LERTORA Mario
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Genova 21.09.1897 / Genova 28.03.1939
1924. Ginnastica Artistica. MEDAGLIA D’ORO Concorso a Squadre, 5° Parallele, 10° Concorso Individuale, 10° p.m. Salita alla Fune, 12° Sbarra, 15° Anelli, 29° Cavallo con Maniglie, 32° Salto del Cavallo in Traverso, 34° Volteggio
1928. Ginnastica Artistica. 6° Concorso a Squadre, 7° p.m. Parallele, 20° Concorso Individuale, 21° p.m. Sbarra, 24° Anelli, 31° p.m. Cavallo con Maniglie, 46° p.m. Volteggio
1932. Ginnastica Artistica. MEDAGLIA D’ORO Concorso a Squadre, MEDAGLIA DI BRONZO Corpo Libero, 4° Concorso Individuale, 5° Parallele, 8° Volteggio
Genovese purosangue, da adolescente si tessera per la “Colombo”, ma la Prima Guerra Mondiale interrompe bruscamente la sua attività. Terminato finalmente il conflitto, riprende ad allenarsi con gli attrezzi ed il 3 settembre 1922 è secondo nella gara artistica del campionato sociale dietro il forte Lucchetti. Il 1 ottobre a Genova, nella riunione organizzata dalla “Rubattino”, retrocede di un gradino: si piazza terzo nella prova vinta ancora da Lucchetti su Magone. Proprio Lucchetti diventa il suo maestro e mentore, permettendogli di crescere sotto tutti i punti di vista. Nel 1923 ci si concentra già sui Giochi dell’anno seguente ed il 26 agosto a Milano si tiene la prima prova di selezione: Lertora non brilla, non è nei primi 10, al contrario di Lucchetti e Cambiaso dietro ai quali arriva nella gara artistica di Savona, effettuata nel concorso ginnico che celebra i 40 anni della “Fratellanza”. Novembre e dicembre sono mesi duri per Lertora, impegnatissimo negli allenamenti: il 9 dicembre è secondo nel Campionato Ligure svoltosi alla “Colombo”, battuto dal solito Lucchetti. Lertora comunque è in forma e non manca l’appuntamento cruciale. Il 5 e 6 gennaio 1924 a Monza, nella gelida palestra della “Forti e Liberi”, si svolge la decisiva preolimpica sotto lo sguardo attento e partecipe del neo CT Mario Corrias. Lertora si comporta bene e viene inserito tra i 16 azzurrabili che poi, attraverso ulteriori prove di selezione, dovranno scendere ad otto. È un primo passo ma il difficile arriva adesso. Nei primi mesi del 1924 si susseguono i ritiri collegiali, ancora a Monza, pure nel Parco Reale dove viene allestita un’apposita palestra all’aperto, per simulare le condizioni di gara parigine. La selezione è dura, si sta parlando dei migliori ginnasti mondiali, vi sono diverse medaglie d’oro di Anversa, ma Lertora dà tutto sè stesso e si dimostra in grande forma, convincendo il CT Corrias ed ottenendo la maglia azzurra, ai danni addirittura di Levati, oro ad Anversa. Lertora è un po’ una sorpresa, un outsider, il meno prestigioso tra gli azzurri, ma è comunque in grado di ben figurare e dare il suo contributo alla causa. Le prove olimpiche di ginnastica si svolgono dal 17 al 20 luglio allo stadio di Colombes, centro nevralgico di quell’edizione ed immortalato anche nel celebre film “Momenti di Gloria”. Vi sono due classifiche, individuale ed a squadre, ma gli esercizi si svolgono una volta sola. 9 le nazioni al via, ciascuna con otto atleti.
Complessivamente si sviluppano 11 prove: su 4 attrezzi (sbarra, parallele, anelli e cavallo con maniglie) i ginnasti devono eseguire esercizi obbligatori e liberi mentre in tre circostanze (volteggio, salto del cavallo in traverso e salita alla fune) solo liberi. Inoltre vengono assegnati punti per la cosiddetta impressione generale e pure per la marcia di ingresso ed uscita dallo stadio dell’intera compagine schierata. Rispetto alle edizioni precedenti cambia molto: i ginnasti difatti non si esibiscono più insieme e vengono istituite anche le classifiche separate per ogni attrezzo, con conseguente aumento delle medaglie disponibili. I nostri dimostrano una grandissima coesione di squadra ed un’ottima compattezza su alti livelli: non vi sono individualità formidabili (come Braglia o lo Zampori del 1920), ma il rendimento medio degli azzurri è strepitoso. Difatti vincono la medaglia d’oro a squadre, ottenuta dalla semplice somma aritmetica dei punteggi degli otto rappresentanti per nazione. L’Italia risulta prima, con un totale di 839,058 punti davanti a Francia (820,528) e Svizzera (816,660), per il quarto trionfo olimpico consecutivo. L’andamento delle prove non è lineare, al contrario è da batticuore. Si comincia con la sbarra e dominano gli svizzeri, con i nostri superati anche dai francesi. Grande colpo di scena alle parallele dove due cecoslovacchi (Indruch e Kos) cadono e s’infortunano. Gli italiani intanto salgono in seconda posizione. Gli anelli, terza prova, sono da sempre la nostra specialità e dunque passiamo al comando. Al cavallo con maniglie elvetici sugli scudi, ma nei volteggi gli azzurri si riprendono il primo posto e, con esso, l’oro che non può certo sfuggire con l’ultima prova in programma, la fune. Lertora ha un ottimo comportamento, addirittura è il secondo migliore dei nostri ed i suoi 103,619 punti gli valgono il decimo posto nella classifica individuale: bisogna ammettere che il CT Corrias aveva visto giusto. Sulla prova di Lertora pesano come macigni le sue contro-prestazioni al cavallo sia esso con maniglie (29°), saltato di traverso (32°) o in volteggio (34°). Va molto bene alla sbarra, ottimo 5°, si difende alla fune (10° p.m.), non entusiasma nè alla sbarra (12°) nè agli anelli (15°). Risulta distante dal bronzo oltre tre punti, inutile recriminare anche se le sue prestazioni al cavallo sono veramente deludenti ed è un vero peccato. L’oro è del grande sloveno Stukely, che in realtà gareggia per la Jugoslavia, il quale precede per solo 17 centesimi di punto il ceco Prazak mentre terzo è l’altro ceco Supcik, per un trionfo della scuola est-europea. La Cecoslovacchia si dimostra la squadra più forte, piazzandone quattro nei primi sei, ma due atleti si infortunano e dunque non portano punti: per questo i cechi non vengono classificati e probabilmente è un bel colpo di fortuna per gli italiani.
Lertora dunque torna a casa con un bell’oro ed una prestazione comunque buona, e non è poco. Smaltiti la sbornia dei festeggiamenti, compresa una mega-esibizione a Faenza il 31 agosto, si torna a fare sul serio e Lertora si conferma ottimo ginnasta, pur trovando un avversario insuperabile nel suo maestro Lucchetti che lo relega ripetutamente alla piazza d’onore: il 7 settembre a Lecco come 14 giorni dopo a Sanremo, il 16 novembre nel Campionato Sociale della “Colombo” come il 14 dicembre nei Campionati Liguri a Genova, disputati nei locali dell’Andrea Doria in Corso Mentana. Lertora comunque chiude l’annata con la consapevolezza di essere uno dei nostri migliori ginnasti del momento. Riesce a “vendicarsi” di Lucchetti solo il 14 giugno 1925 a Viareggio dove Lertora si impone nella gara artistica dopo un duello emozionante e concluso a suo vantaggio col minimo scarto, un decimo di punto. Il duello continua: il 28 giugno ai campionati liguri, tenutisi nella palestra genovese della Doria, Lucchetti si prende la sua rivincita e batte nettamente Lertora. Stesso risultato nella prima, storica, edizione dei tricolori di ginnastica, tenutasi il 10 e 11 ottobre a Genova, nell’affollatissima palestra della “Colombo”: Lucchetti totalizza 77,70 punti e Lertora 73. Lertora è secondo alla sbarra, terzo a parallele ed anelli, confermandosi ottimo ginnasta ma un gradino sotto il compagno di allenamento ed amico Lucchetti. I due sono grandi protagonisti il 17 agosto 1926 nel concorso di Liegi, trascinando al successo la “Colombo” nella classifica a squadre. Lucchetti poi vince i tricolori di Prato del 3 ottobre quando Lertora, sempre inferiore al compagno e maestro, chiude comunque buon sesto. Nel 1927 va a fasi alterne. Il 15 maggio a Modena nella “Corona Braglia” non va benissimo: l’amico e compagno Lucchetti vince, ma Lertora chiude sesto. Intanto si pensa già ai Giochi: la prima riunione preolimpica viene organizzata il 12 giugno a Brescia, nella palestra della “Forza e Costanza” dove è di casa Zampori che ha l’incarico di istruttore della nostra Nazionale, una sorta di CT. Lertora è presente e si dimostra in forma anche se la concorrenza è notevole. Il 4 settembre è secondo, alle spalle di Lucchetti, nella gara artistica della riunione di Savona, contribuendo al successo della “Colombo” nella classifica a squadre (con lui lo stesso Lucchetti e Carbone). 14 giorni dopo a Como Lertora chiude terzo la gara artistica, superato da due grandi assi come Lucchetti e Paris. Viene selezionato come “probabile olimpico” e ad ottobre segue i primi stage a Brescia, sotto la guida di Zampori. Il 13 novembre a Chiavari chiude al terzo posto i campionati liguri, battuto non solo da Lucchetti ma anche dall’emergente Lupi. Nel 1928 non si gareggia, preferendo sviluppare numerosi ritiri collegiali a Brescia. Il 27 maggio si svolge l’ultima prova di selezione ed alla fine Lertora viene incluso nella lista azzurra. Il ritiro di rifinitura si svolge a Gardone dove gli azzurri hanno il grande onore, il 21 luglio, di essere visitati ed incoraggiati niente meno che da D’Annunzio in persona che saluta i ginnasiarchi con parole di elogio ed incoraggiamento. Poi tutti ad Amsterdam, con una certa fiducia di ripetere i trionfi passati. Le gare olimpiche di ginnastica si tengono dall’8 al 10 agosto nell’Olympisch Stadion.
Partecipano 88 atleti di 11 nazioni. La prova consta di 9 esercizi: il volteggio al cavallo ed altri 4 attrezzi sui quali si eseguono esercizi obbligatori e liberi (sbarra, parallele, anelli e cavallo con maniglie). Per ogni attrezzo esiste una classifica individuale, con le medaglie, ed i punteggi dei migliori sei per ogni nazione, sommati, concorrono a stilare la graduatoria a squadre. Lertora non emerge e chiude 20° la classifica individuale. Ottiene un totale di 233,375 punti, rimanendo ben lontano dal bronzo dello jugoslavo Strukelj (244,875) mentre oro e argento vanno a due svizzeri, rispettivamente Miez (247,5) e Hanggi (246,625). Lertora va bene solo alle parallele dove chiude 7° p.m., con 53,50, vanificando la sua prestazione con un “obbligatorio” caratterizzato da qualche sbavatura di troppo. L’oro è appannaggio del ceco Vacha con 56,50, argento per lo jugoslavo Primozic (55,50), bronzo allo svizzero Hanggi (54,25). Le altre prove per Lertora sono un mezzo disastro. Si difende alla sbarra, dove chiude 21° p.m. con 53,75: l’oro va allo svizzero Miez (57,50), l’argento al grande Neri (57,00) ed il bronzo all’altro elvetico Mack con 56,75. Al limite della sufficienza agli anelli: 24° con 51,50, ben lontano dal bronzo del ceco Loffler (56,50). L’oro è del grande jugoslavo Stukelj (57,75) davanti a Vacha (57,50). Lertora va decisamente male nel cavallo con maniglie dove con 49,50 chiude solo 31° p.m. In questo caso l’oro è di Hanggi (59,25) davanti al connazionale Miez (57,75), col bronzo al finnico Savolainen (56,50). Infine Lertora è pessimo al volteggio: con 25,125 finisce addirittura 46° p.m.: l’oro è guadagnato da Mack con 28,75 davanti al ceco Loffler (28,50) e lo jugoslavo Derganc (28,375). Nella graduatoria a squadre l’Italia finisce sesta, complici i piazzamenti di troppi azzurri oltre il 20° posto dell’individuale. Un disastro e come tale viene stigmatizzato dalla stampa. Coi suoi 1599,125 punti totali, la nostra Nazionale finisce ad una cinquantina di punti dal bronzo della Jugoslavia (1648,75). L’oro, dopo una lotta entusiasmante, va alla Svizzera (1718,625) davanti alla Cecoslovacchia (1714,5). I nostri sono grandi solo alla sbarra mentre risultano pessimi al volteggio. Lertora comunque è il secondo dei nostri nella graduatoria individuale e, a conti fatti, la sua prestazione può essere considerata sufficiente, pur considerando che rispetto a quattro anni prima il peggioramento appare piuttosto significativo.
Lertora si rivede in gara il 23 settembre, nel grande “Concorso della Vittoria” all’Arena di Milano: chiude secondo la gara artistica, alle spalle del “solito” Lucchetti. Ai tricolori di Torino, disputati il 14 ottobre sul campo del “GS Lancia” chiude invece quarto, superato nell’ordine da Neri, Lucchetti e Mandrini. Lo stesso Lucchetti vince 14 giorni dopo al concorso di Savona dove Lertora è di nuovo secondo alle sue spalle. Il 25 novembre Lertora finisce invece terzo a Busto Arsizio, superato da Neri e Lucchetti, primi a pari merito. Ritrova il successo nel campionato sociale della “Colombo” il 24 dicembre, superando di misura l’eterno rivale Lucchetti. A fine luglio 1929 ottiene la corona d’alloro a Friburgo. Il 7 e 8 settembre è a Brescia dove, nella palestra della “Forza e Costanza”, si disputano i tricolori: chiude buon quarto alle spalle di Neri, Lucchetti e Mandrini. Lertora si rivede il 4 maggio 1930 quando si aggiudica il titolo ligure a Genova. Ancora Neri è il solo a superarlo nella gara artistica del prestigioso concorso internazionale di Napoli, tenutosi il 27 maggio. Lertora è in forma: il 13 luglio chiude al secondo posto anche la gara artistica di Biella, per un solo decimo di scarto da Mandrini. L’8 settembre Lertora coglie un bel terzo posto ai tricolori di Firenze, battuto solo da due grandi campioni come Neri e Lucchetti i quali lo superano anche il 21 settembre a Bari, nell’incontro Italia-Ungheria che i nostri vincono 460,80 a 420,80. Il migliore di tutti a livello individuale è però il grande magiaro Pellè mentre Lertora finisce quarto, contribuendo in misura sostanziale al successo azzurro. Nel 1931 gareggia pochissimo, limitandosi ad allenarsi nei vari stage di preparazione olimpica, sotto la guida del CT Braglia. Lertora, esperto e convincente, segue alla lettera i consigli del grande maestro e raccoglie i frutti il 25 ottobre nei tricolori di Roma che vince nettamente, assicurandosi la maglia azzurra per i Giochi. Si rivede il 28 febbraio 1932 a Nizza, nel Teatro Hugo, dove si svolge una gara artistica tra liguri e francesi del sudest: chiude buon secondo, superato una volta di più da Lucchetti. Ovviamente è tra gli “azzurrabili” per i Giochi e prosegue la preparazione con i vari stage della Nazionale. Tutto però si decide nella selezione finale, tenutasi a Roma tra il 17 e 19 giugno: Lertora si conferma ad alti livelli ed entra nella lista dei migliori 12, stilata dal segretario FGNI Corrias e dal CT Braglia. Partecipa così al ritiro collegiale preolimpico dove dai dodici iniziali si deve scendere ai sei prescelti per i Giochi. In realtà la scelta è veramente difficile e complicata e nel ritiro di Monza, nella palestra della “Liberi e Forti”, i selezionatori si accorgono di quanto sia alto il livello dei nostri ginnasti. Si organizzano anche alcune esibizioni, per meglio testare gli azzurri: Biella, Pavia, Monza, Cornigliano vedono grande entusiasmo ed applausi da parte del pubblico. Alla fine, invece dei sei, ne vengono scelti sette e Lertora, sempre al top, è tra questi. Così si può pensare al viaggio in America. Il 1 luglio tutti gli azzurri sono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Ad ogni fermata del treno i ginnasti scendono, si sgranchiscono i muscoli con vari esercizi e corse intorno al convoglio. In California poi iniziano gli allenamenti di rifinitura e Lertora pare in ottime condizioni.
Le gare olimpiche di ginnastica si svolgono al mitico ed immenso “Coliseum”. Al concorso individuale, disputato tra 8 e 10 agosto, partecipano 24 atleti di 5 nazioni. La prova consiste in esercizi obbligatori e liberi su cinque attrezzi: parallele, sbarra, volteggio, anelli e cavallo con maniglie. Punteggio massimo ottenibile, 150. Lertora è autore di una grande gara: agli anelli è primo a pari merito con l’ungherese Pellè che si impone nella sbarra dove Lertora finisce terzo mentre al volteggio chiude quarto[1]. Compromette le sue chances di medaglia non tanto con l’ottavo posto alle parallele (primeggia il finnico Savolainen) quanto col pessimo 14° posto al cavallo con maniglie che peraltro si rivela il tallone d’achille per molti azzurri (svetta lo statunitense Haubold). Quest’ultima prestazione lo costringe alla scomoda quarta posizione finale ed alla conseguente “medaglia di legno”. Vince l’altro azzurro Neri, con 140,625 punti, davanti all’ungherese Pellè (134,925) ed al finnico Savolainen (134,575). Lertora ottiene 134,400: dunque manca il bronzo per 2/10 di punto e non può che rammaricarsi per quel maledetto cavallo. Si consola con l’oro nella classifica a squadre: gli azzurri totalizzano 541,850 punti contro i 522,275 degli USA ed i 509,775 della Finlandia. I nostri vincono in tutti gli attrezzi tranne appunto il cavallo con maniglie dove sono battuti dagli USA. La classifica a squadre è ottenuta tramite la semplice somma dei punteggi realizzati dai migliori quattro atleti per nazione: per gli azzurri Neri, Lertora, Capuzzo e Guglielmetti mentre non va a punti Tognini. Per la nostra ginnastica si tratta di un grandissimo trionfo dopo la debacle di Amsterdam. Intanto Lertora ha già conquistato pure un bronzo, l’8 agosto nel corpo libero cui hanno partecipato 25 atleti di 6 nazioni: l’oro è andato a Pellè con 28,8 punti, argento allo svizzero Miez con 28,3 e la terza piazza a Lertora che ha ottenuto 27,7. Due giorni dopo ci prova anche nel volteggio cui prendono parte 10 ginnasti di 4 nazioni, ma non va bene: finisce ottavo, con 49,2 punti. Oro per l’altro azzurro Guglielmetti (54,1), argento e bronzo agli statunitensi Jochim (53,3) e Carmichael (52,6). Passano altri due giorni e tocca alle parallele, con 15 atleti di sei nazioni. Lertora finisce 5° con 52,6 punti. L’oro è dell’altro azzurro Neri, con 56,9 punti davanti a Pellè (55,8) e Savolainen (54,8).
Termina qui l’avventura olimpica di un grande Lertora: certo, la “medaglia di legno” brucia, ma torna pur sempre a casa con un oro (ad otto anni di distanza) ed un bronzo. Il primo scaglione di olimpionici, con i ginnasti, rientra in Italia il 1 settembre a Napoli e già il giorno seguente tutti dal Duce a festeggiare in pompa magna. Quindi altre premiazioni (compreso il Principe Umberto) e ricevimenti che distolgono gli atleti dagli allenamenti: si fatica a riprendere contatto con la realtà dopo quanto visto in America. I ginnasti si esibiscono ovunque, perfino in Sardegna e Tunisia, tra propaganda ed entusiasmo generale, sino alla fine dell’annata. Lertora si rivede ad alti livelli solo ai tricolori del 1933, disputati il 4 e 5 novembre nei locali della “Pro Patria” meneghina: finisce quinto, vince il grande Neri. Lertora comunque si guadagna l’inserimento nella lista dei 24 “azzurrabili”, già compilata dal CT Braglia in vista degli Europei di Budapest (dove Lertora non va) e con un occhio già rivolto ai Giochi di Berlino. Lertora si rivede su buoni livelli il 7 ottobre ai tricolori di Genova dove chiude quarto, non lontano dal sorprendente piemontese Amedeo che coglie il risultato della vita. Nel 1935 Lertora insiste anche se trova avversari più forti: il 25 maggio nella preolimpica di Asti sbaglia più del solito e chiude sesto (vince il solito Neri). Ai tricolori di Torino, il 5 e 6 ottobre, vinti da un grande Guglielmetti, termina quarto: a 38 anni non è un risultato da sottovalutare e può coltivare la speranza olimpica. Viene difatti convocato per il collegiale di Como, a novembre: vi sono 12 ginnasti tra i quali il CT Arturo Brombale, subentrato a Braglia, ne dovrà scegliere otto. Lertora non è tra questi: difatti non viene considerato, neppure come riserva, per il primo test di verifica, Italia-Austria il 1 febbraio a Venezia e neppure il 6 maggio per Italia-Germania. Evidente che vi sono ginnasti più affidabili di lui: il sogno di tornare ai Giochi svanisce. La sua carriera su alti livelli termina praticamente qui.
[1] Al volteggio primeggia l’altro azzurro