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LOY Francesco

Cagliari 21.02.1891 / Cagliari 09.03.1977

1912. Ginnastica artistica. MEDAGLIA D’ORO Concorso a Squadre

1920. Ginnastica artistica. MEDAGLIA D’ORO Concorso a Squadre

Primo atleta sardo a partecipare ai Giochi e addirittura a vincere un oro. Detto “chicchino”, a 14 anni entra nella società “Amsicora” e si dedica soprattutto alla ginnastica. Ma non solo: sarà difatti anche buon podista, schermidore, astista, saltatore in lungo ed in alto, velocista e pure calciatore. In questo ultimo ambito rimane famoso il gol decisivo con cui il suo Liceo, il “Dettori”, batte nel campionato studentesco cagliaritano il “Siotto”. Trasferitosi a Torino per frequentare la Scuola di Applicazione, entra nella gloriosa “Società Ginnastica” sabauda ed inizia a segnalarsi alla fine della prima decade del ‘900: nel 1911 è difatti selezionato per partecipare con la Nazionale al prestigioso concorso internazionale di Torino, una sorta di “mondiale” dell’epoca, dove i nostri ottengono il bronzo nel concorso a squadre dietro Boemia e Francia. Il piazzamento, da molti giudicato deludente, ha una spiegazione ben precisa: eccellenti agli attrezzi, gli “azzurri” (che gareggiano ancora in maglia bianca) sprecano tutto il vantaggio nelle gare atletiche (salti, lanci, corsa), per loro fallimentari, e perdono le prime due posizioni. A complicare il tutto un infortunio proprio di Loy che si procura una lussazione ad una mano tale da pregiudicarne il rendimento. Tra tutti comunque Loy è tra i migliori ginnasti italiani nelle prove atletiche: il 12 giugno si aggiudica difatti il Campionato Piemontese nell’asta, saltando 2,80m. L’anno seguente, in vista dei Giochi di Stoccolma, Loy si concentra sulla gara artistica e ne ha ben donde. La prova di selezione si svolge il 9 giugno a Bologna, nei locali della Virtus: Loy giunge buon quinto, a soli 80 centesimi di punto dal vincitore Romano[1], confermandosi ottimo ginnasta. Viene così selezionato per la kermesse olimpica. La nostra Nazionale è guidata dal “caposquadra” Cornelio Cavalli, una sorta di Direttore Tecnico e da Cesare Tifi, presidente della Commissione Tecnica della Federazione. A coadiuvare i due il noto maestro Giacomo Fumis che fa gli onori di casa a Brescia dove è fissato il ritiro preolimpico in cui non manca il cameratismo tra i nostri atleti che dimostrano un affiatamento, in gara e fuori gara, non comune. Loy, pur non venendo selezionato per il concorso individuale, è pedina importante della squadra, per una prova in cui contano, oltre alle qualità tecniche, anche amalgama e sincronismo tra i vari atleti i quali infatti gareggiano contemporaneamente, dovendo quindi eseguire lo stesso esercizio negli identici tempi e modi. La spedizione azzurra parte tra molte speranze anche se il viaggio verso la Svezia, in treno, non è dei più agevoli: dura infatti tre giorni attraverso Austria e Germania, con tanto di ferry-boat. Per i nostri anche una grande esperienza di vita.

Il concorso a squadre si svolge l’11 luglio nel nuovissimo Olympiastadion. I ginnasti si esibiscono tutti insieme su 4 attrezzi, ciascuno dotato di 4 postazioni: anelli, cavallo con maniglie, parallele e sbarra. Sono previsti poi esercizi in piedi e liberi. Tempo massimo della performance, un’ora. I punteggi vanno da 0 a 12 per i 4 attrezzi e da 0 a 10 (per i “liberi”); cinque i giudici. Punteggio massimo 58. Partecipano solo 5 nazioni, assenti gli scandinavi che amano poco gli attrezzi, preferendo col loro “metodo” una ginnastica più marziale, di gruppo, artistica nel senso letterale del termine. L’Italia domina la prova, realizzando 53,15 punti ovvero il 91% dei punti ottenibili! Seconda è l’Ungheria con 45,45 e terza la Gran Bretagna con 36,90. Un grande trionfo per i nostri, guidati dal fenomenale Braglia. Per i nostri “eroi” di Stoccolma le feste e le esibizioni al rientro in patria durano settimane e nel finale di stagione Loy tira i remi in barca. Si rivede nel 1913, ancora pimpante ed agile: il 21 settembre a Savona, nella prova di selezione per i Mondiali di Parigi, chiude al 5° posto, apparendo però stranamente “nervoso e non sempre preciso” a detta dei commentatori. Si guadagna comunque l’ingresso in squadra e nel Ginnasio Voltaire, dove si svolgono le prove iridate, gareggia senza infamia e senza lode, non commettendo errori gravi. Purtroppo altri, segnatamente Masotti e Domenichelli che cadono alla sbarra, non fanno altrettanto ed i nostri, pure in difficoltà come sempre nelle prove atletiche (lungo, fune, peso, 100), chiudono solo terzi alle spalle di Boemia e Francia. Nel 1914 si dedica soprattutto alle prove atletiche: nel concorso ginnico federale di Genova diserta la prova artistica e si piazza 4° nel salto con l’asta. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale rallenta l’attività, soprattutto quella ginnica a livello ufficiale visto che la Federazione, da sempre, ha rivestito un ruolo di primo piano nel settore dell’interventismo e della propaganda patriottica. I ginnasti, secondo una visione che però si scontrerà duramente con la vita di trincea, sembrano i “soldati perfetti” e per questo molti di loro non attendono altro che la chiamata alle armi. Loy è tra questi e, all’ingresso in guerra del nostro paese, entra come sottotenente nella mitica “Brigata Sassari”, appena costituita ufficialmente[2] e che tanto si distinguerà nel conflitto. Anche Loy si fa onore, e non poco. Tra la fine di giugno ed i primi di luglio del 1916 combatte aspramente sul Monte Mosciagh, altopiano di Asiago, gestendo una postazione di mitragliatrici ed abbattendo la resistenza nemica. Il mese seguente, il 15 agosto, intorno al Monte Zebio, fa ancora meglio perchè guida l’attacco contro una trincea austriaca che viene espugnata, catturando decine di soldati. Queste due imprese gli valgono due Medaglie d’Argento al Valor Militare e la promozione a Tenente per meriti di guerra.

Dopo Caporetto ed il conseguente riassetto del nostro Esercito, l’attività sportiva viene fortemente favorita dalle autorità militari, anche nelle retrovie del fronte. Non si perde occasione per organizzare gare di vario genere e, tra queste, molte partite di calcio. Loy torna al primo amore: il 19 settembre 1918 è in campo, con altri ufficiali, nell’undici del 152° Reggimento che supera 3 a 0 il 151° nel match che vale il titolo di campioni della Brigata Sassari. Si tiene comunque in allenamento anche con gli attrezzi, come e quando può. Terminato finalmente il conflitto, Loy, divenuto Capitano, rimane nei ranghi militari della sua brigata, ma nel 1920 torna alle gare. Cerca la qualificazione olimpica e la trova, risultando tra i migliori nelle prove di selezione che si tengono alla fine di luglio nei locali dell’“Andrea Doria”. Oltre tutto molti ori di Stoccolma non sono più attivi e dunque i veterani, con la loro esperienza, rappresentano una carta vincente in una compagine che giocoforza deve introdurre nuove forze. Loy dunque è nella lista dei 32 uomini che si ritrovano per il raduno collegiale a Villa Badia, a Cornigliano, di proprietà del munifico conte Raggio. Qui, sotto la guida di Manlio Pastorini ed Enrico Gualdi (Presidente della Commissione Tecnica federale), i nostri affinano la preparazione fino all’ultimissima prova, una sorta di saggio, che screma il plotone ai 24 titolari. Loy è tra questi ed oltre tutto, per il suo carisma, ha il prestigioso compito di alfiere della spedizione. Dunque si va ad Anversa, in treno via Modane e Parigi. Le gare di ginnastica si tengono nell’Olympiastadion. Nel pomeriggio dei giorni 23 e 24 agosto, si inizia con la prova a squadre, simile ma non uguale a quella del 1912 e redatta sul “modello tedesco”. Consta di 5 tipi di esercizi: prova di gruppo con gli strumenti (clave e bastoni), corsa ad ostacoli (4 di 70 cm), sbarra, parallele e cavallo con maniglie. Negli attrezzi i ginnasti, che si esibiscono a gruppi, devono eseguire esercizi obbligatori e liberi. Punteggio massimo ottenibile 404. Assenti i massimi interpreti di questa disciplina, svizzeri e tedeschi, i nostri ripetono il trionfo di Stoccolma, ottenendo 359,8 punti ovvero l’89% del possibile. Secondi i sorprendenti padroni di casa del Belgio, con 346,7, che superano la Francia, bronzo con 340,1. Grande successo per gli azzurri (ancora in maglia bianca) ma su un numero alquanto esiguo di squadre: le altre due nazioni partecipanti difatti sono la Cecoslovacchia, “medaglia di legno”, e la Gran Bretagna. Loy è stato tra i migliori ma non viene schierato nella prova individuale, appannaggio di un grandissimo Zampori che conferma la ginnastica italiana sul tetto del mondo. Dopo i consueti festeggiamenti al rientro in patria, Loy torna al salto con l’asta: il 24 ottobre si aggiudica il titolo italiano per militari a Roma, saltando 2,89m. Negli anni seguenti, poco a poco, si allontana dall’attività senza conseguire ulteriori risultati importanti, ma non dal mondo della ginnastica: diventa difatti giudice ed organizzatore nonchè appassionato dirigente di squadre cagliaritane tra cui pure la Canottieri Ichnusa. Rimane ancora oggi, certamente, una figura di spicco dello sport sardo anche se viene ricordato raramente.


[1] Romano ottiene 57,41 punti mentre Loy si ferma a 56,61

[2] La Brigata viene difatti fondata il 1 marzo 1915 da due reggimenti (151° e 152° Fanteria) costituiti quasi interamente da sardi