MAFFEI Arturo
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Viareggio (LU) 09.11.1909 / Torre del Lago Puccini (LU) 17.08.2006
1936. Atletica Leggera. 4° Salto in Lungo
Nasce nel centro di Viareggio in una famiglia di militari: il nonno, Arturo come lui, ufficiale di Marina, ha ricevuto due medaglie al valore nella Prima Guerra Mondiale. Il padre è ufficiale dei Bersaglieri, ma lascia presto la famiglia perchè invaghitosi di un’altra donna. Arturo si sposta così a Firenze, al seguito della madre, una turca che apre un negozio di articoli orientali. Torna però spesso, soprattutto in estate, a Viareggio ed alla sua spiaggia. Proprio nella città natia impara a nuotare e lo fa talmente bene da vincere l’eliminatoria della “Coppa Scarioni” disputata nel Canale Burlamacca. Il primo sport praticato seriamente da Maffei è però il calcio che inizia a giocare nel 1927 con la ARS di Sesto Fiorentino: dato il suo fisico scattante ed atletico, quasi da gatto, abituato alle acrobazie acquatiche con tanto di tuffi spettacolari, viene schierato in porta dove dà subito buona prova di sè. In estate torna a Viareggio e, per divertimento, lancia sfide a tutti i ragazzi della spiaggia: si gareggia a chi riesce a saltare il maggior numero di patini[1] allineati. E Maffei vince sempre, saltandone addirittura quattro, per una distanza di almeno sei metri. Certamente, è portato per l’atletica ed il salto in lungo in particolare che in effetti prova nel 1928: il 21 aprile, nella prima gara in assoluto, vince il campionato toscano, superando Valle, poi ottimo ostacolista. Il 3 giugno a Pesaro termina quinto i tricolori Allievi vinti dal ravennate Calza. Il salto in lungo gli piace e nel 1929 insiste, alternandolo ancora col calcio. Il 9 maggio a Firenze chiude al secondo posto i campionati provinciali, alle spalle di Torre. Dieci giorni dopo, a Milano si aggiudica il tricolore Allievi con 6,58m, record italiano di categoria. Inizia ad essere noto ed apprezzato, anche dal marchese Ridolfi[2] che ne fa il suo pupillo, pure per il gioco del calcio tant’è vero che lo vuole nella Fiorentina. Il 23 giugno a Cesena Maffei chiude secondo nel lungo, battuto da Torre. L’8 settembre è il rappresentante toscano nel “GP Regioni Alta Italia” che si tiene a Genova, sul campo della Nafta: termina al terzo posto il lungo, superato da Tommasi e Perolari, ed al quinto nel triplo, che pure ha iniziato a praticare, vinto da Caprotti. Nel 1929-30 è portiere di riserva nella Fiorentina, in Serie B: non scende mai in campo nel Campionato, difende la porta solo in alcune amichevoli. Ridolfi, grande appassionato di atletica, lo istiga ad insistere col lungo. Maffei non se lo fa ripetere. Il 20 luglio 1930 al “Littoriale” di Bologna finisce secondo nel lungo dei tricolori juniores, battuto per 5 cm (6,68m contro 6,73m) dal compagno e concittadino Cortopassi[3].
Si riscatta alla grande ai tricolori maggiori di Udine: il 27 luglio arriva a 7,05m, battendo il forte Tommasi, fermo a 6,86. È la sua consacrazione. Il 13 agosto si conferma a Borgo S. Lorenzo, sfiorando i 7 metri. Il 7 settembre a Genova, sul campo della Nafta, vince la gara di salto in lungo. Il 21 settembre a Napoli partecipa all’incontro Italia Centro Meridionale-Belgio vinto dai nostri 72-65: Maffei dà il suo contributo, aggiudicandosi il lungo dove sfiora nuovamente i 7 metri (6,98). Con la stessa identica misura il 12 ottobre si aggiudica a Firenze il Campionato dell’Italia Centro-Meridionale. Va oltre, toccando i 7,12m, il 19 ottobre nel “Campionato delle Regioni Alta Italia”, disputato al “Littoriale” di Bologna: l’ottima misura gli consente di superare nuovamente Tommasi. Stesso risultato a Firenze, sul campo del “Giglio Rosso”, il 2 novembre quando Maffei arriva a 7,16m, ottenendo il record toscano. Nel 1930-31 è ancora portiere di riserva nella Fiorentina, in Serie B: nuovamente non sarà mai schierato in Campionato. Ormai però il lungo è lo sport che predilige ed in cui eccelle. Inizia bene il 1931, vincendo il 6 aprile a Genova sul campo della Nafta. Si ripete il 19 aprile a Roma nei tricolori universitari, superando nuovamente Tommasi di cui ormai pare essere l’erede. Tra i due sussiste una certa rivalità: il 31 maggio a Bologna Maffei arriva a 7,19m ma Tommasi lo supera con un bel balzo a 7,23m. Maffei trova un’altra grande giornata nel capoluogo felsineo, il 7 giugno, nel match Italia-Francia: con 7,22m vince il lungo. I nostri si impongono 78-69. 14 giorni dopo, Maffei vince a Lione davanti a tutti i più forti francesi. Si comporta bene anche a Londra, Stamford Bridge, il 4 luglio: chiude secondo alle spalle dell’olandese De Boer. Il 26 luglio a Roma, sul campo Lazzaroni, vince una delle prove tricolori[4], saltando 7,25m. È in forma ed il 9 agosto, con 7,20m, si impone a Budapest nell’incontro Ungheria-Italia vinto dai magiari 78-64. Il 22 agosto è di nuovo a Londra, per Inghilterra-Italia, vinto 83,5-62,5 dai padroni di casa ed è uno dei pochi azzurri a primeggiare, con un bel balzo a 7,18m. Il 30 agosto coglie un altro successo a Borgo S. Lorenzo. Si ripete il 13 settembre a Posen, nell’incontro Polonia-Italia, con un altro salto di poco sopra i 7 metri, mostrando grande costanza di rendimento anche a livello internazionale. I nostri vincono 73-69. Ritrova la Nazionale il 27 settembre, al “Brumana” di Bergamo, per Italia-Svizzera: con 7,09 rivince nel lungo ed i nostri si impongono nettamente, 104,5 a 69,5. Il 4 ottobre all’Arena di Milano ha l’unica battuta a vuoto della stagione: viene battuto da Tommasi che, per un punto, gli soffia pure il titolo italiano nell’apposita classifica basata sui piazzamenti delle varie prove. Maffei si “vendica” il 18 ottobre nella finale del “GP Regioni” a Firenze, aggiudicandosi con 7,12m la gara in cui Tommasi finisce terzo, superato anche dall’altro viareggino Cortopassi.
Maffei lascia il calcio, dedicandosi esclusivamente all’atletica. In inverno risiede a Viareggio dove salta sulla spiaggia. Evidentemente l’anomalo allenamento dà i suoi frutti: il 21 aprile 1932 a Firenze, nella prima preolimpica, Maffei stravince. Si ripete, con la bella misura di 7,23m, l’8 maggio nei campionati regionali. Sembra in forma, ma il 15 maggio nella preolimpica all’Arena di Milano, rimane fermo a 6,83m e viene superato da Tommasi. Appena sette giorni dopo, a Firenze, compie un bel balzo a 7,35m, realizzando il suo personale. Sembra ben lanciato, ma qualche piccolo infortunio gli toglie sicurezza, facendogli perdere allenamenti e smalto vincente. A niente vale modificare la rincorsa, anzi i risultati ne risentono. Nell’ultima preolimpica, disputata a Bologna il 5 giugno, chiude solo terzo, battuto da Tommasi e Belelli, rimanendo lontano dai sette metri: non è sufficiente a farlo convocare per i Giochi. Ritrova comunque la Nazionale il 19 giugno a Zurigo per Svizzera-Italia, ma continua ad apparire sfasato e fuori forma, ottenendo solo un misero 6,59m, finendo quarto ed ultimo nella gara vinta dallo stesso Belelli. I nostri comunque si aggiudicano il confronto 92-65. Qualche linea di febbre, un raffreddore ed un infortunio muscolare ne minano ulteriormente il rendimento: sembra una stagione-no che però viene risollevata ai primi di ottobre quando Maffei, al “Littoriale” di Bologna, pur rimanendo al di sotto dei 7 metri (6,90), si aggiudica il titolo tricolore. Convocato in Nazionale per Italia-Ungheria del 16 ottobre a Torino, deve rinunciare per un ginocchio (il sinistro) in disordine. Fatica a recuperare, ma si presenta comunque a Napoli il 4 novembre, per la finale del “GP Regioni” dove a superarlo è il solo Tommasi. In inverno si cura il ginocchio e, grazie al Prof. Putti di Bologna, ritrova la piena efficienza. Si testa con successo il 2 aprile 1933 ai campionati sociali della “Giglio Rosso” a Firenze dove avvicina i sette metri. Il 14 maggio, ancora nel capoluogo toscano, è battuto dal tedesco Biebach, ma salta 7,13m, ritrovando una buona condizione. Difatti il 4 giugno a Bologna arriva a 7,18m. Sette giorni dopo, è in Nazionale, allo stadio parigino di Colombes, per Francia-Italia: ripete esattamente il 7,18m che gli vale la seconda piazza alle spalle di Robert. I nostri si aggiudicano l’incontro 80-68. Maffei si rivede solo il 3 giugno 1934 nel “GP Fidal” a Torino dove salta 7,12m, ma è battuto da Tabai che arriva 12 cm più lontano. I due sono selezionati per Italia-Polonia, disputato il 17 giugno a Firenze: saltano 7,20m, ma vengono superati da Novak che tocca i 7,38m. Gli azzurri comunque si aggiudicano l’incontro 69-51. Il 28 luglio Maffei è superato da Tabai nella gara che vale il titolo italiano, disputata all’Arena di Milano: soccombe per sei cm (7,10m contro 7.16m). Il 12 agosto Maffei vince a Bologna e sette giorni dopo torna in Nazionale per Ungheria-Italia, disputata a Budapest di fronte a 30mila spettatori: chiude però solo quarto nel lungo, pur saltando 7,22m ed i nostri perdono 65-76.
Poi tocca alla prima storica edizione degli Europei, disputati a Torino: l’8 settembre Maffei chiude quinto, con un discreto 7,12m, ma lontano 33cm dal vincitore, il tedesco Leichum. Il 2 ottobre a Napoli si aggiudica il lungo nell’incontro Italia-Austria, vinto dagli azzurri 76-56. Si rivede il 4 novembre di nuovo a Napoli, nei cosiddetti “Giochi Partenopei”, voluti da Mussolini in persona per celebrare i fasti atletici nazionali: vince il lungo. Nel 1935 se la prende comoda ed esordisce solo il 16 giugno a Torino dove supera per pochi centimetri Tabai. Il 6 luglio vince anche a Firenze, ripetendosi nella stessa sede il 27 luglio nei tricolori, con un bel 7,27m. Quasi per divertimento, il giorno seguente prova anche il triplo e chiude ottavo, lontano dal vincitore Pende: non sembra roba per lui. Il 25 agosto all’Arena di Milano, sotto la pioggia e davanti a 25mila spettatori, Maffei torna al lungo dove per pochi centimetri è superato da Caldana e Paul. Il 31 agosto ritrova la Nazionale, a Berlino per il pentagonale con Germania, Ungheria, Svezia e Giappone: chiude solo quinto nel lungo, saltando 7,15m, vinto dal tedesco Leichum con 7.68m. Gli azzurri finiscono quinti. Il 22 settembre, a Torino in Italia-Francia, Maffei vince il lungo, con un bel balzo a 7,30m e gli azzurri si aggiudicano il confronto 83-65. Sette giorni dopo, primeggia al “Giurati” di Milano ed il 6 ottobre vince a Vienna dove gli azzurri battono 78-54 gli austriaci. Per la sua squadra, a caccia di punti per il tricolore, si “sacrifica” al punto da disputare, il 20 ottobre a Bologna, il Campionato Italiano di decathlon: chiude 16°, lontano dal vincitore Gasti, ma consentendo al “Giglio Rosso” di vincere la generale. Nel 1936, ovviamente, punta i Giochi. Trascorre un buon inverno, si prepara a puntino. Il 13 aprile vince la prima gara stagionale, sul campo genovese della Nafta. Si ripete otto giorni dopo nella preolimpica di Verona, toccando i sette metri. Poi affina la tecnica al collegiale di Firenze, tenuto intorno alla metà di maggio. Mette subito in pratica le migliorie stilistiche: il 17 maggio a Bologna ottiene il primato italiano, con un bel 7,42m[5]. Si ripete tredici giorni dopo nella preolimpica all’Arena di Milano, con 7,40m: la maglia azzurra è in valigia. Il 14 giugno altra bella gara a Budapest dove salta 7,38m, ma Caldana arriva a 7,41m, insidiando addirittura il suo fresco record. Maffei però è in piena forma: stimolato dal confronto, il 29 giugno a Bologna vince il titolo italiano, arrivando a 7,50m, ritoccando dunque il primato italiano. È il nostro miglior saltatore e, con ulteriori miglioramenti, può dire la sua anche a Berlino. Ovviamente, viene convocato dal CT Comstock per il ritiro collegiale preolimpico, con sede alla “Pensione Montesenario” di Bivigliano, sulle colline toscane, con allenamenti al “Berta” di Firenze dove il 14 luglio arriva ad un buon 7,45m, ma vede Caldana toccare i 7,50m, eguagliando dunque il suo primato italiano.
I due sono entrambi selezionati per i Giochi e cinque giorni dopo si parte in treno per Berlino. Le gare di atletica leggera si svolgono all’Olympiastadion. Il 4 agosto Maffei partecipa al salto in lungo cui prendono parte 43 atleti di 27 nazioni. Si qualifica agevolmente per la finale a 16 dove è grande protagonista. La gara è tra le più spettacolari, significative ed emozionanti della storia, col grande duello tra lo statunitense di colore Owens ed il tedesco Long, beniamino di Hitler (presente in tribuna d’onore) che ovviamente mal sopporta il “negro” americano. Alla fine il grande Owens ha la meglio, arrivando a 8,06m mentre il teutonico si ferma a 7,87m, guadagnando comunque un bell’argento, tra la rabbia dell’attonito Hitler. Il bronzo va al nipponico Tajima che con 7,74m precede di un solo centimetro un grande e sfortunato Maffei che giunge a pari merito col tedesco Leichum. Per Maffei, complimentato poi da Hitler in persona come racconterà lui stesso, una vera beffa e “medaglia di legno”, con una misura che sarebbe record italiano, ma risente del troppo vento a favore, fuori norma. Comunque una grande gara per l’azzurro ed un grande avvenimento politico-sportivo, ingigantito ad arte dai media già allora, con Owens vs Hitler suo malgrado, del quale si discute ancora oggi ed immortalato anche dalle immagini d’epoca oltre che in alcuni film, pure recenti nei quali la fiction va oltre la realtà. Maffei, come qualche altro azzurro, non rientra subito a casa: il 15 agosto a Malmoe vince il lungo, ripetendosi cinque giorni dopo a Stoccolma. La stagione del 1937 lo vede partecipare ai Campionati nazionali di Firenze il 24 e 25 luglio nel salto in lungo, vinto con 7,29m, e anche nei 100, dove la sua velocità di base gli consente di accedere alla finale, piazzandosi al sesto posto. Ottimo il suo rendimento all’incontro disputato a Colombes fra Italia e Francia il 12 settembre: è primo con 7,63m. Raggiunge l’apice della sua carriera nel 1938, anno in cui partecipa ai Campionati inglesi il 16 luglio, classificandosi al primo posto con 7,52m, vince il titolo nazionale con 7,27m a Bologna il 24 luglio e conquista l’argento ai Campionati d’Europa a suon di primato italiano: 7,607m (talvolta indicato 7,61m per arrotondamento della misura).
E’ il 3 settembre e sulla pedana dell’impianto di Colombes è battuto dal campione in carica Leichum ma precede l’altro tedesco Long, vecchia conoscenza di Berlino. Il duello con Long prosegue a favore di Maffei che il 16 luglio 1939, nell’incontro Italia-Germania all’Arena di Milano, fa registrare 7,58m (all’ultimo salto) contro i 7,45m dell’avversario. Due settimane prima il viareggino si era imposto con 7,42m nel confronto fra Ungheria e Italia a Torino. Il successivo 22 luglio ribadisce la sua superiorità in campo nazionale vincendo nel capoluogo piemontese con 7,47m i Campionati italiani. A fine mese, il 30 luglio, si ha a Berlino l’ennesima sfida fra Maffei e Long, e questa volta l’italiano beffa il tedesco in casa: il miglior salto per entrambi è di 7,49m, ma la vittoria va al viareggino che ha una seconda miglior prestazione di 7,38m contro i 7,10m di Long. L’ultima vittoria di Maffei ai Campionati nazionali risale al 1940, quando gli basta un 7,14m per vestire la maglia tricolore, l’ultima della sua carriera. Scende in pedana con la maglia della Nazionale per 4 altre volte: è secondo con 7,20m il 3 agosto 1940 a Stoccarda contro i tedeschi; si impone con 7,36m nell’incontro di rivincita fra Italia e Germania disputato a Torino il successivo 14 e 15 settembre. Nel 1941 è di nuovo in pedana contro i tedeschi a Bologna il 29 giugno (secondo con 7,13m) e contro gli ungheresi a Budapest il 9 agosto (secondo con un modesto 6,95m). Sempre nel 1941, anno che conclude la sua carriera, non va oltre il terzo posto ai Campionati italiani disputati a Torino il 19 luglio. Dopo aver cessato l’attività agonistica, Maffei ha la possibilità di insegnare educazione fisica grazie al diploma conseguito verso la fine degli anni Trenta all’Accademia di Roma, ma soprattutto si dedica alla preparazione atletica delle squadre di calcio, collaborando anche con la Fiorentina di Fulvio Bernardini. Ritroviamo il suo nome nella classifica della finale del Campionato di società del 1951, quando accetta di tornare in pedana con i colori del suo vecchio sodalizio fiorentino (nel frattempo divenuto ASSI Giglio Rosso) per esigenze di squadra. Maffei, ancora oggi, rimane uno dei più grandi saltatori in lungo della storia azzurra.
[1] Tipiche imbarcazioni di legno, a remi, per bagnanti: in altre parti d’Italia si chiamano pattini o “mosconi”
[2] Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano. Nato il 07.11.1895 al Galluzzo, frazione di Firenze. Appartenente ad una delle famiglie nobili più importanti di Firenze, marchese. Dopo la Prima Guerra Mondiale, in cui consegue due Medaglie d’Argento al Valor Militare, aderisce subito al fascismo di cui diventa figura di primo piano e deputato. Grandissimo appassionato di sport e dirigente illuminato, nel 1926 è l’artefice della fondazione dell’AC Fiorentina, nata dalla fusione di varie società, e ne diventa Presidente, realizzando a sue spese lo Stadio Berta (oggi “Franchi”). Nel 1927 fonda la “Giglio Rosso” che sarà una delle principali società di atletiche nazionali. Dal 1930 è Presidente della FIDAL, incarico che ricopre sino al 1943 e poi dal 1956 al 1958 quando muore improvvisamente. Dal 1931 al 1946 è membro influente della IAAF. Nel 1936 è il capo-delegazione azzurro ai Giochi di Berlino. Nel 1942-43 è Presidente della FIGC
[3] Guido Cortopassi, nato a Viareggio nel 1912. Buon lunghista, chiuso però da Maffei e Tommasi. Campione Italiano della 4x100 nel 1931, con la “Giglio Rosso”. Quattro volte in Nazionale
[4] Quell’anno difatti il titolo italiano viene assegnato in base ai piazzamenti ottenuti in prove prefissate
[5] Migliora il record di un solo centimetro visto che apparteneva a Tommasi con 7,41m