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LUSIANI Mario

Vescovana (PD) 04.05.1903 / Torino 03.09.1964

1928. Ciclismo. MEDAGLIA D’ORO Inseguimento a Squadre (con Facciani, Gaioni, Tasselli)

Non è un mostro di precocità: inizia a gareggiare seriamente intorno ai vent’anni. Ottiene qualche buon piazzamento in gare locali di poco conto, poi entra alla “Ciclisti Padovani” e consegue i primi risultati significativi a partire dal 1926. Il 28 marzo chiude 7° la “Bologna-Padova” vinta da Grandi. Il 16 maggio Lusiani termina 5° la “Coppa Val Maira”, guadagnata da Ferrato allo sprint. Trova un bel successo nella “Coppa Cassa di Risparmio” a Scorzè, disputata il 27 maggio. Il 13 giugno a Tortona chiude al 4° posto la “Coppa Italia”, cronometro a squadre di 135 km, a 2’41” dai vincitori della “Nicolò Biondo” di Carpi. Il 29 giugno è battuto in volata da Galluzzo nella “Coppa S. Vito al Tagliamento”. Stesso risultato nel “Giro del Polesine”, ma alle spalle di Ferrato. Il 4 luglio vince la “Popolarissima Trevigiana”, superando allo sprint Bianchin. Si ripete il 22 agosto nel “Circuito del Grappa”, battendo in volata i conterranei Ferrato e Andretta. Il 9 settembre chiude al quinto posto l’Astico-Brenta vinta da Bonvicini. Nel finale di stagione dà il meglio di sè: il 19 settembre a Udine si aggiudica il Campionato Veneto, staccando tutti. Sette giorni dopo, altra bella vittoria nella promiscua “Milano-Padova”, davanti a diversi Indipendenti. Si ripete il 3 ottobre nel “Circuito del Piave” a Belluno: a livello regionale non teme confronti. Ed inizia a vincere anche a livello nazionale: il 24 ottobre, un po’ a sorpresa per gli addetti ai lavori, primeggia nel “Piccolo Giro di Lombardia”, lungo ben 252 km e su un percorso comprendente fior di salite (Ghisallo, Marchirolo, Brinzio). Vince allo sprint sui sette compagni di fuga, dimostrandosi il più fresco, nonostante un recupero forsennato nel finale, davanti all’ingresso dell’Alfa Romeo, al Portello, dove è posto l’arrivo. E’ in forma: il 28 ottobre vince con la squadra veneta la staffetta “Firenze-Roma”[1]. Il 4 novembre è grande protagonista nella “Coppa della Vittoria” a Padova: scatena l’azione vincente con Bocchia e Reffo, per poi batterli allo sprint. In due mesi è salito ai vertici nazionali, partendo da illustre sconosciuto. Il 21 novembre altro successo, ma su pista: ad Este si aggiudica l’individuale a punti. Infine chiude la sua bella stagione il 5 dicembre, con la “Coppa d’Inverno” a Milano, promiscua: vince difatti l’Indipendente Pancera, in solitario, ma Lusiani è ottimo secondo, a 3’15”. Per lui una grande annata che lo ha lanciato ai vertici del dilettantismo italiano. Nel 1927, passato Indipendente, coglie il primo piazzamento nella “Bologna-Padova” del 27 marzo quando giunge nono (vince Ghini). Il 17 aprile, giorno di Pasqua, si aggiudica la “Coppa Viscosa” a Padova. Si ripete alla grande nella “Coppa Caivano”, gara promiscua con gli “juniores”: va in fuga presso Venafro con Bianchi, Zanotti ed Improta che poi cede. Rientrano in testa Grandi, D’Achille e Rinaldi. Lusiani domina di forza la volata, con dieci metri di vantaggio. Il 29 maggio ad Este vince un’americana, accoppiato a Saoncella. Il 12 giugno a Padova rivince un’americana, stavolta con Ferrato, e primeggia anche nella velocità. Su strada si rivede il 15 agosto nel “Giro del Veneto” intitolato a Bottecchia, recentemente scomparso in circostanze misteriose e mai chiarite[2]: vince Piccin e Lusiani chiude buon quinto.

Situazione similare sei giorni dopo nella “Brenta-Astico” dove rivince Piccin in volata sui compagni di fuga Pancera e Grandi, con Lusiani buon quarto sia pure a 7’ di ritardo. L’11 settembre termina invece decimo la “Coppa Bernocchi” vinta da Pancera. Il 9 ottobre si piazza sesto, ma staccato di 15’11” dal vincitore Binda, nell’importante cronometro di Torino, quinta prova del tricolore: dimostra comunque una certa attitudine contro il tempo. Il 4 novembre vince la “Coppa della Vittoria” a Padova, in volata sui 12 compagni di fuga. È certamente tra i corridori più interessanti della sua categoria. Difatti ad inizio 1928 viene inserito nella lista dei “probabili olimpici” e si prepara a puntino per i Giochi, anche attraverso appositi ritiri collegiali organizzati dall’UVI tra cui quello di Mirandola. Ma il 13 maggio nella prima preolimpica, una cronometro di 95 km a Carpi, si ritira malamente (vince Grandi a 35 di media). Prova allora con la pista ed il 27 maggio è al “Sempione” per la preolimpica: vince l’americana con Corsi. Il 10 giugno chiude al quarto posto la preolimpica di Parma, una crono di 96 km vinta da Grandi che lo lascia a circa quattro minuti. Sette giorni dopo, nell’ultima gara di selezione per i Giochi, disputata a Carpi su 120 km, chiude secondo, a 8’19” dal vincitore Grandi. Un buon risultato, nonostante il ritardo, che lo proietta nell’orbita azzurra. Difatti è selezionato per il ritiro collegiale in vista dei Giochi che si svolge, dalla fine di giugno, alla Villa del Mirabello, nel Parco Reale di Monza, sotto la guida del “console” Temistocle Testa, deus-ex-machina della “Nicolò Biondo” di Carpi, una delle squadre dilettantistiche più forti del periodo e vera fucina di talenti. Lusiani ha dimostrato buone doti di passista, ma negli allenamenti non convince pienamente e viene designato come riserva della prova su strada. Lusiani è tipo pragmatico, sa di avere buone qualità contro il tempo, ha esperienza di pista e mette la pulce nell’orecchio ai dirigenti UVI, in particolare ad Alfredo Corti, vecchio marpione del ciclismo, che cura la preparazione dei pistard olimpici. La formazione del quartetto di inseguimento è in alto mare, servono anche uomini esperti. Quando Piano, uno degli inseguitori designati, cade malamente in allenamento e non può garantire una giusta efficienza in vista dei Giochi, Lusiani coglie l’occasione al volo. In fretta e furia si presenta al “Sempione” e nell’ultimo test preolimpico convince tutti. Da riserva della strada passa a titolare della pista: il posto nel quartetto è suo, al fianco di Gaioni (altro inserimento dell’ultima ora), Tasselli e Facciani. Nella specialità abbiamo già una tradizione consolidata, veniamo da due ori, e cerchiamo la conferma anche se la squadra pare abbastanza improvvisata.

Gli ultimi test, in cui si provano i “cambi”, paiono comunque confortanti, con Gaioni in bella evidenza. Le gare olimpiche di ciclismo su pista si disputano nell’Olympisch Stadion, appositamente attrezzato con un anello in cemento. Al via dell’inseguimento a squadre si presentano 12 nazioni. I nostri quattro azzurri esordiscono il 5 agosto contro la Lettonia, facilmente raggiunta dopo 3300 m di gara sui 4mila previsti. Gaioni è la “locomotiva” dei nostri, ma tutta la squadra sembra girare bene. La sera dello stesso giorno gli azzurri affrontano i quarti di finale e superano anche la Germania, con 110 m di vantaggio, con un tempo non eccezionale ma comunque buono (5’06”2). S’è perfezionato il sistema dei cambi, gli azzurri migliorano di gara in gara. Il 6 agosto tocca alla semifinale contro i temibili britannici che schierano i tre fratelli Wyld ed autori il giorno prima del nuovo record olimpico (5’01”6). È la sfida cruciale ed i nostri, ancora trascinati da un grandissimo Gaioni, partono all’attacco, guadagnando una dozzina di metri. I britannici tentano il recupero, a due giri dalla fine fora Tasselli, ma i tre superstiti non mollano e si aggiudicano la prova, sia pure con un tempo superiore di un secondo al record olimpico: poco importa, i britannici sono battuti per 30 metri. Poche ore dopo, la finale contro i padroni di casa olandesi, sorretti ovviamente da un gran tifo. Sfida incerta, dove ognuno fa pienamente la propia parte, con Tasselli che si rialza all’ultimo km dopo aver dato tutto. Alla fine i nostri prevalgono per una ventina di metri: è medaglia d’oro! La terza consecutiva per l’Italia in una disciplina nella quale ormai siamo maestri riconosciuti. Il bronzo va ai britannici, i grandi sconfitti del torneo. Dopo i festeggiamenti, Lusiani si prende un bel periodo di riposo. Si rivede a fine stagione, su strada il 21 ottobre a Vittorio Veneto si aggiudica la “Coppa XXX Ottobre”. Ha offerte per passare “pro”, ma non si concretizzano e rimane dilettante. Non è la scelta vincente. Nel 1929 ottiene qualche successo di secondo piano come la “Coppa Viscosa” a Padova e giunge terzo nel tricolore, ma in pratica fa un bel passo indietro. Prova a salire di categoria, ma ormai è tardi: nel 1931 termina la “Milano-Sanremo” al 44° posto, poi torna dilettante, quindi risale. Ha un’annata discreta nel 1934 quando vince il “Giro del Polesine” e finisce 2° nella “Milano-Mantova” oltre a terminare 48° la “Sanremo”. Risultati interessanti per un giovane, non per un corridore di 31 anni. Difatti è al capolinea di una carriera sostanzialmente di secondo piano sia pur illuminata da un bell’oro olimpico.


lusiani grande

Giugno 1928. Alcuni ciclisti azzurri nel ritiro preolimpico: tra loro anche Lusiani, primo seduto a sinistra ed evidenziato dal tondo


[1] Con lui gareggiano Veronese, Marangoni, Reffo, Bandella, Saoncella e Ferrato

[2] Il campione, vincitore di due “Tour de France” (1924 e 1925), viene ritrovato agonizzante sulla strada accanto alla sua bicicletta con cui era uscito per un allenamento. Mai sono state chiarite le cause dell’incidente: probabile una caduta ma qualcuno ipotizza uno scontro con un’auto-pirata, fortuito o addirittura volontario