LANZI Mario
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Castelletto sopra Ticino 10.10.1914 / Schio (VI) 21.02.1980
1936. Atletica Leggera. MEDAGLIA D’ARGENTO 800 metri, Eliminato Semifinale 400m, Eliminato Primo Turno 4x400 (con Rossi, Ferrario, Spampani)
Già a 12 anni lavora in una vetreria, ma è attratto dalla vita all’aria aperta, vagando spesso intorno al Ticino. Gli piace correre: leggenda vuole che nella primavera del 1927 scappi di casa, senza dire niente a nessuno, per andare a disputare la sua prima gara a Cicognola. Finisce secondo e guadagna una medaglietta che rivende subito per 10 lire. Sogna di avere un futuro correndo ed insiste. Ad un certo punto la bici soppianta il podismo, ma una caduta nella discesa del Brinzio, con frattura di una mano e trauma cranico, gli fa capire che è meglio tornare a correre a piedi. Ottiene i primi risultati significativi nei primi anni Trenta: il 26 gennaio 1931 a Lonate Pozzolo chiude al secondo posto il campionato provinciale varesino di cross, battuto solo da Luisetti. Il 26 dicembre 1932 vince a Novara l’eliminatoria del GP Province Piemontesi, un cross di 3km. Le campestri lo rodano bene, ma inevitabilmente è la pista il suo sfogo naturale. Vi coglie la prima grande vittoria il 30 luglio 1933 a Firenze nei 1500 validi per il tricolore dei “Giovani Fascisti”. Il 10 dicembre vince il cross organizzato dall’US Milanese e sette giorni dopo, ancora nel capoluogo meneghino, si aggiudica il cross della “Asso”. Si rivede solo il 29 aprile 1934 quando, sulla pista genovese della Nafta, si aggiudica i 1500. L’11 maggio a Gallarate è battuto sulla stessa distanza dall’oro olimpico Beccali al cui cospetto comunque non sfigura. I due si ritrovano nove giorni dopo all’Arena di Milano ed il risultato non cambia, con Lanzi (troppo tranquillo nelle prime fasi) superato pure da Cerati. Terza piazza per Lanzi anche il 10 giugno sui 1500 sulla stessa pista meneghina, alle spalle dell’inarrivabile Beccali e del francese Normand. Comunque la sua ascesa è veloce al punto che sette giorni dopo esordisce in Nazionale a Losanna per Svizzera-Italia: vince bene i 1500 e gli azzurri si aggiudicano il confronto 91-66. Il 24 giugno a Pisa si aggiudica il tricolore di “prima categoria” sui 1500. Il 28 e 29 luglio partecipa ai tricolori assoluti, disputati all’Arena di Milano: vince gli 800, favorito anche da una clamorosa caduta di Beccali che poi lo supera sui 1500. Ormai però, a 20 anni, Lanzi è già una sicurezza tra i nostri mezzofondisti. Difatti il 12 agosto vince in scioltezza gli 800 a Bologna e sette giorni dopo ritrova la Nazionale per Ungheria-Italia, disputata a Budapest di fronte a 30mila spettatori: vince ottimamente 800 e staffetta olimpionica[1], ma gli azzurri perdono 65-76. L’8 e 9 settembre tocca alla prima storica edizione degli Europei, disputati a Torino: dopo aver vinto bene la batteria, Lanzi è artefice di una gran gara negli 800 dove guadagna uno splendido argento, insidiando fino sul filo il magiaro Szabò mentre il bronzo va al tedesco Dessecker. Per Lanzi è la consacrazione definitiva. Subito leggermente incrinata il 16 settembre dalla sconfitta ad opera di Tavernari sui 600 a Trieste.
Lanzi si riscatta subito: sette giorni dopo, all’Arena di Milano primeggia sui mille. Il 2 ottobre a Napoli vince 800 e staffetta olimpionica[2] nell’incontro Italia-Austria che i nostri vincono 76-56. Quindi nella stessa metropoli campana è protagonista dei cosiddetti “Giochi Partenopei”, voluti da Mussolini in persona per celebrare i fasti atletici nazionali: l’11 novembre vince gli 800 e sette giorni dopo bissa coi 1500, confermandosi mezzofondista di grande spessore. Intanto continua ad alternare gare ed allenamenti col suo lavoro alla SIAI[3], nota azienda produttrice di aerei. L’esordio del 1935 è ottimo: il 21 aprile, sulla pista genovese della Nafta, Lanzi vince gli 800. Poi espleta il servizio militare, ma è di stanza a Milano e ciò gli consente comunque una certa attività. Difatti si rivede in pista il 9 giugno all’Arena meneghina dove si aggiudica bene gli 800, precedendo il quotato francese Goix. Sette giorni dopo, primeggia a Torino su 800 (che sembra ormai essere la “sua” specialità per antonomasia) e staffetta svedese (con Ferrario, Ragni e Mariani). Il 30 giugno all’Arena di Milano sui 400 è battuto da Tavernari. Sei giorni dopo, vince gli 800 a Firenze. Sulla stessa pista, stranezze del programma, il 28 luglio ai tricolori disputa 400 e 800 lo stesso giorno: sul giro di pista è bruciato da Tavernari, ma nella distanza doppia non ha rivali. Il 4 agosto Lanzi vince gli 800 a Parigi, in una prestigiosa riunione internazionale, davanti al francese Soulier e lo statunitense Wolff. Sulla stessa distanza si ripete il 25 agosto all’Arena di Milano, sotto la pioggia e davanti a 25mila spettatori, superando quotati rappresentanti di USA e Francia. Si conferma grande il 1 settembre in Nazionale, a Berlino per il pentagonale con Germania, Ungheria, Svezia e Giappone: vince gli 800 mentre chiude quarto la 4x400[4] e gli azzurri finiscono quinti nella classifica finale, per una prestazione globale poco esaltante. Si ripete sugli 800 il 22 settembre a Torino per Italia-Francia dove vince pure la 4x400[5]: gli azzurri si aggiudicano il confronto 83-65. Sette giorni dopo, Lanzi è di nuovo grande a Parigi dove vince gli 800 sul finnico Teilleri ed il francese Normand: grande successo che lo conferma ai vertici europei della specialità. Il 6 ottobre è a Vienna per Austria-Italia dove si limita a disputare la frazione di 800 della staffetta olimpionica[6], facilmente guadagnata dagli azzurri che si impongono pure nel computo globale, 78-54. Il 13 ottobre, al “Giurati” di Milano, si aggiudica il titolo italiano della 4x400 e 4x1500[7]. Sette giorni dopo, a Rapallo Lanzi vince agevolmente gli 800 del “GP Lunghi”. Si ripete il 3 novembre a Piacenza in una prova ad handicap, nonostante abbia concesso grandi vantaggi agli avversari, peraltro sconosciuti giovani locali. Il 9 novembre, in coppia con Santi, chiude la sua bella annata con il secondo posto nella “Traversata di Milano”, vinta da Cerati-Fusarpoli.
Nel 1936 ovviamente viene considerato uomo di punta per i Giochi e già a febbraio è convocato per un primo collegiale preolimpico, tenutosi a Rapallo dove il 29 marzo si svolge anche il primo test ufficiale in pista: Lanzi domina sui 350m. Si ripete il 13 aprile sulla pista genovese della Nafta ma sugli 800. Appare già in forma olimpica: il 26 aprile a Firenze ottiene il record italiano sui 600, con 1’19”5. Distanza anomala e spuria, ma il tempo dimostra appieno le sue potenzialità. Difatti è in piena forma: il 17 maggio a Bologna altro primato italiano, stavolta sui 400 con 48”2. Viene però bloccato da una forte tonsillite, con febbre. Si riprende in tempo per i tricolori, disputati il 28 e 29 giugno a Bologna: vince bene gli 800 e le speranze per i Giochi aumentano. Ovviamente, è convocato dal CT Comstock per il ritiro preolimpico, con sede alla “Pensione Montesenario” di Bivigliano ed allenamenti al “Berta” di Firenze. Compie un test probante il 12 luglio a Budapest dove si impone sugli 800, confermandosi in piena forma. Tre giorni dopo, rientrato in aereo (!), vince l’ultimo test sui 400 a Firenze. Il 19 luglio si parte, in treno, per Berlino dove le gare di atletica leggera si disputano all’Olympiastadion. Lanzi esordisce il 2 agosto sugli 800 cui prendono parte 42 atleti di 23 nazioni. Nella batteria corre bene, va in testa e si rialza negli ultimi metri, lasciandosi precedere dal britannico Powell, ma passa agevolmente il turno, superando nell’ordine l’austriaco Eichberger, l’ungherese Vadas (ultimo qualificato), il sudafricano Botha, il greco Georgakopoulos ed il canadese Liddle. Il giorno seguente, in semifinale, la musica non cambia. Con un’altra prova autorevole, Lanzi termina di nuovo secondo, stavolta alle spalle dello statunitense Hornbostel e passa nuovamente il turno. Nell’ordine supera il britannico MacCabe, il francese Petit, il canadese Conway, il norvegese Johannesen, l’ungherese Temesvari ed il belga Verhaert. Il 4 agosto dunque Lanzi disputa la finale dove sembra avere qualche chance di medaglia. Inizia però guardingo, forse fin troppo, rimanendo per l’intero primo giro in ultima posizione del gruppetto. Poi però inizia la rimonta mentre lo statunitense di colore Woodruff inizia la splendida progressione che lo porta all’oro. Ma alle sue spalle emerge Lanzi che supera tutti gli altri e guadagna uno splendido argento: 1’52”9 il tempo del vincitore, 1’53”3 per l’azzurro. Bronzo per il canadese Edwards. Seguono nell’ordine il polacco Kucharski, Hornbostel, l’altro statunitense Williamson, l’argentino Anderson, l’australiano Backhouse ed il britannico MacCabe. Gran gara, con Lanzi strepitoso: la sua tattica attendista alla fine ha pagato anche se rimane un piccolo rammarico per l’oro sfumato. Nessuno può dire se, con lo sprint iniziato prima, Lanzi avesse potuto cogliere perfino il successo. L’azzurro torna in pista il 6 agosto sui 400 cui partecipano 42 atleti di 25 nazioni. Nella sua batteria chiude secondo, superato dal britannico Brown ma si qualifica agevolmente. Alle sue spalle nell’ordine il tedesco Metzner, l’egiziano Ebeld, il belga Verhaert ed il cinse Dai.
Poche ore dopo, affronta il quarto di finale dove fatica un po’ di più ma col terzo posto guadagna comunque il passaggio del turno: è sopravanzato dal britannico Roberts e dallo statunitense Smallwood mentre precede l’ungherese Zsitva, il sudafricano Shore ed il danese Christensen. Il 7 agosto affronta quindi la semifinale, ma stavolta va male: chiude quarto, alle spalle dello statunitense Williams, il britannico Roberts ed il canadese Loaring che gli toglie l’ultimo posto utile per la finale. Riesce a battere solo il francese Skawinski. L’oro va allo stesso Williams su Brown e l’altro statunitense Valle. Per Lanzi comunque una prova sufficiente. Il giorno seguente tocca alla staffetta 4x400 dove gareggia, ultimo frazionista, assieme a Ferrario, Rossi e Spampani. Al via 12 nazioni. Non va bene: nella batteria gli azzurri chiudono terzi, in 3’16”6, lontani un secondo da Germania e Canada, realizzando comunque il record italiano. Riescono a superare Sud Africa e Cecoslovacchia, ma poichè passano le prime due, i nostri sono eliminati. L’oro va alla Gran Bretagna su Stati Uniti e Germania. Lanzi chiude così un’esperienza olimpica più che positiva, coronata da uno splendido e splendente argento. E’ in forma: il 15 agosto a Malmoe, in Svezia, vince gli 800 in 1’50”6, “eguagliando[8]” il record italiano di Beccali. Cinque giorni dopo, a Stoccolma finisce terzo, battuto dallo statunitense Cunningham ed il britannico Powell, ma il giorno seguente sui 400 ottiene il record italiano con 48”1. Lanzi ritrova la Nazionale già il 29 e 30 agosto, a Torino, per Italia-Giappone: fa tripletta, vincendo 400, 800 e 4x400, portando tanto fieno in cascina ai nostri che vincono 92-81. Il 13 settembre a Firenze vince agevolmente i 400, ripetendosi sette giorni dopo a Vicenza. Il 27 settembre domina gli 800 sul campo di Vigentino. Il 4 ottobre a Parma si aggiudica il tricolore della staffetta 4x1500: per la “Pro Patria” con lui gareggiano Bellini, Santi e Beccali. Sette giorni dopo, a Firenze primeggia in scioltezza sugli 800 che vince pure a Treviso il 18 ottobre, bissando sui 400. Il 25 ottobre è grande protagonista a Roma, campo Guardabassi, in Italia-Austria: si aggiudica 400 e staffetta olimpionica[9]. I nostri si impongono 73,5-50,5. Tre giorni dopo, altra doppietta a Novara, 400-800, ripetuta pari pari il 1 novembre a Venezia. E’ l’ultimo successo di una stagione esaltante: dopo 15 giorni si opera di tonsille e pensa agli impegni futuri. Sino agli anni del secondo conflitto mondiale, Lanzi prosegue ad essere l’incontrastato dominatore in Italia di 400 e 800, conquistando nel periodo che arriva fino all’armistizio cinque titoli nazionali dei 400, quattro degli 800 e della staffetta del miglio, uno della 4x100. Nel 1938 si classifica al terzo posto ai Campionati d’Europa che si tengono a Parigi ed è quinto con la staffetta 4x400.
Migliora più volte il primato italiano dei 400 fino a portarlo a 46”7 a Milano il 6 luglio 1939, e degli 800, arrivando a correre la distanza in 1’49”0 a Milano il 15 luglio 1939. Nel 1941, a Bologna il 29 giugno, contribuisce a portare il record nazionale della 4x400 a 3’12”2 ed è autore delle migliori prestazioni italiane dei 500, 600 e 1000 con i rispettivi tempi di 1’02”3 (Torino, 4 settembre 1940), 1’17”6 (Milano, 10 aprile 1937) e 2’22”3 (Firenze, 13 settembre 1942). Sempre in questo lasso di tempo è presente in 8 incontri della nazionale prendendo parte a 22 gare. Alcune sue imprese in maglia azzurra sono entrate nella storia, a cominciare dalle tre vittorie ottenute contro i francesi a Colombes il 12 settembre 1937, proseguendo poi con le epiche sfide con il campione Rudolf Harbig negli incontri fra la nazionale italiana e quella tedesca. Il 15 luglio 1939 all’Arena di Milano Lanzi conduce la gara degli 800, venendo infilato nel rettilineo finale dall’avversario che conclude in 1’46”6, migliorando quindi il record del mondo. A sua volta il nostro campione stabilisce con 1’49”0 un primato nazionale che resisterà fino al 1963. Il giorno dopo i due si ritrovano nella gara dei 400, concludendo entrambi in 46”7, ma è il tedesco ad essere dichiarato vincitore. Anche in questa gara Lanzi stabilisce un record italiano che durerà fino al 1965. I due atleti si incontreranno 12 volte, dando vita a confronti di grande livello tecnico e con un bilancio finale a favore di Harbig che ottiene 8 vittorie, ma a Lanzi resta la soddisfazione di battere l’avversario nel loro ultimo confronto per tre volte (400, 800 e 4x400) a Bologna il 28 e 29 giugno 1941. Lanzi è ancora attivo nel dopoguerra. I risultati sono tecnicamente inferiori, ma in ogni caso nel 1946 si aggiudica il titolo italiano degli 800. Un infortunio alla caviglia gli pregiudica parte della stagione del 1947 (1’57”8 il miglior risultato), riuscendo comunque a partecipare al confronto fra Cecoslovacchia e Italia disputato a Praga il 19 luglio (quarto nei 400m). Negli anni successivi non resta inattivo, praticando l’atletica per divertimento (1’56”0 nel 1949). Nel 1951 rientra alle competizioni ed è di nuovo azzurro in Belgio - Italia il 29 luglio a Bruxelles (primo negli 800) e Germania - Italia a Stoccarda il 1 settembre (terzo sempre nel doppio giro di pista). Appende definitivamente le scarpe al chiodo nel 1952. Poi collabora con la Federazione di atletica e con il CONI come direttore responsabile del settore mezzofondo e del Centro tecnico di Schio.
[1] Con lui gareggiano Tavernari, Gonnelli e Toetti
[2] Con lui gareggiano Tavernari, Zonzini e Toetti
[3] Acronimo di Società Idrovolanti Alta Italia
[4] Con lui gareggiano Ferrario, Turba e Facelli
[5] Con lui gareggiano Ferrario, Turba e Beccali
[6] Con lui gareggiano Ferrario, Toetti e Mariani
[7] Con lui, per la Pro Patria, gareggiano rispettivamente Radaelli, Turba, Ferrario e Bellini, Santi, Beccali
[8] Dal punto di vista strettamente statistico, nonostante il parere dei giornali, non è esattamente così. Il 24 settembre 1933 Beccali aveva corso in 1’50”3/5 mentre il tempo di Lanzi è cronometrato in decimi di secondo
[9] Con lui gareggiano Ragni, Gonelli e Rossi