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LEGUTTI Carlo

Milano 29.11.1912 / Milano 01.03.1985

1936. Ciclismo. 4° Velocità Tandem (con Loatti)

Inizia a gareggiare su strada intorno ai 20 anni di età. Consegue il primo successo significativo il 30 luglio 1933 nella “Coppa Raimondi” a Zelo Surrigone. Il 17 settembre guadagna a Sesto S.G. il “Campionato dei Poligrafici”, mestiere da lui esercitato. Veloce e pimpante, passa alla pista. Il 10 giugno 1934 all’Arena di Mlano partecipa alla riunione ciclistica organizzata in attesa dell’arrivo del “Giro d’Italia”. Ottiene due piazze d’onore: nell’americana, assieme a Scappini, è superato da Zanca-Valotti mentre nell’eliminazione a precederlo è Rossi. È secondo pure il 15 luglio a Cremona nell’individuale, superato da Bonfanti che vince anche la prova di velocità dove Legutti è battuto pure dal tricolore Pola. Sembra ancora “uno dei tanti”. Il 24 marzo 1935 Legutti partecipa alla storica inaugurazione del “Vigorelli”, velodromo costruito a Milano a tempo di record, riciclando la pista in legno utilizzata per i Mondiali di Roma del 1932: chiude secondo l’individuale a punti, superato da Ceschina, e quarto la velocità vinta da Rigoni. Il 31 marzo a Torino termina secondo la velocità, battuto da Verrua ma davanti all’iridato Pola. Diventa un habituè del neonato “Vigorelli”: il 7 aprile finisce al terzo posto la velocità vinta da Marini[1] che poi lo supera anche in un “testa a testa”. I due si ritrovano 14 giorni dopo sulla stessa pista e stavolta il risultato è favorevole a Legutti, pure nella velocità. Il 12 maggio Legutti si sposta a Mortara dove si aggiudica la prova di velocità mentre nell’individuale è battuto da Ceschina. Un mese dopo, il 13 giugno, al “Vigorelli” è battuto nella velocità da Loatti. Il 16 giugno, sullo stesso legno meneghino, si aggiudica una prova di velocità, ripetendosi pari pari il 27 giugno. Tre giorni dopo, a Crema chiude al terzo posto l’americana, assieme a Pasotta, alle spalle di Biazzi-Robusti e Ceschina-Tosi. Il 19 luglio, nella riunione notturna al “Vigorelli”, supera Loatti nella velocità. Sulla stessa pista due giorni dopo chiude secondo l’individuale, battuto da Bonfanti. Il 28 luglio a Crema si piazza secondo nell’eliminazione, superato dal sorprendente cremonese Biazzi. Ai primi di agosto si disputano i tricolori al “Vigorelli”: Legutti chiude quarto la velocità, superato da fior di sprinters quali Rigoni, Pola e Loatti (che ritroveremo con lui ai Giochi dell’anno seguente). Il 26 agosto Legutti primeggia nella velocità a Mede e 4 giorni dopo si ripete al “Vigorelli”, peraltro su una concorrenza non irresistibile. Il 2 settembre a Broni si aggiudica l’eliminazione mentre nella velocità è superato da Marini. Tre giorni dopo, è al “Vigorelli”: supera Begozzi in un inseguimento e chiude secondo l’individuale, alle spalle di Bonfanti. Il 17 settembre a Cadeo è battuto nella velocità da Marcotti con cui poi chiude quarto l’americana vinta da Tosi-Pasotta. Il 6 ottobre al “Vigo”, come tutti ormai chiamano il velodromo meneghino, Legutti finisce terzo un’eliminazione, alle spalle di Pasotta e Tosi. Il 27 ottobre, sulla stessa pista, vince una prova di velocità e chiude secondo una gara dietro motoleggere, alle spalle di Tosi oltre a finire terzo nell’individuale, vinto da Favalli su Bonfanti. Si rivede due mesi dopo, il 26 dicembre, al Palazzo dello Sport meneghino dove termina terzo l’eliminazione, alle spalle di Lodesani e Pasotta. Inizia a frequentare questa pista con regolarità, ottenendovi diversi risultati. Il 31 dicembre termina quarto un individuale vinto da Zandonà. Il 19 gennaio 1936 chiude terzo la velocità, superato da Tosi e Clerici, e sesto l’americana (con Capellaro) vinta da Tosi-Ceschina. Sette giorni dopo, finisce quarto l’eliminazione appannaggio di Zandonà. Il 23 febbraio si piazza secondo nella velocità, alle spalle di Pola, e quinto nell’americana (con Pasotta) vinta da Pola-Chiappini.

Il 1 marzo, nella riunione di chiusura, guadagna la velocità. Passa poi alla strada: l’8 marzo chiude secondo la “Coppa Del Grande” a Milano, alle spalle del solitario mantovano Pecchini. Il 29 marzo torna in pista al “Vigorelli”: nella velocità è battuto solo da Pola. Identico risultato sette giorni dopo. Pola lo supera pure il 19 aprile all’Appio dove il 26 aprile Legutti è battuto invece da Rigoni nel km da fermo e finisce terzo nella velocità, superato pure da Loatti: si stanno testando i pistard per i Giochi e Legutti cerca una maglia azzurra. Tuttavia trova gente più veloce: nella preolimpica di Bassano, il 3 maggio, viene superato da Pola e Rigoni che, in effetti, paiono una spanna sopra lui. Inoltre nell’individuale, vinto da Latini, finisce quarto. Il 10 maggio al “Vigo” altra preolimpica: Legutti termina terzo nella velocità, battuto dai “soliti” Pola e Rigoni mentre perde l’inseguimento a squadre[2]. Viene comunque inserito nella lista dei “probabili olimpici”. Intanto il 17 maggio al “Vigo” vince tre specialità: velocità, km da fermo e (attenzione) tandem dove si cimenta per la prima volta, assieme a Pasotta. Il tandem è specialità olimpica e, viste le difficoltà di trovare un posto nelle altre discipline, Legutti può essere un candidato giusto per Berlino. Tenta anche la carta del km da fermo: nella preolimpica del 24 maggio, ancora al “Vigo”, viene però battuto da Pola. Sullo stesso anello vince la velocità l’11 giugno, ma su una concorrenza non trascendentale. Difatti quando ritrova Pola, è agevolmente battuto come il 14 giugno a Torino dove nei giorni seguenti si svolge un primo raduno collegiale azzurro, sotto la guida del CT Verri. Vengono eseguiti vari test, ma Legutti è sempre battuto nella velocità. Capisce che per andare a Berlino, deve trovare una strada alternativa e prova il tandem: il 25 giugno al “Vigorelli” vince assieme a Pasotta. Il 6 luglio vengono comunicati ufficialmente i nomi dei convocati per Berlino: Legutti è nella lista stilata dal CT Verri e dunque parte per il ritiro collegiale preolimpico, con sede a Castel Gandolfo ed allenamenti all’Appio dove il 12 luglio Legutti è battuto di nuovo da Pola nella velocità, ma con Loatti supera Brambilla-Biondi nel tandem. Verri si convince e decide di schierare ai Giochi Legutti-Loatti, in quest’ordine, con Legutti alla guida del tandem. Si parte per Berlino, in treno, da Verona il 27 luglio. Le gare di ciclismo su pista dei Giochi si tengono al Velodromo Olimpico. La velocità tandem vede al via 11 nazioni. Il 7 agosto nel primo turno gli azzurri partono bene, superando nettamente i britannici Chambers-Sibbit. Il giorno seguente nei quarti battono gli statunitensi Logan-Sellinger. Poche ore dopo, quello stesso 8 agosto, si decidono le medaglie. In semifinale i nostri affrontano gli olandesi Leene-Ooms che si dimostrano più forti. Gi azzurri dunque sono relegati nella “finalina” per il bronzo, ma trovano i francesi Georget-Maton che li sconfiggono in due prove. Per Legutti e Loatti dunque rimane l’amaro quarto posto e la conseguente “medaglia di legno”. Peccato, ma la loro prova appare comunque più che sufficiente. In effetti sono un buon tandem e lo confermano il 21 ottobre al “Vigorelli” dove realizzano l’anomalo record italiano dell’ora per tandem, coprendo 45,592 km[3]. Poi ognuno va per la sua strada. Mentre Loatti passa “professionista” e svolgerà una buona carriera, Legutti rimane dilettante, ma non ottiene più risultati rilevanti, sparendo presto di scena.


legutti grande

Il tandem Legutti-Loatti, al quarto posto nei Giochi di Berlino 1936


[1] Celso Marini, nato a Stagno Lombardo (CR) il 12.07.1917. Enfant prodige, nel 1935 vince il titolo italiano di velocità tra gli Allievi, misurandosi con successo anche coi dilettanti e cogliendo diverse vittorie pure su strada. Ottimo anche tra i dilettanti dove si aggiudica la “Coppa Italia” nel 1940, poi non ottiene più risultati brillanti

[2] Con lui gareggiano Pedretti, Pasotta e Vagni mentre i vincitori sono Rigoni, Latini, Bianchi e Fontana

[3] Il record sarà migliorato da Tosi-Vagni l’11.11.1936 con 46,968 km