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LUXARDO Luigi

Santa Margherita Ligure (GE) 27.04.1914 / Santa Margherita Ligure (GE) 02.11.2006

1936. Canottaggio. 4° quattro senza

Inizia[1] a vogare intorno ai 18 anni con la “Argus” della sua città. A metà degli anni Trenta espleta il servizio militare a Roma dove già si trova lo zio, l’olimpionico Antonio Ghiardello, che ne approfitta, facendolo tesserare per l’Aniene di cui lo stesso Ghiardello è anima e deus-ex-machina. Si sta difatti allestendo il “4 senza” che deve andare a caccia della qualificazione olimpica. Con i due a bordo salgono Pellizzoni e Pittaluga, altro nipote di Ghiardello e cugino di Luxardo. I quattro si presentano coi favori del pronostico alle selezioni olimpiche di Pallanza ed il 18 luglio in effetti vincono, con 2” di margine sull’Olona che però, dato l’esiguo vantaggio, chiede la rivincita immediata. La Commissione Tecnica, evidentemente poco convinta dalla prova, accetta ed il giorno seguente i due armi si sfidano testa-a-testa: rivince l’Aniene, stavolta con 3” di vantaggio, discorso chiuso. Così, dopo un breve collegiale di rifinitura nella stessa Pallanza, il 27 luglio, in treno da Verona, si parte per Berlino. Le prove olimpiche di canottaggio si svolgono sul campo di regata di Grunau, sul fiume Dahme, nella periferia sud-orientale di Berlino. Nel “4 senza” partecipano 9 nazioni. Il 12 agosto nel primo turno gli azzurri non vanno troppo bene: chiudono terzi, nettamente battuti da Svizzera e Gran Bretagna. Riescono a sopravanzare i soli Paesi Bassi. Poichè solo i primi accedono direttamente alla finale, sono così costretti ai “recuperi” che poi rappresentano una sorta di semifinale. Il 13 agosto i nostri chiudono al secondo posto, a 6” dai vincitori della Gran Bretagna, ma riuscendo a superare l’Ungheria: va bene, perchè la piazza d’onore permette l’accesso alla finale. Il giorno seguente, 14 agosto, si lotta dunque per l’oro. I nostri lottano, ma soccombono di fronte ad una strepitosa Germania che vince con 5” di margine sulla Gran Bretagna mentre il bronzo va alla Svizzera, con 1”8 di margine su un’Italia che ha fatto il massimo, superando Austria e Danimarca, ma non è bastato. Rimane difatti un’amara “medaglia di legno” per una prestazione comunque più che sufficiente. I quattro si confermano il 20 settembre quando all’Idroscalo di Milano guadagnano nettamente il titolo italiano, con ben 12” di margine sui lodigiani. Luxardo rientra a Genova e trova impiego come ferroviere, ma non abbandona l’attività, conseguendo anzi ulteriori allori. Nel 1938 si aggiudica l’argento europeo all’Idroscalo di Milano nel “4 senza[2]”, armo in cui guadagna il titolo tricolore nel 1940, gareggiando per il “Dopolavoro Ferroviario Genova[3]”. Poi la guerra interrompe la sua carriera.


luxardo grande

Luxardo, a sinistra, con lo zio Ghiardello, al centro, ed il cugino Pittaluga: i tre sono a bordo del “quattro senza” ai Giochi di Berlino del 1936. Per loro un amaro quarto posto


[1] In epoca fascista il cognome viene italianizzato in LUXARDO e come tale si trova sui giornali

[2] Con lui gareggiano Pittaluga, Petrucci e Massa

[3] Con lui a bordo Pittaluga, Rodeghero e Viacava