Seleziona la tua lingua

Image
images/atleti/olympiabolario/malatesta_francesco_piccola.jpg

MALATESTA Francesco

Padova 05.06.1907 / deceduto

1928. Ciclismo. 4° Velocità Tandem

malatesta francesco grandeSale in bicicletta sin da adolescente e già a 18 anni si segnala come tra i giovani più interessanti a livello locale, specializzandosi nelle gare in pista. Il 24 maggio 1925 a Padova vince velocità e corsa a punti. Si ripete pari pari il 9 agosto. Trionfa nella stessa sede anche il 27 settembre, nella riunione che saluta il ritiro dall’attività del grande pistard Gardellin[1]. Malatesta vince velocità e l’inseguimento a coppie, con Zampieron. L’anno seguente si segnala a ripetizione nell’intero Veneto: il 9 maggio vince una prova di velocità a Bassano, ma il 13 giugno è battuto a Padova in velocità dal quotato Tasselli. Si ripete nel 1927. Il 18 aprile a Pordenone vince velocità è individuale a punti. L’8 maggio a Verona guadagna la velocità ed è secondo nell’individuale dietro il “solito” Tasselli. Continua a primeggiare nella sua regione, ma manca i confronti a livello nazionale. Li trova solo nel 1928 quando punta i Giochi. Il 6 maggio partecipa alla prima preolimpica, disputata sulla pista del “Sempione”: nella velocità è battuto da Corsi, dimostrandosi comunque scaltro ed in palla. Si fa vedere anche il 27 maggio sullo stesso anello meneghino: chiude nuovamente al secondo posto la velocità, stavolta superato da Severgnini. Mostra comunque qualità ed i tecnici non lo sottovalutano. L’8 luglio, sulla pista della Nafta a Genova, Malatesta chiude quarto (vince Severgnini) ed una maglia azzurra ai Giochi non sembra impossibile anche perchè le pedine da sistemare sono molte. I vari test al “Sempione” vedono Malatesta rivaleggiare in velocità col tricolore Severgnini che però gli è superiore. Allora i tecnici, guidati da Alfredo Corti, lo dirottano sul tandem e hanno ragione: il 21 luglio assieme a Corsi vince l’ultima preolimpica e la coppia è selezionata per Amsterdam.

Le gare olimpiche di ciclismo su pista si disputano nell’Olympisch Stadion, appositamente attrezzato con un anello in cemento. Alla prova di tandem partecipano solo 7 nazioni. Nei quarti incontriamo il Canada che però cade subito dopo la partenza. La prova, da regolamento, deve essere ripetuta ma i canadesi, malconci e con la bici in disordine, non si presentano. I nostri dunque gareggiano da soli e si qualificano per la semifinale, dove però il 6 agosto sono superati dalla Gran Bretagna (Sibbit-Chambers). Perdono anche la finale per il bronzo, stavolta contro la Germania (Kother-Bernhardt). L’oro va ai Paesi Bassi (Leene-Van Dijk). Per i nostri una grande occasione sprecata e “medaglia di legno”. Malatesta cerca il difficile riscatto ai Mondiali di Budapest, disputati a metà agosto, nella velocità. Nel primo turno è superato dal francese Beaufrand, ma vince il “repechage”, qualificandosi per gli ottavi. Qui però la sua corsa si ferma contro l’olandese Mazairac. Deluso e stanco, Malatesta tira i remi in barca e non ottiene risultati importanti sino al termine dell’annata. Rimane tra i dilettanti e fa bene perchè vince due tricolori di velocità in fila, nel 1929 e 1930. In entrambe le stagioni partecipa anche ai Mondiali e nel 1929 coglie un altro sfortunato quarto posto mentre l’anno seguente la sua corsa si ferma ai quarti. Nel 1931 passa professionista ed a livello nazionale si fa vedere a più riprese nei tricolori: terzo nel 1931, è battuto in finale l’anno seguente da Martinetti, mentre nel 1933 sale di nuovo sul gradino più basso del podio. Gareggia molto all’estero, soprattutto in Francia, dove accumula esperienza e si fa notare in più di un’occasione. Proprio nel 1933 partecipa anche ai Mondiali dove però viene subito eliminato in batteria. Quindi abbandona l’attività, compiendo comunque una carriera di discreto livello, impreziosita da una partecipazione olimpica anche se non proprio fortunata.


[1] Angelo Gardellin, nato a Padova il 30.01.1884. Campione Italiano di Velocità Professionisti (1905 e 1913), per due volte si aggiudica il GP UVI (1913 e 1916), ha vinto sulle piste di mezzo mondo, partecipando a sei edizioni dei Mondiali ma senza ottenere medaglie. Diventa poi attento storico del ciclismo, con lavori estremamente dettagliati e precisi