LANZI Gaetano
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Milano 05.02.1905 / Roma 1980
1924. Pugilato. Eliminato Ottavi di Finale pesi mosca
Sin da adolescente si inserisce nel frizzante mondo pugilistico milanese che ha saputo rendere popolare la boxe, seguita sempre da un pubblico attento e vivace. Dal fisico minuto ma non gracile, si rivela come un combattivo peso “mosca”, intraprendente e dotato di buona tecnica. Tesserato per l’US Lombarda, il 29 gennaio 1922 vince il Campionato Milanese, battendo Bertoli ai punti. Si ripete in aprile quando guadagna il “Campionato dell’Alta Italia”, superando ai punti dapprima Arippa e poi Tolfo. Ai tricolori però non brilla. Si rivede nel 1923. Il 7 marzo partecipa all’incontro Italia-Francia a Milano: batte Belhouse ai punti, ma i nostri perdono il computo totale 5-2. Il 18 aprile, in una grande riunione al Teatro Carcano di Milano, batte Ricciardi ai punti. Il 5 maggio rivince il “Campionato Alta Italia”, battendo Oldoni ai punti. Il 30 giugno corona la sua ascesa, guadagnando ad Ancona il titolo tricolore, superando in finale ai punti Cecchi. Ormai è stabilmente tra i nostri migliori pugili: il 20 settembre a Milano, in un incontro Italia-Belgio, supera Sybille ai punti. È evidente che sia attratto dai Giochi del 1924 per i quali si prepara a puntino. Inizia l’annata olimpica il 21 febbraio, battendo Sili ai punti nel match Lombardia-Lazio disputato al Politeama Milanese. A metà marzo si conferma Campione Italiano dei “mosca” a Firenze: prima batte il marchigiano Ballanti e poi in finale di nuovo il romano Sili, sempre ai punti. Lanzi non è pugile da ko, ma la sua dinamicità coinvolge il pubblico ed è sempre apprezzata dai giudici. Con simili credenziali e due titoli italiani consecutivi non ha difficoltà ad essere inserito nella lista dei 30 “azzurrabili” dal CT Alfredo Bianchi, coadiuvato dall’allenatore in seconda Zanatti. Così Lanzi parte per il ritiro collegiale di Bellusco, con sede nella sontuosa Villa Bartesaghi di proprietà del cav. Ostali (vice-presidente della FIP), attrezzata a palestra con tanto di ring e punching ball. Non mancano scherzi e divertimento, con frequenti bagni nel vicino Adda.
Gli azzurri si preparano bene, Lanzi è convinto e convincente, si va a Parigi con una certa fiducia. Le gare olimpiche di pugilato si svolgono al famoso Vel d’Hiv, il velodromo d’inverno teatro di numerose competizioni ciclistiche di rilievo, in un caldo torrido. Il torneo è ad eliminazione diretta e vi partecipano 19 pugili di 13 nazioni. Lanzi gareggia nei pesi mosca il cui peso-limite è di soli 50,802 kg. Il 15 luglio nel primo turno batte ai punti l’uruguaiano Recalde, nonostante l’emozione freni visibilmente la sua azione. Il giorno seguente però si trova di fronte il forte statunitense La Barba, di chiare origini italiane, che gli infligge un sonoro k.o. al secondo round. La sua corsa termina qui. La Barba poi vincerà l’oro battendo in finale ai punti il britannico McKenzie mentre il bronzo va all’altro statunitense Fee. Lanzi non si demoralizza e continua la sua carriera tra i dilettanti. Vince a ripetizione: nel 1925 guadagna dapprima il titolo “Alta Italia”, poi conquista il tricolore a Firenze, battendo Magliozzi ai punti. Il 29 maggio è in Nazionale, al Teatro del Verme di Milano, per Italia-Austria: batte Spunner ed i nostri vincono l’incontro nettamente, 8-0. Nel 1926 passa tra i pesi “gallo” e rivince il titolo “Alta Italia” ma nei tricolori non ha fortuna. Nel 1927 è di nuovo in Nazionale per gli Europei di Berlino: batte Appel e Spunner, ma perde in finale con Dalchow, ottenendo comunque un bell’argento. Sembra lanciato bene in vista dei Giochi di Amsterdam, ma inizia a trovarsi in difficoltà ed a perdere ripetutamente. Stenta pure nelle preolimpiche ed alla fine non ritrova la maglia azzurra. La sua carriera finisce qui.