “Criterium Primaverile” dove chiude 5°. Il 27 aprile a Busto Arsizio è battuto sui 15 km solo dall’idolo di casa Speroni. Dopo due quinti posti (“Giro di Verona” e 5miglia all’Arena di Milano), il 25 maggio Malvicini è secondo nella “Targa Poliziano” a Milano dietro Ambrosini. L’8 giugno è 4° nel “GP Reale” vinto da Martinenghi, poi in estate si prende una lunga pausa.

Si rivede il 12 settembre quando si aggiudica il campionato sociale della “Post Resurgo Libertas” sui 13 km. Due terzi posti (in una 15 km a Pavia ed in una 8 km a Milano) introducono Malvicini alla più grande sorpresa della stagione riguardo alle corse su strada. Il 2 novembre difatti si disputa il tricolore di maratona a Milano. Malvicini, all’esordio sulla distanza, parte con molta accortezza, fa sfogare i temerari avversari che poi si trovano in difficoltà. Nella seconda metà di gara Malvicini rimonta, recupera, supera tutti e va a vincere in 2h39’26”, lanciandosi nell’olimpo dei migliori podisti italiani. Si gode il trionfo e chiude l’annata il 7 dicembre, vincendo il “Criterium Invernale” a Corsico. Nel 1914 riparte presto: l’11 gennaio è 4° nel cross della Ranza a Milano ed il 1 febbraio è 5° nel cross di Milano, piazzamento ripetuto a Varese sette giorni dopo. L’8 marzo chiude invece terzo la “Coppa Malvezzi” a Milano, prima gara su strada della stagione. Venti giorni dopo, è 5° in una prova su 5miglia a Busto Arsizio, vinta dal “solito” Speroni che si impone anche nel “Giro di Codogno”, con Malvicini terzo. Dopo il 2° posto nell’eliminatoria milanese per la “Nizza-Monaco” (12,6 km) alle spalle di Brunelli, Malvicini è 4° nel “GP Pasqua” di 11 km (1° ancora Speroni) e torna finalmente alla vittoria nel campionato sociale della “Post Resurgo Libertas”. Potrebbe forse essere un’iniezione di fiducia, ma non è così: a fine maggio è 5° nella “Coppa Vittoria” a Milano ed affronta un’estate piena di incognite. Non trova la forma: solo 8° nel “Giro di Legnano” del 26 luglio, un mese dopo si presenta ai tricolori, ma si ritira nei 20 km, vinti di nuovo dall’ottimo Speroni che la settimana seguente è primo pure ad Abbiategrasso (8 km), con Malvicini almeno sul gradino più basso del podio. Speroni comunque rimane l’imbattibile con cui confrontarsi a ripetizione e che lo supera pure a Crescenzago. Il 29 novembre poi Malvicini tenta di difendere il titolo italiano nella maratona che si disputa a Legnano, in un clima rigido e nebbioso. Speroni è il favorito ma stavolta pure lui sbaglia i conti, parte allo sbaraglio ed a 10 km dall’arrivo va in crisi. Malvicini non ne approfitta, altri sì: vince il ritrovato Blasi su Benedetti ed Omodei, per un podio abbastanza sorprendente, con Malvicini comunque quarto ma deluso e deludente[1]. La chiusura della stagione è la cartina di tornasole della sua intera annata: il 6 dicembre giunge 5° nella “Coppa d’Inverno”, 6 km, vinta dal giovane Tieghi. Malvicini inizia il 1915 come ha finito il 1914, coi piazzamenti: il 21 febbraio, con la neve nei campi, giunge 4° nel cross dell’USM vinto dall’onnipresente Speroni ed un mese dopo è battuto dal solo Lussana a Varese. Il 28 marzo però è solo 8° nei tricolori di Milano, confermando di non riuscire più a vincere. Difatti il 25 aprile giunge terzo nel “Giro di Verona” appannaggio di Lussana, il 9 maggio è 5° nella “Coppa Minerva” a Crescenzago (vince Speroni) ed il 23 maggio, proprio alla vigilia dell’entrata ufficiale in guerra del nostro paese, è 4° nella “Coppa Nazionale”, di 7 km, con partenza ed arrivo in Piazza d’Armi a Milano e vinta da Brunelli. Ha la fortuna di non partire per il fronte. L’8 agosto partecipa alla grande riunione di beneficenza, la prima delle tante, per le vittime della guerra organizzata al Velodromo Sempione: giunge secondo nella staffetta olimpionica, con la squadra dello “SC Italia” (assieme anche al grande Lunghi), battuti dall’Internazionale.

Si rivede il 26 settembre, di nuovo al “Sempione”: stavolta giunge 3° in un 1000 m ad handicap vinto dal ritrovato Porro. Nel 1916, ancora lontano dal fronte, continua a gareggiare anche se trova in Speroni il solito avversario insuperabile: Malvicini è terzo nella “Coppa d’Inverno” a Pavia il 23 gennaio e secondo il 2 aprile nel cross nazionale a Milano. Però, quando Speroni non c’è, vince lui: il 6 febbraio domina la gara di 8 km nella zona di Porta Vigentina a Milano, organizzata dalla PRL e venti giorni dopo è primo nel cross di Torino. Ma Speroni è di un altro livello e Malvicini deve rassegnarsi alla piazza d’onore anche il 16 aprile nell’australiana al “Sempione” come una settimana dopo nel “GP Pasqua” a Milano sotto un nubifragio. Ancora al Velodromo il 7 maggio gareggia assieme al fratello minore Manlio, che sta muovendo i primi passi atletici, in una gara a coppie contro i fratelli Speroni che, ovviamente, vincono, grazie al grande apporto di Carlo il quale supera per l’ennesima volta Angelo il 14 maggio sul km nella sua Busto Arsizio. Il duello continua ma l’esito è sempre lo stesso: Malvicini è battuto anche nella prova sui 12 km organizzata dall’US Milanese sul suo campo il 28 maggio e pure il 4 giugno nel “Giro dei 4 Ponti” a Torino mentre la settimana seguente è terzo, superato anche da Nicolello, nella “Coppa Excelsior” disputata sul Vialone di Monza. Finalmente vince una gara: il 23 luglio si aggiudica il “Premio Reale”, organizzato a Milano dalla sua società, la Post Resurgo Libertas. Ma c’è un piccolo...segreto: Speroni, al comando, sbaglia strada e viene squalificato! Il 6 agosto nuova vittoria nel “Circuito Monzese”, col fratello Manlio buon quarto. Il 27 agosto al “Sempione” Malvicini torna alla piazza d’onore: accoppiato a Negri, viene difatti battuto in un’americana di 2800 m da Speroni-Balzanini. Che Speroni sia ormai la sua “bestia nera” è assodato: il 17 settembre è superato per l’ennesima volta in una eliminazione al “Sempione”. Ma quando il gatto-Speroni non c’è, il topo-Malvicini se la spassa e fa sua la “XX Settembre” a Genova. Segue poi una lunga pausa dalle gare, ma quando Malvicini si ripresenta al via, la situazione non cambia: il 19 novembre è battuto seccamente nella “Monza-Milano” da Speroni, ovviamente. È l’ultima sua gara dell’annata. Poi viene chiamato sotto le armi ed inquadrato nella 5a Compagnia Scuola Mitraglieri Fiat: dapprima è di stanza a Brescia, poi nell’aprile del 1917 parte per il fronte col grado di caporalmaggiore. Combatte sul Carso finchè, alla fine di novembre, una malattia polmonare lo costringe in un letto d’ospedale: viene ricoverato ad Este, poi a Bologna. Si ripresenta alle gare solo il 10 marzo 1918, giungendo 5° nella “Milano-Lambrate-Milano”, 6 km, organizzata dall’US Italia. Il 28 aprile è invece secondo, alle spalle del sempre forte Speroni, nel cross di Bergamo, all’Ippodromo di Santa Caterina, in una giornata di fitta pioggia: la gara è riservata ai militari della Divisione di Brescia. Il 19 maggio Malvicini, tesserato per l’US Lombarda, si conferma in forte ripresa e vince la “Monza-Milano”. Un mese dopo, il 17 giugno, è beffato da Negri nel Campionato dei Mitraglieri di stanza a Brescia, anche se la distanza di 3.5 km, per lui non ideale, è a sua parziale discolpa. Malvicini torna in pista il 14 luglio, a Legnano, sul miglio: terzo dietro ai due mostri sacri Speroni e Pagliani. Identico risultato il 28 luglio nella “Targa Lombarda”. Un mese dopo, il 25 agosto, chiude invece quarto nel miglio al “Sempione”, preceduto nell’ordine da Bonini, Pagliani e Speroni. Ritrova la vittoria il 2 settembre nel “Giro di Modena” anche se la concorrenza è poco qualificata.

È comunque in forma e l’8 settembre a Genova, in una grande manifestazione riservata ai soldati, sui mille è battuto dal commilitone Baldan ma è nettamente primo sui 12 km. Gli rubano però le scarpette e, dopo un accorato annuncio sulla “Gazzetta”, gli vengono riconsegnate da Giuseppe Casarino, Presidente della “Esperia”, cui il ladro pentito le ha recapitate. Malvicini, non si sa se con le scarpette nuove o ritrovate, il 15 settembre è grande protagonista del “Giro di Milano”, 4 km, dove chiude secondo, battuto da Pagliani. Malvicini torna in gara il 20 ottobre nella maratonina di Milano, 20 km, ma trova di nuovo Speroni sulla sua strada e finisce secondo. Identico risultato sette giorni dopo nel “Circuito Monzese”. Abbonato alla piazza d’onore, è battuto da Pagliani nella “Traversata di Busto” il 3 novembre, proprio il giorno della nostra avanzata decisiva nelle terre irredente. La guerra, finalmente, è finita. Ma non certo la stagione agonistica che continua tra l’entusiasmo generale di una Vittoria alla quale ancora in pochi credono. Il 10 novembre Malvicini è terzo nel “Giro di Ferrara”, 4.7 km, dietro Pagliani e Luppi. E terzo arriva pure il 17 novembre nel “Giro di Bergamo”, 8 km, alle spalle delle due “bestie nere” Pagliani e Speroni. È la sua ultima gara dell’annata. Ancora tesserato per l’US Lombarda, Malvicini comincia il 1919 il 26 gennaio, giungendo secondo nel cross di Genova alle spalle del padrone di casa De Benedetti. L’8 giugno gareggia poi all’Arena di Milano, nella riunione in attesa dell’arrivo del Giro d’Italia[2]: con la squadra dei Mitraglieri di Brescia, di cui fa ancora parte essendo la smobilitazione dell’Esercito molto lenta, vince la staffetta militare sui 2 km. Un mese dopo, il 6 luglio, vince il “GP Legnano”, di 14 km, e la settimana seguente è 3° nel “Giro di Brescia” alle spalle di Perilli e Parisio. Stesso risultato il 3 agosto nella maratonina (15 km) di Pavia vinta dall’outsider Cambielli. Torna alla vittoria sette giorni dopo nella “Traversata di Padova”, ma il 17 agosto è solo quarto sui mille metri (distanza troppo breve per lui) al “Sempione”. Sette giorni dopo, giunge 4° nel “Giro di Torino in notturna” vinto da Ambrosini. E 4° si piazza anche il 31 agosto in una prova sui 3.5 km nel meeting di Brescia e vinta da Maccario. Torna agli antichi splendori il 14 settembre quando vince la “Maratona Flegrea”, 42.8 km, da Sorrento a Napoli, costeggiando il Vesuvio: si tratta della prima long distance disputata in Italia da molti anni. Dopo aver lasciato sfogare Ettore Blasi, lo raggiunge a Torre del Greco, per insediarsi al comando e non mollare più il primato. Ritenta il colpo nella maratona che il 5 ottobre a Milano assegna il tricolore: balza in testa, ma ha osato troppo, viene raggiunto e si ritira sfiduciato. Vince, allo stremo delle forze, l’outsider Arri. Una lunga pausa dalle gare consente a Malvicini di prepararsi al meglio per il finale di stagione: dopo il 4° posto nella “Traversata di Milano” del 4 novembre, cinque giorni dopo vince la maratonina (20 km) di Padova, ultima sua corsa dell’annata. Rientra alle gare il 25 gennaio 1920, nel prestigioso “cross dei 7 campanili” a Cavaria, ma non va oltre il terzo posto, superato da Lussana ed Ambrosini.

Ancora peggio l’8 febbraio nel cross della Bovisa vinto da Ambrosini: Malvicini chiude solo settimo. Ritrova il successo il 22 febbraio, in un mille nella riunione di Busto. Il 14 marzo chiude invece terzo il cross di Legnano dietro Ambrosini e Speroni. Sette giorni dopo, è solo sesto nella “Coppa Malvezzi” vinta da Balzarini ed il 28 marzo è battuto da Speroni in una prova sulle 5 miglia a Busto. Il 4 aprile è invece secondo nel “GP Pasqua” a Milano, 7 km, alle spalle di Balzarini. Poi Malvicini si prende una pausa e ritorna in gara solo il 20 giugno a Brescia, nella “Coppa Capè”, ma è sopravanzato da Marenco, per un altro posto d’onore. Giunge invece 4° sette giorni dopo nel “Circuito di Monza” vinto da Martinenghi. Rinuncia a cercare un posto per i Giochi di Anversa, disertando le apposite selezioni: capisce di non essere in forma. Si rivede in gara solo il 1 agosto, a Milano, nel Criterium di 6 km organizzato dallo SC Fedra: chiude terzo alle spalle di Brunelli e Massari. I migliori sono già partiti per il Belgio e Malvicini ne approfitta, cogliendo nel mese di agosto diverse vittorie: “Giro di Como”, “Traversata di Abbiategrasso” e, dopo il terzo posto nella “Traversata di Carpi” (superato da Pagliani e Gazzotti), i 5mila a Piacenza nell’inaugurazione del campo della “Salus et Virtus”. Quando tornano gli olimpionici, per Malvicini ricomincia la solfa dei piazzamenti: il 26 settembre è quarto nel “Giro di Biella” dominato da Speroni ed Arri, ai primi due posti. Il 10 ottobre è invece sesto nella “Traversata di Monza” vinta da Ambrosini. Poi si prende il giusto riposo e torna in gara solo ai tricolori di cross del 20 febbraio 1921 a Brescia: non in perfette condizioni termina ottavo, ben lontano dal vincitore Martinenghi. Non va tanto meglio per Malvicini sette giorni dopo al cross di Stupinigi: settimo mentre assiste ad un altro successo di Martinenghi. Torna alla vittoria il 3 aprile, in una prova su strada organizzata dalla locale “Salus et Virtus”, ma il giorno 10 chiude solo sesto la “Coppa Malvezzi” di 8 km a Milano (1° Speroni). Si piazza invece 5° il 17 aprile nella “Coppa Bonacina”, 7 km a Legnano, vinta dall’emergente Oleotti. Chiude terzo il 24 aprile l’americana sul campo della Pro Sesto, assieme a Massari (vincono Negri-Lussana). Si piazza sesto invece il 5 maggio a Verona nel “Giro dei sei ponti” vinto da Lussana. A fine mese è terzo, alle spalle di Martinenghi e Spreafico, sui 10mila al campo milanese dello SC Italia, gara valevole come selezioni per l’incontro internazionale di Praga. Non selezionato, il 5 giugno chiude al sesto posto il “Giro di Legnano” vinto da Negri. Sette giorni dopo, è battuto dal semisconosciuto Guerrini nel “Giro di Lodi”. Malvicini ottiene solo piazzamenti: il 17 luglio chiude terzo il “Giro di Modena”, alle spalle di Martinenghi e Massari; il 31 luglio è secondo (alle spalle di Martinenghi) nel “GP Abbiategrasso” di 8 km. Altra piazza d’onore, sette giorni dopo, nel “Giro di Bagni di Lucca”, stavolta dietro Robino. Finalmente, ed è proprio il caso di dirlo, torna al successo: a metà agosto, in rapida successione, guadagna il “Giro di Como” ed il “Giro di Piacenza”, sia pure su una concorrenza non di primissimo ordine. Il 21 agosto è secondo dietro Speroni in una gara di 6 km a Taino ed il risultato si ripete sette giorni dopo nel “Giro di Biella”.

Non va meglio ai tricolori di Bologna: il 20 settembre Malvicini è solo quinto sui 10mila, vinti tanto per cambiare da Speroni. Il 2 ottobre è secondo a Legnano sui 5mila, superato da Negri. Torna alla vittoria in modo clamoroso quanto inaspettato: il 9 ottobre Malvicini è primo nella maratona di Torino, rilanciando le sue appannate quotazioni. Tuttavia questo successo sembra un lampo nel buio: il 7 ottobre Malvicini è terzo nel “Giro di Broni”, superato da Falchero e Spreafico, mentre chiude quarto il “Giro di Milano” appannaggio del solito Speroni. Il 30 ottobre è invece secondo nella “Targa Lamberti” a Spezia, battuto da Martinenghi. Il 5 novembre si piazza quinto nella “Coppa Armistizio” vinta a Milano da Speroni. Il giorno 13 vince il “Giro di Oggiono”, ma la concorrenza è poca cosa. Il 20 novembre, col suo Internazionale, è terzo nella staffetta a squadre Milano-Busto vinta dalla Pro Patria dei fratelli Speroni. Malvicini inizia presto il 1922, tesserato per la “Sport Iris”: già il 5 gennaio si piazza 6° nella “Traversata di Lucca” vinta da Bogetto. Dieci giorni dopo, è a Lione, per un importante cross internazionale, ma si ritira (vince il forte Guillemot). Va decisamente meglio nel cross “dei 7 campanili” a Cavaria il 4 febbraio: Malvicini è terzo alle spalle di Speroni e Marenco. E sul gradino più basso del podio sale anche otto giorni dopo nel cross di Legnano, vinto ancora da Speroni davanti ad Ambrosini che poi è l’unico a superarlo nel cross di Cremona il 19 febbraio. Sette giorni dopo invece Malvicini è battuto dal solo Speroni nel cross di Varese ed il 5 marzo chiude al sesto posto il prestigioso cross internazionale di Milano, con nuovo successo di Speroni. Il 12 marzo invece Malvicini viene battuto da Ambrosini nel cross di Gallarate ed il 26 marzo è terzo sui 7 km della “Coppa Malvezzi” a Milano, sopravanzato da Oleotti e Martinenghi. Il 16 aprile è battuto da Martinenghi in una 13 km a Fidenza (allora chiamata ancora Borgo S. Donnino), ma 14 giorni dopo vince alla grande il “Giro di Roma”, battendo il padrone di casa Blasi. Continua tra alti e bassi: il 7 maggio è solo 6° nella “Traversata di Venezia” vinta dal solito grande Speroni. Ritrova il successo nel “Giro di Firenze” del 21 maggio. Il 5 giugno è a Londra per l’importante meeting della Pentecoste: nella maratonina (22,5 km) chiude buon secondo, alle spalle del britannico Vincent. Ha trovato la forma e si trattiene nella capitale britannica: il 10 giugno è grande nella maratona organizzata da “Sporting Life”, guida a lungo la fila, ma al km 32 riceve una secchiata di acqua da uno spettatore, forse appositamente, si sbilancia, si ferma e rimane come bloccato. Viene superato da Mills e non riesce più a replicare, chiudendo comunque di nuovo ottimo secondo. Malvicini riappare su alti livelli solo il 23 luglio quando si aggiudica la “Coppa Città di Luino” sui 32 km. Sette giorni dopo, è primo ad Erba nella “Coppa Licinico” sui 12 km. Il 6 agosto è invitato a Copenaghen per una “maratonina” di 34 km: a metà corsa è coi primi, si installa in seconda posizione ma poi alcuni dolori muscolari lo costringono al ritiro a 5 km dal traguardo (vince il danese Jensen).

Disertati i tricolori di Busto, il 20 settembre si aggiudica la “Coppa Ribolla” su strada e poi si concentra sul tricolore di maratona che si svolge a Milano il 24 settembre: Malvini vince ma non convince pienamente i tecnici, data la scarsa concorrenza affrontata ed il tempo decisamente alto (oltre 3h10’). In effetti, al confronto dei migliori, delude: il 17 ottobre chiude solo sesto il “Giro di Fiorenzuola” vinto da Martinenghi. Quattro giorni dopo, finisce terzo nel “Giro di Milano”, sorpreso da Breda e Lussana. Si riscatta il 12 novembre, aggiudicandosi il “Premio Elena”, sul percorso Milano-Carate di 20 km. Inizia il 1923 con calma: ottiene il suo primo piazzamento di rilievo il 2 marzo nella “Targa Edera” a Milano, chiudendo 4° (vince Lambri). Si ritira invece il 25 marzo nella “Coppa Malvezzi”, con partenza ed arrivo a Gorla: vince Rovida. Il 1 aprile è 4° nel “GP Pasqua” a Milano vinto da Ambrosini ed un mese dopo, il 6 maggio, si ritira nella “Milano-Lissone” vinta da Blasi. Non attraversa un buon momento: il 3 giugno chiude terzo i 1500 a Sesto, sopravanzato da Saporiti e Beltramini. Sette giorni dopo, è battuto da Breda ad Ostiano in una gara su strada. Dopo una lunga pausa, si ripresenta il 12 agosto nel “Giro di Piacenza” dove è superato dal solo Speroni. Tre giorni dopo, vince il “Giro di Stradella”. Il 26 agosto è secondo nel “Giro di Biella”, battuto solo dal semisconosciuto Ferraris. Sette giorni dopo, si ritira nel “Giro di Bergamo” a seguito di un fortuito e non grave contatto con un’automobile del seguito. Si rimette subito in sesto al punto che la settimana seguente vince la “maratonina” di Nizza Monferrato. Il 15 settembre a Milano, sul campo di Viale Lombardia, si ritira nei 10mila vinti da Lussana, disputati all’interno di una riunione già definita “preolimpica”. C’è ancora tempo per i Giochi, ma le performances di Malvicini paiono piuttosto altalenanti. Il 23 settembre a Luino è secondo in una gara di 32 km, alle spalle di Blasi ed il 14 ottobre chiude al 4° posto la “Targa Lombarda” a Milano, 6,5 km su strada, vinta da Re. Sette giorni dopo, è secondo nella “Coppa Melegnano” di 7 km, superato da Martinenghi che vince pure il “Giro di Codogno” del 28 ottobre ed il “Giro di Maleo” del giorno seguente, con Malvicini che chiude rispettivamente 4° e 2°. Finalmente ritrova il successo il 1 novembre nel “Giro di Sesto” e tre giorni dopo è buon secondo, alle spalle dell’incontenibile Blasi, nel “GP del Re” a S. Maria Capua Vetere. Chiude qui la sua annata caratterizzata da troppi alti e bassi. Si rivede il 27 gennaio 1924 nel cross di Brescia dove chiude 7° (vince il sempre forte Ambrosini). Non va meglio sette giorni dopo nel prestigioso cross internazionale organizzato a Milano dalla “Gazzetta”: vince il francese Schnellmann e Malvicini chiude solo 13°. Il 10 febbraio chiude invece 5° la “Coppa Carla”, un cross che si disputa a Milano, appena fuori Porta Garibaldi e vinto dall’emergente Filippini. 14 giorni dopo, è 7° nel tradizionale cross “dei 7 campanili” a Cavaria e vinto da Martinenghi. Coltiva il sogno olimpico e si prepara a dovere. Tuttavia il 10 maggio, nella prova di selezione a Busto, su 25 km, chiude soltanto al quinto posto, lontano dal vincitore Blasi che precede Bertini. Deve confermarsi, ed alla svelta.

Non vi riesce nella “maratonina” di Bordighera, sui 10 km: chiude solo quinto, lontano dal vincitore Maj. Ha un sussulto il 15 giugno nell’ultima prova di selezione, a Milano, 37 km con partenza ed arrivo all’Arena dopo una puntata fino al rondò di Monza: con una corsa intelligente, senza spreco di energie, in rimonta, chiude al 4° posto e si garantisce un posto tra i sei maratoneti che difenderanno i nostri colori a Parigi. Non è certo il migliore del lotto e per qualcuno la convocazione sembra quasi una sorta di “premio alla carriera”. La maratona olimpica si svolge il 13 luglio, con partenza ed arrivo dallo stadio di Colombes, centro nevralgico di quei Giochi. il percorso si snoda fino a St. Ouen, a nord di Parigi, per poi tornare indietro. I nostri si presentano in maglia bianca, per cercare di sopportare meglio il gran caldo. Gareggiano 58 atleti di 20 nazioni. La partenza, avvenuta alle 17.23, è ritardata di due ore per il gran caldo. Nelle prime fasi brilla il greco Kranis, poi a metà percorso al comando passa il francese Verger, ma tutti i migliori, compresi i nostri Blasi e Bertini, si mantengono vicini. Malvicini invece è a disagio: nettamente attardato, si ritira mestamente senza ver mai dato l’impressione di essere competitivo. L’oro va al finnico Stenroos, argento allo strepitoso azzurro Bertini e bronzo per lo statunitense DeMar. Per Malvicini una prestazione deludente, che conferma lo scetticismo della vigilia. Rientrato in Italia, continua con la solfa dei piazzamenti. Il 27 luglio nel “Giro di Como” chiude terzo alle spalle di Filippini e Martinenghi. Il 10 agosto a Vigevano sui 5mila è superato dal solo Speroni mentre cinque giorni dopo chiude al 5° posto il “Giro di Piacenza” vinto dal sorprendente Chiusa. Il 24 agosto termina secondo il “Giro di Biella”, dietro il grande Speroni. Ritrova il successo il 28 settembre nella maratonina (24,5 km) di Poirino. Un mese dopo, il 26 ottobre, ci riprova nella maratona di Torino: scatta sin dalle prime fasi, va in testa, ma osa troppo ed a metà corsa è raggiunto finchè deluso si ritira. Il 9 novembre è battuto da Ferrario nel “Giro di Sesto” e chiude mestamente una stagione caratterizzata, e non è una novità, da troppi alti e bassi. Inizia il 1925 piuttosto tranquillo: il 22 febbraio nel cross milanese designato come “Coppa Carla” termina solo 6° (vince il “solito” Speroni). Identico risultato, con lo stesso vincitore, il 1 marzo alla Bovisa nella “Coppa Ghezzi”. Malvicini è abbonato al sesto posto perchè ottiene questo piazzamento anche l’8 marzo nel campionato lombardo, tenutosi a Vimercate (stavolta vince Ferrario). Chiude invece terzo, alle spalle di Oleotti e Lunardi, la “Coppa Navarini” a Milano il 17 maggio. Gareggia raramente, complici i 30 anni e qualche acciacco di troppo. Oltre tutto è battuto da avversari molto più giovani: il 20 settembre chiude solo 5° il “Giro di Porta Venezia” a Milano, vinto da Codogneri su Beccali. Torna parzialmente in luce il 4 ottobre nella maratonina di Poirino, 24,5 km, chiusa in seconda posizione, a due minuti dal vincitore Alciati. Ha ritrovato comunque una buona forma: sette giorni dopo, si aggiudica la maratonina di Biella su 22,8 km. Il 18 ottobre, al termine di un tour de force che oggi giudicheremmo assolutamente impossibile, vince la maratona di Torino, chiudendo in 2h52’12”, con un finale-thrilling. Al comando difatti c’è Conton che però negli ultimi km è sfinito, al punto da barcollare e cadere più volte.

Rialzatosi, praticamente cammina nell’ultimo km: Malvicini lo incalza e lo supera proprio nel sottopassaggio che immette sulla pista del Motovelodromo dove si conclude la corsa. Conton si sdraia sul prato e vi rimane una mezz’ora, semisvenuto, per un arrivo che a molti ricorda Dorando Pietri nel 1908 a Londra mentre Malvicini, fresco come una rosa, risponde tranquillamente ai giornalisti. Malvicini si rivede l’8 novembre, ancora a Torino, quando chiude terzo la “Coppa Paracchi”, alle spalle di Iguerra e Morino. Nel 1926 inizia con circospezione: il suo primo piazzamento è il nono posto nel cross “dei 7 campanili” a Cavaria il 28 febbraio. Disertati i tricolori, il 21 marzo chiude terzo il cross della Malpensa, superato da Bertini e Mangiante. Proprio nell’ultimo cross dell’annata, la “Coppa Carla” a Milano del 28 marzo, Malvicini ritrova il successo che però gli viene tolto in seguito dalla giuria per aver seguito un percorso diverso dallo stabilito. Il 4 aprile è superato solo dal bustocco Peroni nel “GP Pasqua” a Milano e 14 giorni ad Ivrea si aggiudica, stavolta senza discussioni, il “Giro dei Tre Laghi”. Si rivede solo il 6 giugno nel “Giro di Sondrio” dove chiude 5° (vince Erba). Passano altri due mesi ed il 15 agosto chiude 3° il “Giro di Lecco”, alle spalle di Lunardi e Re. Il 29 agosto Malvicini finisce 5° il “Giro di Biella” vinto da Speroni. Il 12 settembre vince la maratonina di Biella e sette giorni dopo chiude al terzo posto quella di Ivrea, vinta da Mangiante. Il 26 settembre grande vittoria nella maratona di Milano, percorsa in 2h45’46”, con oltre 5’ di vantaggio sul secondo, il romano Natale. Un mese dopo, il 24 ottobre, finisce terzo la “Bologna-Pianoro”, di 32 km, sopravanzato da Bertini e Zuccaro. Terzo chiude anche nel “Giro di Lodi” del 4 novembre, stavolta superato da Chiusa ed Oleotti. Tre giorni dopo, è il migliore dei nostri nella maratona di Torino, chiusa al terzo posto, a 7’34” dal vincitore, il britannico Ferris che precede il belga Marien. Nel 1927 se la prende comoda e si vede solo il 12 giugno quando coglie il 4° posto nel “Giro di Cesano” vinto da Oleotti. Coltiva ancora il sogno olimpico. Il 7 agosto nel “Giro di Milano”, portato a 22 km e valido come preolimpica, chiude al quinto posto, a tre minuti dal vincitore Rossini che precede un ottimo Bertini. Per Malvicini ritrovare una maglia azzurra non sembra semplice. Non si perde però d’animo: il 21 settembre vince la “Coppa Paracchi” a Torino, 13,5 km su strada. Si rivede dopo un mese: il 30 ottobre chiude quinto la maratonina canavesana (26 km) ad Ivrea, vinta da Bertini. Nel 1928, annata olimpica, esordisce il 12 febbraio nel cross della “Randaccio” a Milano: chiude settimo, vince Peroni. Trova il primo successo dell’annata il 13 maggio nel “Giro di Verona”. Diserta però le preolimpiche, capendo di non avere chances. In effetti è iniziato il suo declino ed i risultati parlano chiaro: il 21 ottobre nel tricolore di maratonina a Rovigo chiude solo 12°, ben lontano dal vincitore, l’outsider Balbusso. Nel 1929 sparisce dalle prime posizioni, ma non molla. Si rivede il 28 settembre 1930 quando chiude al quinto posto la maratonina di Biella vinta da Rossini. A 35 anni ormai è al termine della sua carriera, ma non demorde. Nel 1932, allettato da un improbabile sogno olimpico, si ripresenta alle gare: il 10 aprile termina 12°, ben lontano dal vincitore Morier, la preolimpica di Sanremo su 18 km. Poi capisce che non è il caso di inisistere e chiude la sua lunga quanto meritevole carriera.


[1] Omodei sarà poi squalificato e quindi Malvicini passerà al terzo posto

[2] Si tratta della prima edizione del dopo-guerra, alla quale prendono parte anche diversi corridori militari. Stravince Girardengo che guadagna sette tappe su dieci e lascia il secondo, Belloni, ad oltre 51’ nella generale


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