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LOMBARDI Alberto

Dronero (CN) 21.08.1893 / Dronero (CN) 10.04.1975

1924. Equitazione. MEDAGLIA DI BRONZO Concorso Completo a Squadre, 11° Concorso Completo Individuale

Entra alla Scuola di Pinerolo a 20 anni non ancora compiuti e diventa un ottimo cavaliere, uno sportsman nel senso più completo del termine. Se nello stile non sempre appare perfetto, compensa con coraggio ed equilibrio. Si distingue in vari concorsi, montando per lo più cavalli di razza irlandese, ritenendoli più adatti degli italiani soprattutto nel “completo”, detto in quel periodo “campionato del cavallo d’arme”, specialità in cui Lombardi si cimenta con un certo successo. Si diletta anche nel polo di cui diventa uno dei principali giocatori italiani. Dopo la Prima Guerra Mondiale, in cui è capitano del reggimento Cavalleggeri Saluzzo e guadagna una Medaglia al Valor Militare durante la vittoriosa avanzata finale, già nei primi anni ’20 assume il ruolo di istruttore a Pinerolo e Tor di Quinto, entrando nel novero dei nostri migliori cavalieri. Per quanto poco impegnato a livello internazionale, quando arriva il momento di stilare le liste per i Giochi del 1924, il CT della Nazionale, il colonello Starita, lo inserisce un po’ a sorpresa tra gli azzurri dei quali è certamente il meno titolato anche se non si discute sulla sua classe di cavaliere. Ai Giochi Lombardi esordisce nel cosiddetto “Campionato Equestre” o “evento dei tre giorni”: oggi si direbbe “concorso completo”. In effetti si tratta di una competizione molto articolata che si sviluppa su tre giorni e tre gare: dressage (allo stadio di Colombes), cross-country (con steeple-chase e galoppo tra Bois de Boulogne e Villacoublay) e salto (di nuovo a Colombes). Partecipano 44 cavalieri di 13 nazioni. Lombardi, su Pimplo, scende in campo il 21 luglio nel dressage ma non va troppo bene: chiude solo 29° a pari merito, ma niente è compromesso perchè il cross-country fornisce in pratica il 70% del punteggio complessivo. Questa prova, disputata il 24 luglio, con partenza alle 5 di mattina, si rivela alquanto caotica, con errori di cronometraggio, cadute, incidenti vari. La competizione inoltre è veramente complessa e difficile, prevedendo marce in campagna, un vero e proprio steeple-chase all’Ippodromo di Auteuil, cross e galoppo. Solo due concorrenti su 45 terminano nel tempo-limite stabilito.

Lombardi si difende, ottenendo un discreto 14° posto anche se il distacco dai primi è divenuto pesante e praticamente irrecuperabile. Due giorni dopo, il 26 luglio, ultima prova, il salto. E qui gli italiani dimostrano che la nostra scuola teme pochi confronti: Lombardi si piazza quinto mentre l’altro azzurro Alvisi addirittura è il migliore di tutti e Pralormo chiude settimo. Questa grande prova di squadra sugli ostacoli permette ai nostri di risalire numerose posizioni nella generale dove Lombardi termina 11° e primo dei nostri anche se ben lontano dal podio: ottiene difatti 1572 punti contro i 1845 del bronzo, lo statunitense Doak. L’oro va all’olandese Van der Voort van Zijp che precede il danese Kirkebjerg. Gli altri azzurri chiudono 12° (Alvisi) e 17° (Beraudo) mentre Lequio s’è ritirato nella prova di cross-country. Tutto questo però, fatti i conti, permette all’Italia, che totalizza 4512,5 punti, di guadagnare un bel bronzo nella prova a squadre dietro all’Olanda (5297,5) ed alla Svezia (4743,5). Una bella conferma per il nostro movimento equestre, con un Lombardi certamente all’altezza della situazione. Negli anni seguenti Lombardi continua la carriera militare, dividendosi tra ostacoli e completi anche se non viene preso in considerazione per i Giochi del 1928. Forse, visti i risultati scadenti, avrebbe meritato la convocazione dato che nel 1929 si dimostra in grande forma tra gli ostacoli: su Roccabruna difatti vince la “Coppa delle Nazioni” a Bruxelles e finisce terzo a Madrid oltre ad essere tra i migliori della nostra rappresentativa a New York, nel concorso al mitico “Madison Squadre Garden”. L’anno seguente ottiene buoni piazzamenti al Valentino di Torino. Continua a cavalcare con un certo successo anche oltre i 40 anni d’età: nel 1937, montando Duca, vince il “Campionato del cavallo d’arme”. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale è comandante del “Genova Cavalleria”. Dopo il conflitto assume anche incarichi dirigenziali: nel 1959 è vicepresidente della FISE e viene coinvolto nell’organizzazione delle prove equestri dei Giochi di Roma nel 1960, distinguendosi nell’ideazione di percorsi particolarmente impegnativi. Una grande figura di cavaliere che molto ha dato al movimento equestre italiano.


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