Seleziona la tua lingua

Image
images/atleti/olympiabolario/lenzi_piccola.jpg

LENZI Aurelio

Pistoia 19.06.1891 / 23.12.1967

1912. Atletica Leggera. 12° Lancio del Peso, 18° Lancio del Disco

1920. Atletica Leggera. 9° Lancio del Disco, 13° Lancio del Peso

Dotato di una struttura imponente, un vero “gigante” per l’epoca: alto due metri, pesa un centinaio di kg. Possiede molta forza pura, ma tecnica approssimativa: lancia il disco praticamente “da fermo”. Tesserato per la Libertas Pistoia, si segnala intorno ai 20 anni di età ed ottiene i primi risultati significativi nel concorso ginnico del 1911 a Torino: terzo nel peso, quinto nel disco in bronzo e nella palla vibrata. Si cimenta, con ottimi risultati, anche nel peso “a due braccia”, disciplina che poi presto viene dimenticata. Nell’agosto del 1911 a Pistoia è 4° nel disco e l’anno seguente a Lucca giunge 2° nel Pentathlon Reale. Emerge definitivamente alle selezioni per i Giochi di Stoccolma che si tengono a Roma l’8 e 9 giugno 1912. Vince il peso (con 12,63 m) ed il disco “di legno” (c’è anche quello “di bronzo”), guadagnandosi la trasferta in Svezia. Pochi giorni prima della partenza, il 26 giugno a Roma, ottiene il primato italiano nel disco con 41,30m: non può esserci miglior viatico per la spedizione olimpica. Gli azzurri però raggiungono la Svezia dopo un dopo un viaggio disagevole, in treno, durato tre giorni e tre notti in cui gli atleti hanno dormito poco e male, chi sul pavimento e chi addirittura sulla retina portabagagli dato l’affollamento dei convogli. Le gare di atletica si svolgono nel nuovissimo Olympiastadion. Lenzi esordisce il 10 luglio nella gara del peso cui partecipano 22 atleti di 14 nazioni. Lancia 10,52 m, 11,25 m e 11,57 m: la migliore prestazione gli vale un onorevole 12° posto, lontano però oltre due metri dal bronzo dello statunitense Whitney (13,93 m)[1]. Due giorni dopo, il 12 luglio, è la volta del disco, prova alla quale prendono parte 41 concorrenti di 15 paesi. Lenzi ottiene 38,19 m, 35,58 m ed un nullo, classificandosi al 18° posto, distante oltre 4 metri dal bronzo dello statunitense Duncan (42,28 m)[2]. Una curiosità: fa meglio di Avery Brundage[3]. Si tratta comunque di due prestazioni dignitose, da metà classifica, leggermente al di sotto del suo potenziale, ma tuttavia le migliori del settore lanci e salti italiano in quell’edizione[4]. Misure ed esperienze che rappresentano per Lenzi un’iniezione di fiducia, presto corroborata da altre valide performances, almeno a livello nazionale. Tant’è vero che nel 1913 realizza la migliore prestazione italiana del disco, a Milano il 23 maggio, lanciando 43,65 m che rimarrà il suo limite personale. Nel disco ha pochi rivali e lo dimostra aggiudicandosi il tricolore, a Milano il 21 settembre, davanti a Tugnoli che però lo batte nel getto del peso. Nel 1914 si vede poco: il 5 agosto vince a Montecatini la gara del disco dove la concorrenza comunque non è molto forte (2° arriva il grande mezzofondista Lunghi che lancia per divertimento). È ormai stabilmente tra i migliori lanciatori nazionali anche se la guerra, inevitabilmente, ne blocca l’ascesa e per quattro lunghi anni il suo nome scompare dalle graduatorie nazionali.

Si ripresenta nel 1919, inquadrato in una squadra di Udine, dove nel frattempo s’è trasferito, ed il 12 ottobre ai tricolori di Milano, disputati sul campo dell’Inter di Via Goldoni, realizza un grande bis: si impone nel peso e nel disco, superando il forte Tugnoli per una questione di centimetri (rispettivamente 5 e 2!), nonostante sia visibilmente appesantito e poco atletico, come narrano le cronache dell’epoca. Chiude terzo invece nel lancio della palla vibrata. Non ha perso, evidentemente, la forza anche se gareggia poco, scegliendo accuratamente gli appuntamenti: la sua preparazione è talora sommaria, la sua attività irregolare e la tecnica ancora approssimativa. Gioca molto, se non tutto, sulla potenza, ma i risultati non mancano. Difatti nel 1920 torna agli antichi splendori. Il 13 giugno a Udine, nella prima prova di selezione olimpica, vince disco e peso, superando sempre il quotato Tugnoli e guadagnandosi un posto sicuro nella lista stilata con cura e passione dal CT Adams. Per essere ancora più sicuro del posto, Lenzi vince peso e disco anche nelle decisive gare di selezione a Milano, nel primo weekend di luglio, sul campo dello SC Italia, sorprendendo i tecnici per il suo modo di lanciare, praticamente “da fermo” ma che comunque gli consente di sopravanzare tutti. La maglia azzurra è sua, ottenendo quindi la selezione olimpica otto anni dopo. Ad Anversa le gare olimpiche di atletica si svolgono nell’Olympisch Stadion. Lenzi esordisce la mattina del 17 agosto nelle qualificazioni del getto del peso cui prendono parte 20 atleti di 10 nazioni. Passano il turno solo i primi sei e Lenzi chiude 13°, con 12,32 m: ben lontano dal 13,60 m con cui l’estone Tammer guadagna il sesto ed ultimo posto utile per raggiungere la finale. Con oltre un metro di distanza, non servono recriminazioni: gli altri sono più forti e Lenzi esce di scena. La gara si trasforma in un trionfo finlandese, con l’oro a Porhola e l’argento a Niklander mentre il bronzo va allo statunitense Liversedge.

Quattro giorni dopo, il 21 agosto, Lenzi ci riprova, nel disco dove gareggiano 17 lanciatori di 8 paesi. Di nuovo si qualificano i primi sei e stavolta Lenzi non va troppo male: si piazza nono, con 37,75 m, ma a quasi due metri di distanza dal 39,41 m dello svedese Eriksson, sesto. Nella finale altro trionfo finnico, con l’oro a Niklander ed argento a Taipale, col bronzo per lo statunitense Pope. Finisce qui, con due eliminazioni al primo turno, l’avventura olimpica di Lenzi: vista la concorrenza ed i risultati, era difficile ottenere di più. La sua carriera continua con scarsa regolarità, tra alti e bassi. L’11 settembre 1921 si laurea campione toscano in disco, peso e palla vibrata. Il week-end successivo è a Bologna per i tricolori: vince disco e peso. Si prende un anno sabbatico e si rivede nel 1923: il 13 maggio, a Firenze, si aggiudica il campionato toscano in disco, martello e peso. Il 27 luglio è a Roma, per la “preolimpica”: vince bene disco e peso. Nonostante i 32 anni fa un pensierino ai Giochi anche se manca un’intera stagione. Intanto il 12 agosto a Padova, in un’altra “preolimpica”, rivince il disco. Ma poi si rilassa e chiude praticamente qui la stagione. Lenzi s’è sempre allenato poco, coltivando male il suo talento e la sua forza: all’inizio del 1924 non si smentisce, nonostante la chance olimpica. Prova a rimettersi in sesto all’ultimo...lancio e per un momento sembra pure riuscirci: il 25 maggio a Udine, nell’ultima “preolimpionica” (come le chiamano in quell’epoca), vince il peso ed è secondo nel disco. Nonostante Lenzi diserti l’ultima prova di selezione che si tiene a Milano, sul campo di Viale Lombardia, il 7 e 8 giugno, vede il suo nome inserito nella lista degli “azzurrabili” riguardo al getto del peso (o palla di ferro come si diceva allora). Servono però conferme che devono arrivare nell’apposito ritiro collegiale di Busto. Purtroppo non arrivano e Lenzi viene escluso dalla lista per i Giochi. La sua carriera in pratica finisce qui anche se ha un bel sussulto il 19 luglio 1925 ad Udine dove è di stanza come militare: lancia il peso a 12,98m ed il disco a 42m netti. Sono le migliori prestazioni stagionali: segno evidente che vi sarebbe spazio per ulteriori miglioramenti, ma Lenzi ormai ha 34 anni ed esce di scena.


[1] L’oro va allo statunitense McDonald con 15,34 davanti al grandissimo connazionale Rose, vincitore nel 1904 e 1908, che si ferma a 15,25 m

[2] L’oro va al finlandese Taipale con 45,21 m davanti allo statunitense Byrd con 42,32 m

[3] Futuro Presidente del CIO, dal 1952 al 1972. Si ferma a 37,85 m e si classifica 22°

[4] Si ricorda che salti e lanci in quell’epoca erano ancora sotto l’egida della Federazione Ginnastica e, in un certo senso, facevano un po’ “storia a sé” nell’atletica leggera


Vai alla gallery